La settimana ha visto la notifica di numerosi focolai animali di infezione da virus influenzale aviario A/(H5N1) in vari paesi asiatici e in Egitto. Fra i paesi colpiti, il Vietnam, Hong Kong, il Bangladesh e l'Indonesia. Attività epizootica riconducibile però ad altri sottotipi virali si segnala in Canada, dove nella Columbia Britannica un allevamento è stato distrutto dopo la scoperta del virus LPAI H5N2 in alcuni tacchini, e una trentina di altre fattorie poste sotto quarantena; in Francia, dove nella Vendée, il virus LPAI H5N3 ha provocato la distruzione di un allevamento. Casi umani continuano ad essere notificati all'OMS: in Cina, in Egitto; mentre in Indonesia i mezzi di stampa continuano a informare circa nuovi casi sospetti e confermati ma non ancora notificati all'OMS. Nel frattempo, in Europa e nord America la stagione epidemica influenzale continua la sua evoluzione: in Europa alcuni paesi hanno già raggiunto il picco epidemico, mentre negli USA la circolazione virale sta lentamente aumentando. L'elemento comune alle due sponde dell'Atlantico è rappresentato dalla circolazione del virus H1N1/Brisbane/59/07 resistente all'Oseltamivir; la sua diffusione globale pone gravi problemi di profilassi farmacologica e crea inquietudine nel mondo scientifico che fatica a trovare una spiegazione esaustiva per l'emersione e la sua stabilizzazione nella configurazione genetica del virus H1N1; esiste la possibilita che in Asia dove il virus H5N1 è diffuso in modo panzootico nel pollame, una co-infezione nell'uomo H1N1-H5N1 possa veicolare questa mutazione da un sottotipo all'altro con le conseguenze che si possono immaginare per quanto riguarda l'efficacia degli stock di antivirali ammassati in vari paesi del mondo per il trattamento e la profilassi in caso di pandemia globale di influenza. Il virus stagionale H3N2 sembra aver anch'esso subito alcune variazioni antigeniche, ma rimane tuttora sensibile ai farmaci antivirali tranne che ai vecchi Adamantani (cui invece l'H1N1 rimane sensibile). In Cina, dove si sono registrati otto casi umani in un mese (piu' di quelli riportati nell'intero 2008), c'è una certa ansia sul modo con cui i pazienti si sono infettati, dato che non si riportano epizoosi estese nel pollame. Sebbene molti di questi soggetti abbiano in effetti avuto contatto con pollame o abbiano visitato mercati di pollame vivo (wet markets) non si è riusciti a stabilire con certezza se gli animali fossero infetti o meno. Da alcune parti - per esempio la FAO e alcuni esperti di Hong Kong - si è levata voce di epizoosi nel pollame che sarebberso state coperte da parte delle autorità locali cinesi. Al momento la Cina smentisce queste accuse. Si intensifica intanto la discussione sui vaccini anti-H5N1, ora finalmente disponibili: durante un simposio della Società americana per le malattie infettive si è dibattuto su possibili strategie di immunizzazione preventiva, prima dell'emersione della pandemia, sia per non sprecare i vaccini finora accumulati e vicini alla scadenza, sia per valutare l'impatto sulla popolazione di una campagna di profilassi nei confronti di una variante virale nuova per l'organismo umano, qual è l'H5N1.
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