mercoledì 30 maggio 2007

Blog speciali!


Da pochi giorni il Departimento della Salute Americano (Department of Health and Human Services) ha realizzato un interessantissimo blog per promuovere e favorire il dialogo sulla pandemia influenzale.
Credo che sia la strada da seguire. Non è possibile pensare ad una reale ed efficace preparazione ad un evento pandemico che non contempli il coinvolgimento della popolazione.
Del resto il blog istituzionale americano arriva in ritardo rispetto al meraviglioso wiki (http://www.fluwikie.com/) su influenza aviaria e pandemia influenzale che da diverso tempo è stato lanciato e che nell'essere un sito collaborativo (chiunque può contribuire ai contenuti del sito) sta veramente centrando la vera questione: quello che viene definito "empowerment delle persone", ovvero che ogni uomo e ogni donna abbia la capacità di comprendere il problema per essere parte attiva nel tentativo di ottenerne la risoluzione.
Fluwiki, di cui vi sto parlando, è un sito, manco a dirlo, americano!

E in Italia?

martedì 29 maggio 2007

Dieci cose che devi sapere sulla pandemia influenzale: Numero 6



Farmaci e Vaccini saranno inadeguati

Le scorte di vaccini e farmaci anti-virali, che sembrano rappresentare le misure più importanti per ridurre incidenza e mortalità durante la pandemia, saranno inadeguate in tutti i Paesi, nelle fasi iniziali di una pandemia e per i mesi successivi. Desta particolare preoccupazione l’inadeguata quantità di vaccino, dal momento in cui la vaccinazione rappresenta l’intervento difensivo più importante per proteggere la Popolazione. Rispetto alla situazione attuale (al 2005, ma le cose non sembrano essere migliorate - Ndr) molti Paesi in via di sviluppo non avranno accesso al vaccino per tutta la durata di un’eventuale pandemia.


Dieci cose che devi sapere sulla pandemia influenzale: Numero 5



La malattia si diffonderà notevolmente

Per l’assenza di immunità specifica da parte della maggior parte della popolazione, il tasso d'incidenza sarà più alto rispetto a quello delle epidemie influenzali stagionali.
Per la prossima pandemia si stima che un'elevata percentuale della popolazione mondiale richiederà qualche forma di assistenza sanitaria. Sono pochi i Paesi che possono contare su personale, luoghi di cura e posti letto necessari per fronteggiare la malattia di un elevato numero di persone.

domenica 27 maggio 2007

Dieci cose che devi sapere sulla pandemia influenzale: Numero 4



Tutti i Paesi saranno interessati da una pandemia influenzale

Una volta che un nuovo e contagioso virus avrà origine, la sua diffusione globale è da considerare inevitabile. I vari paesi potrebbero ritardare l’ingresso del virus attraverso misure quali la chiusura delle frontiere e la restrizione dei viaggi ma non potranno evitarlo. Le pandemie del secolo scorso si sono estese in tutto il mondo nel giro di 6-9 mesi, anche se al tempo i viaggi internazionali avvenivano principalmente in nave. Considerata la velocità e il volume attuale dei viaggi aerei internazionali il virus potrebbe diffondersi più rapidamente, con la possibilità che tutti i continenti vengano raggiunti in meno di tre mesi.

Dieci cose che devi sapere sulla pandemia influenzale: Numero 3



Il mondo potrebbe essere vicino ad un’altra pandemia

Gli esperti hanno continuato a monitorare un nuovo e pericoloso virus influenzale, il sottotipo H5N1, per almeno otto anni. Il virus H5N1 ha infettato per la prima volta l’uomo a Hong Kong nel 1997, causando diciotto casi e sei morti. Dalla metà del 2003 questo virus ha causato la più vasta e grave epidemia dei polli mai registrata. Nel dicembre del 2003 sono stati identificati dei casi di persone infettate per l’esposizione ad uccelli malati.
Da quel momento le infezioni di oltre 100 casi umani (nel 2005 – ndr), in quattro regioni asiatiche (Cambogia, Indonesia, Tailandia e Vietnam), sono state confermate in laboratorio e più della metà di queste persone sono morte. Molti casi si sono verificati in bambini e giovani adulti precedentemente sani. Fortunatamente il virus non passerà facilmente la barriera di specie (dagli uccelli all’uomo) e attualmente non si trasmette fra gli uomini. Se l’H5N1 dovesse evolvere in una forma contagiosa, come la comune influenza, potrebbe avere luogo una pandemia.

Dieci cose che devi sapere sulla pandemia influenzale: Numero 2


Le pandemie influenzali sono eventi ricorrenti.

Una pandemia influenzale è un evento raro ma ricorrente. Nel precedente secolo si sono succedute tre pandemie: l’influenza Spagnola nel 1918, l’Asiatica nel 1957 e la Hong Kong nel 1968. Si è stimato che la pandemia del 1918 abbia ucciso circa 40-50 milioni di persone in tutto il mondo. Quella pandemia è considerata una delle malattie più mortali della storia dell’umanità. Le pandemie successive furono più lievi e si stima che determinarono circa 2 milioni di morti nel 1957 e 1 milione di morti nel 1968.
Una pandemia ha luogo quando un nuovo virus influenzale insorge e comincia a diffondersi, attraverso le stesse vie di trasmissione dell’influenza stagionale. Il fatto che il virus sia nuovo comporta l’assenza di immunità specifica nei suoi confronti. Questo è anche il motivo per il quale le persone che contraggono il virus pandemico avranno un’infezione peggiore rispetto a quella causata dal virus dell’influenza stagionale.

sabato 26 maggio 2007

Dieci cose che devi sapere sulla pandemia influenzale: Numero 1



Pandemia influenzale e influenza aviaria non sono la stessa cosa

Con il termine di influenza aviaria si fa riferimento ad un ampio gruppo di virus influenzali differenti che infettano gli uccelli. In rare occasioni questi virus possono infettare altre specie, fra cui suini e umani. La grande maggioranza dei virus dell’influenza aviaria non infetta gli uomini. Una pandemia influenzale si verifica quando origina un nuovo sottotipo virale che non ha mai circolato fra gli uomini.
Per questo motivo il virus aviario H5N1 è considerato un tipo virale con potenziale pandemico, almeno fino a quando non subisca mutazioni e adattamenti in grado di renderlo capace di contagio interumano. Quando questo accadrà non si parlerà più di virus aviario ma si parlerà di virus influenzale umano. Le pandemie influenzali sono causate da nuovi virus influenzali che si sono adattati agli uomini.


Fonte: World Health Organization (WHO), 2005 http://www.who.int/csr/disease/influenza/pandemic10things/en/index.html

venerdì 25 maggio 2007

John Snow sulla pandemia influenzale


John Snow (1813-1858) è oggi considerato il padre dell’epidemiologia moderna.
Metodico osservatore, curioso, coraggioso, dotato di notevole capacità di analisi e di spirito critico a volontà. Per primo, ipotizzò che per il colera il contagio fosse dovuto ai “germi” contenuti nell’acqua da bere (e provenienti a loro volta dagli escrementi di persone infette). Molto prima che l’organismo responsabile del colera fosse identificato e isolato, Snow riuscì a dare credibilità a questa teoria, producendo prove più che convincenti in occasione dell’ennesima epidemia di colera che colpì Londra nel 1854.
Il centro dell’epidemia era il quartiere di Soho. A John Snow venne l’idea di raccogliere accuratamente i dati di tutti i casi di colera occorsi nell’ultimo periodo, e di riportarli sulla mappa del quartiere.

Le evidenze erano inconfutabili e nella mattina dell’8 settembre 1854 John Snow ottenne la rimozione della maniglia della pompa incriminata. Il numero di casi cominciò a diminuire e nel giro di una settimana la zona venne dichiarata “risanata” dall’epidemia.


Di recente sono stato a Londra e non mi sono fatto sfuggire l’occasione di visitare il quartiere di Soho, raggiungere l’incrocio tra Poland Street e Broadwick Street, entrare nel mitico “John Snow Pub” Chissà cosa penserebbe lui dell’epidemiologia moderna!? Chissà che idea si farebbe della Sanità Pubblica attuale!? E chissà come affronterebbe il problema dell’ influenza aviaria e della pandemia influenzale…
Peccato che Rothman, nella sua “intervista impossibile” (Rothman, K.J. My interview with John Snow. Epidemiology 15(5): 640-4, 2004.), abbia tralasciato di chiedergli proprio questo.
Se solo potessi chiedergli cosa pensa delle strategie internazionali, nazionali e locali; se potessi chiedergli un consiglio. Probabilmente con i suoi modi garbati, con la convinzione e la forte determinazione che lo ha contraddistinto nel suo lavoro mi direbbe… “Fate poche cose ma fatele bene.”
Poi, magari, aggiungerebbe… “Non perdetevi in chiacchiere, le cose che devono essere fatte le conoscete… preparatevi a farle bene. Ma rimanete ancorati alla realtà… ricordate che le troppe risorse finalizzate ad un evento probabile sono inaccettabilmente distolte al controllo degli eventi certi”.
Nel dirmi questo avrebbe sicuramente il pensiero rivolto alle patologie prevenibili ad alta prevalenza ed alto impatto per la popolazione che ogni giorno mietono vittime e producono sofferenza evitabile.
Chissà...

giovedì 24 maggio 2007

Nuovi focolai epidemici di influenza aviaria

Nuova epidemia di influenza aviaria. Il virus H5N1 si diffonde in varie province del Vietnam, forse per il clima ancora freddo. Anche ln Cina confermato un contagio, forse portato dagli uccelli migratori.
Vietnam - L’influenza aviaria ha ripreso a diffondersi in Vietnam ed è stata riscontrata in cinque province. Un nuovo contagio anche nella Cina centrale.
Oggi il Dipartimento per la Sanità animale del ministero vietnamita per l’Agricoltura e lo sviluppo rurale, ha detto che dal 16 maggio a causa della malattia sono morti migliaia di anatroccoli e circa 1.900 sono stati abbattuti nelle province di Quang Ninh, Son La, Nam Dinh e nella città di Can Tho. L’aviaria si è manifestata nel Paese sin dall’inizio di maggio nella provincia di Nghe An, dove sono stati uccisi 20mila polli e distrutte 2mila uova. Le fattorie contagiate sono state tutte poste in quarantena.
Per prevenire il contagio, nel 2007 Hanoi ha vaccinato 116,6 milioni di polli.
C’è grande attenzione, perché è inusuale che la malattia si diffonda nel mese di maggio all’inizio dell’estate, anche se gli esperti osservano che il clima è ancora freddo e molto umido.
Cina - Il 19 maggio il ministero dell’Agricoltura ha confermato un contagio nel pollame nel villaggio di Shijiping vicino alla città di Yiyang, nella centrale provincia dell’Hunan, vicino al lago Dongting che ospita molti uccelli migratori. Sono morti 11.172 uccelli e altri 53mila sono stati abbattuti per fermare il contagio. Disposta la quarantena.

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità dal 2003 ci sono stati 185 decessi umani ufficiali, l’ultimo a marzo (anche se a me risulta che l'ultima vittima sia una bimba di 5 anni, morta in Indonesia il 17 maggio - ndr).

Fonte: AsiaNews.it http://www.asianews.it/index.php?l=it&art=9338&size=A

mercoledì 23 maggio 2007

Pandemia influenzale e Influenza aviaria

Navigando mi sono imbattutto in questo documento che nel passato, evidentemente, non mi era mai capitato di leggere.

La fonte è il CCM, l'informazione offerta eccellente... da leggere!

Preparazione


Non sappiamo quando, ma solo strategie integrate saranno in grado di controllare una eventuale pandemia

La preparazione in assenza di crisi resta il cardine dell'intervento

Marta Ciofi degli Atti - Istituto Superiore di Sanità

martedì 22 maggio 2007

Rizzo et al.

Complimenti a Caterina Rizzo, Antonino Bella (che saluto affettuosamente…ci conosciamo!), Maria Cristina Rota, Stefania Salmaso e Marta Luisa Ciofi degli Atti. Complimenti per la prestigiosa pubblicazione sulla rivista Emerging Infectious Diseases (http://www.cdc.gov/ncidod/eid/) e per aver accresciuto le conoscenze relative alla pandemia del 1969 in Italia.
Per gli operatori sanitari che volessero approfondire…


Influenza Aviaria: quali implicazioni per la salute umana?

L’ampia diffusione e la persistenza del virus H5N1 nei volatili determina due rischi principali per la salute umana. Il primo è il rischio dell’infezione diretta che si verifica quando il virus si trasmette dai volatili agli uomini e determina la malattia. Fra i pochi virus aviari che hanno oltrepassato la barriera fra le specie infettando l’uomo, l’H5N1 ha causato il maggior numero di casi di malattia in forma severa e morti. A differenza dell’influenza stagionale, che nella maggior parte dei casi è causa di lievi sintomi respiratori, la malattia causata dal virus H5N1 ha un inusuale corso aggressivo con rapido declino e alta letalità. La polmonite primaria virale e l’insufficienza multi-organo sono frequenti. Nelle attuali epidemie oltre la metà delle persone infette sono decedute. Molti casi si sono verificati in bambini precedentemente sani e in giovani adulti. Il secondo rischio, di gran lunga più preoccupante, è quello della mutazione virale in una forma che sia altamente infettiva per gli uomini e che si diffonda facilmente da persona a persona. Questo evento potrebbe segnare l’inizio di un’epidemia globale (pandemia).

Quali virus causano la malattia ad alta patogenicità?

I virus influenzali di tipo A hanno due principali antigeni di superficie: emoagglutinina (H) e neuroaminidasi (N). L’emoagglutinina si presenta in 16 differenti sottotipi (H1-H16) e la neuroaminidasi in 9 (N1-N9). Ogni virus influenzale esistente presenta una particolare combinazione di questi due antigeni. Solo i sottotipi virali H5 e H7 sono riconosciuti in grado di poter causare le forme di malattia ad alta patogenicità. Tuttavia non tutti i sottotipi virali H5 e H7 sono ad alta patogenicità e non tutti causano malattia severa nei volatili.Secondo le attuali conoscenze I virus H5 e H7 tendono a introdursi negli allevamenti ovini nella loro forma a bassa patogenicità. Quando comincia a circolare nella popolazione aviaria il virus può mutare, abitualmente nel giro di pochi mesi, nella forma ad alta patogenicità. Questo è il motivo principale per cui la presenza di virus H5 e H7 nei polli è sempre causa di preoccupazione, anche quando i segni di infezione iniziale sono lievi.

Cos’è l’influenza aviaria?

Si tratta di una malattia infettiva degli animali causata da virus che normalmente infettano solo uccelli e, meno comunemente, i suini. I virus dell’influenza aviaria sono altamente specie-specifici ma hanno dimostrato, in rare circostanze, la capacità di superare la barriera fra le differenti specie ed infettare gli uomini.
Nei volatili domestici l’infezione data dai virus dell’influenza aviaria causa due forme principali di malattia, che si distinguono perché sono caratterizzate da una virulenza che si pone ai due estremi, bassa o molto alta. La cosiddetta forma “a bassa patogenicità” causa comunemente sintomi lievi (piume arruffate, riduzione della produzione di uova) e spesso passa inosservata. La forma “ad alta patogenicità” è molto più drammatica. Si espande molto rapidamente attraverso negli allevamenti, causa una malattia che colpisce molteplici organi interni e presenta una mortalità che può arrivare al 100%, spesso nel giro di 48 ore.

domenica 6 maggio 2007

PandemItalia


PandemItalia ha poche settimane di vita e come una piccola creatura va accudita e fatta crescere. A poco più di 20 giorni dalla sua nascita la convinzione per il progetto, ovviamente, rimane integra. Contemporaneamente si fa sempre più presente la consapevolezza delle difficoltà alla sua realizzazione.
È sicuramente prematuro attendersi che qualcuno possa aver già letto e trovato interessante le argomentazioni riportate.
Io proseguo nella convinzione che PandemItalia possa avere futuro ed essere uno strumento utile per tutti.



Accortezza di chi leggerà dovrebbe essere quella di considerare il blog un "work in progress", un neonato che non ha ancora la forza di reggersi in piedi ed è lontano dal poter camminare autonomamente!

Daniel Fiacchini - pandemitalia@gmail.com

Dall’Aids all’aviaria: che fine fanno le emergenze?

Riporto l’interessante incipit di un articolo pubblicato in data 29.03.07.
Per correttezza dovrei citare autore e fonte ma, sono sincero, ho perso traccia del sito da cui ho copincollato! Inoltre è mia intenzione prendere spunto dalle prime righe del suddetto articolo senza alcun desiderio di volermi riferire al contenuto dell’articolo stesso che, sempre per essere sincero, ho completamente dimenticato! L’interesse è quello di postare alcune considerazioni di natura personale. Dunque ecco riportate le parole ispiratrici…

Negli ultimi anni abbiamo assistito a tre importanti allarmi sanitari: l'AIDS, la mucca pazza e l'influenza aviaria. Quale grado di pericolo rappresentano per la collettività? Quali misure di prevenzione e che tipo di informazione possiamo e dobbiamo avere? E ancora: in che relazione sono le notizie che ci arrivano dalla stampa con le conoscenze scientifiche?

È assolutamente vero. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad alcuni allarmi sanitari. A voler essere precisi nella lista riportata manca qualcosa. Mi pare che andrebbe perlomeno incluso l’allarme SARS del 2003. Quindi negli ultimi decenni si sono susseguiti una serie di allarmati appelli ma molti hanno nutrito il dubbio: erano vere emergenze? Rappresentavano pericoli reali per la nostra salute? Chi ci ha informati? Come siamo stati informati?
Queste, a mio parere, rappresentano domande legittime. Legittime per lo meno fino a quando non vengano proposte a mo’ di domande retoriche! Se dietro a questi interrogativi vi fossero certezze del tipo… ci hanno raccontato un sacco di balle… hanno gridato al lupo, al lupo… hanno fatto i propri interessi allarmando la popolazione, senza che quei problemi rappresentassero vere emergenze… hanno fatto tanto rumore per nulla, o meglio per il proprio tornaconto personale… , se interrogativi legittimi fossero tramutati in domande retoriche e le risposte fossero queste, allora mi trovo costretto a trasmettere un forte e risonante NO!
L’infezione, però, non è ancora sconfitta: nel 2005 le nuove diagnosi di Aids sono state 1452 e almeno 3500 i nuovi casi di infezione da Hiv.
L’AIDS costituisce tuttora una preoccupante pandemia. Il fatto che i casi in Italia siano relativamente pochi e che con i farmaci a nostra disposizione la malattia non sia più rapidamente mortale come un tempo non significa che l’HIV non sia un pericolo da prevenire e controllare con ogni mezzo.
In Italia i dati epidemiologici ci parlano di 56.076 casi di AIDS notificati dal 1982 a dicembre 2005. Dunque l’infezione non è affatto sconfitta: nel 2005 le nuove diagnosi di Aids sono state 1452 e almeno 3500 i nuovi casi di infezione da Hiv.
Dunque i dati epidemiologici più aggiornati ci parlano di 1452 persone che nel recente 2005, nella maggior parte dei casi per distrazione, ignoranza, colpevole leggerezza, hanno condannato la propria esistenza ad un supplizio che li porterà inevitabilmente alla morte. Considerata l’alta prevedibilità di tale malattia non è forse un danno abbassare la guardia? Non è forse un danno considerare l’HIV un pericolo inesistente?
Eminenti scienziati hanno dichiarato che l’AIDS è una bufala. Che si tratta di un’invenzione ben orchestrata dalle multinazionali del farmaco per aumentare i propri profitti mettendo in commercio nuovi farmaci e facendoli pagare a peso d’oro. Chiederei a quegli eminenti scienziati di dimostrare le loro parole attraverso fatti. Il virus dell’HIV non esiste? Vi fareste trasfondere con sangue di donatore sieropositivo? Fareste sesso con un sieropositivo senza alcuna protezione?
L’HIV non esiste! Andate a raccontarlo in Sud Africa! Andate a dirlo ai familiari delle vittime che negli ultimi decenni hanno toccato con mano il flagello dell’HIV!

Non mi dilungherò considerando altre malattie o condizioni di emergenza. Mi soffermerò sul problema dell’aviaria, perché questo è il tema che, necessariamente, ci tocca in prima persona.

Quale grado di pericolo rappresenta l’influenza aviaria per la collettività?
Quali misure di prevenzione e che tipo di informazione possiamo e dobbiamo avere nei confronti dell’aviaria?
In che relazione sono le notizie che ci arrivano dalla stampa con le conoscenze scientifiche sull’aviaria?

Innanzitutto i virus aviari sono sempre esistiti e sempre esisteranno. Essi saranno sempre destinati ad essere inquadrati come i principali pericoli per l’evenienza di un’eventuale pandemia influenzale.
Perché nel 2005 si gridò all’allarme influenza aviaria? A distanza di due anni quello che possiamo dire, guardando al passato, è che la malattia ha interessato solo alcuni stati del sud-est asiatico, alcune nazioni dell’est europeo e alcuni stati africani. Pochi sono stati i casi di contagio negli uomini. Pochissimi i casi riportati di trasmissione interumana. Per lo più si è trattato di casi isolati e tutti verificatesi in luoghi condizionati da condizioni igienico-sanitarie scadenti. Tutti i casi riportati sono relativi a individui che hanno avuto contatti stretti con animali infetti.
Ma non abbassiamo la guardia!
Il sottotipo virale H5N1 è stato responsabile dei circa 300 casi diagnosticati a tutt’oggi. L’H5N1 è un sottotipo virale ad alta patogenicità. Le infezioni nell’uomo sono esitate in decessi nel 50% circa dei casi diagnosticati.
Per definizione il virus aviario in sé non rappresenterebbe un problema, se non fosse che i virus influenzali hanno la dannata capacità di mutare molto frequentemente. Accadrà, prima o poi, che un virus animale (forse lo stesso H5N1) muterà fino a quando non acquisirà la capacità di infettare l’uomo presentando un’alta infettività (la capacità di entrare nelle cellule umane e riprodursi) e la capacità di trasmissione interumana. Quando questo accadrà avremo una pandemia influenzale perché la popolazione mondiale subirà le conseguenze del primo contatto col nuovo ceppo virale, vista l’assenza di una adeguata preparazione immunitaria nei suoi confronti.
Dunque quale grado di pericolo rappresenta l’influenza aviaria per la collettività?
Se pensiamo che nell’ultimo secolo ci sono state 3 pandemie e che l’intervallo di tempo medio fra una pandemia e l’altra è di circa 20 anni sembrerebbe facile rispondere a questa domanda!
Sono passati oltre 30 anni dall’ultima pandemia. Una nuova pandemia sembra imminente. In realtà nessuno può azzardare previsioni.
Avverrà quest’anno o forse tra 10 anni? Sarà una pandemia ad impatto grave o molto lieve? Si presenterà in un’unica ondata o a ondate successive? Nessuno può rispondere a queste domande e, tutto sommato, queste domande, alla luce della sola certezza che abbiamo – l’impredittibilità – appaiono quantomeno scorrette.
È molto più corretto chiedersi: era giusto lanciare l’allarme mediatico del 2005? Era giusto fare tanto rumore per l’aviaria? E attualmente è giusto investire risorse su un evento che forse non ci interesserà per i prossimi 10 o 15 anni?
E qui entra in gioco il problema dell’informazione.
Quali misure di prevenzione e che tipo di informazione possiamo e dobbiamo avere?
Ricordate il problema dell’aviaria? Ricordate quale caos mediatico investì il mondo? Credo che quel periodo fu importante perché ci preannunciò quale disastro potrà esserci in caso di pandemia se non si prenderanno misure preventive di controllo dell’informazione. Ecco un esempio chiaro di quanto sia stato importante gridare l’allarme in tempi di pace. Non a caso qualcuno ha detto che la battaglia va preparata in tempo di pace. Dal 2005 a oggi gli Stati si sono preparati. Nazioni più sensibili alle emergenze sociali e sanitarie, come gli USA (Torri gemelle e Uragano Katrina hanno insegnato qualcosa), hanno fatto notevoli passi avanti nel grado di preparazione ad una pandemia influenzale. Altri stati risultano ancora indietro nella preparazione ma, per fortuna, abbiamo ancora tempo!
Attualmente c’è un sostanziale univoco accordo sulle misure più efficaci per ridurre l’impatto di una pandemia. In tal senso il Piano italiano di preparazione ad una pandemia influenzale rappresenta un buon piano e stabilisce con chiarezza quali siano i capisaldi della prevenzione e del controllo dell’eventuale infezione pandemia.
In che relazione sono le notizie che ci arrivano dalla stampa con le conoscenze scientifiche?
Questa domanda necessità di una risposta chiara e concisa. La stampa non è necessariamente nemica della conoscenza scientifica ma,d’altro canto, non ne è neanche naturalmente amica. Il post “Arresti domiciliari per pazienti in caso di pandemia”, del 17 aprile 2007, è una chiara dimostrazione di come l’informazione possa giocare un ruolo preoccupante se non addirittura dannoso; è l’esempio di come le stese notizie scientifiche possano essere riportate dalla stampa con approssimazione e talvolta vengano colpevolmente travisate.
Talvolta le informazioni sono corrette ma vengono talmente esasperate che montano il panico nella popolazione. Nel 2005 il Governo italiano ha stanziato milioni di euro per l’acquisto di farmaci antivirali che forse non saranno mai utilizzati. Chi può biasimare l’allora Ministro Storace? Con il senno del poi quelle risorse appaiono letteralmente gettate al vento. Ma a quel tempo? Chi ha osato gridare all’errore? Chi ha pensato che quei soldi sarebbero stati spesi inutilmente? Quanto peso ha avuto l’attenzione generale dell’opinione pubblica sulle decisioni politiche adottate? In casi come questo quale etica deve prevalere?
Pensando a quanto dannosa potrà essere la comunicazione in caso di pandemia ringrazio il cielo che l’allarme sia scattato in anticipo. Questo è tempo prezioso per la preparazione ad un’eventuale pandemia. Gli occhi dell’opinione pubblica sono puntati altrove e solo qualche voce solitaria si “alza dal deserto” e grida allo scandalo per gli “inutili” allarmismi del passato. Questo è tempo prezioso per trasmettere informazioni scientificamente corrette, nonostante le misere risorse messe a disposizione per affrontare in qualche modo il problema.

Pandemia Influenzale e uso delle mascherine chirurgiche


I CDC hanno pubblicato un interessante documento
sull'uso delle mascherine chirurgiche da parte
della popolazione generale
in caso di pandemia influenzale.
Date un'occhiata ...
http://www.cdc.gov/Features/MasksRespirators/

Sarà interesse di PandemItalia rendere note le informazioni contenute in questo documento a tutti coloro che per limitazioni linguistiche non comprendano le indicazioni presentate dai CDC attraverso questo documento... ai prossimi post!