mercoledì 29 luglio 2009
Nuova Influenza, 43 casi accertati nelle Marche
Crescono i casi di nuova influenza accertati nelle Marche, a partire dall'inizio del mese di giugno: sono ora 43, rispetto ai 30 diagnosticati fino alla settimana scorsa. I nuovi ammalati sono reduci da viaggi a Corfu`, Inghilterra, Polinesia (con tappa negli Stati Uniti) e Spagna. La distribuzione provinciale segnala 26 casi ad Ancona, 6 a Pesaro e Urbino, 5 ad Ascoli Piceno, 4 a Macerata e 2 a Fermo. Il Centro di virologia di Torrette ha testato 90 campioni sospetti, riscontrando le 43 positivita` (e 5 positività a Virus influenzali stagionali - n.d.r.). I dati sono stati analizzati nella riunione del Comitato pandemico regionale, convocata per adottare le disposizioni prevista nell'ultima circolare del ministero della Salute. Il provvedimento aggiorna le indicazioni relative alla prevenzione, sorveglianza e controllo della nuova influenza da virus A/H1N1. Il Ministero ha confermato l'Azienda ospedaliera 'Ospedali Riuniti' di Ancona nella 'Rete dei laboratori regionali di riferimento con comprovata capacita` diagnostica per la nuova influenza'. Nel mese di settembre, in collaborazione con il Centro di riferimento regionale per la Medicina Generale, sono state programmate le attivita` formative rivolte ai medici e ai pediatri di famiglia che operano nel territorio regionale.
Basta "giocare" con il case-fatality ratio
Ecco la nuova modalità di presentazione dei dati di diffusione pandemica da parte dell'OMS:
Pandemic (H1N1) 2009 - update 59.
I Paesi che hanno notificato il loro primo caso di influenza pandemica sono tra gli altri: Afghanistan, Andorra, Botswana, Haiti, le Isole Marshall, Seychelles, Isole Solomon, Sudan, Tonga, Tanzania... mentre i Paesi impegnati da settimane con la nuova influenza hanno smesso di contare i casi confermati. E visto che il numero dei decessi continuerà ad essere aggiornato con buona precisione, mentre il numero dei casi confermati sarà sempre più sottostimato, il caloroso invito è quello di smettere di valutare il rapporto tra decessi e casi accertati, a meno che non si voglia perdere la testa cercando di comprendere perchè in Argentina sono stati segnalati 165 morti su poco più di 3000 casi accertati? perchè in Spagna si contano 6 morti a fronte di 1538 casi confermati mentre in Germania su 3349 casi confermati non vi è neppure un decesso? perchè in Inghilterra ci sono 11000 casi e 30 decessi mentre in Canada si contano 10500 casi e 55 decessi? E soprattutto... quando arriverà il primo decesso in Italia (e come reagiranno gli italiani)?
Pandemic (H1N1) 2009 - update 59.
I Paesi che hanno notificato il loro primo caso di influenza pandemica sono tra gli altri: Afghanistan, Andorra, Botswana, Haiti, le Isole Marshall, Seychelles, Isole Solomon, Sudan, Tonga, Tanzania... mentre i Paesi impegnati da settimane con la nuova influenza hanno smesso di contare i casi confermati. E visto che il numero dei decessi continuerà ad essere aggiornato con buona precisione, mentre il numero dei casi confermati sarà sempre più sottostimato, il caloroso invito è quello di smettere di valutare il rapporto tra decessi e casi accertati, a meno che non si voglia perdere la testa cercando di comprendere perchè in Argentina sono stati segnalati 165 morti su poco più di 3000 casi accertati? perchè in Spagna si contano 6 morti a fronte di 1538 casi confermati mentre in Germania su 3349 casi confermati non vi è neppure un decesso? perchè in Inghilterra ci sono 11000 casi e 30 decessi mentre in Canada si contano 10500 casi e 55 decessi? E soprattutto... quando arriverà il primo decesso in Italia (e come reagiranno gli italiani)?
martedì 28 luglio 2009
Preparazione alla pandemia: Italia sempre più "verde"

Per ogni cosa in Italia ci sono Regioni virtuose e Regioni "dormiglione". Personalmente non comprendo le ragioni dei ritardi clamorosi nell'elaborazione dei Piani pandemici regionali o forse sì. Ripercorriamo gli eventi.
Nel febbraio 2006 l'allora Ministero della Salute pubblicò il Piano nazionale di preparazione e risposta ad una pandemia influenzale. L'allegato A dello stesso piano stabiliva le indicazioni per l'elaborazione dei piani pandemici regionali. La scadenza che il Ministero trasmise alle Regioni e Province Autonome fu quella del 30 settembre 2006. Se la memoria non mi tradisce solo la Lombardia pubblicò nei tempi il proprio piano pandemico. Poi via via le altre Regioni.
Il ritardo iniziale era comprensibile per un motivo essenziale: l'oggettiva difficoltà di elaborare un piano pandemico in pochi mesi. Poi ci si misero il tempo e gli eventi: il tempo passava e alcune Regioni dovettero dare priorità a altre problematiche, come nel caso dell'Emilia Romagna che nell'estate del 2007 si ritrovò a fronteggiare la più ampia epidemia di chikungunya mai registrata in Europa. Nelle Marche il Piano era pronto a giugno 2007 ma venne approvato con DGR solo nel novembre dello stesso anno: nell'estate rovente del nuovo Piano Sanitario Regionale la preparazione alla pandemia influenzale passò con rapidità in secondo (terzo, quarto) piano.
Poi il 2008, il 2009 e... la dichiarazione di pandemia da parte dell'OMS.
Le poche Regioni prive di Piano pandemico si sono ritrovate nelle condizioni di elaborarne uno in fretta e furia e così, finalmente, anche il Piemonte ha pubblicato il suo Piano e l'Italia di PandemItalia è sempre più "verde".
Il Piano del Piemonte è stato annunciato, mentre in Valle d'Aosta è stato approvato dal Comitato regionale per la Protezione civile il Piano pandemico influenzale operativo (ma un precedente Piano mi sembrava ci fosse già). On-line i nuovi Piani pandemici non mi risulta siano ancora disponibili (se ne trovate copia inviate a pandemitalia@gmail.com).
Noto con rammarico che un gradiente nord-sud è inequivocabilmente presente: Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia sono prive di Piano. Spero approfittino delle ultime settimane rimaste prima che l'ondata pandemica investa l'Italia; tra l'altro chi pianifica in questo periodo ha un vantaggio notevole: pianificare azioni che saranno immediatamente operative e indirizzare le azioni pianificate verso il virus pandemico attuale (tutti gli altri piani pandemici regionali sono stati pensati per fronteggiare l'H5N1...).
lunedì 27 luglio 2009
Nuova circolare ministeriale... criteri di sorveglianza stravolti!
Ecco la Circolare del 27 luglio 2009. Contiene indicazioni relative alla prevenzione, sorveglianza e controllo della Nuova influenza da virus influenzale A/H1N1.
La Circolare stabilisce che è tempo di passare gradualmente dalle misure di "contenimento" alle misure di "mitigazione". La sorveglianza virologica viene ad essere completamente stravolta. I casi sospetti non saranno più testati e la sorveglianza sarà garantita a campione.
Mi chiedo se non sia troppo presto adottare una tale linea di comportamento. Mi chiedo se non sia ancora il caso di adottare strategie di contenimento, visto che in Italia non ci sono ancora evidenze di trasmissione comunitaria.
Domani il Comitato Pandemico Regionale delle Marche si riunirà d'urgenza per studiare la Circolare e cercare di stabilire indicazioni operative per l'applicazione di quanto previsto.
Altri post seguiranno, perchè da oggi in Italia le cose cambieranno parecchio.
Circolare ministeriale del 27 luglio 2009: Aggiornamento delle indicazioni relative alla prevenzione, sorveglianza e controllo della nuova influenza da virus influenzale A/H1N1
La Circolare stabilisce che è tempo di passare gradualmente dalle misure di "contenimento" alle misure di "mitigazione". La sorveglianza virologica viene ad essere completamente stravolta. I casi sospetti non saranno più testati e la sorveglianza sarà garantita a campione.
Mi chiedo se non sia troppo presto adottare una tale linea di comportamento. Mi chiedo se non sia ancora il caso di adottare strategie di contenimento, visto che in Italia non ci sono ancora evidenze di trasmissione comunitaria.
Domani il Comitato Pandemico Regionale delle Marche si riunirà d'urgenza per studiare la Circolare e cercare di stabilire indicazioni operative per l'applicazione di quanto previsto.
Altri post seguiranno, perchè da oggi in Italia le cose cambieranno parecchio.
Circolare ministeriale del 27 luglio 2009: Aggiornamento delle indicazioni relative alla prevenzione, sorveglianza e controllo della nuova influenza da virus influenzale A/H1N1
Francia e pandemia influenzale
Da DoctorNews riporto la seguente notizia pubblicata il 24 luglio:
In Francia dovrà rivolgersi al medico di famiglia e non più all'ospedale chi teme di avere l'influenza, anche se sospetta che si tratti del virus H1N1. I pazienti con sintomi influenzali da oggi non saranno più trasferiti nelle strutture specializzate, come era come previsto dal piano nazionale contro l'emergenza pandemica. La misura ha l'obiettivo di decongestionare i 450 ospedali che finora hanno accolto le persone contagiate. I camici bianchi di medicina generale dovranno, in primo luogo, stabilire se il malessere sia legato ad altre malattie, come per esempio l'angina. Il paziente dovrà poi essere sottoposto ad esame del sangue per confermare la presenza del virus, e il risultato sarà consegnato in giornata nel caso di positività alla nuova influenza. Solo in questo caso il camice bianco prescriverà antivirali. Anche le mascherine per proteggere familiari e conviventi potranno essere prescritte e saranno consegnate gratuitamente in farmacia. I malati, inoltre, riceveranno dai medici di famiglia tutti i consigli necessari per evitare di contagiare altri e saranno costantemente monitorati per verificare l'eventuale aggravamento dei sintomi, caso in cui la palla passa di nuovo ai centri specialistici.
Ovviamente il modello francese non rappresenta un modello innovativo. Nelle Marche abbiamo adottato questa strategia sin dall'inizio, cercando di comunicare costantemente che nella maggior parte dei casi l'influenza pandemica non richiede ospedalizzazione, che la valutazione clinica è in mano ai medici di base e che si dovrebbe evitare l'accesso diretto al Pronto Soccorso.
I risultati: 39 casi accertati (e 4 casi di influenza stagionale) su 83 campioni di casi sospetti. Dei 39 casi accertati 3 casi sono stati ospedalizzati, per lo più per motivi precauzionali.
Quello che proprio non concordo del modello francese è l'accesso alla terapia antivirale: fino a quando riusciranno a fare diagnosi a tutti? E perchè dare a tutti i casi accertati gli antivirali?
In Francia dovrà rivolgersi al medico di famiglia e non più all'ospedale chi teme di avere l'influenza, anche se sospetta che si tratti del virus H1N1. I pazienti con sintomi influenzali da oggi non saranno più trasferiti nelle strutture specializzate, come era come previsto dal piano nazionale contro l'emergenza pandemica. La misura ha l'obiettivo di decongestionare i 450 ospedali che finora hanno accolto le persone contagiate. I camici bianchi di medicina generale dovranno, in primo luogo, stabilire se il malessere sia legato ad altre malattie, come per esempio l'angina. Il paziente dovrà poi essere sottoposto ad esame del sangue per confermare la presenza del virus, e il risultato sarà consegnato in giornata nel caso di positività alla nuova influenza. Solo in questo caso il camice bianco prescriverà antivirali. Anche le mascherine per proteggere familiari e conviventi potranno essere prescritte e saranno consegnate gratuitamente in farmacia. I malati, inoltre, riceveranno dai medici di famiglia tutti i consigli necessari per evitare di contagiare altri e saranno costantemente monitorati per verificare l'eventuale aggravamento dei sintomi, caso in cui la palla passa di nuovo ai centri specialistici.
Ovviamente il modello francese non rappresenta un modello innovativo. Nelle Marche abbiamo adottato questa strategia sin dall'inizio, cercando di comunicare costantemente che nella maggior parte dei casi l'influenza pandemica non richiede ospedalizzazione, che la valutazione clinica è in mano ai medici di base e che si dovrebbe evitare l'accesso diretto al Pronto Soccorso.
I risultati: 39 casi accertati (e 4 casi di influenza stagionale) su 83 campioni di casi sospetti. Dei 39 casi accertati 3 casi sono stati ospedalizzati, per lo più per motivi precauzionali.
Quello che proprio non concordo del modello francese è l'accesso alla terapia antivirale: fino a quando riusciranno a fare diagnosi a tutti? E perchè dare a tutti i casi accertati gli antivirali?
In Argentina il primo italiano morto per influenza A/H1N1 2009
La notizia è stata trasmessa dall'ANSA (leggi qui):
Giulio Masserano, un romano che viveva in Argentina, è morto oggi a causa della influenza A. Si tratta del primo italiano deceduto per tale malattia."Mio padre è morto stamane alle 06.30 (locali) all'Ospedale italiano di Buenos Aires", ha detto all'ANSA la figlia Erica precisando che Masserano "era stato ricoverato in terapia intensiva per polmonite virale più di un mese fa". "Nel momento del ricovero era una settimana che aveva la febbre e la tosse", ha detto ancora la figlia di Masserano. Masserano aveva 56 anni. Nel 1993 la famiglia si era trasferita in Argentina.
Giulio Masserano, un romano che viveva in Argentina, è morto oggi a causa della influenza A. Si tratta del primo italiano deceduto per tale malattia."Mio padre è morto stamane alle 06.30 (locali) all'Ospedale italiano di Buenos Aires", ha detto all'ANSA la figlia Erica precisando che Masserano "era stato ricoverato in terapia intensiva per polmonite virale più di un mese fa". "Nel momento del ricovero era una settimana che aveva la febbre e la tosse", ha detto ancora la figlia di Masserano. Masserano aveva 56 anni. Nel 1993 la famiglia si era trasferita in Argentina.
sabato 25 luglio 2009
Analisi critica delle parole del Ministro Sacconi – VI parte
"In merito a presunti dissensi tra gli organi di Governo ricordo che ciò che ha rappresentato il professor Fazio costituiva (a domanda insistita da parte della stampa sull'ipotesi di apertura posticipata delle scuole) soltanto il non rifiuto di una mera eventualità, allo stato però non sostenuta dai fatti, così come ci siamo pronunciati noi stessi direttamente. Quindi non vi è alcun dissenso."
Rimando a quanto già scritto in un precedente post e al bellissimo articolo di Eugenia Tognotti “Pessima prova d’orchestra” e non aggiungo altro.
Rimando a quanto già scritto in un precedente post e al bellissimo articolo di Eugenia Tognotti “Pessima prova d’orchestra” e non aggiungo altro.
Analisi critica delle parole del Ministro Sacconi – V parte
"La vaccinazione pandemica sarà offerta prioritariamente al personale sanitario, che dovrà assistere i malati, ed ai soggetti a rischio di complicanze per patologie, per un totale di 8,6 milioni di soggetti entro la fine del 2009. Poiché i bambini e i giovani sono maggiormente suscettibili di tale infezione, e quindi sono serbatoi di diffusione della stessa, si sta considerando di vaccinare dal gennaio 2010 anche tale fascia di popolazione, che va dai 2 ai 27 anni (15,4 milioni di soggetti). Un ciclo vaccinale è costituito da due dosi di vaccino, pertanto verranno acquisite 48 milioni di dosi di vaccino pandemico, dalla fine di novembre a gennaio 2010, secondo la programmazione di produzione delle industrie farmaceutiche con le quali il nostro Paese ha stipulato contratti di prelazione dal 2005."
Non voglio entrare nel merito delle strategie vaccinali. Non ancora. C’è ancora troppa incertezza sulla questione. Mi chiedo solamente a cosa potrà servire vaccinare i bambini a gennaio 2010, quando secondo uno degli scenari più accreditati, l’ondata pandemica potrebbe essersi già esaurita.
Non voglio entrare nel merito delle strategie vaccinali. Non ancora. C’è ancora troppa incertezza sulla questione. Mi chiedo solamente a cosa potrà servire vaccinare i bambini a gennaio 2010, quando secondo uno degli scenari più accreditati, l’ondata pandemica potrebbe essersi già esaurita.
Analisi critica delle parole del Ministro Sacconi – IV parte
"Gli Uffici di sanità marittima e aerea di frontiera sono stati allertati fin dal 25 aprile sulla necessità sia di applicare misure di sorveglianza straordinaria, sia di fornire informazioni ai viaggiatori internazionali diretti o provenienti dai Paesi interessati all'epidemia."
Il problema è che quelle indicazioni dai primi giorni di giugno non sono più state aggiornate. Il risultato è che le autorità di frontiera stanno ancora controllando i viaggiatori al rientro dagli USA e dal Messico disinteressandosi completamente di tutti gli altri Paesi, compresi quelli a sostenuta diffusione comunitaria documentata: Argentina, Canada, Australia e la stessa Inghilterra (ma l’elenco è ormai ben più lungo).
Il problema è che quelle indicazioni dai primi giorni di giugno non sono più state aggiornate. Il risultato è che le autorità di frontiera stanno ancora controllando i viaggiatori al rientro dagli USA e dal Messico disinteressandosi completamente di tutti gli altri Paesi, compresi quelli a sostenuta diffusione comunitaria documentata: Argentina, Canada, Australia e la stessa Inghilterra (ma l’elenco è ormai ben più lungo).
Analisi critica delle parole del Ministro Sacconi – III parte
"È stata rafforzata la rete di sorveglianza epidemiologica e virologica dell'influenza (la rete Influnet) per permettere la raccolta di informazioni e campioni virali ai fini del tempestivo riconoscimento dei casi di influenza e per la conseguente adozione delle misure di sanità pubblica. Sono state allertate, attraverso le Regioni, le strutture di ricovero in generale e quelle specifiche per malattie infettive in particolare, per essere pronte a gestire i casi sospetti di influenza da nuovo virus, mediante idonee misure di contenimento, oltre che con misure di appropriato trattamento."
Nulla da eccepire sulle azioni di sorveglianza virologica. L’ampliamento della rete dei laboratori accreditati dal sistema Influ-net è stata una delle mosse di preparazione alla pandemia più sagge in assoluto. La Regione Marche ha un laboratorio di riferimento unico per la Regione, accreditato l’anno scorso e attualmente in grado di sostenere il peso della sorveglianza virologica, almeno fino a oggi.
Per quanto riguarda le strutture di ricovero mi ripeto, ma ritengo essenziale essere chiari. I casi sospetti di influenza non vanno ospedalizzati. Almeno fino a quando una accurata e doverosa valutazione clinica consenta di stabilire che ci sono condizioni di salute tali da provvedere all’ospedalizzazione.
I dati americani pubblicati dal NEJM e successivamente riportati dall’OMS ci parlano di un tasso di ospedalizzazione del 9%. In effetti nelle Marche pochissime persone sono state ricoverate, confermando sostanzialmente il dato di letteratura.
Inoltre quando il numero degli affetti crescerà notevolmente l’applicazione di opportuni criteri di triage permetterà di definire con più coerenza e appropriatezza chi dovrà essere ospedalizzato e chi no. Attualmente la gran parte delle ospedalizzazioni delle Marche, ma sono certo che sia stato così anche in altre Regioni, è avvenuta per motivi “precauzionali”, per non dire che era del tutto inutile.
Nulla da eccepire sulle azioni di sorveglianza virologica. L’ampliamento della rete dei laboratori accreditati dal sistema Influ-net è stata una delle mosse di preparazione alla pandemia più sagge in assoluto. La Regione Marche ha un laboratorio di riferimento unico per la Regione, accreditato l’anno scorso e attualmente in grado di sostenere il peso della sorveglianza virologica, almeno fino a oggi.
Per quanto riguarda le strutture di ricovero mi ripeto, ma ritengo essenziale essere chiari. I casi sospetti di influenza non vanno ospedalizzati. Almeno fino a quando una accurata e doverosa valutazione clinica consenta di stabilire che ci sono condizioni di salute tali da provvedere all’ospedalizzazione.
I dati americani pubblicati dal NEJM e successivamente riportati dall’OMS ci parlano di un tasso di ospedalizzazione del 9%. In effetti nelle Marche pochissime persone sono state ricoverate, confermando sostanzialmente il dato di letteratura.
Inoltre quando il numero degli affetti crescerà notevolmente l’applicazione di opportuni criteri di triage permetterà di definire con più coerenza e appropriatezza chi dovrà essere ospedalizzato e chi no. Attualmente la gran parte delle ospedalizzazioni delle Marche, ma sono certo che sia stato così anche in altre Regioni, è avvenuta per motivi “precauzionali”, per non dire che era del tutto inutile.
Analisi critica delle parole del Ministro Sacconi – II parte
"L'aumento dei casi in Italia è previsto, ma non desta particolare preoccupazione, sia perché questo nuovo virus è responsabile di una sintomatologia più leggera di quella determinata dal virus dell'influenza stagionale, sia perché è disponibile una rete di servizi di sanità pubblica in grado di condurre tempestive indagini sui casi sospetti e confermati e per la ricerca di contatti, nonché una rete di centri di riferimento di eccellenza per il ricovero, l'isolamento, ove necessario, e il trattamento delle persone affette."
Per la prima volta sento parlare di un’influenza pandemica più “leggera”. Un’influenza può essere descritta da un punto di vista clinico da alcuni indicatori universalmente riconosciuti. Ad esempio dalla letalità, ovvero dal rapporto tra i decessi e i casi confermati. Questo indicatore ha assunto per la nuova influenza un valore variabile dal 2 al 5 per mille casi confermati. Non poco. Impossibile parlare di una influenza “più leggera” dell’influenza stagionale. In questo modo si prepara il campo al panico della popolazione. Questa affermazione del Ministro rientra in un quadro tutto italiano di iper-rassicurazione. Eppure uno dei principi chiave della comunicazione del rischio è “mai rassicurare oltre misura”, ovvero mai dire “è tutto sotto controllo” quando ci sono incertezze note che, al contrario, potrebbero far perdere il controllo della situazione. Altro principio della comunicazione del rischio è “comunica le tue certezze e comunica, allo stesso tempo, le tue incertezze”. Il tono delle parole del Ministro Sacconi sono tutte rivolte in un’unica direzione. Quando anche in Italia sarà registrato il primo decesso la popolazione si potrebbe allarmare e potrebbe perdere fiducia nelle istituzioni che hanno rassicurato eccessivamente e si sono dimenticate di dire: “attenzione, l’influenza può uccidere, non sottovalutiamola”.
Sulla rete dei Servizi di Sanità Pubblica potrei dilungarmi per ore visto che opero in uno di questi. Nella regione Marche posso testimoniare, senza paura di essere smentito, una sostanziale carenza di risorse umane. E con agosto in arrivo sarà sempre più difficile dedicarsi a tempestive indagini epidemiologiche e portare avanti, al contempo, il lavoro routinario, che per certi aspetti è inutile e privo di efficacia. Così, mentre gli operatori dei Servizi di Sanità Pubblica dovrebbero dedicarsi anima e corpo alla risposta alla pandemia influenzale accade che il loro tempo sia consumato da inutili certificazioni di sana e robusta costituzione, ridicole pratiche edilizie, assurde attività di polizia mortuaria, tutte pratiche dichiarate obsolete che dovrebbero essere eliminate per fare posto ad attività di provata efficacia preventiva e che nella maggior parte delle Regioni italiane sono ancora effettuate.
Infine, affermare che “è disponibile una rete di centri di riferimento di eccellenza per il ricovero, l'isolamento, ove necessario, e il trattamento delle persone affette” può dare erroneamente l’idea che tutti gli affetti dovrebbero essere ospedalizzati. Messaggio comunicativo non appropriato. Nelle marche stiamo continuamente comunicando alla popolazione di non accedere al Pronto Soccorso, che l’ospedalizzazione non è necessaria nella grande maggioranza dei casi e che la cura domiciliare dei casi sia la soluzione più idonea con le opportune indicazioni su come prendersi cura di un malato di influenza in casa.
Per la prima volta sento parlare di un’influenza pandemica più “leggera”. Un’influenza può essere descritta da un punto di vista clinico da alcuni indicatori universalmente riconosciuti. Ad esempio dalla letalità, ovvero dal rapporto tra i decessi e i casi confermati. Questo indicatore ha assunto per la nuova influenza un valore variabile dal 2 al 5 per mille casi confermati. Non poco. Impossibile parlare di una influenza “più leggera” dell’influenza stagionale. In questo modo si prepara il campo al panico della popolazione. Questa affermazione del Ministro rientra in un quadro tutto italiano di iper-rassicurazione. Eppure uno dei principi chiave della comunicazione del rischio è “mai rassicurare oltre misura”, ovvero mai dire “è tutto sotto controllo” quando ci sono incertezze note che, al contrario, potrebbero far perdere il controllo della situazione. Altro principio della comunicazione del rischio è “comunica le tue certezze e comunica, allo stesso tempo, le tue incertezze”. Il tono delle parole del Ministro Sacconi sono tutte rivolte in un’unica direzione. Quando anche in Italia sarà registrato il primo decesso la popolazione si potrebbe allarmare e potrebbe perdere fiducia nelle istituzioni che hanno rassicurato eccessivamente e si sono dimenticate di dire: “attenzione, l’influenza può uccidere, non sottovalutiamola”.
Sulla rete dei Servizi di Sanità Pubblica potrei dilungarmi per ore visto che opero in uno di questi. Nella regione Marche posso testimoniare, senza paura di essere smentito, una sostanziale carenza di risorse umane. E con agosto in arrivo sarà sempre più difficile dedicarsi a tempestive indagini epidemiologiche e portare avanti, al contempo, il lavoro routinario, che per certi aspetti è inutile e privo di efficacia. Così, mentre gli operatori dei Servizi di Sanità Pubblica dovrebbero dedicarsi anima e corpo alla risposta alla pandemia influenzale accade che il loro tempo sia consumato da inutili certificazioni di sana e robusta costituzione, ridicole pratiche edilizie, assurde attività di polizia mortuaria, tutte pratiche dichiarate obsolete che dovrebbero essere eliminate per fare posto ad attività di provata efficacia preventiva e che nella maggior parte delle Regioni italiane sono ancora effettuate.
Infine, affermare che “è disponibile una rete di centri di riferimento di eccellenza per il ricovero, l'isolamento, ove necessario, e il trattamento delle persone affette” può dare erroneamente l’idea che tutti gli affetti dovrebbero essere ospedalizzati. Messaggio comunicativo non appropriato. Nelle marche stiamo continuamente comunicando alla popolazione di non accedere al Pronto Soccorso, che l’ospedalizzazione non è necessaria nella grande maggioranza dei casi e che la cura domiciliare dei casi sia la soluzione più idonea con le opportune indicazioni su come prendersi cura di un malato di influenza in casa.
Analisi critica delle parole del Ministro Sacconi – I parte
Con questo post si apre una serie di contributi dedicati alle parole del Ministro Sacconi, un’analisi critica volta a definire la correttezza delle parole espresse alla Camera dal Ministro e approntata sulla base delle evidenze epidemiologiche collegate alla pandemia influenzale 2009 sin qui disponibili.
"Signor Presidente, preciso in primo luogo che in Italia le misure di sorveglianza e controllo finora adottate hanno consentito di limitare il numero di casi di influenza del nuovo virus a 320 (in Europa i casi sono 17.181, di cui 10.169 nella sola Gran Bretagna) e solo 4 dei nostri casi non sono riferibili a viaggi in aree affette."
In data 22 luglio i casi dichiarati dal Ministro sono 320, ma il Ministero del Lavoro della Salute e delle Politiche Sociali pubblica nello stesso giorno un documento che riporta un numero di casi pari a 614.
Faccio notare come i dati riportati siano comunque superati. I documenti ufficiali risentono di una situazione in rapida evoluzione e il panorama nazionale varia di giorno in giorno. I casi attribuiti al laboratorio regionale della Professoressa Bagnarelli, quindi alla regione Marche, sarebbero 21, ma i casi accertati dalla SOD Virologia di Ancona in data 23 luglio sono già 30 e nelle giornate successive il laboratorio marchigiano ha continuato a ricevere decine di campioni da analizzare, evidente segnale di situazione in rapida evoluzione.
Stando ai dati del report ECDC del 24 luglio 2009 l’Italia è la quinta nazione europea più colpita dal nuovo virus influenzale, dietro a Regno Unito, Germania, Spagna e Francia.
Se ci si attiene alla rapidità con cui il virus pandemico si è diffuso in Inghilterra credo sia possibile ipotizzare che la diffusione in Italia comincerà ad essere sempre più sostenuta e non sarei sorpreso se ad agosto il numero dei casi salisse notevolmente e con il numero dei casi cominciassero ad essere segnalati i primi decessi.
Rispetto al citato nesso di causa-effetto tra misure italiane di sorveglianza e controllo adottate e contenimento della pandemia influenzale, faccio fatica ad accettate l’affermazione del Ministro.
Faccio presente una cosa: la sorveglianza virologica attualmente in atto fa riferimento alle indicazioni ministeriali divulgate con Circolare del 20 maggio 2009, dove si chiede di considerare sospetto ogni caso che abbia sintomi influenzali e che sette giorni prima dell’insorgenza dei sintomi abbia viaggiato in un Paese affetto da estesa diffusione virale documentata. Ma quali sono questi Paesi? Come deve essere documentata in un Paese la estesa diffusione virale? Di fronte alla sostanziale assenza di criteri univoci ogni Regione si è mossa come meglio ha creduto. L’Emilia Romagna, ad esempio, ha adottato una differente definizione di caso sospetto, testando, di fatto, tutti coloro che hanno sintomi e abbiano viaggiato all’estero.
Il Ministro, infine, fa riferimento a quattro casi confermati non riferibili a viaggi in aree affette. I casi secondari in Italia (soggetti che si infettano a causa del contatto stretto con chi ha viaggiato all’estero) sono ben più di 4, basti pensare che sono 2 solo nella Regione Marche.
"Signor Presidente, preciso in primo luogo che in Italia le misure di sorveglianza e controllo finora adottate hanno consentito di limitare il numero di casi di influenza del nuovo virus a 320 (in Europa i casi sono 17.181, di cui 10.169 nella sola Gran Bretagna) e solo 4 dei nostri casi non sono riferibili a viaggi in aree affette."
In data 22 luglio i casi dichiarati dal Ministro sono 320, ma il Ministero del Lavoro della Salute e delle Politiche Sociali pubblica nello stesso giorno un documento che riporta un numero di casi pari a 614.
Faccio notare come i dati riportati siano comunque superati. I documenti ufficiali risentono di una situazione in rapida evoluzione e il panorama nazionale varia di giorno in giorno. I casi attribuiti al laboratorio regionale della Professoressa Bagnarelli, quindi alla regione Marche, sarebbero 21, ma i casi accertati dalla SOD Virologia di Ancona in data 23 luglio sono già 30 e nelle giornate successive il laboratorio marchigiano ha continuato a ricevere decine di campioni da analizzare, evidente segnale di situazione in rapida evoluzione.
Stando ai dati del report ECDC del 24 luglio 2009 l’Italia è la quinta nazione europea più colpita dal nuovo virus influenzale, dietro a Regno Unito, Germania, Spagna e Francia.
Se ci si attiene alla rapidità con cui il virus pandemico si è diffuso in Inghilterra credo sia possibile ipotizzare che la diffusione in Italia comincerà ad essere sempre più sostenuta e non sarei sorpreso se ad agosto il numero dei casi salisse notevolmente e con il numero dei casi cominciassero ad essere segnalati i primi decessi.
Rispetto al citato nesso di causa-effetto tra misure italiane di sorveglianza e controllo adottate e contenimento della pandemia influenzale, faccio fatica ad accettate l’affermazione del Ministro.
Faccio presente una cosa: la sorveglianza virologica attualmente in atto fa riferimento alle indicazioni ministeriali divulgate con Circolare del 20 maggio 2009, dove si chiede di considerare sospetto ogni caso che abbia sintomi influenzali e che sette giorni prima dell’insorgenza dei sintomi abbia viaggiato in un Paese affetto da estesa diffusione virale documentata. Ma quali sono questi Paesi? Come deve essere documentata in un Paese la estesa diffusione virale? Di fronte alla sostanziale assenza di criteri univoci ogni Regione si è mossa come meglio ha creduto. L’Emilia Romagna, ad esempio, ha adottato una differente definizione di caso sospetto, testando, di fatto, tutti coloro che hanno sintomi e abbiano viaggiato all’estero.
Il Ministro, infine, fa riferimento a quattro casi confermati non riferibili a viaggi in aree affette. I casi secondari in Italia (soggetti che si infettano a causa del contatto stretto con chi ha viaggiato all’estero) sono ben più di 4, basti pensare che sono 2 solo nella Regione Marche.
Influenza A (H1N1), il punto del Ministro Sacconi sulla situazione in Italia e sull'azione del Governo
Il Ministro Sacconi ha fatto il punto sulla diffusione del nuovo virus H1N1, sulla relativa situazione in Italia e sulle azioni intraprese da parte del Governo. Queste sono le parole riportate dal Ministro in data 22 luglio, presso la Camera (Fonte: ministerosalute.it).
"Signor Presidente, preciso in primo luogo che in Italia le misure di sorveglianza e controllo finora adottate hanno consentito di limitare il numero di casi di influenza del nuovo virus a 320 (in Europa i casi sono 17.181, di cui 10.169 nella sola Gran Bretagna) e solo 4 dei nostri casi non sono riferibili a viaggi in aree affette.
L'aumento dei casi in Italia è previsto, ma non desta particolare preoccupazione, sia perché questo nuovo virus è responsabile di una sintomatologia più leggera di quella determinata dal virus dell'influenza stagionale, sia perché è disponibile una rete di servizi di sanità pubblica in grado di condurre tempestive indagini sui casi sospetti e confermati e per la ricerca di contatti, nonché una rete di centri di riferimento di eccellenza per il ricovero, l'isolamento, ove necessario, e il trattamento delle persone affette.
È stata rafforzata la rete di sorveglianza epidemiologica e virologica dell'influenza (la rete Influnet) per permettere la raccolta di informazioni e campioni virali ai fini del tempestivo riconoscimento dei casi di influenza e per la conseguente adozione delle misure di sanità pubblica. Sono state allertate, attraverso le Regioni, le strutture di ricovero in generale e quelle specifiche per malattie infettive in particolare, per essere pronte a gestire i casi sospetti di influenza da nuovo virus, mediante idonee misure di contenimento, oltre che con misure di appropriato trattamento.
Gli Uffici di sanità marittima e aerea di frontiera sono stati allertati fin dal 25 aprile sulla necessità sia di applicare misure di sorveglianza straordinaria, sia di fornire informazioni ai viaggiatori internazionali diretti o provenienti dai Paesi interessati all'epidemia.
In data 11 maggio 2009, l'OMS ha dichiarato il passaggio dalla fase 5, prepandemica, alla fase 6, di allerta pandemica, anche se ha precisato che le azioni della fase 6 devono essere commisurate alla gravità della malattia, che, al momento, si presenta moderata. L'OMS, come peraltro nella altre fasi pandemiche, non ha raccomandato la chiusura delle frontiere e la restrizione di viaggi internazionali. Inoltre, non sono state raccomandate attività di screening dei viaggiatori in ingresso o in uscita, in quanto tali misure hanno uno scarso impatto sulla diffusione dell'infezione, ponendo, invece, maggiore attenzione sulla sorveglianza e corretta gestione dei casi.
Nella riunione dell'unità di crisi presieduta dal Viceministro Fazio, il 15 luglio scorso, è stato approvato un documento che definisce la strategia preventiva nazionale, in base al quale il Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio sta predisponendo e procedendo all'acquisto di strumenti di prevenzione (vaccini, antivirali e dispositivi di protezione disinfettanti) in conformità alla valutazione tecnica dei bisogni.
La vaccinazione pandemica sarà offerta prioritariamente al personale sanitario, che dovrà assistere i malati, ed ai soggetti a rischio di complicanze per patologie, per un totale di 8,6 milioni di soggetti entro la fine del 2009. Poiché i bambini e i giovani sono maggiormente suscettibili di tale infezione, e quindi sono serbatoi di diffusione della stessa, si sta considerando di vaccinare dal gennaio 2010 anche tale fascia di popolazione, che va dai 2 ai 27 anni (15,4 milioni di soggetti).
Un ciclo vaccinale è costituito da due dosi di vaccino, pertanto verranno acquisite 48 milioni di dosi di vaccino pandemico, dalla fine di novembre a gennaio 2010, secondo la programmazione di produzione delle industrie farmaceutiche con le quali il nostro Paese ha stipulato contratti di prelazione dal 2005.
In merito a presunti dissensi tra gli organi di Governo ricordo che ciò che ha rappresentato il professor Fazio costituiva (a domanda insistita da parte della stampa sull'ipotesi di apertura posticipata delle scuole) soltanto il non rifiuto di una mera eventualità, allo stato però non sostenuta dai fatti, così come ci siamo pronunciati noi stessi direttamente. Quindi non vi è alcun dissenso."
Influenza A (H1N1), il punto del Ministro Sacconi sulla situazione in Italia e sull'azione del Governo
"Signor Presidente, preciso in primo luogo che in Italia le misure di sorveglianza e controllo finora adottate hanno consentito di limitare il numero di casi di influenza del nuovo virus a 320 (in Europa i casi sono 17.181, di cui 10.169 nella sola Gran Bretagna) e solo 4 dei nostri casi non sono riferibili a viaggi in aree affette.
L'aumento dei casi in Italia è previsto, ma non desta particolare preoccupazione, sia perché questo nuovo virus è responsabile di una sintomatologia più leggera di quella determinata dal virus dell'influenza stagionale, sia perché è disponibile una rete di servizi di sanità pubblica in grado di condurre tempestive indagini sui casi sospetti e confermati e per la ricerca di contatti, nonché una rete di centri di riferimento di eccellenza per il ricovero, l'isolamento, ove necessario, e il trattamento delle persone affette.
È stata rafforzata la rete di sorveglianza epidemiologica e virologica dell'influenza (la rete Influnet) per permettere la raccolta di informazioni e campioni virali ai fini del tempestivo riconoscimento dei casi di influenza e per la conseguente adozione delle misure di sanità pubblica. Sono state allertate, attraverso le Regioni, le strutture di ricovero in generale e quelle specifiche per malattie infettive in particolare, per essere pronte a gestire i casi sospetti di influenza da nuovo virus, mediante idonee misure di contenimento, oltre che con misure di appropriato trattamento.
Gli Uffici di sanità marittima e aerea di frontiera sono stati allertati fin dal 25 aprile sulla necessità sia di applicare misure di sorveglianza straordinaria, sia di fornire informazioni ai viaggiatori internazionali diretti o provenienti dai Paesi interessati all'epidemia.
In data 11 maggio 2009, l'OMS ha dichiarato il passaggio dalla fase 5, prepandemica, alla fase 6, di allerta pandemica, anche se ha precisato che le azioni della fase 6 devono essere commisurate alla gravità della malattia, che, al momento, si presenta moderata. L'OMS, come peraltro nella altre fasi pandemiche, non ha raccomandato la chiusura delle frontiere e la restrizione di viaggi internazionali. Inoltre, non sono state raccomandate attività di screening dei viaggiatori in ingresso o in uscita, in quanto tali misure hanno uno scarso impatto sulla diffusione dell'infezione, ponendo, invece, maggiore attenzione sulla sorveglianza e corretta gestione dei casi.
Nella riunione dell'unità di crisi presieduta dal Viceministro Fazio, il 15 luglio scorso, è stato approvato un documento che definisce la strategia preventiva nazionale, in base al quale il Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio sta predisponendo e procedendo all'acquisto di strumenti di prevenzione (vaccini, antivirali e dispositivi di protezione disinfettanti) in conformità alla valutazione tecnica dei bisogni.
La vaccinazione pandemica sarà offerta prioritariamente al personale sanitario, che dovrà assistere i malati, ed ai soggetti a rischio di complicanze per patologie, per un totale di 8,6 milioni di soggetti entro la fine del 2009. Poiché i bambini e i giovani sono maggiormente suscettibili di tale infezione, e quindi sono serbatoi di diffusione della stessa, si sta considerando di vaccinare dal gennaio 2010 anche tale fascia di popolazione, che va dai 2 ai 27 anni (15,4 milioni di soggetti).
Un ciclo vaccinale è costituito da due dosi di vaccino, pertanto verranno acquisite 48 milioni di dosi di vaccino pandemico, dalla fine di novembre a gennaio 2010, secondo la programmazione di produzione delle industrie farmaceutiche con le quali il nostro Paese ha stipulato contratti di prelazione dal 2005.
In merito a presunti dissensi tra gli organi di Governo ricordo che ciò che ha rappresentato il professor Fazio costituiva (a domanda insistita da parte della stampa sull'ipotesi di apertura posticipata delle scuole) soltanto il non rifiuto di una mera eventualità, allo stato però non sostenuta dai fatti, così come ci siamo pronunciati noi stessi direttamente. Quindi non vi è alcun dissenso."
Influenza A (H1N1), il punto del Ministro Sacconi sulla situazione in Italia e sull'azione del Governo
giovedì 23 luglio 2009
La situazione in Regione Marche
Nel sito della Regione Marche, nella sezione "comunicati stampa", è stata riportata la situazione relativa ai casi confermati in regione. Alla data di ieri i casi confermati sono 30. Non preoccupa il numero di casi in sè. Preoccupa il fatto che nel giro di una settimana il numero dei casi confermati sia raddoppiato. la buona notizia è che non sono segnalati casi di trasmissione non correlata a fonti di esposizione note, tutti i casi sono stati diagnosticati in soggetti al rientro da viaggi all'estero e pochi, due-tre, sono i casi di trasmissione secondaria.
Moltissimo però è il lavoro dei Servizi Igiene e Sanità Pubblica che hanno un volume di attività aumentato ed enormi sono gli sforzi dell'unico centro regionale per la diagnostica virologica, la SOD Virologia dell'Azienda Ospedaliero Universitaria Ospedali Riuniti di Ancona. Di questo passo gli operatori impegnati nella risposta alla pandemia faranno fatica a mantenere questi ritmi di lavoro, specie perchè agosto è alle porte e agosto è tempo di ferie.
Il lato positivo è che sin da subito gli operatori sanitari saranno chiamati a sostenere un'attività lavorativa in carenza di personale e questo, in maggiori proporzioni, potrebbe accadere anche a settembre-ottobre, quando la nuova influenza comincerà a circolare più attivamente in Italia e gli operatori sanitari, come il resto della popolazione, cominceranno ad ammalarsi per l'ovvia assenza dei vaccini (Il Ministro Sacconi ha previsto per fine novembre l'inizio dell'attività vaccinale con vaccino pandemico).
Moltissimo però è il lavoro dei Servizi Igiene e Sanità Pubblica che hanno un volume di attività aumentato ed enormi sono gli sforzi dell'unico centro regionale per la diagnostica virologica, la SOD Virologia dell'Azienda Ospedaliero Universitaria Ospedali Riuniti di Ancona. Di questo passo gli operatori impegnati nella risposta alla pandemia faranno fatica a mantenere questi ritmi di lavoro, specie perchè agosto è alle porte e agosto è tempo di ferie.
Il lato positivo è che sin da subito gli operatori sanitari saranno chiamati a sostenere un'attività lavorativa in carenza di personale e questo, in maggiori proporzioni, potrebbe accadere anche a settembre-ottobre, quando la nuova influenza comincerà a circolare più attivamente in Italia e gli operatori sanitari, come il resto della popolazione, cominceranno ad ammalarsi per l'ovvia assenza dei vaccini (Il Ministro Sacconi ha previsto per fine novembre l'inizio dell'attività vaccinale con vaccino pandemico).
martedì 21 luglio 2009
Indicazioni operative e la gran confusione sulla chiusura delle scuole
Ecco le ultime interessanti indicazioni operative pubblicate da OMS e ECDC:
WHO recommendations on pandemic (H1N1) 2009 vaccines (OMS)
Changes in reporting requirements for pandemic (H1N1) 2009 virus infection (OMS)
Managing schools during the current A(H1N1) 2009-10 pandemic – Reactive and proactive school closures in Europe (ECDC).
Si tratta di documenti importanti che consiglio a tutti gli operatori sanitari e ai cittadini che vogliono comprendere meglio gli indirizzi strategici relativi alla preparazione e al controllo della pandemia.
Il terzo link è un interessante documento sulla chiusura delle scuole proposto dall'ECDC, musica per le mie orecchie dopo aver letto quanto dichiarato sulla chiusura delle scuole da Fazio, Sacconi, Gelmini, Aiuti, Crovari, Brunetta (!), etc... Mi chiedo cosa l'italiano "medio" possa comprendere della chiusura delle scuole a seguito della schizofrenica comunicazione italiana.
Se solo prendessimo esempio dai seri operatori dell'ECDC, magari la nostra classe politica non lascerebbe spazio a stupide diatribe, ma sarebbe impegnata a rispondere a queste domande...
Cosa dovrebbe accadere perchè le scuole vengano chiuse proattivamente?
Quali segnali si attenderebbero per riaprire le scuole?
Quanto dovrebbe durare la chiusura delle scuole?
Come sostenere insegnamento e apprendimento per tempi di chiusura prolungati, specie per gli studenti prossimi agli esami?
Come far fronte alla necessità di accudimento dei figli in casa?
Le Università dovrebbero essere interessate da questei provvedimenti?
Come al solito non riesco a evitare la polemica.
WHO recommendations on pandemic (H1N1) 2009 vaccines (OMS)
Changes in reporting requirements for pandemic (H1N1) 2009 virus infection (OMS)
Managing schools during the current A(H1N1) 2009-10 pandemic – Reactive and proactive school closures in Europe (ECDC).
Si tratta di documenti importanti che consiglio a tutti gli operatori sanitari e ai cittadini che vogliono comprendere meglio gli indirizzi strategici relativi alla preparazione e al controllo della pandemia.
Il terzo link è un interessante documento sulla chiusura delle scuole proposto dall'ECDC, musica per le mie orecchie dopo aver letto quanto dichiarato sulla chiusura delle scuole da Fazio, Sacconi, Gelmini, Aiuti, Crovari, Brunetta (!), etc... Mi chiedo cosa l'italiano "medio" possa comprendere della chiusura delle scuole a seguito della schizofrenica comunicazione italiana.
Se solo prendessimo esempio dai seri operatori dell'ECDC, magari la nostra classe politica non lascerebbe spazio a stupide diatribe, ma sarebbe impegnata a rispondere a queste domande...
Cosa dovrebbe accadere perchè le scuole vengano chiuse proattivamente?
Quali segnali si attenderebbero per riaprire le scuole?
Quanto dovrebbe durare la chiusura delle scuole?
Come sostenere insegnamento e apprendimento per tempi di chiusura prolungati, specie per gli studenti prossimi agli esami?
Come far fronte alla necessità di accudimento dei figli in casa?
Le Università dovrebbero essere interessate da questei provvedimenti?
Come al solito non riesco a evitare la polemica.
venerdì 17 luglio 2009
Regione Marche: Pandemia influenzale da virus A/H1N1 - Indicazioni per prendersi cura di un malato in casa
Dal sito Marche in Salute ecco il nuovo documento pubblicato dalla Regione Marche: si tratta della traduzione e dell'adattamento del documento dei CDC “Interim Guidance for H1N1 Flu (Swine Flu): Taking Care of a Sick Person in Your Home”.
Il mio personale consiglio... divulghiamo, divulghiamo, divulghiamo!
Buona lettura!
Leggi e scarica il documento "Pandemia influenzale da virus A/H1N1: indicazioni per prendersi cura di un malato in casa".
Il mio personale consiglio... divulghiamo, divulghiamo, divulghiamo!
Buona lettura!
Leggi e scarica il documento "Pandemia influenzale da virus A/H1N1: indicazioni per prendersi cura di un malato in casa".
Prendersi cura di un malato in casa
Attenzione, popolazione!
Vista la progressiva e inarrestabile diffusione del virus influenzale pandemico credo sia opportuno entrare nell'ordine di idee che qualcuno che conosciamo si ammalerà e forse accadrà proprio ad un familiare stretto.
Stando al quadro clinico caratterizzante l'evoluzione dell'infezione possiamo tranquillamente affermare che 95 casi confermati su 100 abbiamo un evoluzione "tranquilla" e non necessitino di intervento medico, nè tantomeno di ricovero ospedaliero.
Dunque è necessario avere pochi ma buoni consigli utili per prendersi cura di un malato di influenza in casa.
Di seguito riporto un estratto della traduzione e dell'adattamento del documento dei CDC "Interim Guidance for H1N1 Flu (Swine Flu): Taking Care of a Sick Person in Your Home".
Comportamenti per ridurre la diffusione dell’influenza in casa
Nel fornire le cure a un membro della famiglia che è malato di influenza, il miglior modo di proteggere se stessi e gli altri familiari, che non sono malati, è il seguente:
- mantenere la persona malata lontana dagli altri familiari per quanto possibile (leggi "Sistemazione del malato");
- ricordare al malato di coprirsi la bocca durante i colpi di tosse e di lavarsi le mani con acqua e sapone o una soluzione a base alcolica spesso, specialmente dopo la tosse e / o gli starnuti;
- ricordare a tutti i componenti della famiglia di lavarsi le mani spesso, utilizzando acqua e sapone o una soluzione a base alcolica;
- se sei in uno dei gruppi a rischio per l’influenza dovresti evitare i contatti stretti (entro i due metri) con i familiari che sono malati.
Sistemazione del malato in casa
- Tenere il malato in una stanza separata dagli spazi comuni della casa (ad esempio, una camera da letto separata con il proprio bagno, se questo è possibile). Tenere la porta della camera del malato chiusa.
- A meno che non sia necessario per eventuali cure mediche, le persone con l'influenza non dovrebbero uscire di casa quando hanno la febbre o durante il periodo in cui è più probabile che possano diffondere l’ infezione ad altri. Allo stato attuale si ritiene che il virus abbia le stesse capacità di diffusione dei virus influenzali stagionali. I malati possono essere contagiosi dal giorno precedente l’insorgenza dei sintomi a 7 giorni dopo che si sono ammalati. I bambini, soprattutto i più piccoli, potrebbero essere potenzialmente contagiosi per un periodo più lungo.
- Se la persona con l'influenza ha necessità di uscire di casa (per esempio per cure mediche), dovrebbe coprire il naso e la bocca quando tossisce o starnutisce e indossare una maschera chirurgica, se disponibile.
- Fare indossare alla persona malata una maschera chirurgica se c’è la necessità di condividere uno spazio comune della casa con altre persone.
- Se possibile, le persone malate dovrebbero utilizzare un bagno separato. Questo bagno deve essere pulito ogni giorno con un disinfettante per la casa (vedi sotto).
Proteggere le altre persone in casa
- Il malato non dovrebbe ricevere la visita di altre persone ad eccezione di chi si prende cura di lui. Una telefonata è più sicura di una visita!
- Se possibile, è necessario che un solo adulto in casa si prenda cura della persona malata.
- Evitare che una donna incinta accudisca la persona malata. Le donne in gravidanza sono a maggior rischio di complicanze connesse con l'influenza e possono avere una capacità immunitaria ridotta.
- Evitare che i soggetti ammalati si prendano cura di neonati e altri gruppi ad alto rischio per le complicanze dell’influenza.
- Tutte le persone della famiglia dovrebbero spesso lavarsi le mani con acqua e sapone o con una soluzione a base alcolica. Dovrebbero farlo sempre a seguito del contatto con il malato o dopo aver soggiornato nella stanza o il bagno del malato.
- Utilizzare fazzoletti di carta per asciugare le mani dopo il lavaggio o destinare un asciugamano per ogni persona del nucleo familiare, utilizzando ad esempio, asciugamani di colore diverso per ogni persona.
- Se possibile, è opportuno garantire una buona ventilazione nelle stanze condivise della casa, ad esempio, tenere le finestre aperte in cucina, bagno, ecc.
Se sei la persona che accudisce il malato
- Evita di stare faccia a faccia con la persona malata.
- Quando prendi in braccio bambini piccoli che sono malati, posiziona il loro mento sulla spalla in modo che essi non ti tossiscano in faccia.
- Lava le mani con acqua e sapone o usa una soluzione a base alcolica dopo essere stato in contatto con la persona malata o aver maneggiato la biancheria usata, le lenzuola o altri oggetti del malato.
- Se appartieni ad un gruppo ad alto rischio per le complicanze dell’influenza non dovresti essere la persona che si prende cura del malato e dovresti evitare il contatto stretto con il malato di influenza (entro i due metri).
- Tieni sotto controllo te e gli altri componenti della famiglia per l’eventuale comparsa dei sintomi influenzali e contatta il medico di famiglia nel caso in cui tali sintomi compaiano.
Fonte: Centers for Disease Prevention and Control. Interim Guidance for H1N1 Flu (Swine Flu): Taking Care of a Sick Person in Your Home.
Traduzione a cura di Tiziana Bentivoglio (ASUR Marche, ZT 8 Civitanova); revisione e adattamento a cura di Daniel Fiacchini e Giorgia Capezzone (ASUR Marche, ZT 6 Fabriano).
Vista la progressiva e inarrestabile diffusione del virus influenzale pandemico credo sia opportuno entrare nell'ordine di idee che qualcuno che conosciamo si ammalerà e forse accadrà proprio ad un familiare stretto.
Stando al quadro clinico caratterizzante l'evoluzione dell'infezione possiamo tranquillamente affermare che 95 casi confermati su 100 abbiamo un evoluzione "tranquilla" e non necessitino di intervento medico, nè tantomeno di ricovero ospedaliero.
Dunque è necessario avere pochi ma buoni consigli utili per prendersi cura di un malato di influenza in casa.
Di seguito riporto un estratto della traduzione e dell'adattamento del documento dei CDC "Interim Guidance for H1N1 Flu (Swine Flu): Taking Care of a Sick Person in Your Home".
Comportamenti per ridurre la diffusione dell’influenza in casa
Nel fornire le cure a un membro della famiglia che è malato di influenza, il miglior modo di proteggere se stessi e gli altri familiari, che non sono malati, è il seguente:
- mantenere la persona malata lontana dagli altri familiari per quanto possibile (leggi "Sistemazione del malato");
- ricordare al malato di coprirsi la bocca durante i colpi di tosse e di lavarsi le mani con acqua e sapone o una soluzione a base alcolica spesso, specialmente dopo la tosse e / o gli starnuti;
- ricordare a tutti i componenti della famiglia di lavarsi le mani spesso, utilizzando acqua e sapone o una soluzione a base alcolica;
- se sei in uno dei gruppi a rischio per l’influenza dovresti evitare i contatti stretti (entro i due metri) con i familiari che sono malati.
Sistemazione del malato in casa
- Tenere il malato in una stanza separata dagli spazi comuni della casa (ad esempio, una camera da letto separata con il proprio bagno, se questo è possibile). Tenere la porta della camera del malato chiusa.
- A meno che non sia necessario per eventuali cure mediche, le persone con l'influenza non dovrebbero uscire di casa quando hanno la febbre o durante il periodo in cui è più probabile che possano diffondere l’ infezione ad altri. Allo stato attuale si ritiene che il virus abbia le stesse capacità di diffusione dei virus influenzali stagionali. I malati possono essere contagiosi dal giorno precedente l’insorgenza dei sintomi a 7 giorni dopo che si sono ammalati. I bambini, soprattutto i più piccoli, potrebbero essere potenzialmente contagiosi per un periodo più lungo.
- Se la persona con l'influenza ha necessità di uscire di casa (per esempio per cure mediche), dovrebbe coprire il naso e la bocca quando tossisce o starnutisce e indossare una maschera chirurgica, se disponibile.
- Fare indossare alla persona malata una maschera chirurgica se c’è la necessità di condividere uno spazio comune della casa con altre persone.
- Se possibile, le persone malate dovrebbero utilizzare un bagno separato. Questo bagno deve essere pulito ogni giorno con un disinfettante per la casa (vedi sotto).
Proteggere le altre persone in casa
- Il malato non dovrebbe ricevere la visita di altre persone ad eccezione di chi si prende cura di lui. Una telefonata è più sicura di una visita!
- Se possibile, è necessario che un solo adulto in casa si prenda cura della persona malata.
- Evitare che una donna incinta accudisca la persona malata. Le donne in gravidanza sono a maggior rischio di complicanze connesse con l'influenza e possono avere una capacità immunitaria ridotta.
- Evitare che i soggetti ammalati si prendano cura di neonati e altri gruppi ad alto rischio per le complicanze dell’influenza.
- Tutte le persone della famiglia dovrebbero spesso lavarsi le mani con acqua e sapone o con una soluzione a base alcolica. Dovrebbero farlo sempre a seguito del contatto con il malato o dopo aver soggiornato nella stanza o il bagno del malato.
- Utilizzare fazzoletti di carta per asciugare le mani dopo il lavaggio o destinare un asciugamano per ogni persona del nucleo familiare, utilizzando ad esempio, asciugamani di colore diverso per ogni persona.
- Se possibile, è opportuno garantire una buona ventilazione nelle stanze condivise della casa, ad esempio, tenere le finestre aperte in cucina, bagno, ecc.
Se sei la persona che accudisce il malato
- Evita di stare faccia a faccia con la persona malata.
- Quando prendi in braccio bambini piccoli che sono malati, posiziona il loro mento sulla spalla in modo che essi non ti tossiscano in faccia.
- Lava le mani con acqua e sapone o usa una soluzione a base alcolica dopo essere stato in contatto con la persona malata o aver maneggiato la biancheria usata, le lenzuola o altri oggetti del malato.
- Se appartieni ad un gruppo ad alto rischio per le complicanze dell’influenza non dovresti essere la persona che si prende cura del malato e dovresti evitare il contatto stretto con il malato di influenza (entro i due metri).
- Tieni sotto controllo te e gli altri componenti della famiglia per l’eventuale comparsa dei sintomi influenzali e contatta il medico di famiglia nel caso in cui tali sintomi compaiano.
Fonte: Centers for Disease Prevention and Control. Interim Guidance for H1N1 Flu (Swine Flu): Taking Care of a Sick Person in Your Home.
Traduzione a cura di Tiziana Bentivoglio (ASUR Marche, ZT 8 Civitanova); revisione e adattamento a cura di Daniel Fiacchini e Giorgia Capezzone (ASUR Marche, ZT 6 Fabriano).
giovedì 16 luglio 2009
Pandemia influenzale: cosa fare al ritorno dall’Inghilterra se si è malati?
I viaggi estivi in Inghilterra sono numerosi e i nostri ragazzi possono infettarsi in inghilterra ed ammalarsi in Italia, al rientro dal viaggio.
Cosa fare all'insorgenza di febbre e sintomi simil-influenzali?
Ecco la mia guida "particolare":
1) Ricordarsi che siamo in Italia. Abbiamo un sistema sanitario che, grazie a Dio, si prende cura di noi. Facciamo riferimento al medico di famiglia e seguiamo le sue istruzioni.
2) Atteggiarsi da persone intelligenti: non c'è bisogno di correre come matti al Pronto Soccorso se nostro figlio manifesta una febbricola a 37,3°C. Così facendo si intasano le strutture sanitarie che devono garantire ben altre emergenze che l'assistenza di un caso di febbricola insignificante
3) Ricordarsi che avere febbre non è sinonimo di avere la nuova influenza da virus A/H1N1.
4) Ricordarsi che i nostri figli hanno probabilmente già avuto l'influenza gli anni passati; in quella occasione non ci siamo preoccupati per la vita di nostro figlio... forse perchè le televisioni non ci mettevano l'ansia che ci mettono oggi.
Visto che si tratta di un argomento serio è bene che sia trattato altrettanto seriamente. Quindi riporto un mix di indicazioni, personalmente estratte dalle circolari ministeriali e dalle linee guida CDC adattate alla realtà italiana e relative al prendersi cura del malato in casa.
Al ritorno dal viaggio da un Paese caratterizzato da alta diffusione influenzale si consiglia di rispettare le seguenti indicazioni:
- tenere sotto controllo il proprio stato di salute per almeno sette giorni;
- se durante questo periodo dovesse manifestarsi febbre e sintomatologia simil-influenzale (mal di gola, tosse, mal di testa, malessere etc.) si raccomanda di consultare telefonicamente il proprio medico di famiglia informandolo del recente viaggio;
- non presentarsi direttamente al Pronto Soccorso.
Cosa fare nel caso in cui si manifestino febbre e sintomi simil influenzali?
- Verificare con il medico curante la necessità di cure particolari, ad esempio se è in corso una gravidanza o se è presente una condizione come diabete, malattia cardiaca, asma, enfisema.
- Assumere i farmaci prescritti dal medico curante e non prendere farmaci antivirali se non specificamente prescritti.
- Stare a casa per 7 giorni dopo l’inizio dei sintomi o fino a 24 ore dopo la scomparsa degli stessi qualora la sintomatologia si prolungasse per oltre 7 giorni.
- Riposare molto.
- Bere molti liquidi (acqua, brodo, integratori di sali minerali) in modo da mantenere un buon livello di idratazione.
- Coprire il viso in caso di tosse o starnuti. Lavare spesso le mani con acqua e sapone o con una soluzione a base alcolica, specialmente dopo l'utilizzo di fazzoletti da naso e dopo aver tossito o starnutito nelle mani.
- Evitare uno stretto contatto con gli altri - non andare al lavoro o a scuola durante la malattia
- Porre attenzione ai segnali di allerta che richiedono maggiore attenzione
Quali sono i segnali di allerta che richiedono maggiore attenzione/quando chiamare il 118?
- difficoltà di respirazione o dolore al torace
- colorito viola o blu delle labbra
- vomito, diarrea o perdita di urine
- segni di disidratazione, come ad esempio: capogiri, scarsa o assente produzione di urina e, se bambino, assenza di lacrime quando piange
- manifesta convulsioni, scarsa reazione agli stimoli o confusione.
NB: Un grazie a Giorgia Capezzone e Daniela Cimini, del Servizio Igiene e Sanità Pubblica di Fabriano, per il prezioso aiuto nel tradurre/adattare/produrre questo elenco di indicazioni.
Cosa fare all'insorgenza di febbre e sintomi simil-influenzali?
Ecco la mia guida "particolare":
1) Ricordarsi che siamo in Italia. Abbiamo un sistema sanitario che, grazie a Dio, si prende cura di noi. Facciamo riferimento al medico di famiglia e seguiamo le sue istruzioni.
2) Atteggiarsi da persone intelligenti: non c'è bisogno di correre come matti al Pronto Soccorso se nostro figlio manifesta una febbricola a 37,3°C. Così facendo si intasano le strutture sanitarie che devono garantire ben altre emergenze che l'assistenza di un caso di febbricola insignificante
3) Ricordarsi che avere febbre non è sinonimo di avere la nuova influenza da virus A/H1N1.
4) Ricordarsi che i nostri figli hanno probabilmente già avuto l'influenza gli anni passati; in quella occasione non ci siamo preoccupati per la vita di nostro figlio... forse perchè le televisioni non ci mettevano l'ansia che ci mettono oggi.
Visto che si tratta di un argomento serio è bene che sia trattato altrettanto seriamente. Quindi riporto un mix di indicazioni, personalmente estratte dalle circolari ministeriali e dalle linee guida CDC adattate alla realtà italiana e relative al prendersi cura del malato in casa.
Al ritorno dal viaggio da un Paese caratterizzato da alta diffusione influenzale si consiglia di rispettare le seguenti indicazioni:
- tenere sotto controllo il proprio stato di salute per almeno sette giorni;
- se durante questo periodo dovesse manifestarsi febbre e sintomatologia simil-influenzale (mal di gola, tosse, mal di testa, malessere etc.) si raccomanda di consultare telefonicamente il proprio medico di famiglia informandolo del recente viaggio;
- non presentarsi direttamente al Pronto Soccorso.
Cosa fare nel caso in cui si manifestino febbre e sintomi simil influenzali?
- Verificare con il medico curante la necessità di cure particolari, ad esempio se è in corso una gravidanza o se è presente una condizione come diabete, malattia cardiaca, asma, enfisema.
- Assumere i farmaci prescritti dal medico curante e non prendere farmaci antivirali se non specificamente prescritti.
- Stare a casa per 7 giorni dopo l’inizio dei sintomi o fino a 24 ore dopo la scomparsa degli stessi qualora la sintomatologia si prolungasse per oltre 7 giorni.
- Riposare molto.
- Bere molti liquidi (acqua, brodo, integratori di sali minerali) in modo da mantenere un buon livello di idratazione.
- Coprire il viso in caso di tosse o starnuti. Lavare spesso le mani con acqua e sapone o con una soluzione a base alcolica, specialmente dopo l'utilizzo di fazzoletti da naso e dopo aver tossito o starnutito nelle mani.
- Evitare uno stretto contatto con gli altri - non andare al lavoro o a scuola durante la malattia
- Porre attenzione ai segnali di allerta che richiedono maggiore attenzione
Quali sono i segnali di allerta che richiedono maggiore attenzione/quando chiamare il 118?
- difficoltà di respirazione o dolore al torace
- colorito viola o blu delle labbra
- vomito, diarrea o perdita di urine
- segni di disidratazione, come ad esempio: capogiri, scarsa o assente produzione di urina e, se bambino, assenza di lacrime quando piange
- manifesta convulsioni, scarsa reazione agli stimoli o confusione.
NB: Un grazie a Giorgia Capezzone e Daniela Cimini, del Servizio Igiene e Sanità Pubblica di Fabriano, per il prezioso aiuto nel tradurre/adattare/produrre questo elenco di indicazioni.
mercoledì 15 luglio 2009
Ultima polemica
Lo prometto, queste saranno le mie ultime considerazioni polemiche. Le polemiche sono sterili e infruttuose, nulla cambierà se rimango in silenzio e nulla cambierà se denuncio le cose che non vanno. Inoltre sono ottimista per natura e voglio continuare ad esserlo, senza disperarmi per le occasioni mancate o per cosa dovrebbe essere fatto e, al contrario, viene ignorato.
Quindi, dicevo, questa sarà la mia ultima nota polemica e poi giù la testa, a lavorare a spron battuto, in attesa che l'ondata pandemica travolga anche l'Italia.
Ieri, e arrivo al punto, è stata giornata di "ricerca pandemica". Da aprile 2009 la popolazione italiana non si è mai tanto interessata di "influenza suina". Cosa è successo?
È accaduto che, facendo seguito alle parole di un esperto dell'OMS, a margine di un incontro dedicato alla definizione delle strategie vaccinali per la pandemia influenzale, tutte le agenzie di stampa hanno riportato la notizia di una pandemia inarrestabile. Contestualmente i media hanno focalizzato l'attenzione sulle notizie provenienti dall'Inghilterra, dove la pandemia è arrivata con la sua prima ondata e si sta facendo sentire: il numero degli infetti cresce esponenzialmente e il numero dei decessi è in progressivo aumento. D'un tratto "l'influenza suina" fa ancora notizia e i telegiornali, i quotidiani e i giornali on-line, tornano a dedicare spazio all'argomento. La popolazione italiana comincia a ricercare informazioni, forse preoccupata, forse incuriosita, sta di fatto che le ricerche su internet si intensificano e come per magia il Ministro Sacconi e il vice ministro Fazio riappaiono e, dopo un mese di silenzio, indicono una conferenza stampa (prevista per il pomeriggio di ieri, 14 luglio).
Sul sito del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali non c'è traccia di un resoconto. Quello che si riesce a sapere è riportato dai giornali (leggi qui). Sembra che ministro e vice abbiano riferito stime di impatto della pandemia in Italia: in assenza delle azioni predisposte dal Governo italiano i contagiati sarebbero 13 milioni, con le azioni intraprese si può stimare un tasso d'attacco inferiore e un numero di casi pari a 9 milioni; con il vaccino, che dovrebbe essere somministrato a 8,6 milioni di italiani entro l'anno, i casi di influenza si ridurrebbero a 4 milioni (tasso dattacco del 7%).
Mentre l'OMS, i CDC, l'ECDC (e altri) comunicano periodicamente sulla gestione della pandemia, in Italia si attende che l'interesse mediatico aumenti e poi si comunica. Una strategia che non pagherà. La fiducia della popolazione va conquistata con un lavoro continuo e un'informazione costante. Ed ecco il punto debole del Governo italiano: i CDC di Atlanta hanno una squadra di centinaia di operatori sanitari dedicati al controllo della pandemia influenzale, in Italia il Ministero può contare su un numero di operatori che si conta sulle dita di una mano.
In america il Governo ha già stanziato fondi dedicati per la risposta alla pandemia influenzale, in Italia neanche un euro è stato ufficialmente dedicato alla risposta alla pandemia. In america le conferenze stampa dei CDC vengono registrate e messe a disposizione in podcast, in Italia l'esito di una conferenza stampa ministeriale deve essere letto attraverso l'interpretazione dei giornali.
Eppure è risaputo che una buona strategia di comunicazione del rischio potrà fare la differenza nella gestionde dell'evento pandemico. Le premesse, in Italia, non sono delle migliori.
Ora basta con le polemiche. Auguro un buon lavoro a tutti i colleghi, in primis a quelli del Ministero, saranno mesi di lavoro intenso e speriamo di fare qualcosa di buono per la nostra Italia.
Quindi, dicevo, questa sarà la mia ultima nota polemica e poi giù la testa, a lavorare a spron battuto, in attesa che l'ondata pandemica travolga anche l'Italia.
Ieri, e arrivo al punto, è stata giornata di "ricerca pandemica". Da aprile 2009 la popolazione italiana non si è mai tanto interessata di "influenza suina". Cosa è successo?
È accaduto che, facendo seguito alle parole di un esperto dell'OMS, a margine di un incontro dedicato alla definizione delle strategie vaccinali per la pandemia influenzale, tutte le agenzie di stampa hanno riportato la notizia di una pandemia inarrestabile. Contestualmente i media hanno focalizzato l'attenzione sulle notizie provenienti dall'Inghilterra, dove la pandemia è arrivata con la sua prima ondata e si sta facendo sentire: il numero degli infetti cresce esponenzialmente e il numero dei decessi è in progressivo aumento. D'un tratto "l'influenza suina" fa ancora notizia e i telegiornali, i quotidiani e i giornali on-line, tornano a dedicare spazio all'argomento. La popolazione italiana comincia a ricercare informazioni, forse preoccupata, forse incuriosita, sta di fatto che le ricerche su internet si intensificano e come per magia il Ministro Sacconi e il vice ministro Fazio riappaiono e, dopo un mese di silenzio, indicono una conferenza stampa (prevista per il pomeriggio di ieri, 14 luglio).
Sul sito del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali non c'è traccia di un resoconto. Quello che si riesce a sapere è riportato dai giornali (leggi qui). Sembra che ministro e vice abbiano riferito stime di impatto della pandemia in Italia: in assenza delle azioni predisposte dal Governo italiano i contagiati sarebbero 13 milioni, con le azioni intraprese si può stimare un tasso d'attacco inferiore e un numero di casi pari a 9 milioni; con il vaccino, che dovrebbe essere somministrato a 8,6 milioni di italiani entro l'anno, i casi di influenza si ridurrebbero a 4 milioni (tasso dattacco del 7%).
Mentre l'OMS, i CDC, l'ECDC (e altri) comunicano periodicamente sulla gestione della pandemia, in Italia si attende che l'interesse mediatico aumenti e poi si comunica. Una strategia che non pagherà. La fiducia della popolazione va conquistata con un lavoro continuo e un'informazione costante. Ed ecco il punto debole del Governo italiano: i CDC di Atlanta hanno una squadra di centinaia di operatori sanitari dedicati al controllo della pandemia influenzale, in Italia il Ministero può contare su un numero di operatori che si conta sulle dita di una mano.
In america il Governo ha già stanziato fondi dedicati per la risposta alla pandemia influenzale, in Italia neanche un euro è stato ufficialmente dedicato alla risposta alla pandemia. In america le conferenze stampa dei CDC vengono registrate e messe a disposizione in podcast, in Italia l'esito di una conferenza stampa ministeriale deve essere letto attraverso l'interpretazione dei giornali.
Eppure è risaputo che una buona strategia di comunicazione del rischio potrà fare la differenza nella gestionde dell'evento pandemico. Le premesse, in Italia, non sono delle migliori.
Ora basta con le polemiche. Auguro un buon lavoro a tutti i colleghi, in primis a quelli del Ministero, saranno mesi di lavoro intenso e speriamo di fare qualcosa di buono per la nostra Italia.
martedì 14 luglio 2009
Oggi sciopero

PandemItalia partecipa alla giornata di "rumoroso silenzio" dei blog italiani contro il disegno di legge Alfano, i cui effetti sarebbero quelli di imbavagliare l'informazione in Rete. Il cosiddetto obbligo di rettifica, pensato sessant'anni fa per la stampa, se imposto a tutti i blog (anche amatoriali) e con le pesanti sanzioni pecuniarie previste, metterebbe di fatto un silenziatore alle conversazioni on line e alla libera espressione in Internet.
Per questo è nato Diritto alla Rete, Network per il diritto alla libera espressione e informazione attraverso la rete internet.
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