Questa settimana appare evidente una accresciuta attività epizootica in varie parti dell'Asia e Europa: infezioni da virus influenzali aviari sono stati individuate in capi di pollame allevati in Vietnam (H5N1), Indonesia (H5N1), Laos (H5N1), Repubblica Ceca (H7), Bangladesh (H5N1), India (H5N1), Giappone (H7) e Regno Unito (non H5 e H7). Casi umani sospetti continuano ad essere registrati in Indonesia, anche se mancano ancora conferme ufficiali da parte del Ministero della Sanità e soprattutto dell'OMS. Impressione ha fatto l'incidente accaduto in un laboratorio in Repubblica Ceca dove un vaccino umano stagionale contaminato dal virus H5N1 ha messo in pericolo la salute dei lavoratori (leggi qui); la vicenda si complica di giorno in giorno con nuovi particolari e impone una revisione delle misure di controllo sui laboratori che manipolano agenti patogeni potenzialmente in grado di causare epidemie di grave entità. La ricerca ha offerto nuove speranze per possibili trattamenti contro l'influenza, specialmente in caso una pandemia dovesse materializzarsi, anche se non è chiaro quanti anni saranno necessari per ottenere i farmaci sperati: un gruppo di lavoro di Harvard Medical School ha individuato in alcuni anticorpi monoclonali una potenziale terapia ad ampio spettro (leggi qui), mentre una casa farmaceutica giapponese ha in programma di commercializzare una versione di farmaco antivirale in grado di neutralizzare anche virus resistenti agli attuali farmaci disponibili (leggi qui).
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