sabato 28 novembre 2009

Letteratura scientifica: The Emotional Epidemiology of H1N1 Influenza Vaccination

In questo contributo al New England Journal of Medicine di Danielle Ofri si parla in modo molto interessante di "Epidemiologia emozionale".
Il punto di vista della collega ben evidenzia l'impatto emozionale che ogni emergenza di sanità pubblica si porta dietro. Una lettura interessante che permette di riflettere sulla centralità del ruolo della comunicazione del rischio nella gestione delle emergenze di sanità pubblica.
L'articolo termina così:
"Ogni clinico è, in qualche misura, un epidemiologo di base. Registriamo
l'andamento delle malattie mentre si difondono tra i nostri pazienti. Siamo
anche acuti osservatori del'epidemiologia emozionale, anche se spesso non ne
siamo pienamente consapevoli. Tenere sotto controllo l'epidemiologia emozionale,
nonchè l'epidemiologia della malattia e trattare entrambe con la stessa urgenza
è una modalità operativa essenziale per affrontare questa stagione
influenzale."

lunedì 23 novembre 2009

Pandemia influenzale: il punto di vista di una pediatra

Sabato 21 novembre PandemItalia ha ricevuto un commento che rappresenta un interessante punto di vista. Il punto di vista di una pediatra, M.Luisa Zuccolo, che risponde ad uno dei tanti anonimi che affollano la blogosfera.
Riteniamo sia utile (doveroso) pubblicare il commento come post, per dare massima visibilità a questo rispettabile punto di vista.
Il post in cui ha commentato l'Anonimo di cui si fa riferimento è questo.
Buona lettura...

E’ la prima volta che rispondo in un Blog ma stavolta mi sento di dover intervenire di rimando al signor “anonimo”. Non so che mestiere lei faccia, spero solo non sia un medico. Credo sia ora di finirla di accapigliarsi sulla definizione di pandemia in base all’indicazione di elevata o bassa mortalità: i morti come dice Carlo, li conteremo alla fine. Le risponderò solo con la mia esperienza di pediatra di famiglia che esercita da più di vent’anni. Dal mio osservatorio le posso dire che questa influenza è un po’ sopra le righe rispetto a quelle che ho “vissuto” in tutti questi anni. Non è come dice un esperto epidemiologo che “se non fosse stato dichiarato lo stato di pandemia non –ce- ne –saremmo- neanche -accorti”. Ce ne saremmo accorti! Non per la conta dei morti ma per la stagione anticipata, la maggiore rapidità di diffusione (asili e scuole decimati, interi nuclei famigliari ammalati), la necessità che ho avuto, in più rispetto agli anni passati, di ricoverare. Me ne sono accorta che circola qualcosa di diverso e, creda, anche i miei colleghi! Nel comunicato stampa emesso dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali pochi giorni fa, leggo che “I più colpiti sono bambini e adolescenti, da zero a 14 anni, con un’incidenza pari al 3,6 per cento (2,6 nei più piccoli da zero a 4 anni e 4,2 per cento dai 5 ai 14). Tra i giovani e gli adulti dai 15 ai 64 anni l’incidenza dell’influenza è dello 0,7 per cento mentre tra persone dai 65 anni in su è lo 0,1 per cento.” Cioè i miei pazienti. Secondo lei cosa dovrei fare io? Mostrare l’ultimo numero di “attenti alle bufale” ai miei assistiti rassicurandoli che la pandemia non esiste, che anche se tra i 241 pazienti che (sempre dal comunicato stampa del ministero) mentre scrivo, “richiedono cure di alta specializzazione e assistenza respiratoria” , dire loro che la mortalità è comunque inferiore rispetto l’influenza normale, senza spiegargli che però riguarda una fascia di età diversa (cioè la loro)? Se poi si ammalano non dovrei curarli, se necessario, con l’antivirale perché l’autorizzazione al suo uso in età pediatrica è stata data troppo in fretta? Non dovrei informarli che, sebbene raramente, corrono il rischio (anche se non appartenenti alle “fasce a rischio” ma solo per l’età) di ammalarsi di una gravissima polmonite virale difficilmente trattabile? Ed avendo la possibilità di effettuare una profilassi vaccinale negargliela perché “mancano i trial”? A me piace lavorare figurandomi lo scenario peggiore, l’ottimismo e la banalizzazione li lascio a Topo Gigio; non voglio che nemmeno uno dei miei pazienti finisca tra quei 241 in terapia intensiva per la mia incuria. Credo che anche lei non vorrebbe come medico uno che, secondo scienza e coscienza, in risposta ai suoi quesiti, l’accompagnasse alla porta con una pacca sulla spalla assicurandola che son solo bufale.

Autore: M Luisa Zuccolo

domenica 22 novembre 2009

La definizione di pandemia: facciamo chiarezza

Da qualche mese circola la notizia che l'Organizzazione Mondiale della Salute (OMS) all'inizio di maggio avrebbe cambiato di nascosto la propia definizione di pandemia per poter muovere l'allerta dalla fase 5 alla fase 6, cioè proclamare la pandemia. Chi diffonde questa notizia aggiunge di solito teorie complottistiche. L'OMS viene più o meno apertamente accusata di non essere neutra ma di avere rapporti poco chiari con i produttori di vaccini. Per esempio il titolo di un'intervista della rivista tedesca "Der Spiegel" a Tom Jefferson è "Un'intera industria è in attesa di una pandemia". E ci sono numerosi altri esempi (la TV tedesca ZDF, Arte, Cochrane Review, BMJ, LA7, ACP (=Associazione Culturale Pediatri) etc.
Non credo alle teoria complottistiche e la notizia non mi sembrava credibile, così ho cominciato ad indagare e ho pubblicato il risultato: WHO e la definizione di pandemia.

UlrikeS (vaccinfo.it)

venerdì 20 novembre 2009

Anche le Marche aprono ai giovani sani tra i 6 mesi e i 27 anni



Anche le Marche dopo il Veneto aprono ai soggetti sani di età compresa tra i sei mesi e i 27 anni a partire da oggi, venerdì 20 novembre e comunque non oltre lunedì 23 novembre. La decisione è stata presa sulla base della bassa adesione alla vacinazione delle categorie che prioritariamente avrebbero potuto vaccinarsi e sulla base delle scorte di vaccino distribuite.

giovedì 19 novembre 2009

Il post di "addio-scusa" (Giuseppe Michieli)

Bene, ci siamo, allora.
L'ultimo mio post su PandemItalia.
L'unica cosa che mi sento di dire è che se anche questa crisi sanitaria non servirà a cambiare le cose in Italia - e segnatamente in Europa - al prossimo 'colpo' che la Natura ci darà, sarà sicuramente peggio.
Da tre giorni il TG1 RAI non parla di pandemia.
E' un evento storico, questa pandemia, perchè è la prima del XXI secolo.
Nel XX, ce ne sono state almeno tre di maggiori, con milioni di morti in tutto il mondo.
Che pensare allora di una televisione pubblica che ha il dovere di informare i cittadini-utenti-finanziatori e che si RIFIUTA di farlo su un argomento di centrale interesse per la collettività?
Io penso che dipende dal fallimento - del nostro fallimento, nel nostro piccolo - dei cittadini di cercare una fonte di informazione indipendente e di premere sulle istituzioni perchè REAGISCANO.
Molti si sono indignati per come si è gestita la questione dei vaccini.
Bene, ma perchè non dirla tutta, la nostra indignazione?
Perchè i vaccini vengono pagati così cari?
Io direi perchè lo Stato ha deciso che non gli importa della ricerca scientifica - di base e applicata - e quindi non può far altro che andare davanti allo zerbino della casa farmaceutica e chiedere col cappello in mano quanti soldi vogliono per dare il farmaco cercato.
Perchè i vaccini sono fatti come sono?
Io penso che le Case farmaceutiche lavorano un po' come gli pare, facendoci pagare i loro brevetti, e visto che gli Stati nazionali si sono ritirati dalla gestione e coordinamento degli investimenti in ricerca scientifica, difficile che possano intromettersi nei processi produttivi, nelle pipelines, nella R&D e così via.
Perchè i cittadini corrono direttamente alle Emergenze degli ospedali invece che contattare i propri medici e seguire le istruzioni di buon senso?
Io penso per il semplice motivo che non ci sono informazioni utili e pronte per i cittadini, che non sono tutti dottori, e hanno necessità di informazioni semplici, precise, autorevoli e concordi su come comportarsi in caso di malattia, specie in caso di pazienti pediatrici o anziani o con altre patologie.
Perchè questo gioco sui numeri di casi e decessi?
Nessuno vuole far sapere quanto male vanno le cose a meno di non esserne costretto. E chi può costringere l'establishment dei media a dire la verità? Ma guarda un po'. Noi, i cittadini.
Infine, perchè ho deciso di lasciare Pandemitalia?
Lo ammetto - ho passato un brutto momento in questo periodo.
Dopo sei anni - DICO SEI - a seguire uno tsunami di notizie su influenza H5N1, emergenze in Indonesia, Pakistan, Turchia, Vietnam, Thailandia, Cina - sono letteralmente ''esploso''.
Mi sono ''bruciato''.
Così ho dovuto dire a Daniel che 'ero fuori' da PandemItalia, non ne potevo piu', anche se continuo a lavorare su FluTrackers.com, e i miei blog.
Perchè mi aspettavo molto da PandemItalia.
Per esempio, una piu' attiva partecipazione sia dei lettori che di lettori-professionali, per esempio legati a redazioni di giornali. Invece, zero, silenzio totale.
Eppure qualcosa i giornali potrebbero impararlo dai cosiddetti 'New Media'.
Uno dei principali elementi distintivi dei nuovi media anche e soprattutto nel settore del monitoraggio delle malattie emergenti, è la gratuita, totale e completa.
Uno dei forum che ho visto crescere e guadagnare ora dopo ora, giorno dopo giorno, anno dopo anno di credibilità e autorevolezza è stato proprio FluTrackers.com
Molti si sono convinti che questo forum è DAVVERO impegnato, engagé, nella protezione della salute pubblica: inviti a programmi radio, interviste con personaggi di un certo rilievo come il dr David Fedson, o lo scrittore John Barry; lezioni presso Università; convegni organizzati da governi e amministrazioni locali; dappertutto, tranne che in Italia.
Peccato.
Comunque, chiedo ancora scusa a Daniel per il mio forfait, e per il modo e i tempi con i quali è arrivato.
Poteva andare diversamente, chissà.
Bisognava lavorare un po' di piu' anche rispetto alla conoscenza personale reciproca e ai reciproci bisogni, interessi, aspettative.
A volte contano, nel lavoro.
Spero proprio che PandemItalia andrà avanti bene come fa attualmente e migliori ancora in qualità e quantità di informazioni e contributi dei lettori.
Arrivederci, Daniel.
Tuo, Giuseppe Michieli (IronOreHopper)

lunedì 16 novembre 2009

Sandman sulla strategia italiana di comunicazione

Alcuni mesi fa era solo un sogno. Ma ora è realtà! Peter Sandman, uno che di comunicazione del rischio se ne intende molto, si è espresso sulle modalità comunicative delle Istituzioni sanitarie nazionali italiane. Il verdetto è, come immaginabile, negativo.
Su Darwin Flu ecco "La via italiana alla comunicazione del rischio".
Imperdibile!

Pessimi medici... concordo.

In queste lunghe settimane di inattività non mi sono reso conto che nel mare smisuratamente vasto della pessima comunicazione del rischio collegato alla pandemia ci sono isole di eccellenza comunicativa. Mi riferisco, ad esempio, ad Anna Meldolesi che nel suo blog scrive cose molto interessanti sulla pandemia influenzale.
Uno degli argomenti che avevo il desiderio e il dovere di trattare è relativo alla indecorosa presa di posizione dei medici nei confronti del vaccino pandemico.
Non sarei stato morbido. Chi non si vaccina è libero di farlo, ma se sei medico devi riflettere moltissimo prima di prendere una simile decisione perchè nelle tue mani non c'è solo la tua salute ma anche quella degli altri. Se il panorama complessivo si limitasse al problema dei medici che decidono di non vaccinarsi il problema sarebbe relativo. Il punto è che il panorama è reso deprimente da un gran numero di medici che non solo non si vaccinano ma pure sconsigliano, talvolta accoratamente, la vaccinazione.
Cosa è accaduto alla classe medica italiana?
Sono rimasto per molti giorni perplesso e deluso a pensare. Nel frattempo quello che avrei potuto dire l'ha scritto in un suo pezzo Anna Meldolesi. Condivido ogni sua parola.

domenica 15 novembre 2009

500esimo post


Ci siamo.
Due anni e mezzo di attività e siamo già arrivati a 500! 500 post nei quali abbiamo cercato di informare nel modo più corretto e equilibrato possibile, facendo riferimento alle fonti più accreditate ed autorevoli.
Finalmente torno ad essere operativo, come nel periodo precedente il mese di agosto.
Grazie a tutti colori i quali, in assenza del "padrone di casa" hanno "ravvivato l'ambiente" con i commenti.
Come ho già avuto modo di comunicare Giuseppe Michieli ha deciso di smettere di collaborare con PandemItalia. Un sentito ringraziamento per quanto ha fatto per PandemItalia in questi anni. Potete continuare a seguire Giuseppe sui suoi blog (ATM, AQG) o sul Forum italiano di Flu Trackers.

Comunicazione: buoni esempi e pessime azioni

L'ho già scritto su PandemItalia e lo ripeto: i giornali non devono essere considerati come fonti autorevoli se si vuole "conoscere per affrontare la pandemia".
Non è mai bene generalizzare. Cerco di evitare più possibile di farlo. Ma da quando seguo l'emergenza pandemica mi rendo sempre più conto di quale scarso apporto i giornali stiano dando nel corso dell'evento. Le inchieste sono assenti. Le redazioni sono sguarnite di esperti nel campo del giornalismo scientifico e salvo rarissime eccezioni pochi sono i giornalisti in grado di scrivere pezzi interessanti, pochissimi sono quelli che riescono a scrivere senza commettere almeno un'inesattezza.
Ho già avuto modo di sottolineare alcuni ottimi esempi di comunicazione e qui voglio ricordare Eugenia Tognotti, ogni cosa che scrive sulla pandemia influenzale è da me condivisa ed apprezzata (vedi quello che scrive qui).
Altro buon esempio di comunicazione è quello che fa ogni giorno l'ANSA: il punto regione per regione consente di essere costantemente aggiornati sui fatti, senza dover subire le sgangherate opinioni di esperti improvvisati.
Poi c'è il rammarico per quello che si legge sul 99% dei giornali. Le "sgangherate opinioni", per l'appunto. O semplicemente i superficiali approfondimenti e una generale incapacità di seguire la semplice regola dell'informarsi per informare: se sei un giornalista e il tuo obiettivo è di informare... la speranza è che ti informi prima di scrivere!
Sono il portavoce della Zona Territoriale 6 di Fabriano e ieri (sabato 14 novembre) sul Corriere Adriatico, la principale testata giornalistica delle Marche, il titolo di un articolo in cui si riportavano le mie parole era il seguente: "Due bambini contagiati dal virus".
Ora, il meccanismo è chiaro e l'ho capito perfettamente: chi scrive l'articolo non è colui che scrive il titolo dell'articolo. Però qui l'ignoranza è ingiustificabile. Chi ha scritto il titolo (caratteri cubitali, in cronaca locale) ignora che è in corso una pandemia; chi ha scritto l'articolo ignora che attualmente saranno decine e decine i bambini contagiati a Fabriano. Chi ha scritto il titolo ha contribuito ad innalzare l'ansia della popolazione che mi sembra stia crescendo di settimana in settimana. Creare titoli allarmistici: pessima azione di comunicazione.

FluNews n.2 - Settimana 45

In sintesi i dati relativi alla diffusione dell'influenza in Italia.
Tutti i dati sul secondo numero di FluNews, a cura del CNESPS dell'Istituto Superiore di Sanità.
• i nuovi casi stimati delle sindromi influenzali nella 45° settimana sono 736.000, per un totale di 1.526.000 casi a partire dall’inizio della sorveglianza Influnet (43° settimana: 19-25 ottobre)
• il valore dell’incidenza totale delle sindromi influenzali è pari a 12,27 casi per mille assistiti, in netto aumento rispetto alla settimana precedente (8,95 casi per mille assistiti)
• la fascia di età più colpita è quella pediatrica (0-14 anni), con un’incidenza pari a 36,40 casi per mille assistiti (26,15 per mille nella fascia dei bambini più piccoli di 0-4 anni e 41,65 per mille nella fascia 5-14 anni).

giovedì 12 novembre 2009

Pensieri pandemici

Qualche riflessione a seguito di un periodo di lavoro estenuante e molto stressante e prima di dedicarmi una pausa di tre giorni (domani ferie e prima vaccinazione per Giacomo, sabato e domenica riposo!).
La pandemia sta facendo il suo corso, i casi di sindrome simil influenzale sono in vertiginoso aumento e mi viene da ridere pensando a tutti gli "Anonimi" che hanno deriso il blog e i nostri sforzi nel recente passato, parlando della pandemia come dell'ennesima "invenzione" per creare panico e produrre profitto per i soliti "malfattori" di turno.
Qui avete uno spaccato epidemiologico di quello che sta accadendo nella mia regione, le Marche.
Si tratta di un primo report che sarà notevolmente ampliato con dati di assenteismo scolastico, lavorativo, accessi al pronto soccorso , ricoveri ospedalieri... scusate l'iniziale poverta dei dati offerti.
L'accelerazione della curva pandemica è incredibile e il profilo dell'epicurva che si va a delineare non parla della migliore delle situazioni, descrive al contrario un andamento che le misure di sanità pubblica sin qui adottate, evidentemente, non sono state in grado di mitigare.
La distribuzione del vaccino è così lenta che la vaccinazione non sortirà alcun effetto se non quello di proteggere i singoli cittadini che, avendone diritto, avranno deciso di vaccinarsi.

Gli orrori pandemici mi fanno stare male, da un lato continuo a ringraziare ogni giorno il mio Dio: "Grazie, non è H5N1!".
Sul versante regionale, per quanto mi riguarda, il lavoro è sempre moltissimo e alcuni operatori sanitari cominciano a pensare che la percezione del mondo "pandemico-centrica" da parte dell'igienista sia fuori luogo e distorta... ma chiedo: chi sta vaccinando con vaccino pandemico? Chi ha la responsabilità di gestire i flussi di sorveglianza epidemiologica? Chi sta comunicando con la stampa locale? Chi si occupa della comunicazione in generale? Chi si è occupato delle attività di preparazione alla pandemia da aprile a ottobre? Chi sta coordinando la risposta di questa emergenza a livello locale? Da noi, nelle Marche, queste cose ricadono sui Servizi Igiene e Sanità Pubblica che, se va bene, il cittadino medio ritiene essere "gli uffici che fanno le disinfestazioni"... manco fossimo rimasti agli anni '70.
Quindi sono stanco, in parte deluso, sicuramente questi tre giorni arrivano come una risorsa preziosa.

PandemItalia ha perso molte occasioni. In passato avevo previsto di produrre un piano di preparazione individuale e familiare e non ho avuto il tempo di farlo: una sconfitta. Avevo previsto di pubblicare un "glossario pandemico": altra sconfitta risonante, sarebbe stato utile.
Ora la triste notizia è che Giuseppe Michieli lascia PandemItalia, mi ha comunicato che da ieri la sua collaborazione con PandemItalia è cessata. Ho capito le sue ragioni e ho chiesto a Giuseppe di dedicare un post al perchè di questa decisione. Spero lo faccia.
Spero che nei prossimi giorni il mio collegamento domestico ad internet sia attivo e ricomincerò a postare su PandemItalia quotidianamente, come qualche mese fa ero solito fare.
Per adesso... tre giorni di riposo.
Buon fine settimana a tutti.

Ucraina II

Grazie a tutti per le traduzioni che riporto di seguito:

L’andamento dell’influenza pandemica in Ucraina Con un articolo del 3 novembre 2009 l’Oms aggiorna la situazione relativa all’influenza pandemica in Ucraina, Paese nel quale si registrano oltre 250 mila casi di sindrome simil-influenzale, 235 pazienti ricoverati in terapia intensiva e 70 decessi per malattia respiratoria acuta. La regione occidentale del Paese mostra i tassi di malattia respiratoria acuta e di malattia simil-influenzale più elevati e anche il livello di attività nella zona di Kiev è in rapido aumento. Poiché il virus della pandemia è diventato rapidamente il ceppo di influenza dominante in tutto il mondo, si presume che la maggior parte dei casi di influenza in Ucraina siano causati dal virus A/H1N1. L'Oms raccomanda vivamente il trattamento precoce con i farmaci antivirali, oseltamivir e zanamivir, per i pazienti che soddisfano i criteri di trattamento, anche in assenza di un test positivo di laboratorio che confermi l'infezione da H1N1. Su richiesta del governo, l’Oms ha predisposto un team multidisciplinare di nove esperti che ha il compito di avviare indagini sul campo per determinare le caratteristiche cliniche ed epidemiologiche del focolaio. Secondo l’Oms, l'epidemia in Ucraina può essere indicativa di come il virus può comportarsi nell'emisfero nord durante la stagione invernale, in particolare, nelle strutture sanitarie dell’Europa orientale. L’Oms, inoltre, continua a raccomandare di non effettuare alcuna chiusura delle frontiere e di non porre aluna restrizione ai viaggi internazionali, compresi quelli da e per l'Ucraina, poichè l'esperienza ha dimostrato che queste misure non contengono comunque la diffusione del virus.

Fonte: World Health OrganizationPandemic (H1N1) 2009, Ukraine - update 13 novembre 2009, traduzione NIV (Network Italiano Vaccinazioni)


Ecco, inoltre, la traduzione sintetica del resoconto dell'Oms Europa sull'Ucraina, a cura della redazione di EpiCentro.
"Nella regione di Zhytomyr, al 7 novembre 2009, quasi 20 mila persone avevano segnalato malattia respiratoria acuta (Ari), negli ultimi 8 giorni. In questa area del Paese sono stati messi a disposizione dei pazienti con infezione 747 posti letto ospedalieri, di cui 406 per i bambini, e il piano di emergenza prevede anche che vengano assegnati ulteriori 1.415 posti letto in tempi estremamente brevi. Il piano di risposta alle emergenze comprende anche la trasformazione di un ospedale in una unità dedicata di trattamento e cura per l’influenza pandemica. Gli amministratori sanitari di Zhytomyr hanno predisposto scorte di farmaco per ogni ospedale della regione, dotando ciascuno con una quantità di farmaco sufficiente per trattare i pazienti per almeno 10 giorni. Le farmacie degli ospedali dispongono anche di dispositivi di protezione individuale, come le maschere chirurgiche per il personale e i pazienti, e molte altre attrezzature che possono aiutare a combattere una grave epidemia. Oltre alle ultime raccomandazioni per i 30 mila operatori sanitari impiegati nella regione, sono stati messi a punto siti web per fornire informazioni generali e tecniche alle quali il pubblico può accedere facilmente, e sono inoltre stati attivati call center aperti 24 ore su 24 per la comunicazione con il pubblico".
Fonte: www.epicentro.iss.it

mercoledì 11 novembre 2009