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Da qualche giorno lavoro come dirigente medico presso un dipartimento di prevenzione delle Marche e mi occupo principalmente di vaccinazioni: il cuore della prevenzione! L'attività vaccinale del Servizio in cui opero è raddoppiata da metà dicembre e la richiesta non sembra arrestarsi. La principale vaccinazione ricercata: anti-meningococco C. Non poteva capitare periodo "peggiore" per cominciare la mia avventura lavorativa nella Sanità Pubblica: la domanda a cui giornalmente devo rispondere è la seguente: conviene vaccinarsi? Rispondere non è semplice; da un lato c'è la mia passione per la prevenzione e il desiderio di dare una "pacca sulla spalla" al genitore che pone la domanda e dirgli: "bravo, hai scelto la strada della prevenzione, ottima decisione", poi però il mio lato più razionale mi frena, penso ai pochi casi di meningite, penso che il rapporto rischio-beneficio non è poi così alto e qualche volta mi capita di pensare: "guarda questo... si preoccupa tanto della meningite e non ha ancora vaccinato suo figlio contro morbillo-parotite e rosolia!". Non faccio in tempo a pensarlo che sento battere il martello sul mio chiodo fisso: "la morte di un ragazzo per meningite da meningococco C è una morte evitabile... al diavolo l'epidemiologia... spero si vaccinino tutti!". Supero il mio personale dualismo ricordando le parole di Barbara De Mei, scritte nel bel documento: Il counselling in ambito vaccinale
"L’obiettivo non è convincere, affermare il proprio punto di vista, prendere decisioni al posto di un’altra persona, “vincere” nella relazione, ma piuttosto mantenere la relazione.
Quindi ascoltare, comprendere senza banalizzare, potenziare le risorse e l’autonomia della
persona per: condividere le informazioni; favorire la consapevolezza dei benefici e dei rischi della vaccinazione; facilitare la scelta."
Dunque non sono io che devo dare risposte: io devo solo facilitare un processo che porti ad una decisione consapevole ed informata.
Non posso evitare di chiudere questo post rifacendomi al comunicato odierno del Ministero della Salute: mi sembra evidente che la prevenzione, anche in questo caso come nel caso della pandemia influenzale, non giochi tutte le sue carte con la vaccinazione. La vaccinazione è l'arma preventiva principale ma non è l'unica arma a nostra disposizione: c'è il lavaggio delle mani; c'è il buon senso delle comuni norme igieniche... e queste misure di sanità pubblica forse saranno meno efficaci... ma non hanno effetti avversi!