venerdì 9 gennaio 2009

Pandemia influenzale 2009 - Aggiornamento settimana 2

La settimana ha visto come eventi centrali e ampiamente coperti dalla stampa internazionale i due nuovi casi umani di infezione da virus influenzale aviario A/H5N1 in Cina e Vietnam. Secondo l'aggiornamento diffuso dall'OMS una ragazza di 19 anni ha sviluppato sintomi febbrili il 24 dicembre scorso e dopo il ricovero in ospedale è deceduta per polmonite acuta il 5 gennaio successivo; la giovane, residente a Pechino, era originaria del Fujian e aveva acquistato alcuni capi di pollame (forse anatre) in un mercato nella confinante provincia di Hebei. Dopo aver eviscerato gli animali, ne avrebbe mangiato le carni assieme ad altri familiari. Tuttavia, su una dozzina di contatti familiari, soltanto lei ha sviluppato la malattia. Analisi di laboratorio condotte sui contatti familiari non avrebbero dato esito posivito per il virus H5N1. Un centinaio di persone rimarranno in osservazione per almeno un'altra settimana. Una infermiera che era entrata in contatto con la paziente aveva sviluppato febbre per un breve periodo, senza ulteriori conseguenze. Quest'ultimo particolare è decisivo: i casi di infezione fra il personale sanitario solitamente indicano una maggiore trasmissibilità dei virus influenzali aviari, come in passato dimostrato nella prima epidemia umana di H5N1 a Hong Kong nel 1997. Tutte le agenzie di stampa hanno ripreso il caso febbrile nell'infermiera, già indicato nei primi comunicati provenienti dalla agenzia cinese Xinhua (Reuters del 6 gennaio; Bloomberg del 6 gennaio; Xinhua).
Il secondo caso umano di questa settimana riguarda una bambina di otto anni residente in Vietnam. E' il primo caso umano di influenza aviaria nell'uomo riportato dal paese asiatico da un anno a questa parte. Secondo il comunicato OMS, la bambina, entrata in contatto con animali infetti, ha sviluppato sintomi febbrili e respiratori il 27 dicembre scorso ed è entrata in ospedale il 2 gennaio con polmonite acuta. Secondo fonti ospedaliere la paziente sarebbe ormai fuori pericolo. Ulteriori particolari però sono emersi nel frattempo: la sorella maggiore di 13 anni avrebbe sviluppato sintomi gastrointestinali alcuni giorni prima e sarebbe poi stata ricoverata in ospedale il 31 dicembre, dove è poi deceduta in un paio di giorni. Un terzo bambino, vicino di casa, avrebbe sviluppato anch'egli una infezione respiratoria ma sarebbe risultato negativo ai test di laboratorio, e pare sia in via di guarigione. Dato che la ragazza è stata inumata senza che fossero condotte indagini necroscopiche, probabilmente non sarà possibile stabilire con certezza se è davvero stata infettata dal virus H5N1. I sanitari del posto, tuttavia, sospettano che si tratti appunto dell'influenza aviaria, che in un certo numero di casi esordisce con sintomi a carico del tubo digerente, senza apparente coinvolgimento delle vie respiratorie (AFP dell'8 gennaio). Si tratta quindi di un sospetto cluster di casi umani di H5N1, in attesa di ulteriori investigazioni da parte dell'OMS; difficile sapere se il virus è stato contratto dalle due ragazze da una stessa fonte animale oppure se la maggiore ha infettato la più piccola, data la discrepanza nelle date di esordio dei sintomi.
La settimana vede anche la conferma da parte delle aurorità sanitarie degli Stati Uniti che i virus influenzali umani appartenenti al sottotipo A/H1N1, finora isolati durante la sorveglianza per le epidemia stagionali, sono risultati al 99 per cento resistenti al farmaco di prima scelta per il trattamento e la profilassi dell'influenza, Oseltamivir (New York Times dell'8 gennaio; aggiornamento OMS del 6 gennaio). Durante la scorsa stagione una percentuale variabile di campioni virali H1N1 erano risultati resistenti all'Oseltamivir (fra il 2 e 60 per cento a secondo dell'area geografica, con minore incidenza in Giappone e maggiore in Norvegia, Francia, Inghilterra). I dati preliminari di quest'anno, invece, denotano una esplosione dei ceppi resistenti, arrivati fino a quasi il cento per cento anche in Giappone; bisogna tener conto tuttavia che fino a questo momento la circolazione del sottotipo H1N1 è piuttosto limitata nell'emisfero settentrionale, dove le epidemie sono sostenute per lo più dal sottotipo H3N2 e tipo B . Questi ultimi rimangono suscettibili al farmaco Oseltamivir. L'H1N1 mantiene sensibilità nei confronti dello Zanamivir e ai farmaci di seconda scelta adamantani. Tutti i link e le informazioni complete su queste ed altre notizie in ATTRAVERSO QUESTI GIORNI.

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