mercoledì 29 agosto 2007

Occhio alle bufale!

Qualcuno ha timidamente proposto la notizia, ma nessuno abbocchi: il fatto che sia stata dimostrata la trasmissione interumana del virus H5N1 non significa che sia lecito pensare ad un passaggio dalla fase III alla fase IV di allerta pandemica.
Secondo le indicazioni dell'OMS la fase III è caratterizzata dalla seguente condizione:
Trasmissione interumana assente o limitata

Mentre la fase IV si avrebbe se si verificasse la seguente condizione:
Evidenza di un aumento della trasmissione interumana

Quindi affermare che si prospetta un passaggio di fase è assolutamente fuori luogo.
Inoltre sapevamo già della trasmissione interumana, era già stata segnalata lo scorso anno. Il modello matematico applicato dai ricercatori statunitensi non aggiunge molto alle conoscenze già in nostro possesso.

lunedì 27 agosto 2007

Pandemia influenzale e Summer Jamboree!

Ieri si è conclusa l’ottava edizione del Summer Jamboree, a mio parere la più bella festa organizzata a Senigallia.
Il SJ richiama decine di migliaia di visitatori (se voleste distrarvi un attimo consiglio di guardare qui, qui e qui!).

Come è noto la limitazione degli eventi pubblici potrebbe essere una decisione da prendere in caso di pandemia influenzale.
Ma c’è il rischio che in futuro il Summer Jamboree venga cancellato per l’occorrenza di una pandemia influenzale?
La domanda si trasforma automaticamente nella seguente: le pandemie influenzali possono verificarsi d’estate?

Le pandemie del XX secolo ci hanno insegnato che le pandemie non si verificano necessariamente in inverno.
Nel 1918, ad esempio, si ebbero tre ondate e ogni ondata durò circa due-tre mesi interessando differenti periodi dell’anno.
Riporto l’estratto di un interessante lavoro trovato in rete:

Ai primi di febbraio 1918 l’agenzia di stampa spagnola FABRA aveva trasmesso il seguente comunicato: “Una strana forma di malattia a carattere epidemico è comparsa a Madrid…L’epidemia è di carattere benigno non essendo risultati casi mortali”.Il morbo iniziava con sintomi generici: due giorni d’incubazione con tosse, quindi insorgevano dolori in varie parti del corpo, dietro agli occhi e alle orecchie, in regione lombare. Seguiva uno stato di torpore mentre la febbre iniziava a salire fino ai 40° C. La lingua si ricopriva di una densa patina giallastra e l’ammalato era costretto a letto da dove si rialzava dopo tre giorni, completamente guarito. Definita pertanto “La strana febbre dei tre giorni” la malattia venne solo tardivamente riconosciuta dai medici come una variante grave dell’influenza. Anche se benigna l’epidemia aveva colpito la penisola iberica mettendo a letto otto milioni di spagnoli. Contrariamente al solito le classi maggiormente colpite furono i giovani, donne e uomini in perfette condizioni fisiche. Inizialmente la responsabilità dell’epidemia fu addossata alle carenze del servizio sanitario spagnolo, provocando furibonde proteste da parte dei collegi medici iberici. In realtà, prima che l’infezione colpisse Madrid, circa 1100 soldati americani erano stati costretti a letto a Fort Riley nel Texas, l’undici marzo 1918. La pandemia si diffuse a diverse ondate. Tra l’aprile e il maggio 1918 la febbre aveva colpito Francia, Scozia, Grecia, Macedonia, Egitto e l’Italia e fu considerata benigna poiché colpì principalmente anziani e persone deboli. In giugno si diffondeva in Germania, Austria, Norvegia e India; sembrò poi dileguarsi alla fine di quel mese. Tuttavia in Italia in luglio iniziarono ad apparire casi gravi, con congestione polmonare e broncopolmonite. Le inquietudini delle autorità dovevano essere forti se a metà luglio il prefetto di Catanzaro conferì al direttore della stazione sanitaria di Crotone l’incarico di svolgere ricerche batteriologiche su sangue ed espettorato di due coniugi deceduti nel comune di Limbadi in seguito ad un’infezione di tipo influenzale. Nell’autunno dello stesso anno si verificò una seconda ondata responsabile della gran parte dei decessi che partì simultaneamente in diversi angoli del pianeta (Francia, Sierra Leone, Massachusetts). Studi più recenti fissano una data precisa, il 22 agosto 1918, e un luogo, Brest, in Francia, il porto in cui transitavano le truppe americane. Ai primi di settembre i giornali italiani cominciarono a parlare della malattia. Dal Piemonte la “Gazzetta del popolo” scrisse di un preoccupante aumento d’influenza con complicanze polmonari; “L’Ora” di Palermo pubblicizzava un preparato contro i dolori di testa e le febbri spagnole. E sulla “Stampa” un medico accennava all’epidemia che inquietava la cittadinanza. Da giorni, del resto, l’incredibile abbondanza di necrologi e i resoconti di cerimonie funebri rivelava la verità: un’ecatombe di ragazzi e giovani morti nel rigoglio della giovinezza, per un fatale ed improvviso morbo. Di fronte al fatto che neppure la scienza capiva la natura del male, molti trascuravano le raccomandazioni sanitarie. Il numero dei morti cresceva, mentre calava quello dei medici, vittime anch’esse dell’epidemia. A settembre e nelle prime settimane d’ottobre, l’influenza viaggio a velocità impressionante. E servivano a poco le misure di contenimento: chiusura di luoghi pubblici, proibizione delle visite agli ammalati in case e ospedali, disinfezione di strade e chiese. L’odore dell’acido fenico era ovunque, ordini, avvertenze e divieti militarizzavano la società e condizionavano la vita di tutti. Dopo aver raggiunto l’acme tra la seconda e la terza decade d’ottobre l’epidemia cominciò a perdere intensità, anche se tra fine dicembre e i primi del 1919 ci fu una terza ondata, più circoscritta. Con oltre 10 morti ogni mille abitanti l’Italia ebbe, secondo alcune stime, il primato di mortalità in Europa, e fu nona nel mondo.
Fonte: Liceo Scientifico Pacinotti – La Spezia

Ricapitolando schematicamente e ampliando con i dati delle successive pandemie:


Cosa impariamo dalle pandemie del passato?
Che le pandemie possono verificarsi in qualsiasi stagione e non esclusivamente in inverno.

Anche il Summer Jamboree ci insegna qualcosa sulle pandemie: la pandemia influenzale (1957) non è riuscita a rovinare lo stile e il calore degli anni cinquanta, che ancora, piacevolmente, rivivono!

Istituto Carlo Urbani!



L’Italia ha accettato di finanziare la costruzione di un Istituto per lo studio della SARS e dell’Influenza Aviaria in Vietnam per un importo di 1,1 milioni di euro.
L’Istituto, che sarà costruito nella provincia di ThuaThien sarà intitolato al nostro Carlo Urbani!
La notizia qui !
E qui un piccolo tributo per non dimenticare il suo lavoro!

martedì 21 agosto 2007

Assurdità russe!



Riporto una notizia di ieri (fonte: il Messaggero):

MOSCA (20 agosto) - Stop al pollo italiano in Russia. Mosca ha bloccato ieri le importazioni di pollame dall'Italia, dopo le notizie di una epidemia di influenza aviaria da H5N2, virus comunque non pericoloso per l'uomo. Lo ha comunicato l'ente agroalimentare Rosselkosmazor all'agenzia russa Ria Novosti. I veterinari moscoviti hanno precisato che si tratta di una misura temporanea. Analoghi veti erano stati presi nei mesi scorsi per le carni importate da altri paesi che avevano denunciato focolai epidemici.

Il ministero della Salute ha comunicato che la situazione è isolata e sotto controllo. Secondo il governo non ci sarebbe alcun pericolo: «I nostri controlli sono tra i più rigorosi d'Europa. Tutte le carni commercializzate vengono sempre e solo da animali perfettamente sani», ha sottolineato il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Paolo De Castro. «La decisione presa dalla Russia non appare giustificata in alcun modo se non per motivi commerciali», aggiunge il ministro sottolineando che i controlli hanno evidenziato come si tratti di un ceppo di virus già scarsamente attivo sui polli e assolutamente non trasmissibile all'uomo. «Non vi è alcun pericolo per i consumatori. Mi auguro davvero - ha concluso De Castro - che tutto questo non inneschi, anche a livello mediatico, una dinamica che possa penalizzare un settore che invece ha saputo distinguersi proprio per la sicurezza e la qualità dei suoi prodotti».

Questa notizia mi infastidisce. Perchè la Russia sta prendendo misure di controllo che, nel caso italiano, appaiono del tutto inappropriate?

È come se l'italia decidesse di vietare l'importazione di cioccolato svizzero perchè una mucca elvetica ha avuto la tubercolosi o come se si decidesse di impedire l'importazione di macchine tedesche perchè il motore di una Golf ha preso fuoco in Germania... assurdità!

Aggiornamento (22.09.07) - la Russia ha appena revocato il divieto!

H5N1 – 200 morti, CFR = 58%


Con l’ultimo decesso avvenuto in Indonesia si è raggiunta quota 200 casi (dal 2003).

Quello che gli anglossassoni definiscono CFR o Case Fatality Ratio, ovvero la semplice proporzione tra i decessi per influenza aviaria e il totale dei casi umani diagnosticati affetti da H5N1, si è attestato su un valore di circa 0,60; esprimendo in percentuale lo stesso indicatore potremmo dire che il 60% delle persone dichiarate infette sono decedute.


Fino a qualche tempo fa l’opinione diffusa era quella di ricercatori come la dott.ssa Thorson o il dott. Cox , convinti che il CFR fosse sovrastimato, giustificando tale affermazione con la considerazione di un possibile numero di soggetti infetti ma asintomatici e quindi non inclusi nel denominatore.
Da qualche tempo quella convinzione non è più una certezza.
Rapeepan Dejpichai, medico del Ministero della Salute Tailandese, ha presentato a Toronto risultati che andrebbero nella direzione opposta:

In estrema sintesi ecco i risultati presentati:
- Sono state studiate 901 persone, abitanti nelle zone in cui si sono registrati decessi umani da influenza aviaria;
- Il 68.1% ha dichiarato di aver avuto contatti con Il pollame;
- Il 33.3% ha dichiarato di essere venuto in contatto con polli malati o morti senza utilizzare alcuna protezione;
- Il 7.1% ha dichiarato di aver avuto contatti con le persone risultate infette;
- Tutti i partecipanti allo studio sono risultati sieronegativi nei confronti degli anticorpi anti-H5N1

Questi risultati ci comunicano buone e cattive notizie.
La buona notizia è che il Virus H5N1 non si trasmette facilmente dagli animali all’uomo, né tantomeno da uomo a uomo. Infatti, a fronte delle alte percentuali di persone che hanno avuto comportamenti a rischio, nessuno è risultato infetto.
La cattiva notizia si ricollega a quello di cui stavamo precedentemente discutendo: nei 901 partecipanti allo studio non possono essere descritti casi di persone infettate senza aver riportato sintomi.
Quindi un CFR del 60% potrebbe non essere sovrastimato come si è sempre pensato.

sabato 18 agosto 2007

H5N1: Indonesia 83

Sembra che nel caso della bambina indonesiana di Bali, deceduta prima della madre senza che alcuna indagine virologica fosse effettuata, non sia stata fatta chiarezza. Ma non c'è voluto molto perchè in Indonesia le vittime salissero ufficialmente a 83. Infatti il 16 agosto una diciasettenne indonesiana è morta a Tangerang, paese a ovest della capitale Jakarta.

Ma la notizia più sorprendente sta nell'ultima mossa del governo indonesiano. Come abbiamo recentemente riportato il governo indonesiano è in "guerra" con l'OMS (per capire la vicenda leggere qui). Sembrerebbe che i campioni di sangue prelevati dalla donna morta a Bali siano stati inviati ai laboratori dell'OMS e la motivazione risieda nell'interesse che si confermi l'assenza di trasmissione interumana, per tranquillizzare l'opinione pubblica e cercare di rimediare ad una situazione che potrebbe mettere in ginocchio il turismo indonesiano.

Vergogna Indonesia... pensi solo a te stessa!

venerdì 17 agosto 2007

Origini del termine "influenza"



Per chiunque fosse interessato all'approfondimento: un buon documento del CIRI (Centro Interuniversitario di Ricerca sull'Influenza e sulle Infezioni Virali).

Mi permetto di riportare una "chicca" dallo stesso documento:

All'origine della parola italiana influenza, tuttora usata in numerose altre lingue, c'è il termine latino "influentia". II nome rifletteva la credenza diffusa nell'antica Roma che la comparsa delle epidemie fosse strettamente correlata all'influenza di congiunzioni sfavorevoli delle stelle.

giovedì 16 agosto 2007

H5N2 in Emilia Romagna


Ecco cosa accade in Italia quando viene isolato un virus influenzale aviario... leggi qui!
L'Emilia Romagna è una delle Regioni con i migliori Dipartimenti di Prevenzione d'Italia (insieme a Veneto e Toscana...opinione personale!). Nella mia regione, le Marche, gli allevamenti di pollame sono stati censiti e attuare le stesse misure di sanità pubblica non sarebbe un problema... e nelle altre regioni?

martedì 14 agosto 2007

H5N1 - Altre considerazioni sui casi di Bali

Da questa notizia si possono aggiungere i seguenti particolari:
  1. La donna ventinovenne deceduta domenica scorsa è risultata positiva ai test diagnostici che hanno confermato la morte per influenza aviaria.
  2. Sua figlia, 5 anni, è morta pochi giorni prima, il 3 agosto, in un ospedale locale, presentando i sintomi di una polmonite; nessuno ha pensato all’infezione da H5N1 e i test non sono stati immediatamente effettuati. Solo dopo la morte della madre le autorità sanitarie hanno deciso di riesaminare il caso della piccola bambina e i risultati dei test diagnostici hanno confermato che anche la bambina è morta per l’infezione influenzale aviaria. Ovviamente questo avvenimento fa sospettare che in precedenza possano esserci stati casi di morti per influenza aviaria non segnalate.

  3. Nei giorni precedenti i due decessi alcuni polli, di proprietà di un vicino delle vittime, erano risultati malati e molti di questi sono morti rapidamente. I test sui polli morti hanno confermato la presenza del virus.

  4. Quello che più preoccupa è il comportamento degli abitanti del villaggio che invece di bruciarne le carcasse le hanno seppellite o le hanno date in pasto ai maiali; è proprio così che i virus influenzali mutano e divengono pandemici…

Il meccanismo è conosciuto come antigenic shift e avviene più frequentemente con il coinvolgimento di un ospite intermedio, generalmente il maiale (figura sotto).



Modificato da Zanetti, Presentazione al Corso Nazionale di aggiornamento sul “Piano di Preparazione e Risposta ad una Pandemia Influenzale” - Roma 19 giugno 2007

Il maiale agisce da “mixing vessel”: esso possiede i recettori sia per il virus umano sia per quello dei volatili e a livello delle cellule bersaglio avviene il riassortimento genico (scanbio di materiale genico) che dà origine ad un nuovo virus con caratteristiche adattative all’uomo.


lunedì 13 agosto 2007

H5N1 a Bali, Indonesia: 2 casi umani


Mentre rimaniamo in attesa di capire se gli otto casi indiani siano stati infetti dal virus influenzale aviario la cronaca odierna parla di 2 ulteriori vittime a Bali, in Indonesia. L'infezione da H5N1 è stata confermata.
Il numero delle vittime in Indonesia, il Paese più colpito dall'Aviaria, sale a 83.

Fino ad'ora a Bali non si erano verificati casi umani.
Considerato che Bali rappresenta la più importante meta turistica indonesiana, presumo che la notizia possa avere un certo impatto mediatico e possa essere fonte di preoccupazione per i turisti. Allora? Che fare se si fosse diretti a Bali per il ferragosto?
Consigliamo di leggere questo interessante documento, e se qualcuno fosse particolarmente interessato ai viaggi in Indonesia, o nelle altre zone colpite dall'Aviaria, riportiamo (figura sotto) i consigli specifici che potrete trovare a pagina 9 dello stesso documento.

sabato 11 agosto 2007

H5N1 in India: 8 casi umani?



Vellore (India), 11 agosto 2007 - Otto bambini di Chittor, nella regione indiana di Andhra Pradesh sono stati ospedalizzati per la presenza di sintomi influenzali, febbre alta e epilessia, che farebbero sospettare l'influenza aviaria.
Attendiamo l'esito dei test di laboratorio.
La notizia qui

venerdì 10 agosto 2007

Random Medical News


Il mondo della ricerca scientifica non smette di sorprendermi.
Ogni giorno vengono pubblicati centinaia di articoli, alcuni veramente interessanti e di alta qualità, alcuni scadenti, altri della vera e propria spazzatura.
Così, una rapida ricerca delle news relative alla salute ci informa che…
- Il caffè ha proprietà protettive contro il cancro del fegato e della pelle (leggi qui) e non solo…
- il caffè riduce il declino cognitivo negli anziani (leggi qui)
- Una elevata assunzione di fritti aumenta il rischio di obesità (leggi qui)
- Le donne che si sottopongono all’impianto di protesi al seno sono a rischio tre volte maggiore di suicidio (leggi qui)
- Molti dei problemi di salute di cui soffrono i pazienti diabetici sono da attribuirsi a una carenza di vitamina B1 (tiamina) (leggi qui).

Quante informazioni relative alla salute vengono prodotte? Tantissime.
Quante di queste informazioni sono attendibili? Non così tante.
I problemi sono molteplici e si tratta, nella maggior parte dei casi, di problemi metodologici. Ma a mio parere il problema maggiore è la modalità con cui certe notizie vengono divulgate.
Ogni studio sembra meritevole del Nobel per la medicina.
Un po’ di senso critico in più, da parte dei giornalisti incaricati di pubblicare news di salute, potrebbe e dovrebbe essere applicato.

Anche le notizie relative alle pandemie influenzali non sfuggono agli stessi problemi di cui sto parlando.
PandemItalia persegue l’obiettivo di promuovere le migliori conoscenze scientifiche relative all’influenza pandemica.
Il canale per riassumere i migliori risultati della ricerca sul tema in questione sono i post etichettati con il tag “Letteratura Scientifica”.

H5N1 in Australia: nessun caso umano e qualche considerazione epidemiologica

Falso allarme...
Ethan Ioannou, bambino di cinque anni deceduto a Melbourne, è morto per gli esiti della comune influenza stagionale che sta colpendo l'Australia.
Poco dopo la morte del bambino erano state effettuate tutte le indagine per escludere che si trattasse di H5N1. I risultati hanno confermato che la causa del decesso non è da ricercare in un virus influenzale aviario ma nel comune virus influenzale attualmente circolante in Australia.
Le giovani vittime australiane dell'influenza stagionale salgono a 5. Tre nel mese di luglio e un caso nei primi giorni del mese di agosto. A questi si somma il caso di Ethan, ultima piccola vittima.
L'autorità sanitaria di Melbourne ha dichiarato che attualmente non si può parlare di epidemia influenzale. I casi notificati quest'anno sono 260 contro i 245 casi del 2006 e i 442 del 2005. Quindi c'è stato un lieve incremento rispetto all'anno precedente ma si rimane nella comune variazione stagionale che ci si attende da un anno all'altro.
Il direttore della Scuola di Cure Primarie della Monash University, Professor Leon Piterman, ha dichiarato: "Le morti correlate all'influenza capitano e sono preoccupanti ma sono eventi rari. I genitori dovrebbero essere allertati ma non dovrebbero essere preoccupati che possa accadere".
"Nella morte improvvisa per un problema cardiaco, se un bambino presenta un quadro clinico non critico, è molto difficile prevedere che nel giro di poche orae la situazione andrà deteriorandosi".
Il Prof Piterman ha inoltre concluso dicendo che i bambini con asma sono maggiormente suscettibili all'infezione virale ma ha ribadito che le epidemie influenzali occorrono ogni anno e purtroppo capita che si verifichino casi peggiori di altri.

Le parole del Prof Piterman e i cinque casi australiani mi danno lo spunto per alcune considerazioni epidemiologiche sull'influenza.

Durante le epidemie di influenza i più colpiti sono i bambini in età scolare e si verifica con frequenza il contagio secondario degli adulti e degli altri bambini nell'ambito del nucleo familiare (non è un caso che la sorellina di Ethan si sia ammalata, fortunatamente senza gravi conseguenze).
La frequenza dell'infezione nei bambini sani è stata stimata del 10-40% all'anno. Circa l'1% di queste infezioni può richiedere un ricovero. Il rischio più grave è che l'infezione si estenda alle basse vie respiratorie sotto forma di bronchiolite o polmonite. Questo rischio è stimato fra lo 0,2 e il 25%. Nei bambini con meno di 5 anni è documentato che l'influenza comporta un aumento dei ricoveri, con frequenza più elevata in bambini sotto i due anni.
In generale la mortalità associata alle complicanze dell'influenza come bronchite e polmonite è più elevata nei pazienti con:
  • emoglobinopatie
  • displasia broncopolmonare
  • asma
  • fibrosi cistica
  • tumori
  • diabete mellito
  • malattia renale cronica
  • cardiopatia congenita
Anche gli anziani sono soggetti alle conseguenze peggiori dell'influenza.
Non è un caso che la vaccinazione anti-influenzale sia ogni anno gratuita per gli anziani sopra i 65 anni e per i soggetti con patologia cronica (tutte quelle segnalate sopra sono malattie croniche).

Ricetta Biblica per produrre olio “anti-virus”



Michael Ovadia, ricercatore dell'Università di Tel Aviv - Dipartimento universitario di Zoologia, ha usato un passo Biblico per produrre la versione moderna di un antico olio sacerdotale capace, a suo dire, di proteggere contro un’ampia gamma di virus.
L’olio era utilizzato dai sacerdoti del tempio di Israele per ungersi prima di sacrificare gli animali. Michael Ovadia è sicuro che quest’olio, preparato con cannella ed altre spezie, possa avere un ruolo nell’impedire la diffusione di agenti infettivi e si dice abbastanza sicuro dell’efficacia nella prevenzione della trasmissione di virus come quello dell’influenza aviaria, gli herpes virus e addirittura l’HIV.
Questa notizia, che sembrerebbe frutto di una mente quantomeno fantasiosa, l’ho trovata on-line e si tratta di una notizia vera! Chi voglia approfondire clicchi qui e qui (in italiano).

Sebbene mi preoccupi la sorte di ogni essere umano, non starò qui a esprimere la mia preoccupazione per un professore che ha violato un ordine Divino (chi vuole legga Esodo 30:22-33, troverete la ricetta ma anche la maledizione di Dio per chi utilizzerà l’olio di consacrazione al di fuori delle prescrizioni Divine). Non vorrei nemmeno parlare del fatto che il professor Ovadia abbia venduto la sua scoperta alla Frutarom, una azienda produttrice di profumi, estratti, olii essenziali e non so cos’altro e magari che per la vendita abbia, forse… chissà…, esagerato le proprietà curative dell’olio.
Quello di cui vorrei parlare è la terminologia utilizzata. Il professor Ovadia parla di scoperta efficace… Quando si utilizza l’aggettivo “efficace” per descrivere un farmaco, un trattamento, un prodotto di qualunque natura esso sia, dovrebbe essere chiaro il significato che sottende al termine “efficacia”. Dagli anni ’90 si è sviluppata una nuova medicina, la medicina basata sulle prove di efficacia (o evidenze), meglio conosciuta con l’acronimo EBM.
David L. Sackett (foto a destra), uno dei padri fondatori della Medicina Basata sulle Evidenze, l'ha definita come "L'utilizzo coscienzioso, esplicito e giudizioso delle migliori evidenze nel prendere decisioni per le cure individuali di un paziente. La pratica dell'EBM significa integrare l'esperienza clinica individuale con le migliori evidenze cliniche provenienti da ricerche sistematiche".
Il fondamento dell’EBM sono i trial. Essi rappresentano la strada più affidabile per scoprire cure efficaci o smascherare quelle che non lo sono.
In estrema sintesi, ecco come funziona il trial per testare l’efficacia di un certo farmaco: si includono nello studio dei partecipanti secondo espliciti criteri di inclusione (elemento fondamentale: che siano malati della malattia per cui il farmaco si sperimenta); si dividono i partecipanti in due gruppi (a caso); un gruppo riceve il farmaco studiato, l’altro gruppo riceve un altro farmaco (possibilmente quello considerato efficace rispetto alla malattia in questione) o il placebo (una pillola vuota); si stabilisce se ci sono differenze tra il gruppo dei trattati con il nuovo farmaco e il gruppo di controllo ovvero non trattato (placebo) o trattato con il farmaco di controllo.
Ora avrete capito perché non amo l’omeopatia: non esistono prove scientifiche che attestino l’efficacia dei rimedi omeopatici.
E capirete anche perché non amo particolarmente Ovadia: la disubbidienza a Dio non c’entra! Si tratta della sostanziale assenza di prove di efficacia a sostegno dell’olio biblico utilizzato nell'uomo come farmaco anti-virale.

Del resto nel campo delle malattie infettive non sempre i principi della medicina basata sulle evidenze possono essere applicati. Quella che viene definita Evidence Based Prevention (una prevenzione che si fonda sui principi della EBM) metterebbe in ginocchio molte scelte di sanità pubblica.
Talvolta le prove dell’efficacia di una determinata azione o di un determinato trattamento preventivo sono assenti semplicemente perché difficilmente valutabili.

Prendiamo ad esempio le prove relative all’utilizzo delle mascherine chirurgiche in caso di pandemia influenzale. Non ci sono chiare evidenze che ne attestino l’inutilità; al contempo non ci sono chiare prove che ne dimostrino l’efficacia protettiva.
Cosa fare quando le prove di efficacia mancano?

Torneremo su questo argomento perchè è il nodo centrale di molte scelte di sanità pubblica per affrontare un'eventuale pandemia influenzale!

H5N1 in Vietnam... e in Australia?




Un ragazzo vietnamita di 15 anni è deceduto il 4 agosto. Dopo quest’ultimo decesso in Vietnam le vittime da influenza aviaria salgono a 46 dal 2003.

Nel frattempo in Australia le autorità sanitarie stanno cercando di capire se il decesso di un bambino di 5 anni possa essere legato al virus dell’influenza aviaria. Test urgenti sono stati richiesti dopo che l’autopsia effettuata la scorsa notte ha indicato che il bambino è stato interessato da una polmonite di natura virale.

Rimaniamo in attesa…

martedì 7 agosto 2007

Se io ti do il virus… tu mi dai il vaccino?

Come sappiamo i virus influenzali cambiano aspetto con frequenza. Per questo motivo è fondamentale poter isolare continuamente i virus influenzali. Se si smettesse di isolare i virus influenzali sarebbe impossibile produrre vaccini efficaci; i vecchi vaccini, preparati sulla base delle caratteristiche dei vecchi virus, sarebbero inefficaci contro i nuovi virus circolanti (mutati rispetto a quelli dell’anno prima). È questo il motivo per cui ogni anno dobbiamo vaccinarci con un nuovo vaccino anti-influenzale.
Perché sto ripetendo questi concetti?
Perché ieri David Heymann, dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha dichiarato che l’Indonesia rimane attualmente l’unico Paese a non aver condiviso campioni contenenti il virus H5N1 che i produttori possono utilizzare per sviluppare vaccini. Ha poi continuato affermando che l’Indonesia ha inviato campioni in maggio che però sono risultati privi di virus. Haymann ha infine dichiarato che la decisione del governo indonesiano di non voler condividere i virus aviari aumenta i rischi associati ad un evento pandemico.

Dal canto suo l’Indonesia (il paese con il maggior numero di casi umani da H5N1) ha accusato l’OMS di utilizzare i suoi campioni in modo scorretto, condividendoli con le case farmaceutiche senza il proprio permesso. La preoccupazione dell’Indonesia è che le case farmaceutiche producano vaccini che Paesi poveri, come quello indonesiano, non potranno permettersi.
All’inizio dell’anno Jakarta aveva espresso l’intenzione di non condividere i campioni provenienti dai casi di H5N1 se non ci fossero state chiare garanzie da parte dell’OMS sul non utilizzo a scopo commerciale. Triono Soendoro, responsabile del centro per la ricerca e lo sviluppo del ministero della salute indonesiano ha dichiarato che l’aver inviato dei campioni a maggio è stato un gesto di buona volontà, rispetto all’assenza di chiari ed adeguati meccanismi per lo scambio dei virus: “abbiamo inviato I campioni a maggio in buona fede; è stata una donazione, una cortesia, nella speranza che in futuro sia stabilito un corretto meccanismo di scambio di virus. Ma fin’ora un meccanismo simile è inesistente.”.
La scorsa settimana gli esperti mondiali della salute si sono incontrati a Singapore per discutere dei meccanismi di scambio dei virus influenzali. La discussione continuerà sul tavolo della Asssemblea Mondiale della Salute nel maggio del 2008, quando i 193 stati membri affronteranno formalmente il problema.

La notizia originale la trovate qui!
(Fonte Reuters)

lunedì 6 agosto 2007

Influenza Report 2006


Tutto quello che avreste voluto sapere sull’influenza ma non avete mai osato chiedere… lo trovate qui!
Un report con ottime informazioni su aspetti microbiologici dei virus influenzali, virus aviari, preparazione alla pandemia influenzale, vaccinazione, aspetti clinici, trattamento e profilassi… un’ottima lettura estiva!

domenica 5 agosto 2007

PandemItalia e il futuro



PandemItalia e il futuro?
Chi può prevedere?!

Alcune idee sono in cantiere...
  • il "glossario pandemico", un glossario che consenta la massima comprensione del blog, anche ai non addetti ai lavori;
  • la revisione delle "etichette", per migliorare la fruibilità delle informazioni;
  • la promozione di un piano pandemico individuale e per le famiglie;
  • informazioni più dettagliate sulle misure di sanità pubblica da adottare in caso di influenza pandemica (uso delle mascherine, lavaggio delle mani, isolamento, quarantena...)
  • la ricerca della più ampia partecipazione possibile: PandemItalia non è "mio" ma è "nostro"... per questo motivo ancora una volta invitiamo alla partecipazione: tutti coloro che hanno un minimo di interesse leggano qui!

sabato 4 agosto 2007

Epicentro e Checklist CDC

Navigando in Epicentro ho trovato la Checklist per la preparazione dei singoli e delle famiglie a una pandemia influenzale, traduzione italiana di un documento dei CDC.

Da salvare e studiare attentamente!

NB: Epicentro è un sito fondamentale per gli operatori di Sanità Pubblica... da salvare fra i preferiti!

H5N1 – Nuove news… ma non buone

Da alcuni giorni non riportiamo le notizie di cronaca. Ecco, dunque, un breve sunto di ciò che è accaduto durante la settimana:

Hanoi (Vietnam), 31 luglio - Una giovane donna incinta è deceduta al Bach Mai Hospital di Hanoi, dove la donna era stata ricoverata nel giorno del 24 luglio per una polmonite e difficoltà respiratorie.
Questo è il quarto caso recente di infezione umana in Vietnam (e la terza morte). La conferma di questo caso da parte dell’OMS porterebbe i casi vietnamiti a 99 e i decessi a 45.

In Europa sono ancora stati segnalati volatili morti. Sia in Francia (29 luglio) che in Germania (3 agosto) alcuni volatili sono stati ritrovati morti e successivi test hanno confermato l’infezione da H5N1.
Nessun allevamento coinvolto.

Molto più seria la situazione in India, dove migliaia di uccelli sono stati abbattuti dopo che un focolaio di H5N1 ha colpito un allevamento di pollame nella regione nordorientale di Manipur al confine con la Birmania.
In questi giorni Le autorità indiane hanno messo in quarantena 51 persone, perlopiù coinvolte nell’abbattimento e nello smaltimento degli animali infetti.
Il ministero della sanità indiano dichiara inoltre che le persone sotto osservazione, tutte già in terapia con il medicinale Tamiflu, hanno detto di non sentirsi bene, ma nessuno ha accusato sintomi influenzali.
Ma le autorità sanitarie hanno visitato centinaia di persone residenti nei dintorni dell’allevamento colpito. A seguito di questi controlli in quattro bambini sono stati ravvisati sintomi influenzali. Campioni di sangue e altro materiale proveniente dai bambini sono stati analizzati e non è stata riscontrata la presenza di H5N1.

venerdì 3 agosto 2007

Battaglia “on line” per l’influenza aviaria.

In questi giorni si sta consumando una singolare “battaglia” sull’influenza aviaria.

L’articolo, che potete leggere qui, ha scaturito un infuocato commento, che potete leggere sempre qui.
Solo un giorno di distanza e la lettera, che potete leggere qui, dai toni più pacati ma non meno decisi, è stata indirizzata all’autore dell’articolo e pubblicata.
Per l’esplicito divieto di riprodurre parti di articoli e commenti non riporto alcuna parte dei testi che invito comunque a leggere.
Qualcosina vorrei pur dire…
Per quanto riguarda l’articolo di Pietro Ricciardi:
Quella per cui scrive Pietro Ricciardi è testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Meno male! Credo che quello che è stato riportato sotto forma di notizia sia qualcosa di poco degno. Continuo ad insistere su un principio che a mio parere dovrebbe essere basilare per un giornalista: ci si dovrebbe informare prima di informare gli altri. Come si può parlare di “potere contrattuale” dei consumatori, quando la crisi del mercato avicolo del 2005 – 2006 è scaturita a seguito di una psicosi alimentata dalla pessima informazione mediatica?
Dalla lettura della notizia si comprende che il rincaro dei prezzi dei prodotti avicoli (che non mi rende certo felice) sia la conseguenza del comportamento “psicotico” dei consumatori negli anni scorsi. Ma qual è la fonte della notizia? Perché mi sembra poco verosimile.
Poi mi chiedo che senso abbia correlare l’ultimo decesso umano per l’H5N1 alla situazione italiana. Perché dovrebbero riaccendersi i riflettori sull’Aviaria? Casi umani di H5N1 ci sono stati e continueranno ad esserci, ma la sorveglianza che abbiamo in Italia rende pressoché impossibile il contagio umano nel nostro paese.
Anche le note inserite nel commento della signora Melita Lasagni evidenziano una grande confusione mentale: in Francia sono stati trovati due cigni morti. Nel Vietnam siamo di fronte ad un contagio umano da H5N1, purtroppo esitato in un decesso: sono due cose molto diverse.

Rispetto al commento di Melita Lasagni:
Mamma mia che “toni caldi”!
Condivido pienamente l’invito a lasciare che le informazioni sull’argomento siano trattate da personale sanitario informato.
Credo che possa essere affermato con tranquillità: la psicosi aviaria è scaturita da un informazione assolutamente fuori controllo.
Ma dov’era il personale sanitario all’epoca? Era colpevolmente assente oppure c’era e non veniva ascoltato? A questa domanda non so dare una risposta… ma questa è un’altra storia!

Per quanto concerne la lettera di Rossella Pedicone:
Sembra quasi che l’allarme lanciato dall’OMS e colto dalle Nazioni mondiali sia considerato una bufala. Così non è. Credo che l’OMS abbia fatto bene a lanciare l’allarme, credo che i vari Paesi abbiano fatto bene a dotarsi di farmaci antivirali, credo che sia giusto parlare di vaccino per un eventuale pandemia. Il tutto però va fatto in modo corretto. Accendere i riflettori su un problema non significa essere desiderosi di scatenare il panico. Accendere i riflettori sul problema influenza aviaria e, più importante, sul possibile rischio di pandemia influenzale era sacrosanto che venisse fatto. Si tratta di un’emergenza per la salute pubblica che va affrontata sin da subito, attraverso corretta informazione, preparazione, promozione dei principi di prevenzione. Il panico che si è effettivamente scatenato non dovrebbe essere attribuito ad una “malvagia cabina di regia”, desiderosa di fare i propri interessi senza considerarne le conseguenze.
Mi piace l’ultima frase della lettera: “sarà la trasparenza nella comunicazione a salvarci”, evoca una comunicazione informata, competente, tempestiva, non strumentale.
Sottoscrivo in pieno questi principi… ma quanto siamo lontani dall’avere una comunicazione trasparente?

Per finire l’ultima considerazione rispetto ad un dubbio che non sono riuscito ancora a risolvere: perché tanto fervore per la Testata giornalistica on line di Pignataro Maggiore e dell’Agro caleno?