mercoledì 31 ottobre 2007

Pandemic Horror



Visto che siamo in tema...
Questa è la descrizione di come si moriva nel 1918 dopo essere stati contagiati dall'H1N1...
What started for millions around the globe as muscle aches and a fever ended days later with many victims bleeding from their nostrils, ears, and eye sockets. Some bled inside their eyes; some bled around them. They vomited blood and coughed it up. Purple blood blisters appeared on their skin.The Chief of the Medical Services, Major Walter V. Brem, described the horror at the time in the Journal of the American Medical Association. He wrote that “often blood was seen to gush from a patient’s nose and mouth.” In some cases, blood reportedly spurted with such force as to squirt several feet. “When pneumonia appeared,” Major Brem recounted, “the patients often spat quantities of almost pure blood.” They were bleeding into their lungs.As victims struggled to clear their airways of the bloody froth that poured from their lungs, their bodies started to turn blue from the lack of oxygen, a condition known as violaceous heliotrope cyanosis. “They’re as blue as huckleberries and spitting blood,” one New York City physician told a colleague. U.S. Army medics noted that this was “not the dusky pallid blueness that one is accustomed to in failing pneumonia, but rather [a] deep blueness…an indigo blue color.” The hue was so dark that one physician confessed that “it is hard to distinguish the colored men from the white.” “It is only a matter of a few hours then until death comes,” recalled another physician, “and it is simply a struggle for air until they suffocate.” They drowned in their own bloody secretions.“It wasn’t always that quick, either,” one historian adds. “And along the way, you had symptoms like fingers and genitals turning black, and people reporting being able to literally smell the body decaying before the patient died.” “When you’re ill like that you don’t care,” recalls one flu survivor, now 100 years old. “You don’t care if you live or die.”Major Brem described an autopsy: “Frothy, bloody serum poured from the nose and mouth when the body was moved, or the head lowered…. Pus streamed from the trachea when the lungs were removed.” Fellow autopsy surgeons discussed what they called a “pathological nightmare,” with lungs up to six times their normal weight, looking “like melted red currant jelly.” An account published by the National Academies of Science describes the lungs taken from victims as “hideously transformed” from light, buoyant, air-filled structures to dense sacks of bloody fluid.There was one autopsy finding physicians reported having never seen before. As people choked to death, violently coughing up as much as two pints of yellow-green pus per day, their lungs would sometimes burst internally, forcing air under pressure up underneath their skin. In the Proceedings of the Royal Society of Medicine, a British physician noted “one thing that I have never seen before—namely the occurrence of subcutaneous emphysema”—pockets of air accumulating just beneath the skin—“beginning in the neck and spreading sometimes over the whole body.”These pockets of air leaking from ruptured lungs made patients crackle when they rolled onto their sides. In an unaired interview filmed for a PBS American Experience documentary on the 1918 pandemic, one Navy nurse compared the sound to a bowl of Rice Krispies. The memory of that sound—the sound of air bubbles moving under people’s skin—remained so vivid that for the rest of her life, she couldn’t be in a room with anyone eating that popping cereal.

Ancora una volta l'invito è quello di riflettere. Molti operatori sanitari ritengono che una pandemia come quella del 1918 non potrà più ripresentarsi: "Siamo nel 2007, l'assistenza sanitaria è migliorata notevolmente, ci sono i vaccini, ci sono le terapie intensive, le condizioni igienico sanitarie sono molto migliori...".
Dovrebbe essere chiara una cosa: il problema dell'H1N1 del 1918 era insita nel virus stesso: un virus "aggressivo", "cattivo", per usare un termine tecnico: ad altissima virulenza (in una popolazione "naive" nei confronti di quel virus, ovvero senza specifiche difese immunitarie, come la popolazione mondiale del 1918).

PS: chi non conosce l'inglese... si sforzi di impararlo (empowerment è anche impegno personale)!

martedì 30 ottobre 2007

Ethical issues in pandemic influenza planning



A proposito di problemi etici nella pandemie influenzali.


E un blog per approfondire l'argomento...

I bambini e le pandemie


Alcuni impegni improrogabili mi hanno recentemente “tenuto fuori dai giochi” ma negli scorsi giorni ho avuto tempo di seguire alcune notizie di nostro interesse.
In particolare mi hanno fatto riflettere le parole di Henry Bernstein, direttore della pediatria del Children's Hospital a Dartmouth College, New Hampshire.
“Al momento attuale non siamo adeguatamente preparati per assicurare la salute e il benessere dei nostri figli se una pandemia dovesse colpirci.” E poi prosegue… “Come faranno a non frequentare le scuole per lunghi periodi di tempo? Chi si prenderà cura di loro quando saranno fuori dalle scuole? Come possiamo pensare che i bambini smetteranno di incontrarsi fuori dalle scuole? Dobbiamo pensarci adesso, mentre siamo ancora in tempo per prepararci".
Secondo Bernstein e altri operatori sanitari i piani pandemici americani avrebbero fallito nel tenere non tenere in considerazione i bambini, spesso coinvolti nella diffusione della malattia e generalmente le vittime più vulnerabili della stessa. In particolare si punta il dito sul fatto che nessun piano abbia finora stabilito strategie coerenti per risolvere il problema di cosa fare con le decine di milioni di alunni se e quando le scuole saranno chiuse.

Alcune riflessioni:
Le perplessità sollevate dagli esperti americani sono applicabili ovunque. Anche il piano italiano e quelli regionali non vanno oltre la previsione di chiudere le scuole… e dopo? Come far fronte ai problemi che scaturiscono in seguito?

Ma quando penso ai bambini la prima cosa che mi viene in mente è un serio problema etico: il problema delle priorità vaccinali. Chi deve essere vaccinato per primo?
Ecco le priorità per la vaccinazione contro l’influenza stagionale:
• Tutti i soggetti >65 anni
Bambini di età superiore ai 6 mesi, ragazzi e adulti affetti da patologie croniche importanti
• Bambini e adolescenti in trattamento a lungo termine con acido acetilsalicilico, a rischio di Sindrome di Reye in caso di infezione influenzale.
• Donne che saranno nel secondo e terzo trimestre di gravidanza durante la stagione epidemica.
• Individui di qualunque età ricoverati presso strutture per lungodegenti
• Medici e personale sanitario di assistenza
• Familiari e contatti di soggetti ad alto rischio

Ed ecco le priorità per la vaccinazione in caso di pandemia:
• Personale sanitario e di assistenza
• Personale addetto ai servizi essenziali alla sicurezza e alla emergenza
• Personale addetto ai servizi di pubblica utilità
• Persone ad elevato rischio di complicanze severe o fatali a causa dell’influenza (In questa categoria sono presenti i gruppi di popolazione che sono già identificati nelle raccomandazioni per la annuale vaccinazione contro l’influenza).
Bambini e adolescenti sani di età compresa tra 2 e 18 anni
• Adulti sani

Continuo a chiedermi: in caso di pandemia è giusto mettere i bambini in fondo alla lista?
Non rappresentano le generazioni future?
E non dovremmo prioritariamente salvaguardarne l’esistenza?

Questo è uno dei tanti temi etici riguardanti le pandemie influenzali. Da oggi aggiungiamo una nuova etichetta, impegnativa ma doverosa: Etica nelle pandemie influenzali

lunedì 22 ottobre 2007

Come citare un blog?

Nella frenetica corsa contro il tempo per la stesura della mia tesi di specializzazione mi sono ritrovato nella necessità di dover citare un blog.
Per gli operatori sanitari che fossero interessati... ecco come farlo!

Liberi di citare PandemItalia se occorresse!

martedì 16 ottobre 2007

10%


Riporto questa notizia a spiegazione della nuova campagna lanciata dal blog PandemItalia.

"L'Italia destina solo il 5% della propria spesa sanitaria per la prevenzione. Ben lontani dal 10% auspicato dall'Organizzazione mondiale della sanità". A lanciare il grido d'allarme è il presidente della Commissione Igiene e sanità del Senato Ignazio Marino. Intervenuto ieri mattina alla Camera dei deputati a una conferenza sui costi della vaccinazione contro l'influenza, il senatore dell'Ulivo ha rimarcato il divario del Belpaese dagli obiettivi stabiliti dall'Oms. "L'Italia - dice - deve cambiare strategia nella spesa sanitaria. Spendere di più in prevenzione significa spendere meno nel lungo periodo. Credo - aggiunge - che questa Finanziaria vada nella direzione giusta. E ne è l'esempio la decisione presa all'unanimità a Palazzo Madama di introdurre tra le voci di spesa la vaccinazione per le 250 mila 12enni italiane contro il Papillomavirus umano. Un investimento di ben 75 milioni di euro". Marino auspica che con la stessa attenzione si pensi alla vaccinazione contro l'influenza, "che - ricorda - dopo Aids e tubercolosi è la malattia infettiva che miete più vittime in Italia". (Fonte: DoctorNews)

E dieci % sia... in un futuro spero non lontano. Attualmente alcuni si accontenterebbero se il 5% stabilito venisse veramente destinato alla prevenzione. A quanto mi risulta alcune regioni destinano solo il 3% del Fondo Sanitario Nazionale... assurdo!

Riprenderemo la questione in futuro, facendo chiarezza sulla miopia politica di chi non riconosce l'importanza della Prevenzione ma anche sulle responsabilità di chi fa Prevenzione nel modo in cui oggi viene fatta.

sabato 13 ottobre 2007

Comunicare per crescere


Nei giorni 14 - 16 ottobre 2007 si terrà a Pisa la X conferenza di Sanità Pubblica.
In programma interventi su influenza, emergenze di salute pubblica e pandemia influenzale. Spero possa essere un interessante occasione di confronto.

Mentre ieri, 12 ottobre, sono rientrato da un corso di formazione sulla comunicazione in caso di pandemia influenzale organizzato dall'Istituto Superiore di Sanità.
Il corso ha superato le attese: ottimi docenti e fantastico clima in aula, ma una triste considerazione: se domani scoppiasse una pandemia influenzale avremmo seri problemi di comunicazione su tutti i fronti, tra le istituzioni, tra operatori sanitari, tra istituzioni e popolazione. Spesso durante il corso mi sono chiesto: mentre io, semplice (inutile?!) specializzando, sono qui... dove sono i direttori dei dipartimenti di prevenzione? Dove sono i primari? Dove sono i responsabili della pianificazione per la preparazione e il controllo della pandemia influenzale delle regioni?

Sono sempre più convinto che garantire un'ottima comunicazione interna (tra le istituzioni o i servizi di una stessa struttura) ed esterna (con la popolazione) si rivelerà un'arma fondamentale nella lotta alla pandemia influenzale. La Sanità Pubblica dovrebbe lavorare intensamente sulla comunicazione, pianificando e implementando le azioni pianificate. La comunicazione dovrebbe essere considerata una vera e propria "misura di sanità pubblica".

Da oggi PandemItalia aggiunge una nuova etichetta: Comunicazione!

Ancora su Kawaoka...


Ancora sul caso dell'articolo scientifico di Hatta, Kawaoka e coll. (leggi qui e qui).

Ammesso che sia ancora necessario fare chiarezza... riporto il chiarissimo comunicato stampa dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie

Nessun allarme per l’uomo. In seguito alle notizie degli ultimi giorni riguardanti lo studio sulla mutazione del virus H5N1, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, sede del Centro di referenza nazionale per l’Influenza Aviaria, ritiene doveroso precisare che il rischio di contagio per l’uomo non è aumentato e che quindi qualsiasi allarmismo è del tutto ingiustificato.
Lo studio, effettuato su ceppi virali isolati nel 2004 in topi di laboratorio infettati sperimentalmente, mostra la possibilità da parte di tali virus di replicare in maniera efficace nelle vie respiratorie superiori di questi animali. L’esistenza di virus con queste caratteristiche è quindi nota da ormai tre anni; pertanto, benché lo studio fornisca nuove conoscenze sui meccanismi di azione del virus influenzale H5N1, non si evidenziano novità tali da giustificare un aumento del rischio per l’uomo.

Trasmissione inter-umana?

La notizia di due infermiere con sintomi influenzali non dovrebbe essere allarmante. Ma quando ad avere la febbre sono due infermiere che hanno assistito la donna 44enne deceduta il 5 ottobre a seguito di contagio da H5N1... il primo pensiero non è stato dei migliori: Due casi di trasmissione interumana?

Giuseppe Michieli ha seguito i fatti, riporto i suoi commenti al post dell'8 ottobre:

L'ultimo caso confermato di influenza A/H5N1 a Sumatra, Riau è una donna di 44 anni, come detto in precedenza. Le autorità sanitarie stanno monitorando i contatti di questa paziente (almeno una sessantina di persone) che apparentemente sembrano sane, come ha anche ricordato l'aggiornamento dell'OMS. Due infermiere hanno sviluppato sintomi febbrili e sono sotto osservazione. Non è il primo caso del genere in Indonesia e finchè non ci saranno conferme di laboratorio è prematuro trarre conclusioni sul loro reale stato di salute. Intanto, a Medan - sempre Sumatra - otto persone sono state ospedalizzate (secondo CIDRAP), sei in miglioramento e due (una donna gravida e un/a bambino/a) in condizioni serie, per sospetta infezione da A/H5N1. Non è chiaro se sono parenti. Una moria di pollame nella loro zona di residenza è stata riportata. Un test rapido in alcuni animali ha dato esito positivo, ma si attendono gli esiti di laboratorio. Bisogna ricordare che in Indonesia sono in corso festività per cui i laboratori, i trasporti e in genere le comunicazioni sono difficoltose, con centinaia di migliaia di persone in movimento (animali compresi). E' possibile che per le otto persone (o alcune di loro) ci sia stata effettivamente una esposizione al virus, ma finchè non ci sono i risultati non si possono trarre conclusioni.

Secondo il sito FluTrackers nella giornata di oggi (10 ottobre) i test di laboratorio eseguiti sui due sospetti casi di infezione da H5N1 in personale sanitario a contatto con l'ultimo caso confermato (una donna di 44 anni di Sumatra) sono risultati negativi. I pazienti, assieme a circa 60 persone venute a contatto con la donna deceduta, rimarranno comunque in osservazione per altri 14 giorni (due volte il periodo di incubazione massimo della malattia).

Stando ai fatti la trasmissione interumana sembra scongiurata.

lunedì 8 ottobre 2007

H5N1 Update



Se da un lato non è nostra intenzione trasformare il blog in uno “strumento di cronaca nera”, riteniamo comunque utile aggiornare periodicamente il numero di decessi da H5N1, specie quando sussistono elementi di interesse epidemiologico correlati agli stessi.
Colgo quindi l’occasione per postare l’ultimo commento di Giuseppe Michieli, che, sulla base delle notizie di cronaca relative all’87esimo decesso in Indonesia, ci offre un interessante spunto di riflessione:

Anche se fino a questo momento un virus H5N1 trasmissibile in modo efficiente da uomo a uomo non è apparso, è chiaro che l'Indonesia ha bisogno urgente di aiuto internazionale, molto maggiore di quello che ha finora ottenuto. I casi umani registrati dal paese - che si estende su un arcipelago di migliaia di isole - sin dal 2005 sono ormai più di 100 (108 casi di cui 87 deceduti - quest'anno: 33 casi di cui 29 deceduti, tasso di letalità (2007): 88% - per paragone, in Egitto (2007): 20 casi, 5 decessi, cfr: 25%). Un paese con più di cento milioni di abitanti, affetto da malattie epidemiche come dengue, tubercolosi, malaria, dissenteria, HIV/AIDS, oltre che colpito da continui disastri come terremoti, alluvioni, valanghe, eruzioni vulcaniche, non riesce più a contenere la malattia aviaria nel pollame, una delle principali fonti proteiche per una popolazione molto spesso in cattive condizioni igieniche e alimentari. La necessità di mettere al centro della lotta alla pandemia influenzale che verrà questo paese è cruciale, sia per tentare di ridurre la mortalità che per prendere tempo qui da noi per prepararci meglio. Lasciare sola l'Indonesia significa mettersi tutti nelle sue condizioni.

Giuseppe ha ragione!

(Anche se l’Indonesia non ha sempre dimostrato di voler collaborare con chi le allungava la mano… )

Qui la notizia della 87esima vittima indonesiana.

Altri post relativi alla situazione indonesiana (7 agosto 18 agosto).

sabato 6 ottobre 2007

Pandemia imminente?... è solo un articolo scientifico e assurda cassa mediatica di risonanza

Due note appena lette mi fanno capire quanto siano importanti i principi che abbiamo cercato di comunicare ieri.

Ministero della Salute
Avitalia (Fonte: Leggo/Sec/Gs/Adnkronos)

Lo ribadiamo: l'articolo scientifico pubblicato in questi giorni non parla di una pandemia influenzale imminente, nè tantomeno di un virus aviario pronto ad assaltare l'uomo.
Attenzione ai titoli dei giornali
Attenzione ai contenuti degli articoli che oltrepassano la realtà e sconfinano nell'immaginario catastrofico.
Invito a leggere con attenzione il post di ieri e i commenti ad esso correlati.

venerdì 5 ottobre 2007

Pandemia imminente?

Oggi la notizia del giorno è la seguente:
Bird flu becoming riskier for humans
Bird Flu Virus Has Mutated
Key step bird flu virus takes to spread readily in humans
Mechanism behind person-to-person bird flu transmission revealed
Key step bird flu virus takes to spread readily in humans
BIRD FLU: VIRUS HAS CHANGED INTO MORE DANGEROUS FORM FOR MAN
Bird flu mutates to infect humans

I titoli di queste news non sono certo rassicuranti, una cosa è certa: quando si parla di H5N1 I toni sono sempre caldi e I titoli di giornale spesso eccessivamente allarmanti.
Una cosa che ho imparato, ad esempio, è che non ci si deve mai fidare delle notizie riportate e si deve sempre indagare, possibilmente arrivando alla fonte della notizia.
In questo caso la fonte della notizia è un articolo scientifico pubblicato su PloS Pathogens.
La collega Livia Borsoi, specializzanda in Sanità Pubblica all’Università di Vienna (ma italianissima!) ha scavato fra le complicate righe dell’articolo e ci ha inviato, per punti, una sintesi delle scoperte degli autori, leggete attentamente...

1) hanno isolato due varianti di H5N1 da alcuni pazienti in Vietnam nel 2004 (VN 1203 e VN1204)
2) le due varianti differivano per la sequenza aminoacidica 627 di PB2 (VN1203 ha una Lys mentre VN1204 ha un Glu)
3) la maggior parte dei virus umani di influenza A hanno in questa posizione una Lys (lisina) , mentre i virus aviari hanno Glu (acido glutammico)
4) gli ammninoacidi in pos. 627 sono stati associati alla specificità d’ospite del virus dell’ influenza A
5) la lisina in pos. 627 é stata associata ad ALTA virulenza di H5N1 nel TOPO
6) La lisina in pos. 627 é stata associata ad un virus H7N7 isolato nell’ UOMO (CASO FATALE) in Olanda nel 2003, sebbene né gli isolati dal paziente del 2003 con congiuntivite (sempre in Olanda) né quelli isolati dai polli durante quell’epidemia avessero la Lys in quella posizione.
7) La Lys in pos. 627 favorisce la crescita efficiente di virus aviari nel tratto respiratorio superiore di mammiferi o la trasmissione efficiente tra di essi.

Su questi presupposti hanno esaminato le due varianti nel modello murino (topi!).
Ecco cosa è stato scoperto:
1) la variante VN1203 con la Lys è ( leggermente) PIÚ PATOGENICA della VN1204 con il Glu
2) la variante VN1203 con la Lys si replica in modo SISTEMICO mentre l’altra rimane confinata agli organi respiratori.
3) Anche invertendo i siti, cioè VN1203 con Glu e VN1204 con Lys in pos. 627-PB2, si avevano gli stessi risultati: la variante con lys determinava un’infezione sistemica ed una efficiente replicazione del virus nel tratto respiratorio superiore

Da studi fatti in precedenza su linee cellulari era stato rilevato che la mutazione con Lys in pos. 627 di PB2 influiva sulla replicazione virale a basse temperature. Da qui nasce l’ ipotesi che la differenza nel tropismo tissutale del topo tra la variante VN1203 ( con Lys) e VN1024 (senza lys) possa originare dalla differente TEMPERATURA DI CRESCITA OTTIMALE.
Quando peró hanno provato le due varianti VN1203 ( con Lys) e VN1024 (senza lys) in fibroblasti di embrioni di pollo il virus si replicava altrettanto bene a tutte le temperature testate.
Allora, non rassegnati, hanno testato le due varianti VN1203 ( con Lys) e VN1024 (senza lys) in cellule di rene canino MDCK e di rene embrionale umano 293 e anche in queste linee cellulari VN1203 ( con Lys) REPLICAVA piú efficientemente di VN1024 (senza lys) a 33 °C.
Comunque, quando hanno fatto lo stesso esperimento in cellule della linea primitiva umana SEA (small airway epithelia) -cellule polmonari- e cellule epiteliali bronchiali e tracheali (NHBE) LE DUE VARIANTI VN1203 e VN1024 NON HANNO MOSTRATO DIFFERENZE SOSTANZIALI A TUTTE LE TEMPERATURE DI CRESCITA. Nella SEA: A 33° C LA VARIANTE CON LYS-627 REPLICAVA UN PO’ MEGLIO DELL’ALTRA, anche se in modo non statisticamente significativo. Nelle cellule NHBE (bronchiali e tracheali) la variante con Lys replicava meglio dell’ altra.

In base a questi risultati gli autori dello studio concludono che la Lys in pos. 627 di PB2 conferisce ad alcuni virus dell’ influenza A la capacità di replicare efficientemente nel tratto respiratorio di TOPI e che questo tipo di mutazioni potrebbe essere il pre-requisito per una più efficace trasmissione interumana.

Ringrazio Livia per questo meraviglioso lavoro di analisi dell’articolo e procedo ad una semplice riflessione:
C’è una asimmetria sostanziale fra quello che gli autori possono concludere attraverso la presentazione dei loro studi e la modalità con cui è stata lanciata la notizia. In fondo non dimentichiamoci che i titolisti (se così si possono chiamare le persone che danno i titoli alle notizie) hanno un unico scopo: scrivere titoli accattivanti per vendere giornali!
La notizia è sicuramente interessante e il significato scientifico è importante da analizzare, ma non si può spaventare il mondo scrivendo che lìH5N1 è mutato ed è pronto a scatenare la pandemia.
Eppure questa mattina, leggendo le varie notizie, pensavo che fossimo a un passo dalla temuta pandemia; dopo l’analisi dell’articolo vi assicuro che questa notte andrò a letto più sereno!

Grazie anche a PloS, che al contrario di tanti altri gruppi editoriali persegue nobili finalità di divulgazione scientifica.
PloS è un’organizzazione non profit di ricercatori e medici che perseguono lo scopo di dare libero accesso alla letteratura scientifica secondo questa linea di pensiero: “Tutto quello che pubblichiamo è utilizzabile liberamente e può essere letto, scaricato, copiato, distribuito e usato in qualsiasi modo si desideri”.
Ecco a voi il full text dell’articolo: buona lettura!

giovedì 4 ottobre 2007

Masterpiece!


(clicca sull'immagine per leggere)
Questo è un libro che vale la pena leggere, dalla prima all’ultima pagina.
La cosa bella: è completamente visionabile on-line!
Il Dr. Greger ha scritto un capolavoro… almeno all’apparenza. La lettura richiederà tempo.
Intanto condivido con tutti coloro siano interesssati il link.
Buona lettura!

mercoledì 3 ottobre 2007

Pandemia e videogames



I modelli matematici sono tenuti in crescente considerazione nell’ambito dell’epidemiologia applicata. Tuttavia, poco può essere fatto per validare questi modelli o per migliorare il loro utilizzo incorporando le variabili legate ai reali comportamenti umani.
Ma recentemente un videogioco on-line, World of Warcraft, ha fornito un eccellente esempio di come si potrebbe cercare di risolvere i limiti dei modelli matematici.
I creatori del gioco hanno introdotto una malattia, nota con il nome di “Sangue Corrotto” (Corrupted Blood), che nel tempo si è diffusa nel mondo virtuale assumendo le fattezze di una vera e propria pandemia letale.
Per entrare nel dettaglio riporto parte di un post pubblicato in onegames da Moreno Tiziani:

Fu introdotta nel 2005 con la patch 1.7, come incantesimo lanciato dal boss Hakkar the Soulflayer, nella nuova regione di Zul’Gurub.
L’incantesimo colpiva il giocatore, che poteva infettare i propri compagni. Ma una volta usciti dalla regione l’effetto della malattia spariva. A un certo punto però dei giocatori si sono accorti che potevano infettare i propri animali addomesticati, che potevano diffondere a loro volta la malattia anche al di fuori di Zul’Gurub.
Fu l’inizio di una pandemia vera e propria, di cui gli avatar dovettero tener conto nella proprie avventure.
Se alcuni rischiano la vita per salvare altri giocatori, c’è anche chi si dilegua per mettersi al sicuro, o anche chi si infetta deliberatamente per spargere il morbo.

La notizia più interessante è che qualche settimana fa Lofgren e Fefferman hanno pubblicato un articolo sul Lancet Infectious Disease (The untapped potential of virtual game worlds to shed light on real world epidemics) proprio in riferimento a questo videogioco, dichiarando che il comportamento umano ha un grande impatto sulla diffusione delle malattie e il mondo virtuale offre una piattaforma eccellente per studiarlo, e affermando che un’appropriata valutazione di questi sistemi di gioco potrebbe portare ad un miglioramento delle capacità dei modelli di simulazione nel campo della ricerca per le malattie infettive.
Non ho letto l’articolo ma la notizia è sicuramente interessante e apre nuovi scenari per l’avanzamento nel campo dei modelli matematici applicati alla diffusione delle malattie infettive (che in questo periodo vanno molto di moda).
Peccato che nella vita reale non si possa agire come fecero gli amministratori del videogame quando, incapaci di far fronte al dilagare della malattia, dovettero riavviare i server e modificare il codice sorgente del morbo per renderlo più gestibile!

Inserisco un link per la riflessione su quelli che potrebbero essere dei “revisori terribili” rispetto a questo tipo di articoli!

Infine un altro link per capire cosa si intende quando si parla di modelli matematici applicati alla diffusione delle malattie infettive: Scenari di diffusione e controllo di una pandemia influenzale in Italia

martedì 2 ottobre 2007

Preparazione regionale: settembre 2007



Situazione aggiornata rispetto a giugno:
Emilia Romagna, Umbria e Sardegna hanno il proprio piano pandemico regionale.
Mancano ancora all'appello 10 regioni.
Chi fosse interessato può leggere il Piano Pandemico della Regione Umbria!