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lunedì 15 giugno 2009

Pandemia influenzale 2009 - Aggiornamento 15.06.09

Le principali notizie della giornata.
L'aggiornamento odierno dell'OMS (Influenza A/H1N1 - update 49) parla di circa 36.000 casi riportati in 76 Paesi differenti. La trasmissione comunitaria del virus in Australia può dirsi "sostenuta", così come in Inghilterra e ovviamente Messico, USA e Canada.
Secondo la stampa la situazione in Thailandia è ben peggiore rispetto a quanto riportato dall'ultimo report WHO (201 casi vs 29).
Che la famiglia della giovane vittima scozzese sia devastata non mi sembra una notizia sorprendente, visto che anche il piccolo bambino della donna deceduta, nato il 1 giugno, è morto quest'oggi, dopo essere nato prematuro e dopo aver lottato per 15 giorni. In articoli come questo possono essere reperite le informazioni riguardanti il primo decesso per nuova influenza nell'UE, che in prima battuta non sono state chiare: età della vittima, situazioni predisponenti al decesso (che rimangono poco chiare), etc. Il bambino della giovane donna non è morto per influenza.
In Italia l'ultimo aggiornamento ministeriale risale al 12 giugno data in cui sono stati riportati un totale complessivo di 67 casi di nuova influenza.

martedì 2 giugno 2009

Influenza A/H1N1 - Aggiornamento OMS n.42

Terminata la pausa formativa in Spagna ritorno a seguire l'evolvere della diffusione del nuovo virus A/H1N1.
Secondo l'aggiornamento OMS n. 42 del 01 giugno '09 a livello internazionale i casi confermati di nuova influenza A/H1N1 sono complessivamente 17.410 e i decessi sono 115 .
L'OMS, da alcuni giorni, rilascia aggiornamenti della situazione internazionale ogni 48 ore.
Rispetto all'aggiornamento n. 41 del 29 maggio (15.510 casi riportati) sono stati confermati 1900 nuovi casi. I Paesi che contano almeno un caso di nuova influenza sono attualmente 62.
Non sembrerebbe ancora essere stata confermata una sostenuta trasmissione comunitaria all'interno di altri Paesi all'infuori di USA e Messico.

martedì 21 aprile 2009

Pandemia influenzale 2009 - Aggiornamento settimana 16

Nella settimana trascorsa è cresciuta la preoccupazione relativa alla diffusione del virus influenzale aviario A/H5N1 in Egitto: se da una parte la malattia sembra ormai aver raggiunto un livello enzootico di attività nella popolazione avicola del Paese, dall'altra il crescente numero di infezioni umane ha richiamato l'attenzione dell'OMS che ha inviato un gruppo di esperti per coadiuvare le autorità sanitarie egiziane a chiarire i possibili cambiamenti nell'epidemiologia umana del virus. Dall'inizio dell'anno sono ormai una dozzina i casi pediatrici di malattia, con una mortalità quasi assente; sebbene quasi tutti questi casi siano riconducibili al contatto con animali infetti, da molte parti si sono levati sospetti di possibili portatori umani, per esempio genitori o familiari con malattia lieve o inapparente capaci di trasmettere il virus ai bambini. Al momento non esiste prova che questo scenario sia realmente presente in Egitto o altrove. Negli ultimi anni il paese africano ha complessivamente notificato all'OMS 64 casi umani di infezione da virus H5N1 di cui 23 fatali. Intanto in Russia è in atto un incidente che mette in evidenza la fragilità delle frontiere di fronte alla diffusione delle malattie infettive: una donna è morta per polmonite acuta durante il viaggio in un treno a lunga percorrenza sulla linea del Bajkal; salita a bordo con altri migranti regolari cinesi, la donna - anche lei di nazionalità cinese - si è sentita male ed è morta nei pressi della città di Blagoveshchensk; a quel punto il treno è stato bloccato, due carrozze con una sessantina di persone sono state staccate e isolate, e messi a guardia alcuni uomini delle forze OMON. Il corpo della donna è stato trasferito in ospedale dove sono stati condotti alcuni esami necroscopici e prelievi; le prime analisi di laboratorio avrebbero escluso la presenza dei virus della SARS, di quelli influenzali (H1, H3, H5, H7, H9); l'OMS sta coadiuvando i sanitari russi nello stabilire la reale causa del decesso. I passeggeri delle due carrozze sono stati isolati e trattati (un numero non precisato) con ribavirina, un agente antivirale ad ampio spettro. Per la diffusione epizootica dei virus influenzali, è da notare la notifica all'OIE di nuovi focolai in Bangladesh (H5N1), e varie notifiche da Stati Uniti d'America (H7N9 a bassa patogenicità), Germania (A/H7N7 a bassa patogenicità), Hong Kong (H5N1). Per quanto riguarda la diffusione di virus influenzali umani stagionali resistenti agli antivirali, il Centro Europeo per il Controllo della Malattie ha aggiornato le tabelle con i dati dispoinibili al 15 aprile: il 98% dei virus H1N1 isolati in Europa è risultato resistente all'Oseltamivir, mentre gli stessi virus mantengono sensibilità allo Zanamivir e all'Amantadina; i virus H3N2 rimangono sensibili allo Zanamivir e all'Oseltamivir ma resistenti all'Amantadina.

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venerdì 3 aprile 2009

Pandemia influenzale 2009 - Aggiornamento settimana 14

In Egitto due nuovi casi umani di infezione da virus influenzale aviario A/H5N1 sono stati confermati dal Ministero della Sanità. Si tratta in entrambi i casi di bambini in tenera età, il cui quadro clinico appare favorevole. Quasi la totalità dei casi della stagione 2008/2009 in Egitto ha riguardato pazienti pediatrici con malattia a decorso non fatale. Si tratta di una novità per questo paese e in generale in un quadro di altà letalità osservata in vari paesi affetti da epidemie negli animali. In media, dal 2003 ad oggi, il tasso di mortalità per influenza aviaria H5N1 nell'uomo, nei quindici paesi che hanno notificato casi all'OMS, è stato attorno al 60%, con variazioni da paese a paese e in relazione alle linee evolutive virali coinvolte: si va dal 20% circa del Vietnam nel 2006 a oltre l'80% dell'Indonesia, passando per il 33% della Turchia. Non è chiaro il motivo per cui i più recenti casi egiziani siano caratterizzati dalla giovane età dei pazienti e dal decorso favorevole. Una serie di fattori potrebbe aver contribuito a questo esito: l'emersione di una nuova variante antigenica del virus H5N1, variazioni genetiche del virus che ne possono aver ridotto la patogenicità nell'uomo, immunità crociata fra H1N1 e H5N1, passaggio di anticorpi da madre a figlio e naturalmente una diffusione sempre più ampia nel pollame allevato nelle abitazioni per il consumo familiare. Tutti questi fattori da soli o combinati potrebbero aver causato questo aumento di casi pediatrici; quello che è certo è che risulta urgente una approfondita investigazione da parte dell'OMS per valutare eventuali cambiamenti nell'epidemiologica del virus H5N1 in Egitto. In altre parti del mondo intanto vari sottotipi di influenza aviaria continuano a causare danni al settore zootecnico: in Giappone altri quattrocentomila capi di pollame sono stati abbatutti a causa del virus H7N6, mentre in India continua l'attività epizootica nel Bengala Occidentale. Per quanto riguarda la ricerca, un gruppo di esperti ha pubblicato i dati elaborati dall'analisi di alcuni virus di tipo A/H5N1 isolati in maiali asintomatici in Indoesia. I virus isolati in un terreno di coltura cellulare e inoculati in topi di laboratorio hanno dimostrato di essere meno patogeni rispetto a quelli prelevati dal pollame. Non è chiaro quali possano essere le implicazioni di questa scoperta in relazione alla salute umana e alla valutazione dell'impatto di una futura pandemia influenzale causata da un virus H5N1 adattato alla specie umana.

venerdì 27 marzo 2009

Pandemia influenzale 2009 - Aggiornamento settimana 13

Durante l'ultima settimana sono stati portati a conoscenza dell'opinione pubblica, attraverso una puntuale copertura giornalistica, diversi casi umani (sospetti e probabili) di influenza aviaria H5N1 in vari Paesi del mondo: In Egitto, almeno due casi di cui uno confermato dall'OMS; in Vietnam, un caso sospetto non ancora confermato; soprattutto in Indonesia, dove il numero di pazienti con sospetta infezione da virus H5N1 continua ad aumentare. Nonostante ciò è dalla fine di gennaio che non si ha un aggiornamento da parte dell'OMS, mentre il Governo locale mantiene la promessa di non diffondere aggiornamenti ''caso-per-caso'' fatta circa un anno fa. Soltanto nell'ultima settimana si sono avuti un caso fatale pediatrico a Sumatra, almeno due casi epidemiologicamente connessi a Garut, Giava, e un altro a Indramayu, Giava Occidentale. Non si hanno al momento conferme ufficiali da parte delle autorità sanitarie nazionali. Intanto continua la diffusione su scala mondiale di una variante del virus umano influenzale A/(H1N1) resistente al farmaco di prima scelta per il trattamento e la profilassi dell'influenza Oseltamivir. Gli ultimi dati dicono che in Europa il 98% dei virus H1N1 isolati e sottoposti a test per la suscettibilità al farmaco hanno dimostrato di essere resistenti; mantengono tuttavia sensibilità allo Zanamivir e all'Amantadina. L'OMS ha ricevuto dati circa 1400 virus H1N1 isolati in varie parti del mondo: nel 95% dei casi i virus erano resistenti all'Oseltamivir. L'anno scorso per esempio l'Italia aveva registrato una incidenza pari all'1% di ceppi resistenti, mentre quest'anno tutti i virus H1N1 isolati possedevano una particolare mutazione (H274Y) in grado di rendere praticamente inutilizzabile l'Oseltamivir per il trattamento dell'influenza causata da questo sottotipo virale.

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domenica 22 marzo 2009

Pandemia influenzale 2009 - Aggiornamento settimana 12

Questa settimana gli eventi più rilevanti collegati alla diffusione del virus dell'influenza aviaria A/H5N1 sono sicuramente quelli relativi ai nuovi casi umani scoperti in Egitto e Vietnam. In Egitto una donna di 38 anni della provincia di Asyut è stata ricoverata in ospedale dopo aver sviluppato i sintomi della malattia, presumibilmente contratta dagli animali che allevata; in Vietnam almeno due casi sono stati scoperti nella provincia di Dong Thap, nei pressi della città di Ho Chi Minh City: entrambi pazienti pediatrici di cui uno già deceduto. In Egitto tutti i piu' recenti casi umani hanno invece avuto esito favorevole. Focolai nel pollame continuano a essere individuati in Egitto, Vietnam, Indonesia, India (Bengala), Bangladesh. In Giappone il virus aviario A/H7N6 ha causato ingenti perdite agli allevatori ma fortunatamente nessuna infezione umana, almeno per il momento. Ricercatori italiani hanno pubblicato su PLOS uno studio sulle caratteristiche genetiche e filogenetiche dei virus influenzali aviari H5N1 isolati nel continente africani, specialmente in Egitto, Nigeria, Sudan, Costa d'Avorio, Niger, Camerun, Ghana. Un certo numero di virus isolati da animali infetti ha dimostrato di essere resistente agli antivirali adamantani, mentre continuano a essere sensibili ai più recenti Zanamivir e Oseltamivir. Un paio di virus isolati da pazienti egiziani hanno dimostrato di essere parzialmente resistenti all'Oseltamivir e leggermente meno suscettibili allo Zanamivir. Una caratteristica saliente dei virus influenzali africani è quella di discendere dalla linea evolutiva conosciuta come ''Lago Qinghai'' e di replicarsi efficacemente alle basse temperature, per esempio quelle presenti nel rinofaringe umano (mutazione E627K in PB2). I dati raccolti spaziano dal 2006 al 2008 e in molti casi si riferiscono a sequenze genomiche già da tempo depositate nelle librerie internazionali. L'EMEA infine, come risulta da un documento pubblicato sul sito web dell'agenzia, ha bocciato la richiesta di una casa farmaceutica per l'approvazione di un vaccino pre-pandemico basato su un virus H5N1 proveniente dal sud-est asiatico, frammentato e inattivato, con l'aggiunta di un componente '''immuno adiuvante'' perchè non in grado di stimolare nell'uomo una risposta immunologica sufficiente a raggiungere i limiti prefissati dall'agenzia di valutazione dei farmaci.

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lunedì 16 marzo 2009

Pandemia influenzale 2009 - Aggiornamento settimana 11

Nuovi casi umani di influenza aviaria H5N1 in Egitto: come per la maggior parte dei precedenti incidenti di questo tipo, anche questa volta si tratta di bambini anche molto piccoli, entrati presumibilmente in contatto con pollame infetto allevato in casa come fonte alimentare; il rappresentante OMS John Jabbour si è detto preoccupato per questo incremento nel numero di casi di infezione in età pediatrica, poichè segnala una diminuzione della percezione del rischio da parte della popolazione; l'Egitto, come molti altri paesi in via di sviluppo, è gravemente colpito dalla crisi economica globale e il pollame allevato dalle famiglie spesso rappresenta una delle poche fonti proteiche e economiche, alimentando un piccolo commercio locale. Le autorità non assegnano alle famiglie colpite nessun risarcimento per gli animali distrutti.
Altrove, in Germania si è segnalato un caso di infezione da H5N1 in una anatra selvatica appartenente a un gruppo di animali cacciati in gennaio. L'animale era stato raccolto in Baviera e in seguito non sono stati trovati altri uccelli infettati o deceduti.
Altri focolai epizootici nel pollame continuano ad essere identificati in Bangladesh e ad Hong Kong.
In Giappone il virus a bassa patogenicità A/H7N6 ha causato la distruzione di altri centomila capi di pollame nella prefettura di Aichi.
Per quanto riguarda la sorveglianza per l'individuazione dei virus umani influenzali resistenti ai farmaci antivirali, questa settimana il centro europeo per il controllo delle malattie (ECDC) e l'EISS nei loro rispettivi bollettini danno notizia dell'elevata percentuale di isolamenti virali appartenenti al sottotipo H1N1 non più suscettibili all'attività del farmaco Oseltamivir (circa il 98% del totale); questi virus rimangono sensibili all'attività dello Zanamivir e dei farmaci adamantani; per i virus H3N2, non si rileva resistenza nè allo Zanamivir nè all'Oseltamivir, mentre la resistenza agli adamantani riguarda il 100% degli isolamenti.

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domenica 8 marzo 2009

Pandemia influenzale 2009 - Aggiornamento settimana 10

Continua l'attività epizootica di influenza aviaria in varie parti dell'Asia e dell'Europa, dovuta a differenti sottotipi virali. Mentre l'OMS ha aggiornato su un nuovo caso umano di infezione da H5N1 in Egitto, per l'Indonesia sono disponibili soltanto le notizie - a volte confuse - provenienti da vari siti internet di quotidiani e televisioni locali: nonostante questo black-out di conferme ufficiali è possibile farsi un'idea della situazione che sta vivendo l'arcipelago indonesiano durante questi primi mesi del 2009. La stagione invernale - ben diversa ovviamente da quella alle nostre latitudini - porta ogni anno all'emersioni di numerosi casi umani specialmente nell'area occidentale dell'isola di Giava (provincie di Tangerang, Grande Giacarta per esempio); ad oggi si ha notizia di almeno quattro casi confermati da analisi di laboratorio, tutti fatali. Dozzine di casi sospetti vengono costantemente monitorati dai media locali e dai blog e siti specializzati; tuttavia, resta preoccupante il silenzio delle organizzazioni internazionali sulla situazione reale del paese con il piu' alto numero di casi umani fatali del mondo e un tasso di mortalità per H5N1 che supera l'ottanta per cento dei casi. In Giappone si segue l'evoluzione di una epizoosi da virus influenzale a bassa patogenicità A/H7N6, mentre in Gran Bretagna è stato isolato il virus H6N1 nell'East Anglia. In Repubblica Ceca invece si osserva l'isolamento del virus H7N9 a bassa patogenicità, mentre in India, Vietnam e Hong Kong continuano a circolare i virus H5N1. Per quanto riguarda la ricerca scientifica, questa settimana il Journal of American Medical Association (JAMA) e il New England Journal of Medicine (NEJM) si occupano, con vari articoli e commenti, del fenomeno della circolazione di una variante drift del virus influenzale umano A/(H1N1) resistente al farmaco antivirale piu' usato, l'Oseltamivir.

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lunedì 2 marzo 2009

Pandemia influenzale 2009 - Aggiornamento settimana 9

Questa settimana appare evidente una accresciuta attività epizootica in varie parti dell'Asia e Europa: infezioni da virus influenzali aviari sono stati individuate in capi di pollame allevati in Vietnam (H5N1), Indonesia (H5N1), Laos (H5N1), Repubblica Ceca (H7), Bangladesh (H5N1), India (H5N1), Giappone (H7) e Regno Unito (non H5 e H7). Casi umani sospetti continuano ad essere registrati in Indonesia, anche se mancano ancora conferme ufficiali da parte del Ministero della Sanità e soprattutto dell'OMS. Impressione ha fatto l'incidente accaduto in un laboratorio in Repubblica Ceca dove un vaccino umano stagionale contaminato dal virus H5N1 ha messo in pericolo la salute dei lavoratori (leggi qui); la vicenda si complica di giorno in giorno con nuovi particolari e impone una revisione delle misure di controllo sui laboratori che manipolano agenti patogeni potenzialmente in grado di causare epidemie di grave entità. La ricerca ha offerto nuove speranze per possibili trattamenti contro l'influenza, specialmente in caso una pandemia dovesse materializzarsi, anche se non è chiaro quanti anni saranno necessari per ottenere i farmaci sperati: un gruppo di lavoro di Harvard Medical School ha individuato in alcuni anticorpi monoclonali una potenziale terapia ad ampio spettro (leggi qui), mentre una casa farmaceutica giapponese ha in programma di commercializzare una versione di farmaco antivirale in grado di neutralizzare anche virus resistenti agli attuali farmaci disponibili (leggi qui).

Tutti i link e gli approfondimenti a queste notizie nel blog ATTRAVERSO QUESTI GIORNI

domenica 22 febbraio 2009

Pandemia influenzale 2009 - Aggiornamento settimana 8

Ha destato preoccupazione la notizia di un incidente presso un laboratorio farmaceutico nella Repubblica Ceca (leggi qui), dove alcuni furetti sono deceduti dopo essere stati inoculati con un preparato a base di virus influenzali umani per la verifica di routine della potenza di un vaccino stagionale. Analisi di laboratorio condotte sulle carcasse hanno dimostrato che gli animali erano stati infettati dal ben più letale virus A/H5N1 dell'influenza aviaria. Dopo una serie di frenetiche ricerche si è stabilito che le fiale di vaccino stagionale erano state contaminate presso il fabbricante in Austria; una dozzina di lavoratori cechi è quindi stato sottoposto a rigorosi controlli sanitari e ad analisi per escludere l'infezione da H5N1, nonchè posti sotto chemioprofilassi con antivirali. Nessuno di loro ha sviluppato sintomi di malattia. La vicenda ha causato sconcerto per le modalità con cui una casa farmaceutica non certo di piccole dimensioni o ''inesperta'' ha gestito le misure di contenimento di agenti biologici con potenziale epidemico. In questi mesi - dopo vari incidenti in vari laboratori e con vari agenti patogeni - è montata una crescente preoccupazione sulla capacità di controllo e prevenzione da parte delle autorità nazionali sui numerosi laboratori che dispongnono di agenti infettivi potenzialmente fatali per l'uomo se rilasciati accidentalmente o dolosamente nell'ambiente esterno, e che conducono esperimenti di ibridazione e ricombinazione che potrebbero anche aumentare la patogenicità di agenti virali e batterici molto comuni con lo scopo di sviluppare test e vaccini, ma che una manipolazione senza controlli potrebbe rendere molto pericolosi.

H5N1 - Casi umani
Dal Vietnam è stato notificato un nuovo caso umano all'OMS (leggi qui): si tratta di un uomo di 32 anni della provincia di Ninh Binh, tuttora ospedalizzato e in condizioni gravi, che ha sviluppato la malattia dopo contatto con animali infetti.
Il numero di casi umani e decessi dovuti al virus influenzale aviario A/H5N1 dall'inizio della panzoosi nel 2003 ad oggi sono 408 di cui 254 fatali (tasso di mortalità medio complessivo: 62.2%) (fonte OMS).
Nel 2009 i casi sono stati 13 di cui 4 fatali (tasso di mortalità: 30.7%); durante tutto il 2008 i casi e decessi sono stati 44 e 33 rispettivamente. Nel 2009 i paesi che hanno già notificato casi all'OMS sono stati: Cina (7 casi, 4 decessi), Egitto (4 casi), Vietnam (2 casi).

Eurosurveillance
Su Eurosurveillance è stato pubblicato un articolo su un caso umano di influenza suina causata dal virus influenzale suino A/H1N1, diagnosticato dopo che una donna cinquantenne aveva sviluppato sintomi febbrili e respiratori il novembre scorso. Il caso sarebbe rimasto - con tutta probabilità - sconosciuto se la paziente non si fosse recata da un medico partecipante alla rete di sorveglianza virologica dell'influenza, che dopo averle preso campioni faringei, li ha mandati al centro di riferimento per le analisi di laboratorio che hanno confermato la presenza di un virus di tipo A di origine animale. Il decorso clinico è stato favorevole e la donna non ha dovuto essere ospedalizzata; fino a questo momento tutti i suoi familiari e contatti sono rimasti asintomatici; ulteriori analisi serologiche sono in corso per la verifica di eventuali casi secondari
Leggi l'articolo in full text.

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venerdì 13 febbraio 2009

Pandemia influenzale 2009 - Aggiornamento settimana 7

L'evento che indubbiamente ha creato maggiore movimento all'interno del mondo dei new media (blog, forum, siti web di tutto il mondo) che si occupano di influenza aviaria e pandemia è stata la notizia, diffusa dal sito Bloomberg (leggi qui), dell'ordine di rimpatrio per i familiari dei dipendenti della multinazionale giapponese Panasonic, all'inizio di questa settimana. Inizialmente diffusa dal sito Nikkei e ripresa da Bloomberg come notizia breve, è stata poi aggiornata con l'aggiunta di particolari: la casa giapponese avrebbe ricevuto il plauso del governo e le sue decisioni avrebbero tenuto conto delle osservazioni di agenzie internazionali e dell'OMS. In poche ore diversi siti e forum sono stati presi d'assalto nel tentativo di ottenere maggiori informazioni e dettagli che tuttavia non erano disponibili neppure per i ''flubies'' di lungo corso, come per esempio lo staff del CIDRAP, di A Flu Diary e FluTrackers.
Immediatamente è sorto un dubbio: Cosa sa la Panasonic che noi non sappiamo? Stamattina (13 febbraio, vedi CIDRAP) un portavoce della compagnia di stanza a New York ha dichiarato che la Panasonic non dispone di informazioni riservate circa particolari sviluppi che indichino un approssimarsi di una pandemia globale di influenza nelle prossime settimane o mesi. Il rimpatrio dei famigliari degli operatori della compagnia ha da completarsi entro settembre e riguarda Paesi asiatici come Cina, ex repubbliche sovietiche, Paesi del Sudamerica e dell'Est Europa che non offrono garanzie di protezione o hanno strutture sanitarie insufficienti.
Secondo esperti OMS la mossa della compagnia giapponese non si basa su dati scientifici documentali. Il dr Masato Tashiro dell'istituto giapponese per le malattie infettive e consulente dell'OMS non ritiene che ad oggi ci siano evidenze di un cambiamento nel comportamento epidemiologico del virus influenzale aviario A/(H5N1) riguardo i recenti casi umani emersi in Cina nelle settimane scorse. Lo stesso governo giapponese ha però intanto aggiornato i suoi piani pandemici che comprendono ora la chiusura dei maggiori aeroporti del paese in caso di dichiarazione di inizio della pandemia, la quarantena dei cittadini infettati, la cremazione veloce delle vittime, la chiusura delle scuole e il rimpatrio tramite voli speciali delle forze armate di tutti i cittadini espatriati.
La Panasonic aveva appena diffuso i dati circa una perdita di esercizio di miliardi di dollari, per la prima volta nella sua storia, e sul licenziamento di alcune decine di migliaia di persone. Il giorno dopo l'annuncio il CIDRAP ha pubblicato un articolo in cui analizzava attentamente la situazione venutasi a creare con il comunicato della multinazionale. Secondo il portavoce OMS Gregory Hartl - interpellato dal sito diretto dal dr Osterholm - al momento il virus H5N1 si comporta esattamente come in passato: ovvero trasmissione da animale a uomo durante il periodo freddo e limitata trasmissione interumana, non sostenuta e assenza di epidemie nella popolazione generale. Non è presente un evidente incremento del rischio pandemico tale da giustificare la mossa della Panasonic; il livello di allerta pandemica dell'OMS è ancora fermo a 3 (su una scala di 6). Altri esperti interpellati hanno mostrato sorpresa, dato che al momento la modalità di trasmissione del virus (animale-uomo), numero dei casi e comportamento epidemiologico non appaiono dissimili dal passato, per cui la mossa della Panasonic diventa davvero difficile da spiegare e pregna di rischi di ricadute anche non volute sulla economia di molti paesi coinvolti.
Secondo il direttore del CIDRAP, dott. Osterholm, è proprio il rischio di ricadute negative che dovrebbe preoccupare, dato che la diffusione di notizie infondate, o prive di basi scientifiche, è proprio il tipico scenario da evitare soprattutto in caso una epidemia dovesse realmente materializzarsi.

venerdì 6 febbraio 2009

Pandemia influenzale 2009 - Aggiornamento settimana 6

La settimana ha visto la notifica di numerosi focolai animali di infezione da virus influenzale aviario A/(H5N1) in vari paesi asiatici e in Egitto. Fra i paesi colpiti, il Vietnam, Hong Kong, il Bangladesh e l'Indonesia. Attività epizootica riconducibile però ad altri sottotipi virali si segnala in Canada, dove nella Columbia Britannica un allevamento è stato distrutto dopo la scoperta del virus LPAI H5N2 in alcuni tacchini, e una trentina di altre fattorie poste sotto quarantena; in Francia, dove nella Vendée, il virus LPAI H5N3 ha provocato la distruzione di un allevamento. Casi umani continuano ad essere notificati all'OMS: in Cina, in Egitto; mentre in Indonesia i mezzi di stampa continuano a informare circa nuovi casi sospetti e confermati ma non ancora notificati all'OMS. Nel frattempo, in Europa e nord America la stagione epidemica influenzale continua la sua evoluzione: in Europa alcuni paesi hanno già raggiunto il picco epidemico, mentre negli USA la circolazione virale sta lentamente aumentando. L'elemento comune alle due sponde dell'Atlantico è rappresentato dalla circolazione del virus H1N1/Brisbane/59/07 resistente all'Oseltamivir; la sua diffusione globale pone gravi problemi di profilassi farmacologica e crea inquietudine nel mondo scientifico che fatica a trovare una spiegazione esaustiva per l'emersione e la sua stabilizzazione nella configurazione genetica del virus H1N1; esiste la possibilita che in Asia dove il virus H5N1 è diffuso in modo panzootico nel pollame, una co-infezione nell'uomo H1N1-H5N1 possa veicolare questa mutazione da un sottotipo all'altro con le conseguenze che si possono immaginare per quanto riguarda l'efficacia degli stock di antivirali ammassati in vari paesi del mondo per il trattamento e la profilassi in caso di pandemia globale di influenza. Il virus stagionale H3N2 sembra aver anch'esso subito alcune variazioni antigeniche, ma rimane tuttora sensibile ai farmaci antivirali tranne che ai vecchi Adamantani (cui invece l'H1N1 rimane sensibile). In Cina, dove si sono registrati otto casi umani in un mese (piu' di quelli riportati nell'intero 2008), c'è una certa ansia sul modo con cui i pazienti si sono infettati, dato che non si riportano epizoosi estese nel pollame. Sebbene molti di questi soggetti abbiano in effetti avuto contatto con pollame o abbiano visitato mercati di pollame vivo (wet markets) non si è riusciti a stabilire con certezza se gli animali fossero infetti o meno. Da alcune parti - per esempio la FAO e alcuni esperti di Hong Kong - si è levata voce di epizoosi nel pollame che sarebberso state coperte da parte delle autorità locali cinesi. Al momento la Cina smentisce queste accuse. Si intensifica intanto la discussione sui vaccini anti-H5N1, ora finalmente disponibili: durante un simposio della Società americana per le malattie infettive si è dibattuto su possibili strategie di immunizzazione preventiva, prima dell'emersione della pandemia, sia per non sprecare i vaccini finora accumulati e vicini alla scadenza, sia per valutare l'impatto sulla popolazione di una campagna di profilassi nei confronti di una variante virale nuova per l'organismo umano, qual è l'H5N1.

L'approfondimento delle notizie riportate e la lettura di ulteriori notizie sul blog ATTRAVERSO QUESTI GIORNI.

domenica 1 febbraio 2009

Pandemia influenzale 2009 - Aggiornamento settimana 5

Continuano ad essere registrati casi umani di influenza aviaria in Asia; le prime settimane dell'anno hanno visto l'emersione di otto casi umani di infezione da virus influenzale aviario A/H5N1 di cui quattro fatali, in Cina ed Egitto. L'attività epizootica nel pollame dovuta al virus H5N1 è particolarmente intensa nella porzione orientale dell'India, dove lo stato del Sikkim è stato colpito, mentre in Nepal si è verificato il primo focolaio dall'inizio della panzoosi globale nel 2003; in Indonesia l'attività del virus H5N1 continua ad interessare la maggior parte dell'arcipelago, con particolare riferimento a Java, l'isola piu' popolata, dove vengono scoperti frequentemente anche casi umani, con alta mortalità.
Una certa ansia ha provocato la scoperta in un allevamento di tacchini nello stato canadese del British Columbia di un virus aviario influenzale a bassa patogenicità tipo A/H5 (rapporto di notifica immediata all'OIE) con la conseguente distruzione di sessantamila capi di pollame. Le analisi preliminari sembrano escludere si tratti di un ceppo di origine asiatica.
Sorprende la trasparenza con cui le autorità cinesi hanno trattato i piu' recenti casi di infezione umana da H5N1; sia sui media internazionali che su quelli nazionali si è dato grande risalto alle notizie sui pazienti, sui loro contatti sotto sorveglianza sanitaria e sulle misure di profilassi e controllo epidemiologico messi in atto nel Paese per l'individuazione precoce di casi sospetti (specialmente in soggetti affetti da polmonite acuta); questo potrebbe indicare che la Cina sta mandando dei ''segnali'' ai vicini e ai partner strategici (USA, Russia) sia per enfatizzare una rinnovata spinta alla cooperazione internazionale sia per la richiesta di assistenza tecnico-scientifica.
Le autorità nepalesi - già alle prese con gravi problemi dovuti alle tempeste stagionali che hanno interrotto in varie parti del paese le comunicazioni e la trasmissione elettrica - stanno conducendo attività di sorveglianza veterinaria dopo la scoperta del loro primo focolaio epizootico di H5N1 nel pollame; fino a questo momento non si sono registrati casi umani confermati da analisi di laboratorio. Anche il Bangladesh continua a riportare focolai epizootici di H5N1: il piu' recente nel distretto di Chittagong dove circa 1200 capi di pollame sono stati distrutti.
L'OMS ha confermati i tre piu' recenti casi umani di H5N1 ufficialmente notificati dalla Cina: una donna di 31 anni dello Xinjian Uighur (regione autonoma); un uomo di 29 anni della provincia del Guizhou; un ragazzo di 18 anni della provincia del Guangxi Guang. Dei tre soltanto il paziente del Guizhou è ancora vivo, ricoverato in ospedale in condizioni critiche, ma ''stabili''. Le persone entrate in contatto con questi pazienti sono al momento tutte asintomatiche. La probabile fonte di contagio è da ricercarsi nelle visite a mercati vivi di pollame o con animali infetti, ancorchè non identificati dalle autorità veterinarie.

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domenica 25 gennaio 2009

Pandemia influenzale 2009 - Aggiornamento settimana 4

Grande clamore per i tre casi (due fatali) di influenza aviaria in Cina e per i due casi in Indonesia (accertati in dicembre ma comunicati ieri all'OMS). Nelle ultime quattro settimane, ci sono stati quattro casi in Cina (di cui tre fatali): una ragazza residente a Pechino (originaria del Fujian) che aveva eviscerato delle anatre acquistate nell'Henan e deceduta all'inizio dell'anno; nessuno dei circa duemila soggetti esaminati per possibile contatto hanno mostrato segni di malattia. Il secondo caso è stato segnalato nell'Hunan, una bambina di due anni originaria dello Shanxi la cui madre era deceduta per polmonite acuta il giorno in cui la bambina ha avuto l'esordio dei sintomi; la donna e la bambina si erano recati diverse volte in un mercato di animali vivi; l'OMS non ha citato il caso della madre nè come sospetto nè come probabile, anche se gli stessi sanitari cinesi hanno avanzato la possibilità concreta che la donna sia morta per H5N1 e possa averlo trasmesso alla bambina, pur restando il caso che contaminazione ambientale e contatto con animali infetti abbia portato alla polmonite di cui ha sofferto la piccola. Ora la piccola sta riprendendo le forze in ospedale e pare abbia superato il periodo peggiore. Nessuno dei circa sessanta contatti ha sviluppato malattia e la maggior parte è stata già dispensata dal controllo quotidiano delle condizioni di salute. Il terzo caso riguarda un ragazzo dell'Hunan morto dopo aver avuto contatti con pollame infetto. Il quarto caso, una donna dello Shandong, deceduta. Nessuno di questi casi appare con ovvi legami epidemiologici. Nelle province di residenza non si registrano epizoosi di H5N1 nel pollame, cosa che fa sospettare circolazione del virus in animali asintomatici o con modesti segni di malattia (data la elevatissima copertura vaccinale del pollame cinese). E' notevole il fatto che per quasi tutti i casi umani registrati in Cina sin dall'inizio della panzoosi di H5N1 nel 2003 non sia stato possibile stabilire un nesso preciso con una fonte animale; si sono avute soltanto prove circostanziali. Non è quindi una novità il fatto che siano apparsi quattro casi in un così breve lasso di tempo senza la notifica di estese epizoosi negli allevamenti.
In India è stato registrato un nuovo focolaio epizootico in Sikkim.
E nel vicino Nepal è stato identificato il primo focolaio epizootico di H5N1 dall'inizio della panzoosi. Diverse persone, residenti nel villaggio dove è stato scoperto il focolaio, hanno sviluppato sintomi a carico delle vie respiratorie.

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sabato 17 gennaio 2009

Pandemia influenzale 2009 - Aggiornamento settimana 3

La settimana corrente vede la conferma ufficiale del primo focolaio di influenza aviaria A/H5N1 in Nepal, dove in un allevamento ai confini con lo stato indiano del Bengala sono stati ritrovato animali morti a causa dell'infezione. La notizia è stata diffusa il 16 gennaio dall'agenzia di stampa Reuters che riprendeva le dichiarazioni del ministro dell'agricoltura nepalese. Intanto in Vietnam il primo paziente affetto da H5N1 di questa stagione è quasi completamente guarito (Voice of Vietnam) e starebbe per essere dimesso dall'ospedale: si tratta di un bambino di otto anni la cui infezione è stata ricondotta al contatto con pollame infetto; una trentina di persone che avevano avuto contatti con lui hanno dimostrato di non essere infette. In Cina, dove una giovane di 19 anni è deceduta nei giorni scorsi a causa del virus contratto dopo aver eviscerato delle anatre infette, le autorità di Pechino - città dove la ragazza risiedeva ed è morta in ospedale - hanno escluso che il virus abbia contagiato altre persone; le analisi e la sorveglianza di oltre un migliaio di persone non hanno rilevato segni di infezione (Reuters). In Egitto una bambina di 21 mesi è stata ricoverata in ospedale dopo aver manifestato gravi sintomi gastrointestinali; ulteriori analisi hanno confermato l'infezione da H5N1, probabilmente dopo contatto con pollame infetto; è il secondo caso di questa stagione per il pease africano (Reuters). La paziente risiede in un governatorato non lontano dall'area metropolitana del Cairo. Il Giappone intanto è alle prese con un allarmante diffusione del ceppo influenzale umano A/H1N1 resistente al farmaco oseltamivir, largamento impiegato in terapia in quel paese da alcuni anni a questa parte (Yomiuri). Sebbene l'impiego dell'oseltamivir sia stato così esteso, nelle ultime stagioni influenzali la prevalenza di ceppi resistenti al farmaco si era attestata su valori bassissimi (meno dell'1 per cento); la scorsa stagione, tuttavia, si è cominciata a notare la crescente diffusione di una variante H1N1 con la mutazione H274Y, che conferisce al virus un elevatissimo grado di resistenza al medicinale (scelto, tra l'altro, come strumento per il contenimento della diffusione di un possibile nuovo virus influenzale con caratteristiche pandemiche. In India, gli stati orientali dell'Assam e del Bengala hanno finora distrutto almeno mezzo milione di capi di pollame a causa della diffusione del virus aviario A/H5N1 (Bloomberg). Negli Stati Uniti una casa farmaceutica ha ottenuto un finanziamento per la costruzione di un impianto per la fabbricazione di vaccini influenzali coltivati su terreni cellulari (CIDRAP), superando l'ormai antiquato metodo delle uova embrionate di pollo. I virus influenzali sono così fatti crescere in questi terreni cellulari senza necessità di creare ibridi adatti all'embrione di pollo e la produzione ne viene grandemente accelerata. In questo modo gli USA sperano di poter produrre sufficienti quantità di vaccino pandemico per immunizzare gran parte della popolazione entro sei mesi dall'isolamento del ceppo pandemico. Sempre in USA, un nuovo caso (il secondo, per questa stagione) di influenza suina è stato confermato: questa volta in un adolescente del South Dakota (CIDRAP); il precedente caso si riferiva a un ragazzino del Texas. Si pensa che il virus coinvolto sia appartenente al sottotipo A/H1, mentre in Texas era coinvolto il virus H3N2. I vaccini umani stagioni offrono protezione nei confronti dei ceppi suini A/H3N2 ma non nei confronti di quelli A/H1N1. In Europa la circolazione dei virus stagionali è in aumento, secondo l'ultimo bollettino dell'EISS, che aggiorna sui ceppi resistenti all'Oseltamivir: per l'H1N1, su 52 campioni virali sottoposti a test, 51 sono risultati resistenti al farmaco, mentre rimangono sensibili allo Zanamivir; 23 sono infine sensibili anche all'amantadina. Per i virus H3N2, tutti e 93 i campioni analizzati hanno dimostrato di essere sensibili sia all'Oseltamivir che allo Zanamivir ma resistenti all'amantadina.

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venerdì 9 gennaio 2009

Pandemia influenzale 2009 - Aggiornamento settimana 2

La settimana ha visto come eventi centrali e ampiamente coperti dalla stampa internazionale i due nuovi casi umani di infezione da virus influenzale aviario A/H5N1 in Cina e Vietnam. Secondo l'aggiornamento diffuso dall'OMS una ragazza di 19 anni ha sviluppato sintomi febbrili il 24 dicembre scorso e dopo il ricovero in ospedale è deceduta per polmonite acuta il 5 gennaio successivo; la giovane, residente a Pechino, era originaria del Fujian e aveva acquistato alcuni capi di pollame (forse anatre) in un mercato nella confinante provincia di Hebei. Dopo aver eviscerato gli animali, ne avrebbe mangiato le carni assieme ad altri familiari. Tuttavia, su una dozzina di contatti familiari, soltanto lei ha sviluppato la malattia. Analisi di laboratorio condotte sui contatti familiari non avrebbero dato esito posivito per il virus H5N1. Un centinaio di persone rimarranno in osservazione per almeno un'altra settimana. Una infermiera che era entrata in contatto con la paziente aveva sviluppato febbre per un breve periodo, senza ulteriori conseguenze. Quest'ultimo particolare è decisivo: i casi di infezione fra il personale sanitario solitamente indicano una maggiore trasmissibilità dei virus influenzali aviari, come in passato dimostrato nella prima epidemia umana di H5N1 a Hong Kong nel 1997. Tutte le agenzie di stampa hanno ripreso il caso febbrile nell'infermiera, già indicato nei primi comunicati provenienti dalla agenzia cinese Xinhua (Reuters del 6 gennaio; Bloomberg del 6 gennaio; Xinhua).
Il secondo caso umano di questa settimana riguarda una bambina di otto anni residente in Vietnam. E' il primo caso umano di influenza aviaria nell'uomo riportato dal paese asiatico da un anno a questa parte. Secondo il comunicato OMS, la bambina, entrata in contatto con animali infetti, ha sviluppato sintomi febbrili e respiratori il 27 dicembre scorso ed è entrata in ospedale il 2 gennaio con polmonite acuta. Secondo fonti ospedaliere la paziente sarebbe ormai fuori pericolo. Ulteriori particolari però sono emersi nel frattempo: la sorella maggiore di 13 anni avrebbe sviluppato sintomi gastrointestinali alcuni giorni prima e sarebbe poi stata ricoverata in ospedale il 31 dicembre, dove è poi deceduta in un paio di giorni. Un terzo bambino, vicino di casa, avrebbe sviluppato anch'egli una infezione respiratoria ma sarebbe risultato negativo ai test di laboratorio, e pare sia in via di guarigione. Dato che la ragazza è stata inumata senza che fossero condotte indagini necroscopiche, probabilmente non sarà possibile stabilire con certezza se è davvero stata infettata dal virus H5N1. I sanitari del posto, tuttavia, sospettano che si tratti appunto dell'influenza aviaria, che in un certo numero di casi esordisce con sintomi a carico del tubo digerente, senza apparente coinvolgimento delle vie respiratorie (AFP dell'8 gennaio). Si tratta quindi di un sospetto cluster di casi umani di H5N1, in attesa di ulteriori investigazioni da parte dell'OMS; difficile sapere se il virus è stato contratto dalle due ragazze da una stessa fonte animale oppure se la maggiore ha infettato la più piccola, data la discrepanza nelle date di esordio dei sintomi.
La settimana vede anche la conferma da parte delle aurorità sanitarie degli Stati Uniti che i virus influenzali umani appartenenti al sottotipo A/H1N1, finora isolati durante la sorveglianza per le epidemia stagionali, sono risultati al 99 per cento resistenti al farmaco di prima scelta per il trattamento e la profilassi dell'influenza, Oseltamivir (New York Times dell'8 gennaio; aggiornamento OMS del 6 gennaio). Durante la scorsa stagione una percentuale variabile di campioni virali H1N1 erano risultati resistenti all'Oseltamivir (fra il 2 e 60 per cento a secondo dell'area geografica, con minore incidenza in Giappone e maggiore in Norvegia, Francia, Inghilterra). I dati preliminari di quest'anno, invece, denotano una esplosione dei ceppi resistenti, arrivati fino a quasi il cento per cento anche in Giappone; bisogna tener conto tuttavia che fino a questo momento la circolazione del sottotipo H1N1 è piuttosto limitata nell'emisfero settentrionale, dove le epidemie sono sostenute per lo più dal sottotipo H3N2 e tipo B . Questi ultimi rimangono suscettibili al farmaco Oseltamivir. L'H1N1 mantiene sensibilità nei confronti dello Zanamivir e ai farmaci di seconda scelta adamantani. Tutti i link e le informazioni complete su queste ed altre notizie in ATTRAVERSO QUESTI GIORNI.

lunedì 5 gennaio 2009

Pandemia influenzale 2009 - Aggiornamento settimana 1

Nonostante il periodo festivo le notizie sull'influenza aviaria non hanno cessato di fluire dai paesi attualmente piu' colpiti dall'epizoosi dovuta al virus H5N1. Un articolo apparso su un sito canadese ha riassunto la situazione dell'anno appena terminato, con alcune interessanti dichiarazioni di alcuni degli esperti nel campo, come ad esempio Keiji Fukuda e Michael Osterholm, interrogati sull'apparente diminuita attivita epizootica e sul numero molto piu' basso di casi umani ufficialmente riportati rispetto al 2007. Gli esperti, oltre a non essere del tutto convinti di un reale indebolimento della panzoosi di H5N1, hanno puntualizzato come i virus influenzali siano per loro natura imprevedibili, e nonostante siano trascorsi dieci anni dalla prima apparizione ad Hong Kong, sul virus H5N1 rimangono aperte numerose questioni scientifiche. E' anche vero che i virus si diffondono in ''ondate'' e potrebbe darsi che la prima di queste (iniziata nel 2003) sia in fase calante, ma tutto ciò è nient'altro che supposizione. Per quanto riguarda il numero minore di casi umani, gli esperti sottolineano come sia la maggiore conoscenza da parte delle popolazioni colpite sui rischi di contatto con gli animali, sia una minore attenzione delle strutture sanitarie in paesi già gravemente deficienti di strutture avanzate e ora aggredite dalla crisi economica mondiale, possa aver giocato un ruolo in una riduzione dei casi umani di infezione da H5N1 oppure in una ridotta sensibilità da parte dei sanitari, già sommersi da altre emergenze infettivologiche e con test di laboratorio forse non aggiornati alle recenti mutazioni del virus. Intanto, Hong Kong registra un caso di infezione da virus influenzale aviario A/H9N2 in un paziente pediatrico di pochi mesi. La malattia è stata diagnosticata prima di Natale tramite analisi di laboratorio, e il paziente sembra essere oramai fuori pericolo. In passato Hong Kong aveva avuto altri casi umani di infezione da A/H9N2, un virus molto diffuso nel pollame in Cina continentale, tutti con esito favorevole. Il virus circola silenziosamente nel paese asiatico e subisce frequenti eventi di riassortimento con altri sottotipi sia aviari che umani, cosa che lo rende un ottimo candidato per lo sviluppo di un nuovo ceppo con potenziale pandemico. Un vaccino prototipo è stato già sviluppato con un lotto pilota di 40,000 dosi. L'attività epizootica continua in India, negli stati di Assam e Bengala, nonchè in Indonesia, Egitto, Bangladesh. In Germania continua l'attività epizootica dovuta al virus a bassa patogenicità A/H5N3 che affligge sempre piu' allevamenti di pollame in Sassonia e regioni limitrofe. Di questa settimana anche la pubblicazioni di due studi: uno del dr Yoshiro Kawahoka e della sua equipe sulle determinanti genetiche della patogenicità umana del virus A/H1N1 del 1918 (leggi qui l'abstract); l'altro proveniente da un gruppo norvegese che sottolinea l'importanza di una maggiore sorveglianza epidemiologica sulla diffusione del virus umano stagionale A/H1N1 resistenti al farmaco antivirale oseltamivir, poichè pare che alcuni pazienti abbiano sviluppato con maggiore frequenza rispetto a pazienti non affetti da ceppi farmaco-resistenti, complicanze in seguito all'infezione (leggi qui lo studio). Tuttavia la ridotta dimensione del campione in esame non ha dimostrato la significatività del dato.

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sabato 27 dicembre 2008

H5N1 Update - Settimana 52

Si mantiene sostenuta l'attività epizootica dovuta alla circolazione del virus influenzali aviari appartenenti al sottotipo A/H5N1, specialmente in India - dove gli stati orientali del Bengala e Assam continuano a scoprire nuovi casi e a distruggere migliaia di capi di pollame (leggi il rapporto di notifica all'OIE e l'articolo dell'Assam Tribune); nei due stati, a seguito del diffondersi del virus H5N1 nel pollame, è stata imposta una sorveglianza porta a porta per l'individuazione precoce di possibili casi umani di influenza aviaria; secondo l'ultimo rapporto diffuso dal ministero della sanità indiano, al 25 dicembre 2008, non ci sarebbero casi sospetti, almeno fra la popolazione finora coperta dai gruppi di sorveglianza operanti nella regione. Altri focolai sospetti sono segnalati dal Tripura.
Nel confinante Bangladesh (leggi qui), continua la circolazione del virus H5N1, mentre in Cambogia è stato finalmente individuato uno dei possibili allevamenti dove il virus H5N1 si è riaffacciato, quando nelle settimane scorse un giovane di 19 anni aveva sviluppato la malattia, ma fortunatamente era guarito. In questo caso, purtroppo, la malattia è stata scoperta attraverso l'infezione umana invece che dalla sorveglianza veterinaria.
A Taiwan invece un virus appartenente al sottotipo A/H5N2 ha colpito un allevamento di pollame (leggi il rapporto di notifica all'OIE).
Anche in Europa si nota una aumentata attività epizootica: in Germania continua la sorveglianza per scoprire precocemente e liquidare i focolai dovuti al virus a bassa patogenicità A/H5N3; in Belgio un virus A/H5N2 - sempre a bassa patogenicità - è stato individuato nei campioni prelevati da pollame in due distinte località (leggi il rapporto di notifica all'OIE).

Per quanto riguarda i casi umani di H5N1, l'Egitto conta i primi casi sospetti dell'anno, dopo il caso ufficialmente riconosciuto dall'OMS nei giorni scorsi; i nuovi casi comprendono un bambino di quattro anni, una famiglia e un altro paziente ricoverato ad Alessandria. La famiglia è composta da tre persone e il capofamiglia, un veterinario, aveva avuto contatti con animali infetti. Si attendono conferme ufficiali.

L'attività influenzale stagionale sta prendendo piede in tutta Europa, con caratteristiche diverse di intensità e diffusione geografica: il Regno Unito vede una notevole attività epidemica - che congiunta con una epidemia di gastroenterite da virus Norwalk e dagli infortuni dovuti a cadute sul ghiaccio dopo la tempesta di freddo e neve dei giorni scorsi - ha provocato il sovraccarico dei Pronto Soccorso e dei Medici di Base. Negli altri Paesi europei la maggior parte dei virus circolanti è risultata appartenere al sottotipo A/H3N2.
I virus A/H1N1 finora isolati in Europa (una trentina) sono risultati quasi tutti resistenti al farmaco antivirale di prima scelta per il trattamento dell'influenza, oseltamivir, ma sensibili allo zanamivir e all'amantadina. I virus H3 invece rimangono sensibili a entrambi (oseltamivir e zanamivir) ma resistenti all'amantadina. Negli USA questo fatto ha causato la diffusione da parte del Centro per il Controllo delle Malattie (CDC) di un avviso per i sanitari sul cambiamento delle linee guida sull'utilizzo degli antivirali durante la stagione epidemica 2008/2009 per il trattamento e la profilassi dell'influenza.
Per le malattie emergenti, da notare la missione congiunta FAO/OIE/WHO nelle Filippine per valutare l'ampiezza, la potenziale capacità epizootica, e le possibili ricadute sulla salute umana del virus Ebola-Reston scoperto sui campioni biologici provenienti da alcuni allevamenti suini che avevano registrato una crescente mortalità durante i primi mesi di quest'anno. Un laboratorio USA aveva individuato nei campioni, oltre al virus della sindrome respiratoria e riproduttiva suina (PRRS) sorprendentemente anche il virus Ebola-Reston, conosciuto finora per avere causato infezione di lieve entità nelle scimmie di laboratorio in USA e in Europa e pochissimi casi umani, per lo piu' asintomatici (leggi la nota della FAO).

domenica 21 dicembre 2008

H5N1 Update - Settimana 51

L'attività epizootica riconducibile al virus influenzale aviario A/H5N1 è in netto aumento in varie parti dell'Asia e in Egitto. Notevole la situazione in India, dove oltre allo stato orientale dell'Assam, già colpito dalla fine di novembre, anche il Bengala Occidentale comincia a soffrire delle prime perdite di animali dovute alla diffusione del virus in alcune aree già colpite all'inizio di quest'anno. Le autorità centrali indiane dimostrano una certa preoccupazione e stanno conducendo una campagna di sorveglianza per scoprire possibili casi umani, inviando nelle aree colpite migliaia di persone impegnate in controlli porta-a-porta. Fino a questo momento sono stati individuate non meno di trecento persone con sintomi febbrili in Assam, poste sotto sorveglianza sanitaria, anche se le loro condizioni non sembrano suggerire il tipico quadro clinico dell'infezione H5N1 nell'uomo. Intanto in Cina, nella provincia di Jiangsu sono stati distrutti quasi trecentomila animali dopo che le analisi di routine avevano scoperto gli anticorpi anti-H5N1 nei campioni prelevati nel pollame. Non è chiaro se gli animali fossero sintomatici o la malattia fosse inapparente. A Taiwan, inoltre, una certa inquietudine si è diffusa fra gli allevatori dopo che sono circolate notizie su una epizoosi di influenza tipo A/H5N2, a bassa patogenicità. Le autorità hanno smentito le notizie di fonti di stampa e non hanno ancora inviato all'OIE notifica dell'incidente. In Egitto una giovane di sedici anni è morta dopo aver contratto la malattia dal pollame allevato presso il suo domicilio. Soncerto anche per le notizie che provengono dalle Filippine e che riguardano in questo caso il virus Ebola-Reston, scoperto dopo che da alcuni mesi, fra gli allevamenti di suini, si erano manifestate epizoosi con elevata mortalità. Le analisi condotte in un laboratorio americano avevano individuato diversi patogeni e il virus Ebola-Reston, finora conosciuto per aver causato soltanto minori infezioni fra le scimmie in laboratori di ricerca e nelle Filippine. Pare che la malattia nell'uomo sia molto blanda, tuttavia l'OMS, la FAO e l'OIE hanno costituito un gruppo di lavoro per investigare l'incidente e per chiarire i reali rischi per l'uomo. Fonti giornalistiche hanno riferito di un'intensa attività diplomatica condotta dal direttore dell'OIE per convincere le autorità filippine a diffondere le notizie, arrivate ai media internazionali soltanto molte settimane dopo la effettiva scoperta del virus. Il primo stock di carne di maiale da esportare a Singapore è stato così bloccato, dimostrando ancora una volta come le malattie emergenti rappresentino una minaccia sia all'allevamento, e alla sopravvivenza di centinaia di migliaia di persone che ne dipendono economicamente, sia alle relazioni economiche internazionali e alle implicazioni di tipo strategico, per la modifica di equilibri internazionali, che molti troverebbero davvero sorprendenti a una prima analisi dei fatti.*

INFLUENZA AVIARIA NELL'UOMO
INDIA - Rapporto del ministero della sanità indiano sulla sorveglianza per possibili casi umani di H5N1 nelle zone dell'Assam colpite da epizoosi: rapporto del 18 dicembre e tabella dei casi di infezione febbrile riscontrati.
EGITTO - Aggiornamento OMS: una paziente di 16 anni è deceduta dopo aver contratto la malattia probabilmente da pollame infetto allevato presso il domicilio. Esordio della malattia l'8 dicembre con sintomi gastrointestinali, ricovero in ospedale l'11, trasferimento in una struttura più avanzata il 13 e decesso il 15. Il caso è stato confermato da analisi di laboratorio validate dal NAMRU-3 (servizio di microbiologia dell'esercito USA). Dopo questo caso confermato l'OMS ha aggiornato il numero di casi umani e decessi dovuti a infezione da virus aviario H5N1 nei quindici paesi affetti dal 2003 ad oggi: con l'ultimo caso ufficialmente registrato in Egitto, i casi e decessi sono rispettivamente 391 e 247 (tasso del 63 % di mortalità medio cumulativo); nel 2008 i casi e decessi sono stati 40 e 30 (75% tasso di mortalità medio). Leggi qui l'Articolo del CIDRAP sul caso della ragazza di sedici anni deceduta nella provincia di Assuit.

INFLUENZA AVIARIA NEL POLLAME
CINA - Rapporto di notifica immediata all'OIE, influenza aviaria A/H5N1 nel pollame, provincia dello Jiangsu; circa trecentomila animali distrutti. Possibile leggere il commento del CIDRAP
BANGLADESH - Aggiornamento a cura dell'Ufficio OMS dell'Asia meridionale (leggi qui): al 16 dicembre, due allevamenti di pollame colpiti dal virus H5N1, uno nel distretto di confine con l'India (Rajshahi) e uno nei pressi della capitale Dacca. Nessun nuovo caso umano confermato.-- CINA, BANGLADESH, INDIA, INDONESIA, EGITTO - Sommario degli eventi di questi ultimi giorni da parte del servizio informazioni CIDRAP (leggi qui).
INDIA - Articoli sulle epizoosi da H5N1 nell'Assam e Bengala Occidentale (qui, qui, qui, qui e qui): si segnalano notevoli difficoltà logistiche dovute a disorganizzazione, a mancanza di mezzi di trasporto per il personale addetto al depopolamento degli allevamenti colpiti, all'insufficiente risarcimento ai contadini, a rivolte degli abitanti che si vedono privare di una essenziale fonte di sostentamento e di una scarsa reattività del governo centrale. Difficile anche il controllo delle frontiere interstatali in India e di quelle internazionali col Bangladesh.
GERMANIA - Epizoosi di influenza aviaria A/H5N3 a bassa patogenicità, aggiornamento a cura del ECDC (leggi qui).
TAIWAN - Epizoosi di influenza aviaria A/H5N2, aggiornamento dalla Reuters (leggi qui).