venerdì 10 agosto 2007

H5N1 in Australia: nessun caso umano e qualche considerazione epidemiologica

Falso allarme...
Ethan Ioannou, bambino di cinque anni deceduto a Melbourne, è morto per gli esiti della comune influenza stagionale che sta colpendo l'Australia.
Poco dopo la morte del bambino erano state effettuate tutte le indagine per escludere che si trattasse di H5N1. I risultati hanno confermato che la causa del decesso non è da ricercare in un virus influenzale aviario ma nel comune virus influenzale attualmente circolante in Australia.
Le giovani vittime australiane dell'influenza stagionale salgono a 5. Tre nel mese di luglio e un caso nei primi giorni del mese di agosto. A questi si somma il caso di Ethan, ultima piccola vittima.
L'autorità sanitaria di Melbourne ha dichiarato che attualmente non si può parlare di epidemia influenzale. I casi notificati quest'anno sono 260 contro i 245 casi del 2006 e i 442 del 2005. Quindi c'è stato un lieve incremento rispetto all'anno precedente ma si rimane nella comune variazione stagionale che ci si attende da un anno all'altro.
Il direttore della Scuola di Cure Primarie della Monash University, Professor Leon Piterman, ha dichiarato: "Le morti correlate all'influenza capitano e sono preoccupanti ma sono eventi rari. I genitori dovrebbero essere allertati ma non dovrebbero essere preoccupati che possa accadere".
"Nella morte improvvisa per un problema cardiaco, se un bambino presenta un quadro clinico non critico, è molto difficile prevedere che nel giro di poche orae la situazione andrà deteriorandosi".
Il Prof Piterman ha inoltre concluso dicendo che i bambini con asma sono maggiormente suscettibili all'infezione virale ma ha ribadito che le epidemie influenzali occorrono ogni anno e purtroppo capita che si verifichino casi peggiori di altri.

Le parole del Prof Piterman e i cinque casi australiani mi danno lo spunto per alcune considerazioni epidemiologiche sull'influenza.

Durante le epidemie di influenza i più colpiti sono i bambini in età scolare e si verifica con frequenza il contagio secondario degli adulti e degli altri bambini nell'ambito del nucleo familiare (non è un caso che la sorellina di Ethan si sia ammalata, fortunatamente senza gravi conseguenze).
La frequenza dell'infezione nei bambini sani è stata stimata del 10-40% all'anno. Circa l'1% di queste infezioni può richiedere un ricovero. Il rischio più grave è che l'infezione si estenda alle basse vie respiratorie sotto forma di bronchiolite o polmonite. Questo rischio è stimato fra lo 0,2 e il 25%. Nei bambini con meno di 5 anni è documentato che l'influenza comporta un aumento dei ricoveri, con frequenza più elevata in bambini sotto i due anni.
In generale la mortalità associata alle complicanze dell'influenza come bronchite e polmonite è più elevata nei pazienti con:
  • emoglobinopatie
  • displasia broncopolmonare
  • asma
  • fibrosi cistica
  • tumori
  • diabete mellito
  • malattia renale cronica
  • cardiopatia congenita
Anche gli anziani sono soggetti alle conseguenze peggiori dell'influenza.
Non è un caso che la vaccinazione anti-influenzale sia ogni anno gratuita per gli anziani sopra i 65 anni e per i soggetti con patologia cronica (tutte quelle segnalate sopra sono malattie croniche).

Nessun commento: