"È stata rafforzata la rete di sorveglianza epidemiologica e virologica dell'influenza (la rete Influnet) per permettere la raccolta di informazioni e campioni virali ai fini del tempestivo riconoscimento dei casi di influenza e per la conseguente adozione delle misure di sanità pubblica. Sono state allertate, attraverso le Regioni, le strutture di ricovero in generale e quelle specifiche per malattie infettive in particolare, per essere pronte a gestire i casi sospetti di influenza da nuovo virus, mediante idonee misure di contenimento, oltre che con misure di appropriato trattamento."
Nulla da eccepire sulle azioni di sorveglianza virologica. L’ampliamento della rete dei laboratori accreditati dal sistema Influ-net è stata una delle mosse di preparazione alla pandemia più sagge in assoluto. La Regione Marche ha un laboratorio di riferimento unico per la Regione, accreditato l’anno scorso e attualmente in grado di sostenere il peso della sorveglianza virologica, almeno fino a oggi.
Per quanto riguarda le strutture di ricovero mi ripeto, ma ritengo essenziale essere chiari. I casi sospetti di influenza non vanno ospedalizzati. Almeno fino a quando una accurata e doverosa valutazione clinica consenta di stabilire che ci sono condizioni di salute tali da provvedere all’ospedalizzazione.
I dati americani pubblicati dal NEJM e successivamente riportati dall’OMS ci parlano di un tasso di ospedalizzazione del 9%. In effetti nelle Marche pochissime persone sono state ricoverate, confermando sostanzialmente il dato di letteratura.
Inoltre quando il numero degli affetti crescerà notevolmente l’applicazione di opportuni criteri di triage permetterà di definire con più coerenza e appropriatezza chi dovrà essere ospedalizzato e chi no. Attualmente la gran parte delle ospedalizzazioni delle Marche, ma sono certo che sia stato così anche in altre Regioni, è avvenuta per motivi “precauzionali”, per non dire che era del tutto inutile.
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