venerdì 18 gennaio 2008

Pensieri pandemici...

DoctorNews: L'influenza colpisce anche le imprese: il costo stimato per 12 settimane, dallo scorso 15 ottobre al 6 gennaio, supera infatti già i 60 milioni di euro, pari a oltre 900 mila giorni persi in malattia. Un dato, fornito dalla Camera di Commercio di Milano, che considera gli occupati italiani costretti a letto, tra imprenditori e lavoratori, per una media di tre giorni di convalescenza a testa, escludendo il costo del week end.
E il 'picco' del mal di stagione, secondo le previsioni, deve ancora arrivare...


Questi sono dati che ai più non dicono nulla. In realtà hanno un profondo significato... in caso di pandemia influenzale il 10-20 o 30% della popolazione potrebbe essere colpita dall'influenza. Se il virus influenzale avesse una bassa virulenza (la capacità del microrganismo di danneggiare l'individuo infettato) tutto sommato ce la caveremmo con un po' di disagio, tanti milioni di euro di perdite e qualche milione di italiani "acciaccati". Se la virulenza dovesse essere elevata (quella dell'H5N1 è molto elevata e dimostrata da un tasso di letalità del 60%, ovvero 60 persone infettate su 100 muoiono) allora la perdita economica sarebbe enorme, il Paese andrebbe al collasso e molti italiani perderebbero la vita, proprio come accadde nel lontano 1918 (250.000-500.000 morti per influenza stimati in Italia).
Per natura sono ottimista e vedo sempre il bicchiere "mezzo pieno". Ma quando si parla di preparazione ad una pandemia influenzale non è giusto essere ottimisti. Bisogna essere realisti. E la realtà, attualmente, è che nessuno può predire quando la prossima pandemia si verificherà, nè tantomeno che impatto avrà. Nell'incertezza è molto importante pensare al peggior scenario, perchè una volta che ci si è preparati al peggio se la pandemia che verrà docesse essere lieve sapremo rispondere al meglio, se dovesse essere grave almeno potremo dire di averci provato.
La preparazione deve essere globale. Gli operatori sanitari devono prendere sul serio la questione (molti non lo fanno e pensano che le pandemie influenzali siano una barzelletta, dimostrando profonda ignoranza), la popolazione deve crescere nella conoscenza, deve informarsi, deve prendere parte attiva in un processo di costante e progressivo coinvolgimento nelle attività di preparazione.
La stessa Sanità Pubblica italiana non ha preso molto sul serio il problema pandemia influenzale. Non tutte le Regioni hanno predisposto il proprio piano pandemico, fra quelle che lo hanno fatto sono poche le Regioni che stanno dando continuità ai piani approvati. Se la Sanità Pubblica funzionasse ogni italiano saprebbe già cos'è una pandemia influenzale e come affrontarla.
Provo a lanciare un altro sondaggio... avete mai sentito parlare di pandemia influenzale?
Ne vedremo delle belle...

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Il post crea un po' di apprensione ai non addetti ai lavori.
Prima si parla di influenza, quella comune, e poi si cita un virus, quello dell'influenza aviaria, senza soluzione di continuità e dicendo che provoca il 60% di letalità e che potrebbe portarci a una possibile pandemia contro cui siamo impreparati!
Mannaggia! Non è un po' terroristico questo modo di fare?
Non è rischioso mischiare le due influenze, quella comune e quella aviaria?
E poi, okay che occorre fare prevenzione, ma quanti casi ci sono stati di aviaria in Italia?
Come avevano contratto il virus? Come si può trasmettere?
In altre parole, sulla base delle conoscenze attuali, qual è la probabilità di pandemia?
Credo zero,
Sbaglio?

Daniel Fiacchini ha detto...

Sabato 23 giugno 2007 ho scritto un post dal titolo "Le pandemie influenzali esistono!" che ritengo dovrebbe essere letto. Poi dovrebbero essere lette le "Dieci cose da sapere" dell'OMS (lo trova come link nella pagina principale, a destra). PandemItalia è un blog, come tale non è pensabile che in ogni post vengano ripresentate le stesse considerazioni, peraltro indispensabili, sulla differenza terminologica tra influenza aviaria e influenza pandemica ma anche sull'interconnessione tra i termini.
Il senso del post è che se un virus influenzale aviario (come può essere l'H5N1) desse origine ad un virus trasmissibile da uomo a uomo (possibilità non remota per le caratteristiche intrinseche dei virus influenzali), tale virus diverrebbe umano. La popolazione sarebbe scoperta da un punto di vista immunologico e si avrebbe una pandemia. Sono eventi che ciclicamente accadono (anche se a distanza non prevedibile l'una dall'altra). Questo è il motivo per cui ho creato questo blog: spero che le persone come lei siano sempre più consapevoli e informate e comprendano la reale urgenza di crescere nella conoscenza per affrontare al meglio ciò che non è impossibile che accada.
La invito a leggere tutti i post (forse sarà una lettura noiosa ma capirà meglio quello che ho tentato di spiegare in poche righe).
Con rispetto.