venerdì 28 settembre 2007

Pandemia influenzale: pratiche promettenti!

Oggi non ci sono solo cattive notizie!
Il CIDRAP e il PCS hanno lanciato questa meravigliosa iniziativa per aiutare a rafforzare la preparazione della Sanità Pubblica ad una pandemia influenzale. Il metodo è quello di una banca-dati di pratiche di Sanità Pubblica che possono essere considerate promettenti sulla base di un sistema di revisione tra pari (peer-review, esperti che giudicano la bontà metodologica dei progetti).
Il progetto è stato finanziato dal Pew Charitable Trusts.
Peccato che raccolga solo le pratiche USA!

In Italia… provare a riprodurre questa iniziativa non sarebbe una cattiva idea!

(clicca sull'immagine)

Bad News


L’autopsia effettuata su una giovane donna incinta morta per aver contratto l’H5N1 ha dimostrato il passaggio del virus nel feto. L’articolo scientifico dovrebbe essere pubblicato nei prossimi giorni su Lancet. In attesa di capire qualcosa dalla lettura dell’articolo riporto gli elementi salienti apparsi nelle cronache odierne:
- Nel feto (di 4 mesi) sono state riscontrate cellule infettate dall’H5N1
- I danni ai polmoni del feto non sono risultati gravi come quelli riscontrati nei polmoni materni, verosimilmente per la sostanziale assenza del sistema immunitario.
- Fino ad oggi le donne incinte e infettate dal virus (circa 6) sono morte o hanno subito un aborto spontaneo, per questo l’OMS raccomanda fortemente il trattamento con antivirali delle donne in gravidanza infettate dall’H5N1
- Nonostante l’elevato numero di vittime dell’Aviaria le autopsie praticate sui cadaveri sono state pochissime, sembra che il fattore culturale possa incidere su questo aspetto: molti decessi si sono verificati in paesi dove le autopsie non vengono praticate per motivi culturali. Di fatto, quella descritta dagli autori della ricerca, è la prima autopsia eseguita sul corpo di una donna incinta morta per H5N1 e sul proprio feto.
- Sembra possibile pensare che il virus sia passato attraverso la placenta dando dimostrazione di poter circolare nel sangue e essere la causa di una malattia disseminata.

Fino ad ora si è ritenuto comunemente che i tradizionali virus influenzali non venissero trasmessi al feto, ecco perché il passaggio del virus dell’Influenza Aviaria al feto è di particolare interesse e argomento che richiede ulteriori approfondimenti.

Per approfondire la notizia (in inglese): leggere qui

Fonte: Canadian Press

Aggiornamento (29.09.07)
Riporto l'Abstract dell'articolo pubblicato sul Lancet:

Background
Human infection with avian influenza H5N1 is an emerging infectious disease characterised by respiratory symptoms and a high fatality rate. Previous studies have shown that the human infection with avian influenza H5N1 could also target organs apart from the lungs.
Methods
We studied post-mortem tissues of two adults (one man and one pregnant woman) infected with H5N1 influenza virus, and a fetus carried by the woman. In-situ hybridisation (with sense and antisense probes to haemagglutinin and nucleoprotein) and immunohistochemistry (with monoclonal antibodies to haemagglutinin and nucleoprotein) were done on selected tissues. Reverse-transcriptase (RT) PCR, real-time RT-PCR, strand-specific RT-PCR, and nucleic acid sequence-based amplification (NASBA) detection assays were also undertaken to detect viral RNA in organ tissue samples.
Findings
We detected viral genomic sequences and antigens in type II epithelial cells of the lungs, ciliated and non-ciliated epithelial cells of the trachea, T cells of the lymph node, neurons of the brain, and Hofbauer cells and cytotrophoblasts of the placenta. Viral genomic sequences (but no viral antigens) were detected in the intestinal mucosa. In the fetus, we found viral sequences and antigens in the lungs, circulating mononuclear cells, and macrophages of the liver. The presence of viral sequences in the organs and the fetus was also confirmed by RT-PCR, strand-specific RT-PCR, real-time RT-PCR, and NASBA.
Interpretation
In addition to the lungs, H5N1 influenza virus infects the trachea and disseminates to other organs including the brain. The virus could also be transmitted from mother to fetus across the placenta.

mercoledì 19 settembre 2007

H5N1 in Cina... ma non erano state vaccinate?

Non è una novità: nella provincia di Guandong, nel sud della Cina, 10.000 anatre sono morte di influenza aviaria e oltre 100.000 sono state abbattute nel tentativo di arrestare la diffusione della malattia.
Notizia di questi giorni è che Yu Yedong, direttore del Guangdong Animal Epidemic Prevention Center, ha comunicato che le anatre morte erano state vaccinate con una dose di vaccino; ha inoltre affermato che la bassa efficacia del vaccino potrebbe essere alla base della diffusione dell’infezione.
Revere (Effect Measure) ha scritto un interessante post in merito.
Riporto gli interrogativi (leciti) che sorgono da tutta questa storia:
Il virus è mutato e il vaccino utilizzato non è più efficace?
Forse il vaccino non è mai stato tanto efficace?
Forse erano necessarie più dosi di vaccino per innalzare il livello di efficacia?
Si è parlato di una vaccinazione che in realtà non è stata effettuata?
Sì è verificata una combinazione di questi fattori?
L’unica cosa che sappiamo è che nessuna strategia è riuscita, finora, ad arrestare l’H5N1.

lunedì 17 settembre 2007

H5N1 in Cina



Beijing (Cina) - Nella giornata di domenica il Ministro dell’Agricoltura ha comunicato che una sospetta epidemia di influenza aviaria avrebbe ucciso circa 10.000 anatre nella provincia di Guangdong, nel sud della cina.
I decessi dei primi animali sono stati riportati il 5 settembre, in cinque allevamenti del distretto di Panyu, vicino Hong Kong. Da quel giorno sono morte oltre 9.800 anatre e i test su campioni di tessuto che hanno dimostrato la presenza del virus ad alta patogenicità H5N1.
Ulteriori analisi sono state condotte in Beijing per confermare il sospetto diagnostico. Alla data del 14 settembre sono già state abbattute oltre 32.000 anatre nel tentative di contenere l’epidemia.

Fonte: Associated Press

mercoledì 12 settembre 2007

100 !

Oggi PandemItalia compie 5 mesi e raggiunge la quota esatta di 100 post pubblicati.
Un bilancio di questi primi cinque mesi di attività potrebbe essere sintetizzato nei pochi numeri che seguono:

100 post pubblicati (a dimostrazione di un’attività che sforziamo di mantenere costante);
4 collaboratori (due effettivi, due stanno preparando i primi contributi che a breve verranno pubblicati);
Oltre 600 visite e più di 1000 pagine visualizzate;
13 feed subscribers (le persone che vogliono rimanere aggiornate sui contenuti del blog).
Ma pochi, pochissimi commenti…

Elementi positivi e negativi dunque ma la stessa forte convinzione che PandemItalia possa essere utile!

E dopo 5 mesi di vita introduciamo l’elemento “sondaggio”, che ci consentirà di lanciare alcune domande in tema di pandemia influenzale.
Appariranno nella colonna sinistra, al fianco dei post. Ne sono già presenti due… esprimete le vostre opinioni!

lunedì 10 settembre 2007

Empowerment



Uno degli indiscutibili pilastri della prevenzione è la conoscenza!
Essere informati, essere a conoscenza delle cose per crescere nell'autonomia, nella consapevolezza, nel controllare attivamente la propria vita. È tecnicamente chiamato "empowerment" e letteralmente significa "accrescere in potenza".
Utile, dunque, rimanere aggiornati e riconoscere fonti di informazione autorevoli, di cui potersi fidare. Ecco un elenco di loghi che devono entrare nella nostra mente, a garanzia di informazioni tecniche certe, autorevoli e sicure...






Per rimanere in tema: pubblicato oggi un aggiornamento sull'influenza aviaria di EpiCentro

domenica 9 settembre 2007

Aggiornamento



Le ultime notizie:
In Germania e in Russia continuano le segnalazioni di focolai epidemici di influenza aviaria in allevamenti di oche e polli e il conseguente abbattimento di migliaia di uccelli.
Anche in Italia è stata riscontrata la positività di alcuni esemplari ad un virus aviario. Non si tratta del temuto H5N1 ma di un virus a bassa patogenicità, dunque non pericoloso per la salute pubblica. Si sta procedendo ugualmente all'abbattimento dei volatili.
Nel frattempo in Vietnam si sono verificati i decessi di due persone: un giovane di 22 anni e un anziano di 76. I virus responsabili sono risultati essere l'H3N1 e l'H3N2. Non virus aviari, dunque, ma la comune influenza stagionale a causa dei due decessi.

venerdì 7 settembre 2007

sabato 1 settembre 2007

Isolamento e quarantena coatti in caso di pandemia

Recentemente il New England Journal of Medicine ha pubblicato un articolo su potere legale e diritti legali (Parmet, 2007). L’articolo prende in considerazione il caso, apparso anche sui giornali italiani, del malato di TBC multiresistente che, pur consapevole del proprio stato, ha attraversato numerosi paesi europei tra cui l’Italia.
In breve, il soggetto è venuto in Europa per sposarsi e, a Roma, è stato raggiunto dalla telefonata dei sanitari dei CDC che gli comunicavano i risultati degli esami di laboratorio che evidenziavano una TBC estensivamente multiresistente. Consigliato di restare fermo in attesa di istruzioni, per la paura di essere ricoverato in un ospedale italiano, l’interessato fuggiva a Praga e da lì in Canada, rientrando negli Stati Uniti in auto. Tutto questo perchè, negli Stati Uniti, esiste un elenco di soggetti che non possono essere accolti sugli aerei (no-fly list) non applicabile fuori del territorio statunitense. Anche il passaggio della frontiera con il Canada è avvenuto malgrado la segnalazione alle autorità di confine. Negli Stati Uniti l’interessato è stato rintracciato e sottoposto a provvedimento restrittivo secondo una modalità mai utilizzata negli ultimi 40 anni.
I mezzi di comunicazione si sono interessati al problema creando un notevole stato di ansia nella popolazione e aprendo un dibattito scientifico sull’argomento.
L’autrice dell’articolo per prima cosa puntualizza i termini isolamento e quarantena: il primo riguarda i malati contagiosi e il secondo i contatti ancora sani dei malati. Entrambi i provvedimenti possono essere volontari o coercitivi: ad esempio durante l’epidemia di SARS in Asia la quarantena è stata utilizzata anche in modo coercitivo.
Dal punto di vista legale, la restrizione della libertà individuale da parte delle autorità sanitarie per motivi di salute pubblica è stata ampiamente accettata in passato negli Stati Uniti. Un esame storico dell’utilizzo di questi provvedimenti ha però messo in luce notevoli disuguaglianze nella loro applicazione: in particolare, questi provvedimenti hanno colpito prevalentemente la popolazione nera e i senza casa anche se, effettivamente, questi hanno rappresentato spesso la popolazione meno disposta a collaborare con le autorità, rendendo la misura più necessaria.
In tempi più recenti, le corti americane hanno manifestato la tendenza a tutelare di più gli individui, specificando che i provvedimenti restrittivi possono essere presi solo quando non esiste alcun altro mezzo per tutelare la collettività e identificando questo solo con la mancanza di collaborazione da parte del paziente. Ovviamente il giudizio diventa in questo modo molto più soggettivo e difficile da applicare.
Nel caso clinico citato dall’articolo, è anche emerso che ulteriori indagini hanno poi dimostrato che la prima diagnosi era sbagliata e che la TBC era multiresistente, ma non estensivamente multiresistente e che quindi le restrizioni potevano essere, almeno in parte, evitate. Questo è un ulteriore argomento a favore delle cautele nell’impiego di provvedimenti restrittivi.
Infine, viene discussa l’efficacia di tali provvedimenti considerando che l’eventuale successo è legato alla tempestività e alle corrette modalità della sua attuazione, ma che in ogni caso la diffusione della malattia non può essere evitata.
L’articolo conclude sollevando molti dubbi sull’efficacia del provvedimento utilizzato in modo coercitivo sottolineando l’importanza del rapporto di collaborazione da parte del paziente.
Le argomentazioni discusse valgono sicuramente per la TBC estensivamente resistente, una delle malattie infettive più pericolose attualmente in circolazione, ma sono applicabili anche ad altre patologie infettive come la SARS, l’AIDS o l’influenza pandemica. Per quanto riguarda l’AIDS, il problema è dato dalla durata del periodo di infettività che renderebbe i provvedimenti restrittivi molto lunghi e quindi difficili da controllare; tuttavia il problema esiste in quanto è noto che alcuni soggetti hanno deliberatamente infettato numerose persone nascondendo il loro stato.
Nel caso dell’influenza pandemica è ragionevole pensare ad un ipotetico effetto positivo solo nelle prime fasi, ovvero in quel momento (uno o due mesi al massimo) in cui è teoricamente possibile ritardare la diffusione del virus in una nazione o in una collettività.
E’ comunque difficile pensare all’uso di provvedimenti restrittivi coatti in una pandemia in quanto, per un uso efficace di questo provvedimento, è necessario: avere un sistema di diagnosi rapida particolarmente efficace, essere in grado di definire molto chiaramente i criteri di collaborazione o non collaborazione da parte del paziente, avere la possibilità di attivare un sistema di restrizione in modo rapido ed efficace, mantenere il controllo della situazione.
E’ facile immaginare invece come, in questa fase della pandemia, la pressione da parte dei mezzi di comunicazione di massa e lo stato di ansia della popolazione possa interferire in modo consistente sull’uso di queste misure. Da un lato, la paura potrebbe favorire la collaborazione rendendo inutile l’uso della coercizione ma, dall’altro, essendo questi provvedimenti visibili e sicuramente divulgati, aumenterebbero l’ansia e la confusione, in cambio di un’efficacia decisamente dubbia.
In conclusione, sembra opportuno che i servizi di sanità pubblica siano comunque preparati ad utilizzare questi mezzi che potrebbero avere un ruolo determinante in alcune malattie infettive (TBC multiresistente, febbri emorragiche, AIDS, SARS, ecc.). Questo significa disporre già di protocolli e contatti consolidati in modo da non perdere tempo in caso di necessità.
Nel caso dell’influenza pandemica, sembra invece ragionevole riservare questa procedura a situazioni eccezionali, utilizzando le risorse disponibili per provvedimenti di efficacia maggiormente dimostrata.

Bibliografia:
Parmet WE. Legal power and legal rights – isolation and quarantine in the case of drug-resistant tuberculosis. NEJM 357;5, 433-435, 2007