sabato 30 giugno 2007

La condanna del BMJ



Colpisce pesante Tony Delamothe, Editor del British Medical Journal, una delle più autorevoli riviste scientifiche al mondo. A farne le spese sono quelli che nell'editoriale di questa settimana chiama FAF (Friends of Avian Flu), noi li chiameremmo AIA, ovvero gli Amici dell’Influenza Aviaria. Si tratta di chi alimenta “l’incubo” affrontando la sfida di mantenere alta l’attenzione dell’ opinione pubblica sull’influenza aviaria.
E non solo! I FAF sono quelli che tremano di fronte alle 191 vittime della trasmissione dei virus aviari all’uomo ma che dimenticano che nel mondo lo stesso numero di persone muoiono per incidente stradale ogni 84 minuti!
I FAF sono quelli che allarmano per l’assenza di efficacia dei farmaci antivirali o gridano l’allarme per i presunti eventi avversi ad essi correlati.
Prendendo spunto dalle parole di Delamothe si potrebbe continuare con una lunga lista di cose che i FAF sono abilissimi a fare. Leggendo attentamente sembra quasi che i nomi dei FAF siano chiari nella mente dell’Editor, tanto che l’editoriale continua con una chiara domanda retorica: I responsabili per la pianificazione per la prossima pandemia non potrebbero fare in modo di operare in modo meno vistoso e spingerci addosso i disseminatori di panico in un momento più opportuno?

Non entro nel merito della questione ma prendo spunto per una considerazione.
Chi decide di occuparsi di informazioni relative all’influenza aviaria e alla pandemia influenzale dovrebbe avere come primo obiettivo una informazione corretta ma senza svincolarla da un opportuno, e concomitante, equilibrio dei toni. Gli esperti la chiamano “comunicazione del rischio”. Significa informare sui rischi per la salute, attraverso mezzi e modi opportuni, finalizzati a coinvolgere le persone senza terrorizzarle.
PandemItalia persegue l’impegno di mantenere il giusto equilibrio fra le parti: nè una miope sottovalutazione del problema né tantomeno un’estrema ed inappropriata preoccupazione.
Da oggi ricorderemo il nostro impegno con una simpatica immagine che ha un unico significato: siamo qui per comunicare con chiarezza per la migliore e più efficace preparazione ad un’eventuale pandemia da parte di tutti: noi non siamo di quelli che spaventano la gente!

giovedì 28 giugno 2007

Preparazione regionale: giugno 2007

Un aggiornamento rispetto alla stesura dei piani pandemici regionali.

Purtroppo, rispetto alla situazione descritta nel post del 22 giugno, l'Italia fa un passo indietro. Infatti ho inserito per errore la Sardegna fra le regioni con piano pandemico deliberato ma sembra che così non sia.



Quindi la situazione a fine giugno 2007 è la seguente:
Regioni con piano pandemico deliberato: 7
Regioni senza piano pandemico: 13

martedì 26 giugno 2007

Come collaborare?



Cos’è un blog?
Il termine blog è l’abbreviazione di web log. Si tratta di un sito internet dove gli autori possono pubblicare i propri pensieri ed opinioni e invitare gli altri al confronto e alla discussione.

Qual è lo scopo di questo blog?
PandemItalia offre un’opportunità di confronto sulla preparazione e il controllo di un’eventuale pandemia influenzale

Chi sono gli autori?
Gli autori sono operatori della Sanità Pubblica italiana che a vario titolo si interessano di pandemia influenzale.
I dati riportati in PandemItalia si basano sulle più autorevoli istituzioni in materia (OMS, CDC, etc.); le notizie derivano da fonti di informazione attendibili; i pensieri e le opinioni espresse in PandemItalia non sono svincolate dalle evidenze scientifiche attualmente disponibili.
Pensieri ed opinioni espressi dagli autori di PandemItalia non riflettono necessariamente le posizioni ufficiali delle istituzioni nelle quali operano.
Alla data di pubblicazione di questo post il creatore del blog è anche unico autore. Operatori sanitari impegnati nel campo della Sanità Pubblica sono stati contattati e invitati alla collaborazione come autori. Nei prossimi mesi si capirà quale reale interesse alla partecipazione venga dimostrato.
Chiunque dimostrerà interesse al progetto attraverso un’attiva collaborazione sarà incluso fra gli autori di PandemItalia.

Posso contribuire al blog?
Certamente, e ti incoraggiamo a farlo!
Qualsiasi contributo può essere inviato per posta elettronica all’indirizzo: pandemitalia@gmail.com . Ogni contributo sarà valutato e se coerente rispetto alle finalità di PandemItalia sarà immediatamente pubblicato come post.
Inoltre chiunque può partecipare usufruendo della possibilità di commentare i post.
Per evitare l’uso inappropriato dei commenti si è deciso di moderare tale funzione e i commenti, una volta scritti, saranno visibili on-line solo dopo essere stati approvati. Per questo motivo è stato necessario stabilire una linea editoriale sui commenti che stabilisce semplici regole a cui attenersi per evitare che i commenti vengano rifiutati.

Le regole per i commenti
Ecco le semplici regole a cui attenersi perché i commenti vengano pubblicati.

Non pubblicheremo commenti che contengano attacchi personali, termini offensivi o linguaggio volgare.
Non pubblicheremo commenti che trasmettano accuse infondate.
Non pubblicheremo commenti spam, commenti che promuovano servizi o prodotti o commenti che siano chiaramente off-topic.
Per proteggere la privacy di chi vuole commentare e di terze persone invitiamo a non includere numeri di telefono o indirizzi personali.
Faremo del nostro meglio per garantire la più rapida accettazione dei commenti ma ci immaginiamo che in alcune occasioni potranno trascorrere molte ore prima della moderazione e successiva pubblicazione degli stessi.

Grazie per aver considerato queste poche ma fondamentali regole.
Incoraggiamo a partecipare alla discussione sperando in uno scambio proficuo di idee e pensieri che aiutino tutti alla migliore preparazione per un’eventuale pandemia influenzale.

Le regole per i commenti

Premessa
PandemItalia è un blog che incoraggia i commenti.
Per evitare un uso inappropriato dei commenti si è deciso di moderare tale funzione e i commenti, una volta scritti, saranno visibili on-line solo dopo essere stati approvati.
Per questo motivo è stato necessario stabilire una linea editoriale sui commenti che invitiamo a leggere e considerare nella scrittura dei commenti.

Le regole
Non pubblicheremo commenti che contengano attacchi personali, termini offensivi o linguaggio volgare.
Non pubblicheremo commenti che trasmettano accuse infondate.
Non pubblicheremo commenti spam, commenti che promuovano servizi o prodotti o commenti che siano chiaramente off-topic.
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Faremo del nostro meglio per garantire la più rapida accettazione dei commenti ma ci immaginiamo che in alcune occasioni potranno trascorrere molte ore prima della moderazione e successiva pubblicazione degli stessi.

Grazie per aver considerato queste poche ma fondamentali regole.
Incoraggiamo a partecipare alla discussione sperando in uno scambio proficuo di idee e pensieri che aiutino tutti alla migliore preparazione per un’eventuale pandemia influenzale.

lunedì 25 giugno 2007

CIDRAP



Una chicca per chi non fosse già a conoscenza.

Nel sito del CIDRAP (Center for Infectious Disease Research and Policy), e in particolare alla pagina che vi segnalo, troverete centinaia di articoli scientifici, la maggior parte dei quali in full text, sull'argomento pandemia influenzale.

Mi riferisco in particolare agli operatori sanitari ma anche a chi ha una buona conoscenza dell'inglese e sufficiente curiosità per approfondire le proprie conoscenze: buona lettura!

H5N1 in Germania



Norimberga 24 Giugno 2007 - A dieci mesi dalla scoperta dell'ultimo caso di aviaria in Germania, la citta' di Norimberga, in Baviera, ha annunciato di aver identificato il virus H5N1 in otto volatili, sei cigni, un'anatra e un'oca, ritrovati morti negli scorsi giorni.
(Fonte: Adnkronos/ats)
La notizia non mi preoccupa più di tanto. Mi preoccupa lo strano silenzio mediatico che è sceso sull’influenza aviaria.
Sembra quasi che l’Aviaria non faccia più notizia. Dopo l’indigestione mediatica del 2005 i giornalisti sono stufi di polli morti?
A pensarci bene, visti i disastri che la cattiva informazione ha provocato due anni fa (penso al tracollo del mercato delle carni avicole), forse questo è un silenzio prezioso!

A Roma: Focus sulla pandemia influenzale



Devo fare i miei complimenti a Walter Pasini, che nel promuovere questo convegno è riuscito a richiamare alcuni dei nomi più altisonanti del panorama internazionale in tema di conoscenze ed esperienza rispetto alla preparazione ad un evento pandemico.
Eppure un paio di note stonate le ho riscontrate… Mi sembra che manchi qualcuno! Un nome fra tutti: come mai non è stato invitato Donato Greco? Come mai fra i relatori mancano i nomi degli operatori che a livello nazionale o regionale si stanno occupando concretamente di preparazione ad una pandemia influenzale?
Che senso ha il convegno se chi si occupa concretamente della questione non è stato coinvolto in prima persona?
Una svista?!

Inoltre Dal depliant informativo del convegno leggo che: “ Deputati, senatori ed esperti potranno confrontarsi sul più idoneo piano anti-pandemico nazionale che tuteli l’intera popolazione italiana”. Perché? Forse il Piano nazionale di preparazione e risposta ad una pandemia influenzale non è abbastanza? È proprio necessario che dopo un convegno di mezza giornata deputati, senatori ed esperti si confrontino a tal fine?

Rimango un po’ perplesso…

sabato 23 giugno 2007

Le Pandemie influenzali esistono!

Dimenticatevi per un attimo che io sia impegnato nella divulgazione di notizie sulla preparazione ad un evento pandemico.
Ora cercate di dimenticare le storie “no-global”, “anti-vaccino”, “anti-antivirali”, “anti-multinazionali del farmaco” che avete letto ripetutamente sui giornali e in internet. Mi rendo conto che quando si parla di argomenti complessi è più facile essere contro a priori, che non cercare di comprendere con logica e intelligenza che la complessità è un poliedro dalle 1000 facce e ogni faccia è un aspetto differente e ci vuole molto tempo per confrontarsi con i 1000 aspetti diversi che prima di informarti ignoravi esistessero.
Potrei scrivere un elenco di 1000 aspetti che fanno di una pandemia influenzale un evento complesso, ma mi ci vorrebbe tantissimo tempo e preferisco evitare.
Preferisco allora fare il primo passo lasciando a chiunque legga i passi successivi. Il primo passo è il passo più logico al mondo. Dimostrare che una pandemia influenzale è un rischio concreto e non un’abile invenzione.
Non mi occorrerà molto. Una dimostrazione in quattro punti.

Punto 1: I virus influenzali mutano!
Ogni anno lo viviamo sulla nostra pelle. Il virus influenzale non è un virus fantasma. È ben conosciuto; i meccanismi microbiologici alla base delle frequenti mutazioni sono ben noti. Non c’è trucco e non c’è inganno! Chi si vaccina oggi non sarà protetto il prossimo anno, per il semplice fatto che i virus influenzali in circolazione saranno diversi e il nostro sistema immunitario non sarà in grado di riconoscerli completamente. Se poi qualcuno pensa che la microbiologia del virus influenzale è un complotto ordito dalle case farmaceutiche per produrre ogni anno nuovi vaccini… non è un mio problema.

Punto 2: Le pandemie non sono invenzioni!
Quando i virus influenzali sono mutati a tal punto da essere in grado di infettare l’uomo, trasmettersi da persona a persona ed essere tanto diversi dai precedenti da trovare la popolazione mondiale priva di difese immunitarie, si sono verificate epidemie su scala mondiale. È nel linguaggio scientifico ed è ormai una consolidata convenzione: quando una malattia infettiva non rimane limitata ad un luogo ma si espande in tutto il mondo si parla di pandemia. La pandemia è quindi un’epidemia su scala mondiale. Quando ci si accorge di una epidemia? Quando si rileva un numero di casi (persone infette, morte etc…) superiore al numero di casi attesi. È ovvio che ogni anno in giro per il mondo si contano centinaia di migliaia di persone infettate dai virus influenzali umani circolanti. È altrettanto ovvio che ogni anno muoiono migliaia di persone per influenza, soprattutto anziani.
Ma quando accade che l’eccesso di mortalità per polmonite e influenza è raddoppiato rispetto agli altri anni allora sta succedendo qualcosa. Ti chiedi: cosa è cambiato? Fai i tuoi rilevamenti e scopri che il virus che infetta le persone è un virus nuovo, differente da quelli precedentemente circolanti. Ti guardi intorno e scopri che in tutto il mondo si registra un eccesso di casi. È Pandemia!
Al termine della pandemia ti chiedi quanti morti per polmonite e influenza si possano contare e scopri che fra i soggetti anziani (sopra i 65 anni) l’eccesso di mortalità è raddoppiato rispetto agli altri anni; che fra i ragazzi di età compresa fra 0 e 14 anni il numero di morti è sette volte superiore rispetto agli altri anni; che in tutta la popolazione sotto i 65 anni c’è stato un eccesso di mortalità tre volte superiore rispetto a quella registrata negli anni caratterizzati dal ricorrere delle normali influenze stagionali.
Non ho inventato nulla; mi sono limitato a descrivere i dati italiani della pandemia influenzale del 1968 che, peraltro, è stata una pandemia ad impatto lieve rispetto a quelle precedenti del 1918 e del 1957.

Punto 3: A volte ritornano!
Nello scorso secolo si sono registrati tre eventi pandemici. Se si considera che la pandemia precedente a quella del 1918 si verificò nel 1889 possiamo, con un semplice calcolo matematico, stabilire che le pandemie intercorse nell’ultimo secolo si verificarono a 29 – 39 – 11 anni di distanza l’una dall’altra. Potremmo anche parlare di un periodo interpandemico medio di 26 anni, un tempo mediano di 29 e valori estremi di 11 e 39 anni. Il succo del discorso è ben comprensibile da chiunque.
Sono passati 39 anni dall’ultima pandemia ed è lecito cominciare a prepararsi per un evento che potrebbe verificarsi anche a breve termine.

Punto 4: Non ho alcun conflitto di interesse.
Se scrivo queste cose, ma non credo che possa essere considerato un conflitto di interesse, è perché sono un medico di sanità pubblica che si occupa di prevenzione e mi preoccupo che chiunque, dal medico al parrucchiere, abbia una corretta percezione del problema.

Invito chiunque lo desideri a confutare queste affermazioni o ad aggiungere punti alla mia dimostrazione!

venerdì 22 giugno 2007

Le Regioni e la preparazione alla pandemia influenzale

L’allegato del Piano nazionale di preparazione e risposta ad una pandemia influenzale detta le linee di indirizzo per la stesura dei piani pandemici regionali. Il Ministero della Salute aveva già stabilito una data di scadenza per la pubblicazione dei piani pandemici regionali: il 30 settembre. Con un po’ di stupore, mi sono accorto che non mancano ancora tre mesi al termine ultimo per la stesura dei piani, bensì ne sono trascorsi nove: la scadenza era riferita all’anno 2006! A quella data mi risulta che il solo piano pandemico della Lombardia fosse stato pubblicato.
Da oggi e per i prossimi mesi ci occuperemo della questione, cercando di capire come la pianificazione regionale stia procedendo in Italia. Per cominciare riporto in figura la situazione attuale (in verde le regioni con piano deliberato).


Il Ministero sta sollecitando le Regioni alla stesura dei piani ma ci sono tutti i presupposti per ritenere che qualsiasi data ulteriore venga stabilita come scadenza verrà disattesa. Forse il problema è sottovalutato dalle Regioni? Forse non è considerato una priorità di Sanità Pubblica? Forse si ritiene che i piani regionali siano strumenti poco efficaci per la preparazione ad una pandemia? Forse occorrono più aiuti alle Regioni?
Nei limiti del possibile cercheremo di tenere aggiornata la situazione.
È possibile che la situazione non sia completamente attinente alla realtà, ovvero che ci siano Regioni con piani deliberati ma ad oggi non segnalati.
Ogni segnalazione che ci verrà inviata e ci consentirà di avere il completo e corretto quadro della situazione sarà accolta con riconoscenza.

giovedì 21 giugno 2007

H5N1 in Repubblica Ceca






Praga, Giovedì 21 Giugno 2007 – L’aviaria torna a far parlare di sé. Questa volta il focolaio dell'infezione si è acceso in Repubblica Ceca, a Tisova, un paese a nord est di Praga, dove i veterinari sono impegnati nel contenimento di un focolaio epidemico di influenza aviaria fra i tacchini.
La notizia del nuovo focolaio di influenza aviaria è stata confermata anche dalla Commissione europea. «I test effettuati ieri ed oggi nei laboratori nell'Istituto veterinario di Stato a Jihlava e presso il Laboratorio nazionale di Praga su campioni dei tacchini dell'allevamento - si legge in una nota della Commisione Ue - hanno individuato in via preliminare la presenza del virus A dell'influenza, che oggi pomeriggio è stato identificato come il virus altamente patogeno H5N1».
Nell'allevamento interessato dal focolaio, sono presenti circa 6.000 esemplari, di cui 1.800 sono già stati eliminati per sospetto contagio. Anche i rimanenti volatili verranno abbattuti preventivamente.


Le autorità ceche dichiarano di aver subito applicato le misure di sicurezza previste dalle norme comunitarie.
Per la Repubblica Ceca non si tratta del primo focolaio epidemico da H5N1.


Il primo caso di infezione risale al 27 marzo 2006 (clicca per consultare la cronologia dei principali eventi dell’OMS).


Per quanto riguarda l'Italia, sono scattate subito le misure di protezione ed è già stata isolata una partita di pulcini proveniente dalla zona della Repubblica Ceca dove s'è registrato l'episodio. Intanto il sottosegretario alla Salute Gian Paolo Patta ha dichiarato che «per l'aviaria non c’è nessun allarme per il nostro Paese. Le misure assunte dalla Commissione europea sono rigorose e noi come ministero attiviamo sempre i previsti controlli per evitare qualsiasi compromissione dei nostri allevamenti. Per tale motivo non è il caso di diffondere allarmismi che non trovano alcuna giustificazione».


Ringrazio Claudio Po per la segnalazione

Fonti: Reuters e Il Messaggero.it

domenica 17 giugno 2007

Corso Nazionale di Preparazione e Risposta ad una Pandemia Influenzale

Il Corso Nazionale sul Piano di Preparazione e Risposta ad una Pandemia Influenzale per la Formazione Continua degli Operatori della Sanità si svolgerà dal 19 al 20 giugno 2007 presso l'Hotel Cristoforo Colombo, Via C. Colombo, 710 - Roma.
Il corso verrà inserito nel Piano Nazionale ECM previsto dall’accordo Stato-Regioni del 23 marzo 2005.
Il corso non è aperto a chiunque. I partecipanti sono stati scelti dalle singole Regioni di provenienza. Si tratta di quegli operatori che successivamente dovranno impegnarsi come docenti nelle proprie regioni di appartenenza.
il sistema formativo infatti prevede un meccanismo di tipo "a cascata". I partecipanti della fase nazionale saranno i formatori per la fase regionale. I partecipanti della fase regionale saranno i formatori per la fase locale.
A breve in ogni azienda sanitaria si tratterà il tema "Preparazione e Risposta ad una Pandemia Influenzale"!

mercoledì 13 giugno 2007

Li stiamo dimenticando?


Sarà perché per un periodo di tempo mi sono occupato di stranieri temporaneamente presenti (per la legge sono gli “STP”, per i più sono i “senza permesso di soggiorno”) e forse la mia è più una tara mentale che non una preoccupazione sensata, ma il fatto che il nostro Piano Pandemico Nazionale non li menzioni affatto mi preoccupa.
Gli “STP” ci sono; sono presenti sul territorio nazionale in numero non trascurabile; vivono per lo più in condizioni igienico-sanitarie mediocri.
E insieme a loro ci sono gli stranieri residenti, alcuni dei quali, pur in regola, non vivono nella piena integrazione e sopportano difficili situazioni socio-culturali.
Rispetto alle popolazioni povere dell’africa e del sud-est asiatico la letteratura scientifica parla chiaro: a seguito di una pandemia influenzale subiranno le più gravi conseguenze (Murray, 2006).
Ci siamo dimenticati che anche in Italia abbiamo un pezzo d’Africa o di Asia; anche in Italia alcune persone vivono in condizioni di indigenza, soffrono la fame, vivono per strada o in mucchi di decine in pochi metri quadri di appartamento.
Forse non tutti vivranno le stesse precarie condizioni ma alcuni sì! E a questi, pochi o tanti che siano, in pochi hanno pensato.
L’attuale Piano nazionale di preparazione e risposta ad una pandemia influenzale non indica azioni specifiche per attuare o rendere attuabili le misure di prevenzione e controllo di una pandemia influenzale fra gli stranieri.
I piani regionali sono costole del Piano Nazionale, da esso dipendono, pertanto non faccio fatica ad immaginare che gran parte dei piani regionali saranno carenti in tal senso.
Abbiamo tempo per rimediare, rispondendo all’appello lanciato da oltre un anno (Ezard N, 2006).
Fino a quando avremo tempo… non è dato saperlo!

Murray CJL, Lopez AD, Chin B, Feehan D, Hill KH. Estimation of potential global pandemic influenza mortality on the basis of vital registry data from the 1918–20 pandemic: a quantitative analysis. Lancet 2006; 368: 2211–18.

Ezard N, Gupta R. Influenza pandemic plans: what about displaced populations? Lancet Infect Dis 2006; 6: 256–57.

domenica 10 giugno 2007

Influenza aviaria: in Egitto le vittime salgono a 15

Roma, 9 giu. - Sono salite a 15 le vittime dell'influenza aviaria in Egitto. Una bimba di 10 anni è morta oggi, dopo aver contratto il virus da animali domestici infetti. Lo ha confermato il ministro della Salute del Paese arabo. La piccola ha cominciato a sentirsi male all'inizio di giugno, ma è stata ricoverata solo dopo una settimana, togliendo tempo prezioso alle terapie attuabili. Dall'inizio del 2006, quando l'H5N1 è stato individuato per la prima volta negli allevamenti egiziani, 35 persone si sono ammalate. Numeri che ne fanno il Paese più colpito al di fuori dell'Asia.
Fonte: Adnkronos/Adnkronos Salute

Colgo l'occasione per riportare i dati epidemiologici relativi ai casi umani di influenza aviaria aggiornati al 6 giugno 2007 (Fonte OMS).

sabato 9 giugno 2007

WHO Interim Protocol - Rapid operations to contain the initial emergence of pandemic influenza


(clicca sulla figura per scaricare il documento)


L'OMS ha recentemente pubblicato l'interessante documento dal titolo "WHO Interim Protocol - Rapid operations to contain the initial emergence of pandemic influenza" . Il documento definisce l'approccio strategico per contenere una pandemia influenzale al momento del suo esordio stabilendo cosa dovra essere necessariamente fatto e come le operazioni di contenimento dovrebbero essere messe in atto.
Interessante!

mercoledì 6 giugno 2007

Anche i ricchi piangono!



Una nota ditta farmaceutica ritiene che i governi mondiali non stiano facendo abbastanza per accantonare sufficienti scorte di farmaco anti-virale da impiegare contro la pandemia influenzale…
Se mi posso permettere:
Punto numero 1: le case farmaceutiche hanno guadagnato abbastanza gli scorsi anni e scusate se mi viene la convinzione che possano essere in grado di auto-finanziare le proprie ricerche per lunghi anni.
Punto numero 2: i farmaci antivirali avranno efficacia discutibile in corso di pandemia influenzale. Potrebbero essere molto utili in fase di allerta 4 e 5 ma nessuno può dire quanto utili possano essere in corso di pandemia. Prima di tutto perché non saranno disponibili per tutta la popolazione. In secondo luogo perché è noto che nell’utilizzo di massa il virus pandemico potrebbe sviluppare resistenza agli antivirali e il loro utilizzo potrebbe essere completamente inficiato.
Punto numero 3: i Governi non sono chiamati a fare beneficenza alle case farmaceutiche. Fino a prova contraria sono le case farmaceutiche a dover investire nella ricerca per creare tecnologie (farmaci) efficaci e sicure. Solo di fronte a reali prove di efficacia i governi dovrebbero investire su farmaci come gli antivirali (l'efficacia degli antivirali è stata valutata rispetto all'influenza stagionale e non rispetto all'influenza da H5N1 - molti aspetti del trattamento devono essere ancora valutati).
La preparazione all’evento pandemico è il continuo progredire in una preoccupante camminata da equilibrista. Se si spende poco c’è il rischio di ritrovarsi colpevolmente impreparati nel momento del bisogno; se si spende troppo c’è il rischio di bruciare risorse che potrebbero essere utilizzate in modo migliore (guarda caso mi viene da pensare ai quintali di antivirali sparsi per il mondo che sono scaduti senza essere stati utilizzati). Mi chiedo quale livello di preparazione l’Italia avrebbe potuto raggiungere se le risorse investite gli scorsi anni nei farmaci antivirali fossero state indirizzate all’assunzione di personale per i dipartimenti di prevenzione territoriali, cronicamente sotto organico e assetati di risorse.
Ultimo punto ma non meno importante: generalmente le lacrime di coccodrillo non mi muovono a compassione.

lunedì 4 giugno 2007

H5N1 o H7N2?


In data 25 maggio 2007 le autorità britanniche hanno confermato l’infezione da virus influenzale A H7N2 in quattro persone esposti a polli infetti. Alla data del 30 maggio sono stati individuate 256 persone esposte agli animali infettati o agli individui con infezione confermata o sospetta. Fra questi 79 individui sono già considerati non a rischio perché hanno superato il periodo di incubazione.
Sebbene si tratti di risultati preliminari l’indagine epidemiologica escluderebbe che si sia verificata trasmissione interumana del virus.
Cosa sappiamo di nuovo dopo aver ricevuto questa notizia?
Nulla!
Abbiamo solo alcune conferme. Anzitutto non è assolutamente detto che la prossima pandemia influenzale debba necessariamente essere determinata da un virus influenzale di tipo A H5N1.
Così come non è detto che, per il fatto che i quattro individui infetti non sembrino in pericolo di vita, l’H7N2 debba essere considerato un virus meno pericoloso del “più noto cugino” H5N1. Del resto non saranno questi virus aviari a determinare l’evento pandemico ma sarà un virus sottoposto all’ennesima mutazione genetica che acquisirà la capacità di infettare l’uomo e trasmettersi da persona a persona incontrando l’assenza di difese immuni specifiche nella popolazione mondiale. Che nella mutazione il virus influenzale, qualsiasi esso sia, non possa acquisire caratteristiche di patogenicità ancora maggiori nessuno può prevederlo.

Maggiori informazioni sui recenti contagi umani da virus influenzale H7N2

venerdì 1 giugno 2007

Dieci cose che devi sapere sulla pandemia influenzale: Numero 10


L’OMS allerterà il mondo quando il rischio per una pandemia sarà elevato

L’Organizzazione Mondiale della Sanità lavora a stretto contatto con i ministeri della salute e le altre organizzazioni di sanità pubblica al fine di supportare le attività di sorveglianza dei vari paesi rispetto ai sottotipi virali in circolazione. Un sistema di sorveglianza sensibile, che possa individuare virus influenzali emergenti è essenziale per il rapido accertamento della presenza di virus pandemici.
Sei fasi distinte sono state definite per facilitare la pianificazione, con la definizione dei ruoli per i governi, le industrie e l’OMS. Attualmente ci troviamo in fase 3: un virus di nuova insorgenza sta causando infezioni ma non si trasmette facilmente da persona a persona.

Dieci cose che devi sapere sulla pandemia influenzale: Numero 9


Ogni Paese deve essere preparato

L’OMS ha pubblicato una serie di azioni strategiche raccomandate per rispondere all’evento influenzale pandemico. Le azioni sono stabilite per provvedere diverse linee difensive che riflettono la complessità della situazione. Le azioni raccomandate sono differenti a seconda che ci si trovi nella presente fase di allerta pandemica, in caso di diffusione di un virus pandemico e in caso di dichiarazione di pandemia.


Dieci cose che devi sapere sulla pandemia influenzale: Numero 8






Le difficoltà economiche e sociali potrebbero essere grandi
Un'alta incidenza di malattia potrebbe essere accompagnata da assenteismo lavorativo. E tutto questo potrebbe contribuire ad un danno economico e sociale. Le passate pandemie si sono diffuse globalmente in due o tre ondate. Non ci si aspetta che tutte le parti del mondo o di un singolo Paese vengano severamente colpite allo stesso tempo. Le difficoltà economiche potrebbero essere momentanee, ma potrebbero essere amplificate dalle dinamiche di mercato attuali. Le difficoltà sociali potrebbero essere molto accentuate se i tassi di assenteismo condizionassero i servizi essenziali, come elettricità, trasporti, comunicazioni.

Dieci cose che devi sapere sulla pandemia influenzale: Numero 7

Potrebbe esserci un numero elevato di morti

Storicamente il numero di morti durante le varie pandemie è stato variabile. I tassi di mortalità sono largamente determinati da quattro fattori: il numero delle persone che viene infettato, la virulenza del virus, la vulnerabilità delle popolazioni affette e l’efficacia delle misure preventive adottate. Accurate stime della mortalità non possono essere fatte prima che il virus pandemico sia emerso e cominci a diffondersi. Tutte le stime relative al numero delle morti attese sono puramente speculative.
L’OMS ha stimato, in modo relativamente conservativo, dai 2 milioni ai 7,4 milioni di morti. Questa stima è effettuata sulla base dei dati relativi alla pandemia di lieve severità del 1957. Stime effettuate considerando la possibilità di virus più dannosi, come quello del 1918, danno luogo ad un numero di morti molto maggiore. Tuttavia la pandemia del 1918 è considerata evento eccezionale.