sabato 27 dicembre 2008

H5N1 Update - Settimana 52

Si mantiene sostenuta l'attività epizootica dovuta alla circolazione del virus influenzali aviari appartenenti al sottotipo A/H5N1, specialmente in India - dove gli stati orientali del Bengala e Assam continuano a scoprire nuovi casi e a distruggere migliaia di capi di pollame (leggi il rapporto di notifica all'OIE e l'articolo dell'Assam Tribune); nei due stati, a seguito del diffondersi del virus H5N1 nel pollame, è stata imposta una sorveglianza porta a porta per l'individuazione precoce di possibili casi umani di influenza aviaria; secondo l'ultimo rapporto diffuso dal ministero della sanità indiano, al 25 dicembre 2008, non ci sarebbero casi sospetti, almeno fra la popolazione finora coperta dai gruppi di sorveglianza operanti nella regione. Altri focolai sospetti sono segnalati dal Tripura.
Nel confinante Bangladesh (leggi qui), continua la circolazione del virus H5N1, mentre in Cambogia è stato finalmente individuato uno dei possibili allevamenti dove il virus H5N1 si è riaffacciato, quando nelle settimane scorse un giovane di 19 anni aveva sviluppato la malattia, ma fortunatamente era guarito. In questo caso, purtroppo, la malattia è stata scoperta attraverso l'infezione umana invece che dalla sorveglianza veterinaria.
A Taiwan invece un virus appartenente al sottotipo A/H5N2 ha colpito un allevamento di pollame (leggi il rapporto di notifica all'OIE).
Anche in Europa si nota una aumentata attività epizootica: in Germania continua la sorveglianza per scoprire precocemente e liquidare i focolai dovuti al virus a bassa patogenicità A/H5N3; in Belgio un virus A/H5N2 - sempre a bassa patogenicità - è stato individuato nei campioni prelevati da pollame in due distinte località (leggi il rapporto di notifica all'OIE).

Per quanto riguarda i casi umani di H5N1, l'Egitto conta i primi casi sospetti dell'anno, dopo il caso ufficialmente riconosciuto dall'OMS nei giorni scorsi; i nuovi casi comprendono un bambino di quattro anni, una famiglia e un altro paziente ricoverato ad Alessandria. La famiglia è composta da tre persone e il capofamiglia, un veterinario, aveva avuto contatti con animali infetti. Si attendono conferme ufficiali.

L'attività influenzale stagionale sta prendendo piede in tutta Europa, con caratteristiche diverse di intensità e diffusione geografica: il Regno Unito vede una notevole attività epidemica - che congiunta con una epidemia di gastroenterite da virus Norwalk e dagli infortuni dovuti a cadute sul ghiaccio dopo la tempesta di freddo e neve dei giorni scorsi - ha provocato il sovraccarico dei Pronto Soccorso e dei Medici di Base. Negli altri Paesi europei la maggior parte dei virus circolanti è risultata appartenere al sottotipo A/H3N2.
I virus A/H1N1 finora isolati in Europa (una trentina) sono risultati quasi tutti resistenti al farmaco antivirale di prima scelta per il trattamento dell'influenza, oseltamivir, ma sensibili allo zanamivir e all'amantadina. I virus H3 invece rimangono sensibili a entrambi (oseltamivir e zanamivir) ma resistenti all'amantadina. Negli USA questo fatto ha causato la diffusione da parte del Centro per il Controllo delle Malattie (CDC) di un avviso per i sanitari sul cambiamento delle linee guida sull'utilizzo degli antivirali durante la stagione epidemica 2008/2009 per il trattamento e la profilassi dell'influenza.
Per le malattie emergenti, da notare la missione congiunta FAO/OIE/WHO nelle Filippine per valutare l'ampiezza, la potenziale capacità epizootica, e le possibili ricadute sulla salute umana del virus Ebola-Reston scoperto sui campioni biologici provenienti da alcuni allevamenti suini che avevano registrato una crescente mortalità durante i primi mesi di quest'anno. Un laboratorio USA aveva individuato nei campioni, oltre al virus della sindrome respiratoria e riproduttiva suina (PRRS) sorprendentemente anche il virus Ebola-Reston, conosciuto finora per avere causato infezione di lieve entità nelle scimmie di laboratorio in USA e in Europa e pochissimi casi umani, per lo piu' asintomatici (leggi la nota della FAO).

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