venerdì 10 agosto 2007

Ricetta Biblica per produrre olio “anti-virus”



Michael Ovadia, ricercatore dell'Università di Tel Aviv - Dipartimento universitario di Zoologia, ha usato un passo Biblico per produrre la versione moderna di un antico olio sacerdotale capace, a suo dire, di proteggere contro un’ampia gamma di virus.
L’olio era utilizzato dai sacerdoti del tempio di Israele per ungersi prima di sacrificare gli animali. Michael Ovadia è sicuro che quest’olio, preparato con cannella ed altre spezie, possa avere un ruolo nell’impedire la diffusione di agenti infettivi e si dice abbastanza sicuro dell’efficacia nella prevenzione della trasmissione di virus come quello dell’influenza aviaria, gli herpes virus e addirittura l’HIV.
Questa notizia, che sembrerebbe frutto di una mente quantomeno fantasiosa, l’ho trovata on-line e si tratta di una notizia vera! Chi voglia approfondire clicchi qui e qui (in italiano).

Sebbene mi preoccupi la sorte di ogni essere umano, non starò qui a esprimere la mia preoccupazione per un professore che ha violato un ordine Divino (chi vuole legga Esodo 30:22-33, troverete la ricetta ma anche la maledizione di Dio per chi utilizzerà l’olio di consacrazione al di fuori delle prescrizioni Divine). Non vorrei nemmeno parlare del fatto che il professor Ovadia abbia venduto la sua scoperta alla Frutarom, una azienda produttrice di profumi, estratti, olii essenziali e non so cos’altro e magari che per la vendita abbia, forse… chissà…, esagerato le proprietà curative dell’olio.
Quello di cui vorrei parlare è la terminologia utilizzata. Il professor Ovadia parla di scoperta efficace… Quando si utilizza l’aggettivo “efficace” per descrivere un farmaco, un trattamento, un prodotto di qualunque natura esso sia, dovrebbe essere chiaro il significato che sottende al termine “efficacia”. Dagli anni ’90 si è sviluppata una nuova medicina, la medicina basata sulle prove di efficacia (o evidenze), meglio conosciuta con l’acronimo EBM.
David L. Sackett (foto a destra), uno dei padri fondatori della Medicina Basata sulle Evidenze, l'ha definita come "L'utilizzo coscienzioso, esplicito e giudizioso delle migliori evidenze nel prendere decisioni per le cure individuali di un paziente. La pratica dell'EBM significa integrare l'esperienza clinica individuale con le migliori evidenze cliniche provenienti da ricerche sistematiche".
Il fondamento dell’EBM sono i trial. Essi rappresentano la strada più affidabile per scoprire cure efficaci o smascherare quelle che non lo sono.
In estrema sintesi, ecco come funziona il trial per testare l’efficacia di un certo farmaco: si includono nello studio dei partecipanti secondo espliciti criteri di inclusione (elemento fondamentale: che siano malati della malattia per cui il farmaco si sperimenta); si dividono i partecipanti in due gruppi (a caso); un gruppo riceve il farmaco studiato, l’altro gruppo riceve un altro farmaco (possibilmente quello considerato efficace rispetto alla malattia in questione) o il placebo (una pillola vuota); si stabilisce se ci sono differenze tra il gruppo dei trattati con il nuovo farmaco e il gruppo di controllo ovvero non trattato (placebo) o trattato con il farmaco di controllo.
Ora avrete capito perché non amo l’omeopatia: non esistono prove scientifiche che attestino l’efficacia dei rimedi omeopatici.
E capirete anche perché non amo particolarmente Ovadia: la disubbidienza a Dio non c’entra! Si tratta della sostanziale assenza di prove di efficacia a sostegno dell’olio biblico utilizzato nell'uomo come farmaco anti-virale.

Del resto nel campo delle malattie infettive non sempre i principi della medicina basata sulle evidenze possono essere applicati. Quella che viene definita Evidence Based Prevention (una prevenzione che si fonda sui principi della EBM) metterebbe in ginocchio molte scelte di sanità pubblica.
Talvolta le prove dell’efficacia di una determinata azione o di un determinato trattamento preventivo sono assenti semplicemente perché difficilmente valutabili.

Prendiamo ad esempio le prove relative all’utilizzo delle mascherine chirurgiche in caso di pandemia influenzale. Non ci sono chiare evidenze che ne attestino l’inutilità; al contempo non ci sono chiare prove che ne dimostrino l’efficacia protettiva.
Cosa fare quando le prove di efficacia mancano?

Torneremo su questo argomento perchè è il nodo centrale di molte scelte di sanità pubblica per affrontare un'eventuale pandemia influenzale!

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