Nei giorni 14 - 16 ottobre 2007 si terrà a Pisa la X conferenza di Sanità Pubblica.
In programma interventi su influenza, emergenze di salute pubblica e pandemia influenzale. Spero possa essere un interessante occasione di confronto.
Mentre ieri, 12 ottobre, sono rientrato da un corso di formazione sulla comunicazione in caso di pandemia influenzale organizzato dall'Istituto Superiore di Sanità.
Il corso ha superato le attese: ottimi docenti e fantastico clima in aula, ma una triste considerazione: se domani scoppiasse una pandemia influenzale avremmo seri problemi di comunicazione su tutti i fronti, tra le istituzioni, tra operatori sanitari, tra istituzioni e popolazione. Spesso durante il corso mi sono chiesto: mentre io, semplice (inutile?!) specializzando, sono qui... dove sono i direttori dei dipartimenti di prevenzione? Dove sono i primari? Dove sono i responsabili della pianificazione per la preparazione e il controllo della pandemia influenzale delle regioni?
Sono sempre più convinto che garantire un'ottima comunicazione interna (tra le istituzioni o i servizi di una stessa struttura) ed esterna (con la popolazione) si rivelerà un'arma fondamentale nella lotta alla pandemia influenzale. La Sanità Pubblica dovrebbe lavorare intensamente sulla comunicazione, pianificando e implementando le azioni pianificate. La comunicazione dovrebbe essere considerata una vera e propria "misura di sanità pubblica".
Da oggi PandemItalia aggiunge una nuova etichetta: Comunicazione!
1 commento:
Parli di comunicazione troppo in generale. Di quali documenti parli? Io penso ad una Sanità Pubblica che è un movimento di organizzazioni istituzionali e non istituzionali, gruppi, persone che compiono sforzi per garantire la salute delle comunità. Gli attori sanitari che si occupano di Sanità Pubblica devono pianificare, organizzare, coordinare azioni specifiche, fra le quali azioni di comunicazione. L'OMS ha pubblicato una Guida per la comunicazione del rischio che è un capolavoro. Applicarla significherebbe limitare i danni di una comunicazione in mano ai media e agli interessi di parte di cui dicevi, ma sono interessi di parte! Non tutti lavorano per diffondere la paura!
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