domenica 8 agosto 2010

Il destino di PandemItalia


Il destino di PandemItalia? Chi lo conosce?! Senza dubbio la pandemia influenzale del 2009 (che fa ancora i suoi danni) ha prodotto il danno maggiore nell'aver causato enorme discredito nei confronti della Sanità Pubblica a tutti i livelli. Il lavoro da operatore di sanità pubblica impegnato in prima linea, sia in ambito locale che regionale, è stato durissimo e altamente misconosciuto. La polemica sui vaccini ha alzato un gran polverone e tutto d'un tratto gli sforzi effettuati sono stati spazzati via, sono stati sommersi dall'opinione pubblica, falsata e distorta come accade nella maggior parte delle emergenze di sanità pubblica. Ecco il motivo per il mio lungo silenzio e la mia sostanziale inattività nelle pagine di questo blog. Non penso proprio che riprenderò a postare su PandemItalia, o almeno non lo farò di frequente come in passato. Il tema delle pandemie influenzali è uno dei tanti fronti d'azione della Sanità Pubblica. È tempo di voltare pagina e guardare oltre. Nei prossimi mesi sarò impegnato nella costruzione del Piano di Prevenzione 2010-2012 della Regione Marche, chissà che questa mia nuova avventura professionale non fornisca lo stimolo per creare qualcosa di nuovo, dalle ceneri di PandemItalia.
Grazie a chi ha sostenuto il blog, anche semplicemente con un commento; grazie a Giuseppe Michieli, compagno di viaggio attento, affidabile e preparato; grazie a Gualtiero Grilli, con cui nell'ormai lontano 2007 ragionammo su come impostare il blog; grazie a tutti quelli si sono affacciati almeno una volta su queste pagine.

Voi tutti sapete che per rimanere aggiornati su H1N1, H5N1 ed altre minacce pandemiche ci sono i soliti validissimi riferimenti:
- Attraverso Questi Giorni

Non dimenticate poi i siti istituzionali (WHO, CDC, ECDC) e il validissimo sito del CIDRAP.

Da questo momento considerate PandemItalia un blog chiuso.
A presto.

Daniel

Regione Marche, caso grave di H1N1

È di qualche giorno fa la notizia di un nuovo caso di H1N1 in un marchigiano, rientrato dall'India e presentatosi all'attenzione dei sanitari ha sviluppato nei giorni scorsi condizioni cliniche così gravi da necessitare il trasporto a Monza, presso il Centro nazionale di riferimento per il trattamento delle forme molto severe di “sindromi da distress respiratorio acuto (ARDS).

Ecco il comunicato stampa della Regione Marche:
Da ieri sera (4 agosto 2010) è ricoverato, presso il reparto di rianimazione dell’Ospedale San Gerardo di Monza, G.A., di anni 54, residente in un comune della Zona territoriale 8 di Civitanova Marche, risultato affetto da virus A/H1N1, causa della pandemia 2009. Rientrato da un viaggio in India il 24 luglio, due giorni dopo è stato inviato al pronto soccorso dell’ospedale di Civitanova Marche dal proprio medico curante per febbre elevata e tosse. Per l’aggravarsi delle condizioni cliniche, l’uomo, già affetto da diabete, cardiopatia ipertensiva e obesità grave, è stato trasferito prima presso la rianimazione di quella Zona territoriale, poi presso la Clinica di Anestesiologia e Rianimazione dell’Azienda Ospedali Riuniti di Ancona. Nella giornata di ieri, permanendo le condizioni critiche, la Regione , in accordo con il ministero della Salute, ha contattato il Centro nazionale di riferimento per il trattamento delle forme molto severe di “sindromi da distress respiratorio acuto (ARDS)” istituito presso la Rianimazione dell’ospedale San Gerardo di Monza, con il quale esistono accordi convenzionali per il trattamento di casi gravi di insufficienza respiratoria. Dopo valutazione clinica congiunta del caso, da parte dei medici delle due Rianimazioni, è stato deciso il trasferimento presso il Centro lombardo: questo permetterà, se necessario, anche il trattamento con ECMO (tecnica di supporto cardiopolmonare, N.d.R.), per l’ossigenazione extracorporea. Il trasferimento è avvenuto ieri sera, in ambulanza, con la presenza di una équipe rianimatoria dedicata, giunta appositamente, ad Ancona, dall’ospedale di Monza. Attualmente le condizioni del paziente sono stazionarie. Il dipartimento di Prevenzione della Zona territoriale 8 ha già attivato le procedure previste e sperimentate, nel 2009 durante la pandemia. I familiari e le persone più vicine sono sotto sorveglianza, ma non mostrano segni e sintomi di malattia. Il direttore del servizio Salute, Carmine Ruta, evidenzia che “il caso singolo registrato non comporta alcun rischio per la popolazione della regione Marche; infatti l’indagine epidemiologica indica che G.A. ha contratto il virus durante il suo soggiorno in India. Dall’ultimo bollettino epidemiologico, diramato il 28 luglio, il ministero della Salute, segnala che, pur rimanendo bassa l’attività del virus in Asia, la trasmissione del virus influenzale pandemico è più alta in alcune zone dell’India, in Cambogia e a Singapore”.

lunedì 28 giugno 2010

Letteratura scientifica: The price of poor pandemic communication

Il titolo dell'articolo di Thomas Abraham, recentemente pubblicato sul BMJ, dice tutto.
Interessante la considerazione introduttiva: "Il principale fallimento è stato questo: invece di utilizzare i principi e i metodi della comunicazione del rischio per facilitare la comprensione dei rischi di una pandemia influenzale nell'opinione pubblica gli esperti e i responsabili delle politiche sanitarie hanno usato un'altra forma di comunicazione, l'advocacy, che è finalizzata non tanto a facilitare la comprensione ma a convincere la popolazione a fare determinate azioni".
Consiglio la lettura dell'articolo (in lingua inglese): interessante.

Abraham T. The price of poor pandemic communication. BMJ 2010;340:c2952.

venerdì 11 giugno 2010

11 giugno 2009 vs 11 giugno 2010


Nel corso dell'11 giugno, e da due anni consecutivi, il mondo vive un evento che accomuna tutti. L'anno scorso fu la dichiarazione della prima pandemia influenzale del nuovo millennio. Quest'anno si tratta dei Mondiali di calcio 2010 che si disputano in Sudafrica. Due cose così distanti tra loro... ma il giorno è il medesimo... io l'anno scorso ero preso dalle preoccupazioni, Quest'anno me ne sto spaparanzato sul divano!

Buon divertimento a tutti!

lunedì 17 maggio 2010

Effect Measure chiude!

Effect Measure chiude i battenti e il 16 maggio 2010 sarà ricordato come il giorno più triste per la blogosfera. Il web perde un riferimento essenziale. Tra i blog dedicati alle questioni di salute pubblica Effect Measure rappresentava un blog importante. Rispetto alla problematica "pandemia influenzale", alla quale Revere ha dedicato tantissimi post, EM è da considerarsi un blog essenziale. I numeri parlano chiaramente: 5 anni e mezzo di lavoro, 3 milioni di visite e 5,1 milioni di pagine visitate.
Le motivazioni alla base della chiusura sono espresse in modo semplice e molto chiaro:
"It's been a grand ride but to all things there is a season. It's time to
simplify my life... Now my time is getting short and I want to turn my attention to my
research, the other polar star of my life."
Quest'oggi non c'è più nessuno a Effect Measure e i vecchi padroni di casa hanno lasciato una nota appesa alla porta. Nella nota è segnalato l'indirizzo al quale i Reveres si ritroveranno occasionalmente in futuro: è l'indirizzo del blog The Pump Handle. Il riferimento, manco a dirlo, è all'epidemia londinese di colera del 1854 e al fondamentale apporto di John Snow, considerato il pioniere dell'epidemiologia.

Buon proseguimento Revere, grazie per il prezioso lavoro svolto.

sabato 24 aprile 2010

Un anno fa quest'oggi

Nelle prime ore del 24 aprile 2009 si è diffusa la notizia di numerosi casi di influenza suina in Messico e Usa. Ecco riproposte le notizie dell'anno scorso, quando col fiato sospeso ci domandavamo cosa stesse succedendo in America.
Influenza Suina in Messico e USA: pandemia?
Influenza Suina: il comunicato del Ministero
Influenza Suina: cronaca di una preoccupante giornata

A distanza di due mesi l'OMS avrebbe dichiarato la prima pandemia influenzale del XXI secolo.

martedì 6 aprile 2010

Epìcrisi sulle modalità di contrasto della pandemia influenzale 2009

Per fare chiarezza sulle azioni nazionali e internazionali messe in atto per fronteggiare la pandemia influenzale da virus H1N1. Per capire il perché di tanto allarme, a quanto pare ingiustificato, Dialogo sui Farmaci (di proprietà dell’Azienda Ulss 20 e dell’Azienda Ospedaliera di Verona) organizza il 13 Aprile 2010 il convegno “Epìcrisi sulle modalità di contrasto della pandemia influenzale 2009”, in Sala Marani, all’Ospedale Civile Maggiore, via S. Camillo de Lellis, Verona, ore 9,00 – 16,30.
Interverranno Donato Greco (ISS), Silvio Garattini (Istituto “Mario Negri”), Roberto Satolli (Zadig), Pierluigi Lo Palco (Università di Bari e ECDC), Stefania Salmaso (ISS), Michele Gangemi (ACP).
Peccato non poter essere a Verona in quella data. Spero che gli organizzatori abbiano previsto una modalità per rendere pubblici gli interventi.
La notizia qui.

Rifiutate di sottoporvi a vaccino? Provvedimento disciplinare!

Due Militari dell’Esercito Italiano, facenti servizio in Toscana, sono stati sottoposti a procedimento disciplinare di rigore per essersi rifiutati di sottoporsi alla vaccinazione contro l’influenza da virus A/H1N1.
Leggi la notizia nel sito GrNet.it

lunedì 29 marzo 2010

Un po' di chiarezza sulle dosi di vaccino "disprezzate"

Con l'Ordinanza n. 3798 il Presidente del Consiglio dei Ministri ha definito alcune "Disposizioni urgenti di protezione civile finalizzate a fronteggiare il rischio della diffusione del virus influenzale A (H1N1)".
Nell'Ordinanza si autorizzava il direttore generale della prevenzione sanitaria del Dipartimento prevenzione e comunicazione del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali... anche esercitando diritti di prelazione gia' acquisiti presso produttori farmaceutici per contrastare altri tipi di pandemie influenzali con produttori farmaceutici, ad acquisire in termini di somma urgenza la fornitura di dosi di vaccino, farmaci antivirali ed i dispositivi di protezione individuale necessari per assicurare la vaccinazione delle categorie sensibili e comunque di almeno il quaranta per cento della popolazione residente nel territorio nazionale.

Ora c'è una nuova Ordinanza, sempre firmata da Berlusconi, la n. 3860 del 17 marzo 2010 "Ulteriori disposizioni urgenti di protezione civile finalizzate a fronteggiare il rischio della diffusione del virus influenzale A (H1N1)."
La nuova Ordinanza stabilisce che "l'autorizzazione all'acquisto di cui all'art. 1, comma 1, dell'Ordinanza n. 3798 e' rideterminata quantitativamente nella misura massima indicata nella nota dell'Istituto superiore della sanita' indicata in premessa."

E in premessa è riportato quanto indicato dall'ISS e cioè: «il quantitativo di vaccini pandemici ancora disponibili nel nostro Paese (circa 8 milioni di dosi) e' piu' che sufficiente a limitare gli effetti negativi di un'eventuale, ulteriore circolazione di A/H1N1 2009 almeno sino all'inizio della prossima stagione influenzale».

Dunque non si parli più di 24 milioni di dosi acquistate. Ne sono stati acquistati 8 milioni e questi ci bastano! Sono state somministrate circa 1 milione di dosi di vaccino e le dosi "sprecate", dunque sarebbero pari a sette milioni. Poi mi risulta che i vaccini siano già stati ritirati in buona parte dalle Regioni e sul destino delle dosi ritirate non c'è molta chiarezza. Un'ipotesi è che siano destinate a quei Paesi nei confronti dei quali l'Italia ha qualche dovere nell'erogare aiuti umanitari che, in questo caso, non si tradurrebbero in beni di prima necessità ma in dosi di vaccino pandemico (si tratta pur sempre di aiuti... no?!). Quello che è certo è che nelle Regioni è rimasta una quota di vaccini pari a circa il numero di quelle già somministrate. Questo milione di dosi mantenute sul territorio probabilmente non verranno mai utilizzate entro la data di scadenza dei lotti (che dovrebbe essere quella del 31 luglio 2010), ma un conto sono le 23 milioni di dosi sprecate dell'immaginario collettivo, altra cosa è il reale numero di dosi "sprecate" che, a questo punto, è molto più corretto stimare in numero compreso tra 1 e 7 milioni.
Poi ci sarebbe da dire qualcosa sul termine "dosi sprecate". Le dosi, nella realtà dei fatti, non sono state "sprecate"... sono state semmai "disprezzate", in primis da operatori sanitari disinformati che hanno insinuato il dubbio nella popolazione di per sè già particolarmente confusa. Se c'è stato spreco quello spreco non è imputabile a chi ha messo a disposizione una risorsa preventiva ma a chi su quella risorsa ha sputato, preferendo correre il rischio sanitario di essere infettati dal nuovo virus influenzale A/H1N1 2009.

martedì 23 marzo 2010

USA: via libera alla riforma sanitaria di Obama


Questo è il primo post "off topic" della storia di PandemItalia. Del resto quando si verifica un grande evento è necessario tributargli il giusto merito. Così ho per la prima volta pubblicato lo stesso post simultaneamente su tutti i miei blog (vedi qui e qui).
Oggi è un giorno importante per gli USA. La maggiore potenza economica mondiale, la patria della democrazia e della libertà, il Paese dove il sogno diventa realtà... aveva uno dei peggiori sistemi sanitari al mondo tra i Paesi cosiddetti "sviluppati".
Un sistema sanitario capace di generare questi numeri (dati aggiornati al 2008) non può che essere considerato "mostruoso":
- 18% degli ultra-sessantacinquenni senza assicurazione sanitaria;
- 20% di adulti tra i 19 e i 64 anni senza assicurazione sanitaria;
- 8,9% di bambini e ragazzi tra 0 e 18 anni senza assicurazione sanitaria.
Fonte: CDC factstats. Health Insurance Coverage, 2008.
Nella notte americana Obama è riuscito nell'impresa di estendere i servizi sanitari a 32 milioni di statunitensi, il 95% degli oltre 300 milioni di cittadini americani disporrà ora di una copertura sanitaria. La Camera dei Rappresentanti Usa ha infatti dato il via libera al testo, nella versione approvata dal Senato alla vigilia di Natale, con una maggioranza di 219 voti contro 212, tre voti in più dei 216 necessari. Per la cronaca i repubblicani hanno espresso compatti il loro voto contrario. Una vittoria importante ottenuta attraverso importanti compromessi.
Per approfondire la notizia leggi qui, qui e qui.
Ecco un esempio di ottima amministrazione della cosa pubblica. Ecco la differenza tra un semplice politico e un grande statista. Ecco la differenza tra chi dice di voler tutelare la salute pubblica e chi tutela la salute pubblica con azioni concrete. Ci sarà tempo per comprendere il reale impatto della riforma sanitaria, ci sarà tempo per capire se gli ingenti costi della riforma faranno capitolare Obama agli occhi degli americani. Oggi è tempo di gioire per i milioni di persone precedentemente privi di assistenza sanitaria che d'ora in avanti potranno permettersi di affrontare la malattia con il conforto di una cura.
"Questa notte abbiamo dimostrato al mondo che siamo ancora un popolo capace di grandi cose" (Obama, 22 marzo 2010)

domenica 21 marzo 2010

Oltre il danno la beffa

Non ci si crede!
La pessima gestione della pandemia influenzale a livello nazionale è sotto gli occhi di tutti. Ci sono indicatori che delineano chiaramente il fallimento della sanità pubblica. Ad esempio i dati di copertura vaccinale. Le azioni comunicative ministeriali sono state fallimentari perchè contraddittorie, lontani anni luce dal rispetto dei princìpi basilari della comunicazione del rischio.
E nonostante questo Fabrizio Oleari,Direttore della Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute, è stato insignito della medaglia d'oro al merito della sanità pubblica con la seguente motivazione:
"nel corso della sua brillante carriera, svolta con elevata professionalità, ha fornito contribuiti di notevole pregio per la risoluzione delle più svariate questioni ed emergenze sanitarie, quali per ultima l’influenza A/H1N1, con positive ricadute a favore della collettività. Componente di diverse Commissioni, Comitati scientifici e tecnici e Gruppi di lavoro, ha dimostrato una straordinaria capacità di coinvolgimento dei colleghi nelle attività di studio e ricerca, finalizzate al potenziamento e al miglioramento dell’organizzazione delle attività lavorative. Il Dott. Oleari si è altresì distinto per lo spirito di servizio e per il raggiungimento di lusinghieri risultati nella prevenzione di malattie che avrebbero potuto causare notevole allarme sociale, anche a costo di personali sacrifici".
Nulla di personale nei confronti del Dott Oleari, ci mancherebbe! Ma questa benemerenza, viste le motivazioni addotte e il cenno alla gestione della pandemia, è immeritata. C'è chi meriterebbe dei riconoscimenti: si tratta di alcuni coordinatori regionali delle attività di risposta alla pandemia influenzale, colleghi che hanno dato anima e corpo per una corretta gestione dell'emergenza sanitaria, nonostante gli errori e i ritardi del livello nazionale.

martedì 16 marzo 2010

Romania: focolaio di H5N1 in un allevamento

La Romania ha individuato un focolaio di influenza aviaria in un allevamento di pollame vicino al confine con l'Ucraina, per cui ha imposto una zona di esclusione e sorveglianza per un raggio di 20 Km dal focolaio, secondo quanto viene riportato da un portavoce dell'Unione Europea.
Il focolaio di infezione da virus H5N1 dell'influenza aviaria è stato scoperto nel comune di Letea vicino al confine ucraino, località che si trova sulla rotta degli uccelli migratori, ritenuti responsabili della diffusione panzootica di questo virus.
"Il laboratorio nazionale della Romania ha confermato ieri che il focolaio riguarda il ceppo altamente patogeno H5N1 dell'influenza aviaria", la Commissione europea ha affermato in un comunicato.

Fonte: FluTrackers (Ironorehopper)

venerdì 12 marzo 2010

6 decessi per nuova influenza in Italia... a chi importa?

I morti per nuova influenza non fanno più notizia. Così ci si dimentica che il virus influenzale pandemico è ancora circolante e che causa ancora dei decessi.
La cosa che mi ha più colpito è che i 6 morti per influenza registrati in Italia nell'ultima settimana sono morti di serie B e non hanno diritto di salire agli onori delle cronache.
Meglio così se questo meccanismo tutelasse gli italiani dal solito clamore mediatico che accompagna ogni emergenza sanitaria. Purtroppo quando non c'è interesse mediatico sembra non esserci alcuna capacità di penetranza nelle famiglie italiane e nei meccanismi decisionali, per cui la vaccinazione con vaccino pandemico, ancora disponibile in tutta la penisola, continua ad essere snobbata... "tanto la pandemia era una bufala", come penseranno i molti cittadini confusi.
Per di più chi dovrebbe tutelare la salute della popolazione italiana (leggasi Ministero della Salute) ha deciso che parlare ancora di pandemia e promuovere ancora la vaccinazione pandemica è assolutamente fuori luogo. Così anche il sito internet ministeriale risulta non aggiornato... chi deciderà di accedere oggi alla sezione web dedicata alla pandemia influenzale noterà che la pagina è aggiornata alla quinta settimana (1-7 febbraio 2010), i morti segnalati sono ancora 229... del resto a chi importa che siano morti altri 6 italiani con diagnosi certa di nuova influenza!
Lo ripeto fino allo sfinimento: i 6 decessi registrati in Italia, i 4 morti francesi, i 2 morti tedeschi, etc. (vedi qui) sono morti inaccettabili, per la possibilità di accedere ad un vaccino efficace e sicuro ma purtroppo diffusamente snobbato.
Quando a snobbare il vaccino è la popolazione generale si possono cercare mille responsabilità e centinaia di attenuanti. Ma quando sono le istituzioni sanitarie che deliberatamente decidono di smettere di promuovere un'azione preventiva allora questo è deprecabile.
I soliti CDC siano di esempio per il nostro Ministero della Salute... nell'aggiornamento del 5 marzo i CDC raccomandano la vaccinazione anti-influenzale come la principale azione per prevenire l'influenza. I CDC incoraggiano chiunque voglia essere protetto contro il virus pandemico a sottoporsi a vaccinazione con l'inclusione degli anziani sopra i 65 anni. La stessa vaccinazione è considerata importante anche per i soggetti che siano a rischio per la presenza di patologie croniche quali asma, broncopneumopatia cronico ostruttiva, diabete, malattie cardiache o neurologiche e la gravidanza.

Pandemia influenzale: la situazione in Europa



Nella sezione dedicata alla pandemia influenzale del sito internet dell'ECDC sono inseriti gli aggiornamenti relativi all'incidenza delle infezioni da virus pandemico, per intensità e diffusione geografica.
Continuano ad essere segnalati decessi causati dal virus influenzale pandemico, se ne contano 45 nel corso della nona settimana del 2010. Un numero pressochè stabile nelle ultime 4 settimane, a testimonianza di una diffusione virale subdola, un'incidenza relativamente bassa che continua a causare decessi (6 anche in Italia, passati sotto silenzio), per lo più inaccettabili in considerazione della possibilità di accedere al vaccino pandemico che nella maggior parte dei Paesi europei è ancora disponibile.

Pandemia influenzale: la situazione in USA



Nel sito dei CDC è riportata la situazione USA al 5 marzo 2010 (leggi qui).
I dati di sorveglianza epidemiologica relativi alla settimana dal 21 al 27 febbraio mostrano un'attività influenzale relativamente bassa, con il virus influenzale pandemico (A/H1N1 2009) ad essere il principale responsabile delle forme influenzali. È ancora considerata possibile l'evenienza di una ulteriore ondata influenzale, che secondo i CDC potrebbe essere causata dal virus pandemico o dai virus influenzali stagionali.

lunedì 22 febbraio 2010

Tanti "Boe" negli ultimi tempi!



Simpson, sesta stagione, episodio 13.
Bart Simpson, per punizione, deve aiutare il sig. Skinner in una ricerca astronomica. Giocando con il telescopio di Skinner Bart scopre una cometa. L'osservatorio astronomico conferma, Bart ha individuato una nuova cometa che è in rotta di collisione con la terra e sembra procedere rapidamente verso Springfield.
La città è in subbuglio e tutti attendono la fine annunciata.
Poi il grande asteroide cade su Springfield e, a contatto con l’ atmosfera terrestre, si disintegra e si trasforma in un innocuo sassolino.
L’intera città esulta e Boe, il noto barista, esclama convinto: “andiamo a dar fuoco all’osservatorio così la cosa non si ripeterà mai più”.
E tutti i cittadini lo seguono esplodendo in un roboante urlo di battaglia… “Eeeeeehhhh”!!!
Questo esilarante episodio mi ha fatto riflettere, una scena che mi ha ricordato recenti momenti di vita vissuta...

giovedì 18 febbraio 2010

Raccomandazioni OMS su prossimo vaccino antinfluenzale

Ecco le raccomandazioni OMS sulla prossima composizione del vaccino antinfluenzale stagionale:

— A/California/7/2009 (H1N1)-like virus;
— A/Perth/16/2009 (H3N2)-like virus;
— B/Brisbane/60/2008-like virus.

Dunque i dubbi sono stati definitivamente chiariti. Sarà il classico vaccino trivalente. Il vaccino cambia per due terzi rispetto a quello del 2009. Cambia il ceppo H1N1: quello del vaccino per la stagione 2010-2011 sarà ovviamente il ceppo pandemico che ha di gran lunga soppiantato gli altri H1N1 precedentemente circolanti; cambia anche il ceppo H3N2. Il ceppo B è lo stesso del precedente vaccino antinfluenzale stagionale.

mercoledì 17 febbraio 2010

Class action

Il Codacons ha promosso una Class Action nei confronti della pubblica amministrazione per i danni economici provocati dall’allarmismo per il virus H1N1. L’obiettivo è di ottenere dal ministero della Salute parte dei soldi spesi per la fornitura di vaccini, per prevenire una pandemia che secondo il Codacons si sarebbe rivelata un “bluff” mondiale.
Qui la notizia del 15 gennaio su corrieredellasera.it.
A me sembra una stupidissima azione da parte del Codacons.
Giudico sbagliate le motivazioni e quindi del tutto inappropriata la Class Action.
Secondo il Codacons il Ministero della Salute avrebbe provocato allarmismo ingiustificato. Eppure siamo testimoni dell'operazione, tecnicamente scorretta, di "normalizzazione" della pandemia influenzale che il Ministero ha cercato di portare avanti nel corso dei mesi e questo è stato fatto con l'obiettivo di non allarmare la popolazione italiana. Inoltre il Codacons dimostra di sostenere la tesi della "pandemia bluff". Nulla di più sbagliato, scorretto e irresponsabile.

lunedì 15 febbraio 2010

Regione Marche, conferenza stampa



L'ultima Regione che crede ancora nell'importanza di offrire la vaccinazione con vaccino pandemico, specialmente ai soggetti a rischio. Così nella conferenza stampa di lunedì scorso la Regione Marche, attraverso i tecnici che hanno gestito la risposta alla pandemia influenzale (nella foto da destra, Tagliavento, Ruta, Balducci, Storti, Filippetti, Grilli), ha presentato uno spot televisivo che sarà trasmesso da un'emittente regionale, dove il dott. Tagliavento (in rappresentanza della Regione), la dr.ssa Storti (in rappresentanza degli operatori ospedalieri) e la dr.ssa Cimini (in rappresentanza degli operatori di sanità pubblica) invitano alla vaccinazione, una vaccinazione ancora disponibile e utile ad evitare l'infezione in una seconda ondata pandemica la cui evenienza non può essere esclusa definitivamente.
Onore al merito di chi, non curante delle facili critiche, sta seguendo la strada più etica: offrire per l'ennesima volta un'occasione di prevenzione.

mercoledì 3 febbraio 2010

Pandemia falsa... chi lo pensa è ignorante, scorretto e irresponsabile (e io concordo con l'OMS)

Per impegni personali non ho avuto tempo di aggiornare il blog di recente. Ma l'OMS è stata (e continua ad essere) pesantemente sotto attacco e il 22 gennaio ha pubblicato una dichiarazione forte e chiara a scanso di ulteriori equivoci: Statement of the World Health Organization on allegations of conflict of interest and 'fake' pandemic.
Rimandando al sito dell'OMS per la lettura integrale del documento di seguito riporto la traduzione di un estratto:
"Ulteriori affermazioni riguardanti la crazione da parte dell'OMS di una
falsa pandemia per portare benefici economici alle industrie [...del farmaco]
sono scientificamente sbagliate e storicamente scorrette.

  • Analisi di laboratorio hanno dimostrato come questo virus influenzale fosse geneticamente e antigenicamente molto differente da altri virus influenzali circolanti tra le persone.
  • Le informazioni epidemiologiche fornite da Messico, Stati Uniti e Canada hanno dimostrato la trasmissione da persona a persona.
  • Informazioni cliniche, specialmente dal Messico, indicavano che il virus
    era in grado di causare forme severe di malattia e decessi. Al tempo non era in atto una pandemia ma i dati, assemblati, diedero un forte segnale di allerta
    all'OMS e alle altre Istituzioni di Sanità Pubblica sulla necessità di prepararsi per una pandemia eventuale.
  • Nell'evoluzione della pandemia i clinici hanno identificato una forma molto severa di polmonite virale, rapidamente progressiva e frequentemente fatale, che non è usualmente registrata durante le epidemie influenzali stagionali. Sebbene questi casi fossero relativamente rari hanno imposto un pesante carico di lavoro per le unità di terapia intensiva.
  • La diffusione geografica è stata eccezionalmente rapida: Il 29 aprile 2009 l'OMS riportava casi confermati in 9 Paesi. Circa sei settimane dopo, l'11 giugno, l'OMS riportava casi accertati in 74 Paesi e in più di due regioni OMS. Questa globale diffusione ha condotto l'OMS ad innalzare la fase di allerta pandemica e, di consequenza, ad annunciare la pandemia influenzale. Il 1° Luglio i casi confermati erano segnalati da 120 Paesi.

Il mondo sta attraversando una pandemia reale. La descrizione di falsa pandemia è sbagliata e irresponsabile. Accettiamo volentieri ogni legittimo processo di revisione che possa mogliorare il nostro lavoro."

WHO statement on allegations of conflict of interest and 'fake' pandemic

Bill Gates sulle pandemie

Bill Gates è in pensione!
Ora ha tempo libero in abbondanza e dichiara di dedicarne molto a quello che lo appassiona. A testimonianza di quello che fa, in particolar modo con la sua fondazione, The Bill & Melinda Gates Foundation, abbiamo il suo sito personale.
Interessante e condivisibile ciò che Bill Gates dichiara a proposito della pandemia 2009 e della necessità di prepararsi meglio per una possibile futura e più severa pandemia...

"The H1N1 flu wasn’t nearly as bad as predicted, but not because of the effectiveness of the steps taken to contain it. The inadequate global response shows that we are still unprepared for a major pandemic."

"But the real story isn’t how bad H1N1 was. The real story is that we are
lucky it wasn’t worse because we were almost completely unprepared for it."

"We did a reasonable job of gathering data, partly due to the capacity that had
been set up to track avian flu. But for all the other steps, we didn’t manage to
do anything that would have stopped a serious epidemic. In other words, the
modest death toll from this flu epidemic is entirely because we were lucky."

Come dargli torto?

lunedì 25 gennaio 2010

Altri interessanti blog

Nel corso dell'evento pandemico da nuovo virus influenzale A/H1N1 2009v si sono aggiunti gli interessanti contributi di altri blogger.
Segnalo due interessanti blog:
il primo è quello di Marcello Pucciarelli: Pandemica A(H1N1).
il secondo è quello di Claudia Grisanti: Swine flu in Italy. Dallo scarno profilo utente di blogger capiamo poco, ma una cosa importante si comprende: Claudia è una giornalista. E sta facendo un ottimo lavoro, basti pensare che nel giro di pochi mesi dalla sua creazione il blog Swine flu in Italy è già la fonte di riferimento italiana per l'importante blog H5N1.

Complimenti ad entrambi per l'ottimo lavoro svolto e buon proseguimento!

La storia di Luke Duvall

Traduco l'interessante storia di Luke Duvall, raccontata con semplicità da lui stesso.
I contenuti originali sono nel sito dei CDC.

Sono Luke Duvall, sopravvissuto dal virus H1N1, e questa è la mia storia.
Il 4 ottobre 2009 ho cominciato ad accusare alcuni dei sintomi dell'H1N1. In quel momento non sapevo che ben presto avrei combattuto per rimanere in vita. Il 6 ottobre sono stato portato d'urgenza al Pronto Soccorso perchè avevo difficoltà a respirare. Non ero in grado di prendere abbastanza aria neanche per parlare chiaramente. Il giorno successivo sono stato trasportato in elicottero all'Arkansas Children's hospital e ho trascorso i successivi 17 giorni della mia vita attaccato ad un respiratore, combattendo per rimanere in vita e altri 17 giorni per re-imparare a camminare, mangiare e bere di nuovo. Alla fine ho vinto la mia battaglia e sono tornato a casa il 10 novembre. Nel mese della mia lotta ho perso 16 kg e metà del campionato di football. Non sono stato in grado di riprendere la scuola fino al 5 gennaio. Se avessi avuto l'opportunità di essere vaccinato l'avrei fatto per avere tutte le cose che ho perso. La vaccinazione si fa in pochi secondi e salva dai dispiaceri e dai problemi. La mia vita e la vita della mia famiglia è cambiata per sempre. Il vaccino avrebbe prevenuto tutto questo. Se non lo vuoi fare per te stesso fallo per gli altri perchè questo è un problema che non riguarda solo te stesso ma le intere città e comunità. Fallo per loro, fallo per te stesso, in ogni modo fallo e basta.

mercoledì 20 gennaio 2010

Una Regione che non molla!


La pandemia influenzale da nuovo virus A/H1N1 2009 ha messo in ginocchio la Sanità Pubblica italiana. Gli operatori dei Servizi Igiene e Sanità Pubblica sono sfiniti, hanno dato priorità alla risposta alla pandemia su ogni altra cosa e per oltre sei mesi c'è stato poco, pochissimo tempo per respirare. A prima ondata conclusa si tirano le somme e il bilancio è scoraggiante: tanti sforzi e pochi risultati. Se, ad esempio, uno degli indicatori di risultato valutati fosse la copertura vaccinale con vaccino pandemico, la performance del sistema risulterebbe scadente: la Regione più virtuosa, l'Emilia Romagna, ha vaccinato il 10% della popolazione eleggibile, ben lontano dal 40% ipotizzato come obiettivo nazionale.
Personalmente percepisco il desiderio forte di voltare pagina in buona parte degli operatori di Sanità Pubblica.
Nonostante tutto ciò una Regione non molla (se ce ne fossero altre vi prego di segnalarmelo): si tratta delle Marche, che nel sito regionale per gli operatori sanitari dedicato alla pandemia influenzale, pubblica una nota a firma del Comitato Pandemico Regionale (vedi anche le indicazioni operative n. 12 del CPR) con la quale invita gli operatori sanitari che non l'abbiano ancora fatto a considerare di sottoporsi a vaccinazione con vaccino pandemico per affrontare una eventuale, probabile, seconda ondata.
Alla nota è stata data la massima diffusione, ad esempio a Fabriano (dove lavoro) si è deciso di trasmettere la nota allegandola alla busta paga, avendo dunque la certezza che arriverà nelle mani di tutti gli operatori sanitari, compresi tecnici ed amministrativi.
Cosa si otterrà da questi ulteriori sforzi? Probabilmente nulla.
Ma sono orgoglioso di lavorare per la Regione Marche dove gli operatori che si occupano della protezione e della sicurezza della popolazione fanno fino in fondo il loro dovere.

martedì 19 gennaio 2010

Pandemia e mortalità

Riporto le considerazioni inviate ad EpiCentro e pubblicate nel notiziario dell'8 gennaio 2010.
Si parla di pandemia e mortalità.

Guatiero Grilli, Daniel Fiacchini (PF Sanità Pubblica - Regione Marche)

Per gli addetti ai lavori il numero dei decessi è solo uno dei parametri da verificare e non necessariamente il più importante, o almeno non lo è in tutte le circostanze. Al contrario, l’opinione pubblica, tramite i mezzi di comunicazione di massa, sembra considerarlo come unico indicatore d’interesse e, per questo, capace di influenzare pesantemente i comportamenti delle persone.
Poiché più di altri è soggetto a interpretazioni ed equivoci, appare necessario approfondire brevemente il significato di questo parametro.
Il primo problema è l’utilizzo del solo numero di decessi: si tratta di un indicatore povero, poco informativo, talvolta fuorviante. Il numero dei decessi per una certa patologia dovrebbe sempre essere messo in rapporto con un altro numero che rappresenti, ad esempio, i malati o gli esposti. Se al denominatore abbiamo il numero totale dei malati e al numeratore il numero dei deceduti potremo parlare di tasso di letalità; se al denominatore abbiamo gli esposti, ovvero l'intera popolazione interessata dal fenomeno in studio, si potrà parlare correttamente di tasso di mortalità.
Per gli indicatori come il tasso di letalità o il tasso di mortalità è, inoltre, opportuno sottolineare la necessità di stabilire un intervallo temporale entro il quale questi indicatori devono essere considerati. Ciò che di frequente accade, è che i decessi vengano sempre sommati a partire dall’inizio della epidemia. Ciò è stato già fatto in occasione di tutte le più recenti epidemie e, in alcuni casi, come l’Aids, si è continuato a effettuare somme per anni, col risultato di far perdere significato a questo numero. Nel caso della pandemia influenzale, all’inizio della circolazione del virus gli esposti sono rappresentati dall'intera popolazione, ma questa condizione riguarda un periodo limitato di tempo che va comunque identificato con chiarezza. Immaginiamo un articolo di giornale che dica che in Italia si sono verificati 30 decessi, mentre in Giappone 50: se non compariamo almeno la popolazione delle due nazioni e non riferiamo il dato a un periodo di tempo limitato, queste informazioni non avranno alcun significato.
Il problema si complica ulteriormente quando si tratta di stabilire quando un decesso è da attribuire all'influenza. In questo caso, esiste una reale difficoltà, in quanto, in termini epidemiologici, la definizione di causa di morte cambia a seconda del suo utilizzo, senza che questo costituisca una pratica scorretta. La maggior parte dei soggetti contati oggi come morti per influenza non apparirà nelle statistiche di mortalità Istat perché, nella classificazione ufficiale delle cause di morte, la causa è “malattia o evento traumatico che, attraverso eventuali complicazioni o stati morbosi intermedi, ha condotto al decesso”.
Come è noto, l’influenza agisce spesso da causa intermedia, poiché costituisce l’aggravamento di una malattia di base. Se muore per influenza un paziente affetto da leucemia, la causa di morte è la leucemia. A fronte di questo, sembrerebbe, quindi, corretto smentire con forza tutti i vari conteggi che appaiono sui giornali: l’influenza non è quasi mai la vera causa del decesso, ma aggrava semplicemente una grave patologia preesistente.
Va anche precisato che il conteggio effettuato con questa metodologia è distorto da una consistente sottostima del fenomeno: vengono contati solo i morti in cui risulti un isolamento virale. L’isolamento virale non viene fatto in tutti i casi, il prelievo deve essere fatto al momento giusto e con metodologia corretta, quindi è ragionevole pensare che i decessi occorsi “con infezione da virus influenzale in corso” siano in numero maggiore.
In epidemiologia, per stimare il numero dei decessi attribuibile all'influenza stagionale è spesso utilizzato un altro parametro: l’eccesso di mortalità. In poche parole, si tratta di utilizzare il numero di decessi avvenuti per tutte le cause e comparare il numero delle morti verificatisi durante la stagione influenzale con il dato medio delle morti registrato nel restante periodo dell'anno. Questo indicatore consente di valutare l’impatto dell'influenza sulla mortalità di una popolazione. In questo caso non ci sono errori dovuti a mancanza di diagnosi, imprecisioni di interpretazione o altro, in quanto i morti vengono contati tutti, indipendentemente da qualunque altro fattore. Questo indicatore può essere calcolato per classi di età e per sesso. Il valore ottenuto non è generico come potrebbe apparire, infatti, durante un evento come un'epidemia di influenza stagionale (ma questo calcolo è stato fatto anche per altri eventi come ad esempio le ondate di calore), la malattia può avere effetti sulla mortalità in vario modo: aumento degli incidenti, aggravamento di malattie non diagnosticate, influenza stessa non diagnosticata, ecc.
Il calcolo dell’eccesso di mortalità però non è facilmente utilizzabile durante lo svolgimento di un evento sanitario (come la pandemia influenzale attualmente in corso) poiché necessita di un periodo di tempo più lungo e di un altro periodo di paragone che deve essere ben identificato e possibilmente privo di altre variabili che andrebbero a distorcere il risultato.
Ciò che viene fatto al giorno d’oggi e che ha grande risalto sulla stampa è, di fatto, una via di mezzo tra i due parametri. Se, infatti, viene preso in considerazione il numero di morti con isolamento virale per fornire una valutazione dell’impatto della pandemia, siamo di fronte a una forte sottostima del fenomeno, poiché il totale dei morti provocato in qualche modo dall’influenza è molto maggiore. Se, invece, si vuole ottenere un indice della gravità clinica della malattia, utilizzando il medesimo sistema si ottiene una sovrastima del fenomeno, dovuto al fatto che si contano anche i soggetti in cui l’influenza è solo una complicanza della grave patologia preesistente.
In ultimo, appare doveroso ricordare che i dati di letalità (numero di morti su numero di malati) pubblicati giornalmente sono soggetti a un’ulteriore distorsione, in quanto il numero di morti è calcolato come detto, mentre il numero di malati è calcolato utilizzando stime provenienti dal sistema di sorveglianza InfluNet, al quale, tuttavia, sono segnalati i casi di sindromi simil-influenzali (e non di influenza accertata). Dividendo il basso numero di soggetti morti per i quali è stato effettuato l’isolamento virale (anche se in molti casi la vera causa di morte è costituita da altre patologie) per l’altissimo numero soggetti con sintomi simil-influenzali risulta una letalità sicuramente sottostimata.
A questo punto ci si potrebbe chiedere quale dovrebbe essere la giusta metodologia per valutare i parametri epidemiologici della pandemia, incluso il numero di morti. Probabilmente, dipende dal contesto in cui queste cifre vengono utilizzate, tuttavia per avere una stima realistica è necessario utilizzare una metodologia più complessa. Prendendo esempio dai Cdc americani, le stime di incidenza, prevalenza e letalità vengono analizzate da esperti che utilizzano vari indicatori e li elaborano utilizzando, quando necessario, anche fattori di correzione. È anche possibile che le stime cambino e vengano corrette perchè nuovi elementi diventano disponibili: si tratta di un procedimento assolutamente corretto, a condizione che i dettagli metodologici vengano sempre descritti in modo accurato. Utilizzare stime elaborate con questa metodologia comporta però maggiori problemi di comunicazione. Un numero definito come totale dei morti (anche se sbagliato) fornisce un messaggio molto più rapido e facilmente utilizzabile. Una stima necessita di maggiori spiegazioni e anche di maggiore credibilità da parte della fonte. I Cdc, ad esempio, utilizzano un comunicatore autorevole e preparato dal punto di vista tecnico (il Direttore) e, per evitare il ricorso ad altre fonti, i rappresentanti dei mezzi di comunicazione vengono convocati frequentemente e periodicamente.



Riferimenti bibliografici

• WHO. Comparing deaths from pandemia and seasonal influenza. Pandemic (H1N1) 2009 briefing note 20 (ultimo accesso 23.12.09)
• CDC. H1N1-Related Deaths, Hospitalizations and Cases: Details of Extrapolations and Ranges: United States, Emerging Infections Program (EIP) Data (pdf 34 kb, ultimo accesso 23.12.09).

lunedì 4 gennaio 2010

Rivendere o donare? Ampliare!

Strano il destino del vaccino pandemico. Prima atteso come un'arma di sanità pubblica essenziale, poi abbandonato nei siti di stoccaggio dei Paesi ricchi, quelli che si sono permessi il lusso di acquistarne per parte della popolazione. Ora il vaccino avanzato "scotta" e i vari Paesi cominciano a chiedersi cosa farne.
La Francia sembra sia impegnata nel rivendere le dosi inutilizzate di vaccino acquistato (leggi qui). L'OMS, attraverso il suo Direttore Generale, propone che il vaccino in eccesso sia donato ai Paesi in via di sviluppo (leggi qui).
L'Italia non fa nè l'una nè l'altra cosa... l'Italia amplia le categorie vaccinabili... e tra un po', giusto per smaltire i vaccini rimasti, probabilmente il vaccino sarà disponibile a tutti quelli che lo vogliano fare, senza distinzione ,senza patologie, senza fattori di rischio.

domenica 3 gennaio 2010

Gasparri, ultimo esperto di Sanità Pubblica


Ed eccolo! Lui mancava all'appello!
Tra gli esperti di Sanità Pubblica dell'ultim'ora si aggiunge alla lista anche Gasparri.
Le sue parole sono le seguenti e le potete leggere qui:
«Su questa storia dei vaccini sarà forse il caso di fare luce in Parlamento. Alla prova dei fatti l'influenza di quest'anno si è rivelata simile a quelle del passato e per molti versi più leggera. Ricordo gli errati inviti in pieno luglio a chiudere le scuole a settembre, che il ministro Gelmini ed io stesso con lungimiranza stroncammo. Come ai tempi dell'epidemia aviaria, si comprano quantità ingenti di vaccini poi non utilizzati».
Secondo Gasparri «è difficile non pensare a manovre speculative a livello planetario di spregiudicate multinazionali, così potenti da condizionare un'informazione che con il suo allarmismo diventa scendiletto di pescicani». E poi continua «Bisogna capire se chi ha guadagnato senza ragione potrà restituire le risorse accumulate a colpi di bugie».
Dunque la pandemia influenzale sarebbe diventata "l'influenza di quest'anno", la Gelmini e Gasparri sarebbero stati "lungimiranti" nel giudicare inappropriata una possibile misura di sanità pubblica e ai "tempi dell'aviaria" sono stati acquistati dei vaccini...
Senza parole. Ho la tentazione di lasciare il post così com'è, senza aggiungere nulla alle deliranti parole di Gasparri.
Poi penso a chi visita PandemItalia per la prima volta, a chi non ha mai sentito parlare di influenza e pandemia influenzale... torno in me e cerco di evitare ogni polemica andando a dare qualche spiegazione del perchè le parole di Gasparri siano "spiazzanti".
1. Siamo nel corso di una pandemia influenzale. In Italia la prima ondata è terminata e ce ne potrebbe essere un'altra. La pandemia influenzale non è una "comune" influenza. Le pandemie occorrono ogni 30-40 anni... chi vuole può leggere qui per approfondire il concetto di pandemia influenzale e può leggere qui per comprendere quanto sia sbagliato descrivere come "normale" un evento straordinario come quello di una pandemia influenzale.
2. La Gelmini, Gasparri, Brunetta avrebbero dovuto collaborare con le istituzioni che si sono occupate della gestione della pandemia mentre quello a cui abbiamo assistito è stata una pessima prova d'orchestra.
3. A cavallo tra il 2005 e il 2006 l'emergenza aviaria colpì profondamente anche l'Italia. Si trattava di un'emergenza mediatica. Il mercato delle carni avicole colò a picco per l'ignoranza dei mass media e dell'italiano medio. In quel momento l'allora ministro della salute Francesco Storace decise per l'acquisto di milioni di dosi di antivirali. Nessun vaccino venne acquistato a quel tempo, ovviamente, perchè nessuna pandemia influenzale era in corso. Dimenticavo... gli antivirali non sono vaccini.