Un bellissimo evento. Credo possa giustificare completamente il silenzio di quelli che per me sono intensissimi giorni.
lunedì 24 agosto 2009
martedì 11 agosto 2009
Pandemia influenzale molto semplificata parte V
Nel blog l'Orologiaio miope è stato pubblicato questo fantastico post. L'autore ha un dono: spiegare cose complesse in modo chirissimo e comprensibile da chiunque. Riporto in parti separate il post che qui può essere letto nella sua versione orginale.
Buona lettura!
(ultima parte...)
Ed ora veniamo alla nota dolente: il vaccino, orrore, orrore! Moltissime persono hanno paura dei vaccini perche’ hanno sentito dire da uno in televisione che fanno male ma non hanno idea di come funzioni un vaccino, di come venga prodotto e dei criteri con cui viene commercializzato. Hanno sentito dire che c’e’ un complotto delle Biothech contro la salute dei cittadini in cambio di vile danaro e quindi pensano che il vaccino faccia peggio della malattia. Per di piu’ il vaccino contro l’influenza suina verra’ rilasciato prima del tempo.
Niente panico. I vaccini per l’influenza vengono prodotti su scala industriale da anni e cambiano poco da un ceppo all’altro. La tecnica e’ sempre la stessa, si ibrida l’H1N1 con un altro virus detto PR8 (ci sono due diverse tecniche per fare cio’, una in laboratorio l’altra incubando i due virus nelle uova). Alla fine del processo si ottiene un virus PR8, assolutamente e dimostrabilmente innocuo, che contiene i geni (e quindi le proteine) H1 e N1. Quindi alla base del vaccino non c’e’ un virus attenuato, potenzialmente pericoloso in caso di mutazione, ma un virus differente. Questo PR8 H1N1 stimola il nostro sistema immunitario a produrre anticorpi contro le due proteine per cui quando entra un vero virus influenzale gli anticorpi stanno gia’ li belli e pronti ad aggredire le due proteine del virus. Occorre circa un mese per produrre il primo vaccino e 4-5 mesi per produrlo su scala industriale, e nel frattempo condurre i vari test. La Novartis svizzera vuole rilasciare il vaccino senza concludere tutti i test. La WHO (World Health Organization) preme perche’ al vaccino venga aggiunto un coadiuvante che stimoli il sistema immunitario, ma questa e’ una tecnica non standard che non e’ mai stata testata su ampia scala, e i governi sono restii ad accettare l’idea.Perche’ e’ importante vaccinarsi? Per diverse buone ragioni: per proteggere le persone piu’ deboli, innanzi tutto, come chi ha una malattia cronica, i bambini piccoli, le donne incinte e gli anziani; perche’ il virus potrebbe mutare in modo da diventare resistente al tamiflu (lo sta gia’ facendo, in realta’); perche’e’ un modo indiretto di non far circolare il virus e quindi per salvare vite umane: questo non e’ il 1918, la popolazione mondiale da allora e’ quadruplicata, ci sono 100 volte piu’ maiali e 1000 volte piu’ pollame che nel 1968 (quando ci fu un altro grave outbreak); ci sono molti piu’ viaggi intercontinentali che spostano la gente ovunque in poche ore; abbiamo si gli antibiotici contro la polmonite, ma abbiamo anche selezionato moltissimi ceppi batterici resistenti a questi. Se il virus mutasse diventando pernicioso come quello del 1918 le fatalita’ sarebbero molte di piu’, soprattutto nei paesi piu’ sovrappopolati come Cina, India e Africa. Il che potrebbe non essere oggettivamente un male per il pianeta, che e’ vicino al collasso ecologico, ma diciamo che se tra le vittime ci devo essere io, la mia famiglia e i miei amici allora la cosa comincia a seccarmi. Naturalmente, siccome le mutazioni sono assolutamente casuali e imprevedibili, nulla esclude che il virus muti verso una forma piu’ lieve o addirittura del tutto innocua, che sarebbe di gran vantaggio sia per noi che per il virus stesso.Solo che, come sempre, ci sono problemi. I governi hanno bloccato le biotech per la produzione di vaccini contro l’influenza stagionale per farli concentrare sui vaccini contro la pandemia. Il che significa che ci sara’ penuria estrema del vaccino per l’influenza stagionale anche per chi ne ha veramente bisogno per salvarsi la pelle, come gli immunodepressi. D’altro canto, ci sara’ anche pochissimo vaccino disponibile contro l’infulenza suina, dato che siamo a meta’ agosto e si sta ancora pensando quale strada percorrere e per quale tipo di vaccino. Ci sara’ tale penuria che i governi stanno provvedendo ognuno per se’.
Pertanto, se siete per motivi vostri contrari alle vaccinazioni perche’ fanno male, lasciate le scorte di vaccino a chi ne ha piu’ bisogno e continuate pure a strillare che i vaccini fanno male: per una volta, anche la new age potrebbe essere utile, anche se non sono quelle le sue intenzioni. Davvero, lasciate il vaccino a chi ne ha piu’ bisogno, e peccato per i vostri figli.Quanto ai reali effetti collaterali del nuovo vaccino, certo non li si puo’ escludere, ma dato che il rischio di morire di vaccino e’ estremamente piu’ basso di quello di morire di influenza, io dovendo scegliere correrei il rischio.N.B. Sento il dovere di specificare che non sono un medico, sono una biologa wannabe zoologa evoluzionista e con un oscuro passato da biochimica, con esami universitari di tipo medico-sanitario. Quanto e’ scritto e’ un sunto delle mie conoscenze personali, di materiale bibliografico in mio possesso e di articoli trovati sul web.
(Fine)
Nel post originale l'autore riporta la bibliografia e la sitografia di riferimento.
Buona lettura!
(ultima parte...)
Ed ora veniamo alla nota dolente: il vaccino, orrore, orrore! Moltissime persono hanno paura dei vaccini perche’ hanno sentito dire da uno in televisione che fanno male ma non hanno idea di come funzioni un vaccino, di come venga prodotto e dei criteri con cui viene commercializzato. Hanno sentito dire che c’e’ un complotto delle Biothech contro la salute dei cittadini in cambio di vile danaro e quindi pensano che il vaccino faccia peggio della malattia. Per di piu’ il vaccino contro l’influenza suina verra’ rilasciato prima del tempo.
Niente panico. I vaccini per l’influenza vengono prodotti su scala industriale da anni e cambiano poco da un ceppo all’altro. La tecnica e’ sempre la stessa, si ibrida l’H1N1 con un altro virus detto PR8 (ci sono due diverse tecniche per fare cio’, una in laboratorio l’altra incubando i due virus nelle uova). Alla fine del processo si ottiene un virus PR8, assolutamente e dimostrabilmente innocuo, che contiene i geni (e quindi le proteine) H1 e N1. Quindi alla base del vaccino non c’e’ un virus attenuato, potenzialmente pericoloso in caso di mutazione, ma un virus differente. Questo PR8 H1N1 stimola il nostro sistema immunitario a produrre anticorpi contro le due proteine per cui quando entra un vero virus influenzale gli anticorpi stanno gia’ li belli e pronti ad aggredire le due proteine del virus. Occorre circa un mese per produrre il primo vaccino e 4-5 mesi per produrlo su scala industriale, e nel frattempo condurre i vari test. La Novartis svizzera vuole rilasciare il vaccino senza concludere tutti i test. La WHO (World Health Organization) preme perche’ al vaccino venga aggiunto un coadiuvante che stimoli il sistema immunitario, ma questa e’ una tecnica non standard che non e’ mai stata testata su ampia scala, e i governi sono restii ad accettare l’idea.Perche’ e’ importante vaccinarsi? Per diverse buone ragioni: per proteggere le persone piu’ deboli, innanzi tutto, come chi ha una malattia cronica, i bambini piccoli, le donne incinte e gli anziani; perche’ il virus potrebbe mutare in modo da diventare resistente al tamiflu (lo sta gia’ facendo, in realta’); perche’e’ un modo indiretto di non far circolare il virus e quindi per salvare vite umane: questo non e’ il 1918, la popolazione mondiale da allora e’ quadruplicata, ci sono 100 volte piu’ maiali e 1000 volte piu’ pollame che nel 1968 (quando ci fu un altro grave outbreak); ci sono molti piu’ viaggi intercontinentali che spostano la gente ovunque in poche ore; abbiamo si gli antibiotici contro la polmonite, ma abbiamo anche selezionato moltissimi ceppi batterici resistenti a questi. Se il virus mutasse diventando pernicioso come quello del 1918 le fatalita’ sarebbero molte di piu’, soprattutto nei paesi piu’ sovrappopolati come Cina, India e Africa. Il che potrebbe non essere oggettivamente un male per il pianeta, che e’ vicino al collasso ecologico, ma diciamo che se tra le vittime ci devo essere io, la mia famiglia e i miei amici allora la cosa comincia a seccarmi. Naturalmente, siccome le mutazioni sono assolutamente casuali e imprevedibili, nulla esclude che il virus muti verso una forma piu’ lieve o addirittura del tutto innocua, che sarebbe di gran vantaggio sia per noi che per il virus stesso.Solo che, come sempre, ci sono problemi. I governi hanno bloccato le biotech per la produzione di vaccini contro l’influenza stagionale per farli concentrare sui vaccini contro la pandemia. Il che significa che ci sara’ penuria estrema del vaccino per l’influenza stagionale anche per chi ne ha veramente bisogno per salvarsi la pelle, come gli immunodepressi. D’altro canto, ci sara’ anche pochissimo vaccino disponibile contro l’infulenza suina, dato che siamo a meta’ agosto e si sta ancora pensando quale strada percorrere e per quale tipo di vaccino. Ci sara’ tale penuria che i governi stanno provvedendo ognuno per se’.
Pertanto, se siete per motivi vostri contrari alle vaccinazioni perche’ fanno male, lasciate le scorte di vaccino a chi ne ha piu’ bisogno e continuate pure a strillare che i vaccini fanno male: per una volta, anche la new age potrebbe essere utile, anche se non sono quelle le sue intenzioni. Davvero, lasciate il vaccino a chi ne ha piu’ bisogno, e peccato per i vostri figli.Quanto ai reali effetti collaterali del nuovo vaccino, certo non li si puo’ escludere, ma dato che il rischio di morire di vaccino e’ estremamente piu’ basso di quello di morire di influenza, io dovendo scegliere correrei il rischio.N.B. Sento il dovere di specificare che non sono un medico, sono una biologa wannabe zoologa evoluzionista e con un oscuro passato da biochimica, con esami universitari di tipo medico-sanitario. Quanto e’ scritto e’ un sunto delle mie conoscenze personali, di materiale bibliografico in mio possesso e di articoli trovati sul web.
(Fine)
Nel post originale l'autore riporta la bibliografia e la sitografia di riferimento.
Pandemia influenzale molto semplificata parte IV
Nel blog l'Orologiaio miope è stato pubblicato questo fantastico post. L'autore ha un dono: spiegare cose complesse in modo chirissimo e comprensibile da chiunque. Riporto in parti separate il post che qui può essere letto nella sua versione orginale.
Buona lettura!
Alcuni miei amici hanno declinato il mio invito a Londra (dove abito) per paura dell’influenza suina, dato che la Gran Bretagna e’ uno dei primi paesi europei dove il nuovo virus mutato e’ sbarcato dagli USA. Vorrei tranquillizzare questi amici dicendogli che io sto benissimo nonostante il mio quartiere londinese sia un hotspot della malattia, ma che questa settimana (aggirnato al 09/08/2009) l’ ECDC Europa segnala 1238 casi in Italia, dove evidentemente la pandemia e’ in arrivo in preparazione per l’autunno, con nessun morto. In UK ci sono 12470 casi e 30 morti nelle scorse settimane e in Spagna piu’ o meno tanti casi quanti in Italia, 1538, con 8 morti. Questioni di sfiga e probabilita’. E’ possibile che sia io a non voler andare a trovare in miei amici in Italia il prossimo settembre, per pura bloody mindedness: in caso di pandemie, senza quarantene rigorosissime nessuno e’ davvero al sicuro dall’infezione, per blanda che sia la malattia. E a proposito degli aneddoti raccontati sulla Spagnola, il sito del Ministero della Sanita’ conferma a tutt’oggi, 09/08/2009, solo 258 casi aggiornati al 16 luglio. Dopo, suppongo che il sottosegretario deputato a rilasciare le circolari ministeriali sia andato in ferie, e nessuno si ammala piu’ in Italia, ufficialmente, cosi’ ci si puo’ godere le ferie.
Il virus dell’influenza, al contrario dell’HIV, sopravvive benissimo per diverse ore nell’ambiente e le persone infette sono contagiose da un giorno prima di sviluppare i sintomi ad alcuni giorni dopo. Se un contagiato starnutisce in una stanza, ad esempio, i virus vengono espulsi attraverso le goccioline di saliva e queste possono viaggiare per un po’ sospese in aria e andare a deporsi sulle superfici della stanza come tavoli, maniglie di porte, banconote, tastiere di PC etc. Se una persona tocca questi oggetti infetti dai virus e poi porta le mani alla bocca, al naso o agli occhi ecco che avviene l’infezione per penetrazione del virus nelle cellule delle mucose delle prime vie aeree (oppure anche per inalazione diretta delle goccioline di saliva in un ambiente molto affollato).Che fare per evitare il contagio? Innanzi tutto, se si puo’, evitare gli ambienti affollati. Se non si puo’ bisogna evitare di starnutire in faccia alla gente, eliminare i fazzoletti di carta subito dopo il primo uso e non farsi il cimitero degli elefanti in tasca, dove ogni volta che si mettono le mani ci si reinfetta. Lavarsi spesso le mani (col sapone, porco!) ed evitare di toccarsi le mucose del viso. Oppure si puo’ lasciar fare ai propri anticorpi, evitando pero’ di farsi contagiare apposta per non andare a scuola/lavoro perche’ la reazione del nostro sistema immunitario e’ imprevedibile a cambia da persona a persona, e potrebbe anche essere violenta, o troppo blanda. Meglio non rischiare di finire apposta in ospedale con una polmonite, insomma, ma questo vale soprattutto per le persone con compromissione di qualsiasi tipo del sistema immunitario, gli anziani, i bimbi piccoli e le donne incinte. Queste persone a rischio, ad ottobre, quando verra’ rilasciato, dovrebbero invece fare il vaccino.
(continua...)
Buona lettura!
Alcuni miei amici hanno declinato il mio invito a Londra (dove abito) per paura dell’influenza suina, dato che la Gran Bretagna e’ uno dei primi paesi europei dove il nuovo virus mutato e’ sbarcato dagli USA. Vorrei tranquillizzare questi amici dicendogli che io sto benissimo nonostante il mio quartiere londinese sia un hotspot della malattia, ma che questa settimana (aggirnato al 09/08/2009) l’ ECDC Europa segnala 1238 casi in Italia, dove evidentemente la pandemia e’ in arrivo in preparazione per l’autunno, con nessun morto. In UK ci sono 12470 casi e 30 morti nelle scorse settimane e in Spagna piu’ o meno tanti casi quanti in Italia, 1538, con 8 morti. Questioni di sfiga e probabilita’. E’ possibile che sia io a non voler andare a trovare in miei amici in Italia il prossimo settembre, per pura bloody mindedness: in caso di pandemie, senza quarantene rigorosissime nessuno e’ davvero al sicuro dall’infezione, per blanda che sia la malattia. E a proposito degli aneddoti raccontati sulla Spagnola, il sito del Ministero della Sanita’ conferma a tutt’oggi, 09/08/2009, solo 258 casi aggiornati al 16 luglio. Dopo, suppongo che il sottosegretario deputato a rilasciare le circolari ministeriali sia andato in ferie, e nessuno si ammala piu’ in Italia, ufficialmente, cosi’ ci si puo’ godere le ferie.
Il virus dell’influenza, al contrario dell’HIV, sopravvive benissimo per diverse ore nell’ambiente e le persone infette sono contagiose da un giorno prima di sviluppare i sintomi ad alcuni giorni dopo. Se un contagiato starnutisce in una stanza, ad esempio, i virus vengono espulsi attraverso le goccioline di saliva e queste possono viaggiare per un po’ sospese in aria e andare a deporsi sulle superfici della stanza come tavoli, maniglie di porte, banconote, tastiere di PC etc. Se una persona tocca questi oggetti infetti dai virus e poi porta le mani alla bocca, al naso o agli occhi ecco che avviene l’infezione per penetrazione del virus nelle cellule delle mucose delle prime vie aeree (oppure anche per inalazione diretta delle goccioline di saliva in un ambiente molto affollato).Che fare per evitare il contagio? Innanzi tutto, se si puo’, evitare gli ambienti affollati. Se non si puo’ bisogna evitare di starnutire in faccia alla gente, eliminare i fazzoletti di carta subito dopo il primo uso e non farsi il cimitero degli elefanti in tasca, dove ogni volta che si mettono le mani ci si reinfetta. Lavarsi spesso le mani (col sapone, porco!) ed evitare di toccarsi le mucose del viso. Oppure si puo’ lasciar fare ai propri anticorpi, evitando pero’ di farsi contagiare apposta per non andare a scuola/lavoro perche’ la reazione del nostro sistema immunitario e’ imprevedibile a cambia da persona a persona, e potrebbe anche essere violenta, o troppo blanda. Meglio non rischiare di finire apposta in ospedale con una polmonite, insomma, ma questo vale soprattutto per le persone con compromissione di qualsiasi tipo del sistema immunitario, gli anziani, i bimbi piccoli e le donne incinte. Queste persone a rischio, ad ottobre, quando verra’ rilasciato, dovrebbero invece fare il vaccino.
(continua...)
Pandemia influenzale molto semplificata parte III
Nel blog l'Orologiaio miope è stato pubblicato questo fantastico post. L'autore ha un dono: spiegare cose complesse in modo chirissimo e comprensibile da chiunque. Riporto in parti separate il post che qui può essere letto nella sua versione orginale.
Buona lettura!
A proposito di Spagnola, facciamo un breve intermezzo sull’origine del nome di questa pandemia perche’ aiuta anche oggi a farci riflettere. Il virus dell’influenza spagnola non si e’ originato affatto in Spagna. Il ceppo pare fosse di un’influenza aviaria dell’estremo Oriente che muto’ negli USA e da qui fu immediatamente introdotto in Europa per via degli spostamenti di truppe. In tempo di guerra, e’ ovviamente poco produttivo dire “i nostri soldati muoiono come mosche di influenza e noi non sappiamo che farci” quindi le macchine della propaganda di entrambe le parti tacquero opportunamente. Gli unici che non avevano problemi a far circolare la notizia di questa nuova malattia erano gli spagnoli che rimasero neutrali alla guerra. Sembro’ quindi in un primo tempo che solo la Spagna fosse colpita, laddove invece il virus arrivo’ molto piu’ tardi in questa nazione rispetto a Francia e Germania. Il punto dove voglio arrivare e’ che le nostre percezioni sulle pandemie riflettono le notizie che vengono riportate in proposito dai media, che possono essere (e quasi sempre lo sono), pilotate opportunamente.
Sia ben chiaro: non sto affermando che l’influenza suina e quella spagnola siano la stessa cosa, assolutamente no, 90 anni e decine di mutazioni separano i due ceppi virali. Sto affermando pero’ che si tratta di ceppi simili e strettamente imparentati, al punto che chi e’ nato prima del 1918 ha anticorpi anche contro questa influenza (Qui ci sono notizie piu’ dettagliate).
L’influenza suina si chiama cosi’ invece perche’ il virus A H1N1 circola regolarmente tra i maiali causando una malattia con sintomi lievi da cui guariscono senza problemi ma che puo’ uccidere i furetti e i macachi. Tutti questi ceppi si chiamano collettivamente “influenza suina”. Quello con cui abbiamo a che fare al momento, come tutti sanno, e’ mutato in maiali messicani, diventando improvvisamente in grado di passare dal maiale all’uomo. Una seconda mutazione, negli USA, ha portato al salto di specie consentendo l’infezione da uomo a uomo. Si e’ dimostrato che la trasmissione inversa, da uomo a maiale e poi da maiale a maiale, e’ ancora possibile e dato che i maiali sono pericolosi in quanto “calderoni” di nuovi virus e’ auspicabile che chi lavora negli allevamenti venga tenuto lontano dal lavoro se affetto da influenza suina. Altrimenti, il rischio che il virus muti ancora verso una forma piu’ perniciosa della attuale puo’ diventare decisamente consistente.
Al momento la malattia sembra essere piuttosto virulenta: il sito del CDC riporta al 4 Agosto 2009 162,380 casi documentati (ma sono sicuramente di piu’, dato che ora non c’e’ piu’ l’obbligo di segnalazione) e 1.154 morti in tutto, con una mortalita’ dello 0.7%, di cui la maggioranza nel continente americano dove l’epidemia e’ cominciata, ad Aprile del 2009: all’inizio il numero di fatalita’ era molto maggiore. Al momento il paese con la situazione piu’ preoccupante sembrerebbe essere in Argentina, dove e’ inverno e la densita’ di popolazione nelle citta’ molto alta.
(continua...)
Buona lettura!
A proposito di Spagnola, facciamo un breve intermezzo sull’origine del nome di questa pandemia perche’ aiuta anche oggi a farci riflettere. Il virus dell’influenza spagnola non si e’ originato affatto in Spagna. Il ceppo pare fosse di un’influenza aviaria dell’estremo Oriente che muto’ negli USA e da qui fu immediatamente introdotto in Europa per via degli spostamenti di truppe. In tempo di guerra, e’ ovviamente poco produttivo dire “i nostri soldati muoiono come mosche di influenza e noi non sappiamo che farci” quindi le macchine della propaganda di entrambe le parti tacquero opportunamente. Gli unici che non avevano problemi a far circolare la notizia di questa nuova malattia erano gli spagnoli che rimasero neutrali alla guerra. Sembro’ quindi in un primo tempo che solo la Spagna fosse colpita, laddove invece il virus arrivo’ molto piu’ tardi in questa nazione rispetto a Francia e Germania. Il punto dove voglio arrivare e’ che le nostre percezioni sulle pandemie riflettono le notizie che vengono riportate in proposito dai media, che possono essere (e quasi sempre lo sono), pilotate opportunamente.
Sia ben chiaro: non sto affermando che l’influenza suina e quella spagnola siano la stessa cosa, assolutamente no, 90 anni e decine di mutazioni separano i due ceppi virali. Sto affermando pero’ che si tratta di ceppi simili e strettamente imparentati, al punto che chi e’ nato prima del 1918 ha anticorpi anche contro questa influenza (Qui ci sono notizie piu’ dettagliate).
L’influenza suina si chiama cosi’ invece perche’ il virus A H1N1 circola regolarmente tra i maiali causando una malattia con sintomi lievi da cui guariscono senza problemi ma che puo’ uccidere i furetti e i macachi. Tutti questi ceppi si chiamano collettivamente “influenza suina”. Quello con cui abbiamo a che fare al momento, come tutti sanno, e’ mutato in maiali messicani, diventando improvvisamente in grado di passare dal maiale all’uomo. Una seconda mutazione, negli USA, ha portato al salto di specie consentendo l’infezione da uomo a uomo. Si e’ dimostrato che la trasmissione inversa, da uomo a maiale e poi da maiale a maiale, e’ ancora possibile e dato che i maiali sono pericolosi in quanto “calderoni” di nuovi virus e’ auspicabile che chi lavora negli allevamenti venga tenuto lontano dal lavoro se affetto da influenza suina. Altrimenti, il rischio che il virus muti ancora verso una forma piu’ perniciosa della attuale puo’ diventare decisamente consistente.
Al momento la malattia sembra essere piuttosto virulenta: il sito del CDC riporta al 4 Agosto 2009 162,380 casi documentati (ma sono sicuramente di piu’, dato che ora non c’e’ piu’ l’obbligo di segnalazione) e 1.154 morti in tutto, con una mortalita’ dello 0.7%, di cui la maggioranza nel continente americano dove l’epidemia e’ cominciata, ad Aprile del 2009: all’inizio il numero di fatalita’ era molto maggiore. Al momento il paese con la situazione piu’ preoccupante sembrerebbe essere in Argentina, dove e’ inverno e la densita’ di popolazione nelle citta’ molto alta.
(continua...)
Pandemia influenzale molto semplificata parte II
Nel blog l'Orologiaio miope è stato pubblicato questo fantastico post. L'autore ha un dono: spiegare cose complesse in modo chirissimo e comprensibile da chiunque.
Riporto in parti separate il post che qui può essere letto nella sua versione orginale.
Buona lettura!
I virus dell’influenza, come tutti i virus, sono specifici verso una sola o una ristretta gamma di specie e una volta preso un ceppo, esattamente come accade per il morbillo, gli anticorpi durano tutta la vita. Ma allora perche’ ci si ammala (o ci si vaccina) ogni anno? Semplice, perche’ il virus dell’influenza e’ un virus dannatamente mutevole, per almeno tre buone ragioni. La prima e’ che l’RNA non e’ efficentissimo ad autoreplicarsi e spesso ci scappa l’errore. Nelle nostre cellule l’RNA e’ prodotto usando il DNA come stampo e ci sono enzimi specifici che correggono eventuali “errori di battitura”. Non esiste pero’ un enzima che corregge gli errori di battitura quando l’RNA e’ prodotto usando altro RNA come stampo, quindi le bozze non vengono mai riviste ed e’ facile che ci sia una mutazione in uno o piu’ dei dieci geni del virus. Secondo, il virus e’ velocissimo nel riprodursi (tutto il ciclo della malattia dura pochi giorni) e milioni e milioni di copie vengono prodotte, quindi statisticamente l’errore ci deve scappare. Terzo, esistono specie “calderone” che possono prendere piu’ di un ceppo, come i maiali che possono prendere virus dell’influenza aviaria, umana e suina. Se la cellula di un maiale e’ infettata da due virus contemporaneamente e’ facile che ci sia ricombinazione del genoma e che geni vengano scambiati fabbricando un virus completamente nuovo. Quando cio’ accade, come in questo caso, scoppia la pandemia perche’ nessuno ha gli anticorpi per contrastare questo nuovo virus.
Un caso analogo accadde nel 1918 quando esplose la famosa epidemia di influenza spagnola che uccise 50 milioni di persone in meno di due anni, qualcosa come il 3-6% della popolazione mondiale (il numero effettivo delle vittime non e’ mai stato chiarissimo). Cos’aveva quest’influenza di cosi’ terribile? Sento spesso dire che uccise tante persone perche’ era la fine della prima guerra mondiale e l’ammassarsi dei soldati in trincea, le condizioni igieniche precarie e la fame dovuta ai campi non coltivati fecero da catalizzatore, ma questa e’ una visione molto eurocentrica. L’influenza spagnola fece infatti strage anche in posti lontanissimi dalla prima guerra mondiale come l’Alaska o le isole del Pacifico e tutti o quasi i paesi ne furono colpiti, indipendentemente dalle condizioni di vita. Il virus della Spagnola in realta’ aveva una caratteristica particolare, in comune col virus dell’influenza suina: era capace di attaccare le cellule dell’epitelio polmonare, favorendo cosi’ l’insorgere delle polmoniti da complicazioni batteriche secondarie; i virus dell’influenza stagionale invece, che pure nei soli USA uccidono (indirettamente) 36.000 persone all’anno e 250.000-500.000 persone in tutto il mondo, attaccano invece solo le cellule delle prime vie aeree e non arrivano ai polmoni. Per fortuna oggi, a differenza del 1918, abbiamo gli antibiotici.
La seconda caratteristica peculiare della spagnola, condivisa pure dal virus dell’influenza suina, e’ che uccideva prevamentemente i giovani in buona salute, mentre le influenze stagionali colpiscono in massima parte le persone piu’ anziane, i bambini e gli ammalati. Nel caso della Spagnola sicuramente influiva l’ammassarsi di giovani soldati al fronte, ma ci sono altre ragioni. La prima e’ che gli anziani sono, in caso di pandemie, immunizzati dalle precedenti epidemie (nel 1850 e nel 1889 nel caso della Spagnola, nel 1968, nel 1976 e nel 1999 nel caso dell’influenza suina). La seconda ragione la si e’ capita solo di recente ed e’ dovuta ad una reazione anomala del nostro sistema immunitario detta “tempesta di citochine”. Le citochine sono sostanze normalmente prodotte dal nostro organismo e sono responsabili della risposta immunitaria. Persone che si trovano in contatto con virus del tutto nuovi possono avere un rilascio di citochine sproporzionato, il che causa una reazione immunitaria eccessiva con alterazione terminale dei tessuti coinvolti, i polmoni, in questo caso. E’ la tempesta di citochine, ad esempio, che ammazzava la gente colpita dalla SARS nel 2003. Paradossalmente quindi, persone in buona salute e con un sistema immunitario molto attivo possono andare soggette ad una tempesta di citochine piu’ facilmente delle persone immunodepresse come gli ammalati. Questo non toglie comunque che l’influenza possa portare a complicazioni polmonari secondarie e in questo caso chi e’ immunodepresso comunque ha da preoccuparsi. Mi chiedo cosa succedera’ quando la pandemia di influenza suina raggiungera’ il continente africano, dove ci sono almeno 25.000.000 di sieropositivi e ammalati di HIV. Sottolineo che l’influenza non ammazza mai direttamente, motivo per cui stimare il numero di morti dovuti all’influenza e’ sempre un terno al lotto, e a questo punto della pandemia potremmo star discutendo su numeri del tutto aleatori, sovrastimati o sottostimati.
(continua...)
Riporto in parti separate il post che qui può essere letto nella sua versione orginale.
Buona lettura!
I virus dell’influenza, come tutti i virus, sono specifici verso una sola o una ristretta gamma di specie e una volta preso un ceppo, esattamente come accade per il morbillo, gli anticorpi durano tutta la vita. Ma allora perche’ ci si ammala (o ci si vaccina) ogni anno? Semplice, perche’ il virus dell’influenza e’ un virus dannatamente mutevole, per almeno tre buone ragioni. La prima e’ che l’RNA non e’ efficentissimo ad autoreplicarsi e spesso ci scappa l’errore. Nelle nostre cellule l’RNA e’ prodotto usando il DNA come stampo e ci sono enzimi specifici che correggono eventuali “errori di battitura”. Non esiste pero’ un enzima che corregge gli errori di battitura quando l’RNA e’ prodotto usando altro RNA come stampo, quindi le bozze non vengono mai riviste ed e’ facile che ci sia una mutazione in uno o piu’ dei dieci geni del virus. Secondo, il virus e’ velocissimo nel riprodursi (tutto il ciclo della malattia dura pochi giorni) e milioni e milioni di copie vengono prodotte, quindi statisticamente l’errore ci deve scappare. Terzo, esistono specie “calderone” che possono prendere piu’ di un ceppo, come i maiali che possono prendere virus dell’influenza aviaria, umana e suina. Se la cellula di un maiale e’ infettata da due virus contemporaneamente e’ facile che ci sia ricombinazione del genoma e che geni vengano scambiati fabbricando un virus completamente nuovo. Quando cio’ accade, come in questo caso, scoppia la pandemia perche’ nessuno ha gli anticorpi per contrastare questo nuovo virus.
Un caso analogo accadde nel 1918 quando esplose la famosa epidemia di influenza spagnola che uccise 50 milioni di persone in meno di due anni, qualcosa come il 3-6% della popolazione mondiale (il numero effettivo delle vittime non e’ mai stato chiarissimo). Cos’aveva quest’influenza di cosi’ terribile? Sento spesso dire che uccise tante persone perche’ era la fine della prima guerra mondiale e l’ammassarsi dei soldati in trincea, le condizioni igieniche precarie e la fame dovuta ai campi non coltivati fecero da catalizzatore, ma questa e’ una visione molto eurocentrica. L’influenza spagnola fece infatti strage anche in posti lontanissimi dalla prima guerra mondiale come l’Alaska o le isole del Pacifico e tutti o quasi i paesi ne furono colpiti, indipendentemente dalle condizioni di vita. Il virus della Spagnola in realta’ aveva una caratteristica particolare, in comune col virus dell’influenza suina: era capace di attaccare le cellule dell’epitelio polmonare, favorendo cosi’ l’insorgere delle polmoniti da complicazioni batteriche secondarie; i virus dell’influenza stagionale invece, che pure nei soli USA uccidono (indirettamente) 36.000 persone all’anno e 250.000-500.000 persone in tutto il mondo, attaccano invece solo le cellule delle prime vie aeree e non arrivano ai polmoni. Per fortuna oggi, a differenza del 1918, abbiamo gli antibiotici.
La seconda caratteristica peculiare della spagnola, condivisa pure dal virus dell’influenza suina, e’ che uccideva prevamentemente i giovani in buona salute, mentre le influenze stagionali colpiscono in massima parte le persone piu’ anziane, i bambini e gli ammalati. Nel caso della Spagnola sicuramente influiva l’ammassarsi di giovani soldati al fronte, ma ci sono altre ragioni. La prima e’ che gli anziani sono, in caso di pandemie, immunizzati dalle precedenti epidemie (nel 1850 e nel 1889 nel caso della Spagnola, nel 1968, nel 1976 e nel 1999 nel caso dell’influenza suina). La seconda ragione la si e’ capita solo di recente ed e’ dovuta ad una reazione anomala del nostro sistema immunitario detta “tempesta di citochine”. Le citochine sono sostanze normalmente prodotte dal nostro organismo e sono responsabili della risposta immunitaria. Persone che si trovano in contatto con virus del tutto nuovi possono avere un rilascio di citochine sproporzionato, il che causa una reazione immunitaria eccessiva con alterazione terminale dei tessuti coinvolti, i polmoni, in questo caso. E’ la tempesta di citochine, ad esempio, che ammazzava la gente colpita dalla SARS nel 2003. Paradossalmente quindi, persone in buona salute e con un sistema immunitario molto attivo possono andare soggette ad una tempesta di citochine piu’ facilmente delle persone immunodepresse come gli ammalati. Questo non toglie comunque che l’influenza possa portare a complicazioni polmonari secondarie e in questo caso chi e’ immunodepresso comunque ha da preoccuparsi. Mi chiedo cosa succedera’ quando la pandemia di influenza suina raggiungera’ il continente africano, dove ci sono almeno 25.000.000 di sieropositivi e ammalati di HIV. Sottolineo che l’influenza non ammazza mai direttamente, motivo per cui stimare il numero di morti dovuti all’influenza e’ sempre un terno al lotto, e a questo punto della pandemia potremmo star discutendo su numeri del tutto aleatori, sovrastimati o sottostimati.
(continua...)
Pandemia influenzale molto semplificata parte I
Nel blog l'Orologiaio miope è stato pubblicato questo fantastico post. L'autore ha un dono: spiegare cose complesse in modo chirissimo e comprensibile da chiunque.
Riporto in parti separate il post che qui può essere letto nella sua versione orginale.
Buona lettura!
I virus non sono neanche considerati esseri viventi, e non avrebbero ragione di comparire su questo blog. Vista pero’ la confusione che regna in questi giorni sull’argomento, provo a fornire un mio modesto contributo per chiarire alcuni punti.
Le prime tracce dell’insorgenza dell’influenza datano al XV secolo d.C., e nell’ultimo secolo l’intervallo tra una pandemia e l’altra e’ diminuito, forse come conseguenza dei viaggi intercontinentali che accelerano tanto lo spostamento dei virus quanto la formazione di immunita’ contro i vari ceppi. Oggi si ipotizzano cicli pandemici di 11 o 15 anni con episodi minori tra una pandemia e l’altra, dovuti a modifiche minori del virus. La pandemia influenzale che ci tocca quest’anno, 2009, e’ la cosiddetta influenza suina (N.B. una pandemia e’ un’epidemia su scala mondiale).
Tutti i virus dell’influenza hanno una struttura comune costituita da un involucro sferico esterno fatto di lipoproteine. All’interno di questo “guscio” ci sono otto proteine che fanno da struttura di supporto per il materiale genetico, costituito da solo RNA. Questo RNA contiene 8 geni, ovvero l’informazione per costruire in tutto otto proteine. All’esterno del guscio ci sono delle protuberanze formate da due diverse proteine: emoagglutinine (80% delle protuberanze) e neuraminidasi (20% delle protuberanze) e queste hanno un’importanza cruciale.
Le emoagglutinine infatti servono al virus per agganciarsi a speciali strutture sulla superficie della cellula ospite (recettori glicoproteici) e quindi ad entrare. E’ come se sulla cellula ci fossero delle serrature di cui il virus possiede la chiave, che apre una porticina per entrare. Una volta all’interno il virus utilizza le strutture e i meccanismi enzimatici della cellula per formare altro RNA virale, altre proteine virali e altri gusci. Il tutto viene assemblato a formare nuove particelle, chiamate virioni (cioe’ singole unita’ di virus). Ora il problema e’ uscire dalla cellula e andare ad infettare altre cellule all’interno dell’organismo ospite o, attraverso l’ambiente esterno, altri organismi. Ci vuole una chiave per aprire la porticina dall’interno e quasta chiave e’ la neuraminidasi. Il famoso Tamiflu, il farmaco antivirale contro l’influenza (ma anche il suo concorrente Relenza), fa proprio questo: blocca il sito attivo della neuraminidasi di tipo 1 e quindi impedisce ai virioni di uscire dalla cellula, bloccando cosi’ l’infezione. Si intuisce che l’azione del Tamiflu e’ specifica solo per quei virus che hanno la neuraminidasi di tipo 1, quindi sarebbe inefficace, per dire, non solo contro il virus del morbillo, ma anche contro altri ceppi influenzali.
(continua...)
Riporto in parti separate il post che qui può essere letto nella sua versione orginale.
Buona lettura!
I virus non sono neanche considerati esseri viventi, e non avrebbero ragione di comparire su questo blog. Vista pero’ la confusione che regna in questi giorni sull’argomento, provo a fornire un mio modesto contributo per chiarire alcuni punti.
Le prime tracce dell’insorgenza dell’influenza datano al XV secolo d.C., e nell’ultimo secolo l’intervallo tra una pandemia e l’altra e’ diminuito, forse come conseguenza dei viaggi intercontinentali che accelerano tanto lo spostamento dei virus quanto la formazione di immunita’ contro i vari ceppi. Oggi si ipotizzano cicli pandemici di 11 o 15 anni con episodi minori tra una pandemia e l’altra, dovuti a modifiche minori del virus. La pandemia influenzale che ci tocca quest’anno, 2009, e’ la cosiddetta influenza suina (N.B. una pandemia e’ un’epidemia su scala mondiale).
Tutti i virus dell’influenza hanno una struttura comune costituita da un involucro sferico esterno fatto di lipoproteine. All’interno di questo “guscio” ci sono otto proteine che fanno da struttura di supporto per il materiale genetico, costituito da solo RNA. Questo RNA contiene 8 geni, ovvero l’informazione per costruire in tutto otto proteine. All’esterno del guscio ci sono delle protuberanze formate da due diverse proteine: emoagglutinine (80% delle protuberanze) e neuraminidasi (20% delle protuberanze) e queste hanno un’importanza cruciale.
Le emoagglutinine infatti servono al virus per agganciarsi a speciali strutture sulla superficie della cellula ospite (recettori glicoproteici) e quindi ad entrare. E’ come se sulla cellula ci fossero delle serrature di cui il virus possiede la chiave, che apre una porticina per entrare. Una volta all’interno il virus utilizza le strutture e i meccanismi enzimatici della cellula per formare altro RNA virale, altre proteine virali e altri gusci. Il tutto viene assemblato a formare nuove particelle, chiamate virioni (cioe’ singole unita’ di virus). Ora il problema e’ uscire dalla cellula e andare ad infettare altre cellule all’interno dell’organismo ospite o, attraverso l’ambiente esterno, altri organismi. Ci vuole una chiave per aprire la porticina dall’interno e quasta chiave e’ la neuraminidasi. Il famoso Tamiflu, il farmaco antivirale contro l’influenza (ma anche il suo concorrente Relenza), fa proprio questo: blocca il sito attivo della neuraminidasi di tipo 1 e quindi impedisce ai virioni di uscire dalla cellula, bloccando cosi’ l’infezione. Si intuisce che l’azione del Tamiflu e’ specifica solo per quei virus che hanno la neuraminidasi di tipo 1, quindi sarebbe inefficace, per dire, non solo contro il virus del morbillo, ma anche contro altri ceppi influenzali.
(continua...)
giovedì 6 agosto 2009
Appello ai bloggers: svegliatevi!
In questi giorni ho capito molte cose e sono felice, mi sento un po' più saggio o, se preferite, un po' meno sprovveduto. Ho capito che i giornali non sono fonti attendibili, non al 100%. Ho scoperto che la grandissima parte dei mass media sono allineati, ogni giorno le notizie, per lo più acritici ampliamenti dei lanci di agenzia, rimbalzano identiche da una testata giornalistica all'altra, senza sostanziale analisi critica di ciò che sta accadendo sul versante pandemia influenzale. Le notizie sono le stesse in ogni giornale, poche sono le voci fuori dal coro, pochissimi sono i coraggiosi che decidono di esercitare il giornalismo di inchiesta.
In questo desolante quadro d'insieme una voce fuori dal coro dovrebbe essere quella dei bloggers. Liberi dai vincoli imposti dalle redazioni e dalle logiche di mercato i bloggers potrebbero/dovrebbero ricercare e analizzare le notizie con un livello di approfondimento superiore a quello che è necessario nel trattare qualsiasi altra notizia od evento di cronaca.
Soprattutto dovrebbero scrivere ben conoscendo la materia di cui trattano, senza improvvisare, senza divulgare informazioni inutili quando non addirittura dannose.
Per questo mi innervosice particolarmente l'acritico copia-incolla che va di moda in questi giorni e che si accoppia all'altra moda assurda: essere necessariamente contro le istituzioni, viste come nemiche del bene, prone alle nefaste influenze di "Big Pharma" e disposte a sterminare l'intera razza umana pur di arricchirsi in potere. Un esempio di quello che sto dicendo: qui e qui.
In poche parole i problemi che denuncio sono 3:
1. assenza di informazione da parte di chi divulga notizie relative alla pandemia sui blog
2. incapacità di esprimere un giudizio critico sulla preparazione globale alla pandemia
3. superficialità nel diffondere ed amplificare notizie false, parzialmente o completamente.
L'assenza di informazione è sorprendente. C'è chi parla di antivirali riferendosi ai vaccini e viceversa; c'è chi parla di vaccini senza avere la più pallida idea di cosa sia un vaccino e di come funzioni; quando si parla di ciò che si ignora è impossibile esercitare giudizio critico.
Seguo le tematiche di preparazione alla pandemia dal 2007 e ne ho sentite dire a palate di fesserie; la pandemia influenzale è un invenzione, la pandemia è un complotto, le pandemie non esistono, l'influenza suina non si diffonderà come vogliono farci credere, il nuovo virus H1N1 non esiste perchè non è stato isolato... e nonostante il virus stia dimostrando una rapidità di diffusione incredibile alcuni bloggers ostinati continuano a negare l'evidenza, diffondono false notizie, insinuano il dubbio nei lettori, fanno confusione, come se non bastasse quella creata dai giornali.
Questo è un accorato invito ad alcuni bloggers: svegliatevi e cominciate a fare sul serio!
In questo desolante quadro d'insieme una voce fuori dal coro dovrebbe essere quella dei bloggers. Liberi dai vincoli imposti dalle redazioni e dalle logiche di mercato i bloggers potrebbero/dovrebbero ricercare e analizzare le notizie con un livello di approfondimento superiore a quello che è necessario nel trattare qualsiasi altra notizia od evento di cronaca.
Soprattutto dovrebbero scrivere ben conoscendo la materia di cui trattano, senza improvvisare, senza divulgare informazioni inutili quando non addirittura dannose.
Per questo mi innervosice particolarmente l'acritico copia-incolla che va di moda in questi giorni e che si accoppia all'altra moda assurda: essere necessariamente contro le istituzioni, viste come nemiche del bene, prone alle nefaste influenze di "Big Pharma" e disposte a sterminare l'intera razza umana pur di arricchirsi in potere. Un esempio di quello che sto dicendo: qui e qui.
In poche parole i problemi che denuncio sono 3:
1. assenza di informazione da parte di chi divulga notizie relative alla pandemia sui blog
2. incapacità di esprimere un giudizio critico sulla preparazione globale alla pandemia
3. superficialità nel diffondere ed amplificare notizie false, parzialmente o completamente.
L'assenza di informazione è sorprendente. C'è chi parla di antivirali riferendosi ai vaccini e viceversa; c'è chi parla di vaccini senza avere la più pallida idea di cosa sia un vaccino e di come funzioni; quando si parla di ciò che si ignora è impossibile esercitare giudizio critico.
Seguo le tematiche di preparazione alla pandemia dal 2007 e ne ho sentite dire a palate di fesserie; la pandemia influenzale è un invenzione, la pandemia è un complotto, le pandemie non esistono, l'influenza suina non si diffonderà come vogliono farci credere, il nuovo virus H1N1 non esiste perchè non è stato isolato... e nonostante il virus stia dimostrando una rapidità di diffusione incredibile alcuni bloggers ostinati continuano a negare l'evidenza, diffondono false notizie, insinuano il dubbio nei lettori, fanno confusione, come se non bastasse quella creata dai giornali.
Questo è un accorato invito ad alcuni bloggers: svegliatevi e cominciate a fare sul serio!
lunedì 3 agosto 2009
Buone pratiche!
Sul versante preparazione alla pandemia influenzale in Italia non si registrano solo cattive notizie.
Ad Arezzo è stata annunciata una strategia condivisa tra ASL e Comuni locali per unire le forze nella risposta alla pandemia influenzale.
A Fabriano, dove lavoro, il Servizio Igiene e Sanità Pubblica, che coordina il locale comitato pandemico, ha istituito un tavolo tecnico con i rappresentanti delle associazioni/medicine di gruppo dei Medici di Medicina Generale, dei Pediatri di Libera Scelta e della Continuità Assistenziale. Sarà sulle loro spalle la maggior parte del peso assistenziale in corso di pandemia ed è necessario che insieme, fin da ora, si costruisca la risposta alla pandemia imminente.
E poi siamo in Italia e questo significa che abbiamo ancora circa un mese per prepararci al meglio. Possiamo guardare ai Paesi che stanno già affrontando la pandemia e possiamo prendere esempio dalle pratiche che sul campo hanno dimostrato efficacia.
Sembra, ad esempio, che l'istituzione del National Pandemic Flu Service abbia aiutato molto i General Practitioners inglesi (l'equivalente dei nostri Medici di Medicina Generale). Anche in Italia, con un costo sicuramente sostenibile, potrebbe essere adotattato un sistema simile.
Nel mese di agosto, in una, forse due occasioni, i responsabili della preparazione alla pandemia delle Regioni e delle Province Autonome si incontreranno per costruire una risposta condivisa alla pandemia influenzale. Se il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali decidesse di ascoltare le Regioni e appoggiare incondizionatamente le loro decisioni operative la speranza di rispondere degnamente alla pandemia rimarrebbe ancora in piedi.
Staremo a vedere.
Ad Arezzo è stata annunciata una strategia condivisa tra ASL e Comuni locali per unire le forze nella risposta alla pandemia influenzale.
A Fabriano, dove lavoro, il Servizio Igiene e Sanità Pubblica, che coordina il locale comitato pandemico, ha istituito un tavolo tecnico con i rappresentanti delle associazioni/medicine di gruppo dei Medici di Medicina Generale, dei Pediatri di Libera Scelta e della Continuità Assistenziale. Sarà sulle loro spalle la maggior parte del peso assistenziale in corso di pandemia ed è necessario che insieme, fin da ora, si costruisca la risposta alla pandemia imminente.
E poi siamo in Italia e questo significa che abbiamo ancora circa un mese per prepararci al meglio. Possiamo guardare ai Paesi che stanno già affrontando la pandemia e possiamo prendere esempio dalle pratiche che sul campo hanno dimostrato efficacia.
Sembra, ad esempio, che l'istituzione del National Pandemic Flu Service abbia aiutato molto i General Practitioners inglesi (l'equivalente dei nostri Medici di Medicina Generale). Anche in Italia, con un costo sicuramente sostenibile, potrebbe essere adotattato un sistema simile.
Nel mese di agosto, in una, forse due occasioni, i responsabili della preparazione alla pandemia delle Regioni e delle Province Autonome si incontreranno per costruire una risposta condivisa alla pandemia influenzale. Se il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali decidesse di ascoltare le Regioni e appoggiare incondizionatamente le loro decisioni operative la speranza di rispondere degnamente alla pandemia rimarrebbe ancora in piedi.
Staremo a vedere.
domenica 2 agosto 2009
CDC vs CCM
Devo necessariamente comunicarlo: le opinioni espresse in questo post sono quelle dell'autore e non riflettono necessariamente quelle dell'ASUR Marche ZT 6 di Fabriano nè quelle della PF Sanità Pubblica del Servizio Salute, Regione Marche.
La pandemia influenzale non ha ancora investito l'Italia con la sua ondata ma lo farà nel giro di qualche settimana. C'è motivo di lamentarsi per molte cose. Ad esempio la gestione attuale del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali. Certe cose bisogna avere il coraggio di dirle.
Le Regioni e le Province Autonome stanno arrancando operativamente. È sul campo delle Regioni che si "gioca" la "partita" pandemia influenzale ma le Regioni, sin dall'inizio dell'emergenza, non sono state coinvolte se non attraverso una video-conferenza nei primi giorni di maggio (ottimo strumento per il confronto ma inspiegabilmente mai riutilizzato) e una riunione tra Ministero, ISS e Regioni e Province Autonome che si è tenuta pochi giorni fa ed è passata "stranamente" sotto silenzio. Eppure è stata una delle riunioni più importanti mai convocate. Senza dubbio un importante confronto con il territorio che però, guarda caso, non appare nella lista delle azioni del Governo.
Cosa accade in USA? Per affrontare la pandemia influenzale i CDC (Centers for Disease Control and Prevention) hanno fatto una campagna acquisti in piena regola; quando penso ai CDC di Atlanta, centro nevralgico della risposta americana alla pandemia influenzale, mi viene in mente il Real Madrid e i suoi stratosferici acquisti. A me sembra che come il Real Madrid anche i CDC abbiano il forte desiderio di vincere la "battaglia" contro la pandemia sul "campo".
Così, nel giro di breve tempo, i CDC hanno "assoldato" Frieden, come Direttore Generale e non solo; anche la nostra Ilaria Capua è stata reclutata e passerà alcuni mesi negli States.
E in Italia chi sta gestendo l'emergenza?
Che fine ha fatto il CCM (Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie del Ministero della Salute) che nel lontano 2004 era stato istituito dall'allora Ministro Sirchia per far fronte (tra le altre cose) alle emergenze di sanità pubblica? Anche a quel tempo al governo c'era Berlusconi e il CCM è stato istituito sotto l'operatività del suo esecutivo. Ai tempi della direzione di Donato Greco il CCM ha fatto grandi cose: ha prodotto il Piano Nazionale di Preparazione e Risposta ad una pandemia influenzale, ha coordinato il Piano Nazionale della Prevenzione, ha lanciato il programma interministeriale Guadagnare Salute, ha mosso fondi per le Regioni affinchè le Regioni garantissero l'interfaccia con il CCM. La direzione di Donato Greco è cominciata con li precedente governo Berlusconi, è rimasta in piedi negli anni di governo della sinistra (cosa più unica che rara) ed è terminata con il ritorno al governo della destra.
Ora leggete cosa si trova scritto nel sito del CCM.
"Coerentemente con il mandato della Legge 138, il Ccm non è solo prevenzione, ma anche uno strumento di coordinamento nelle attività di risposta alle emergenze, intese come predisposizione di reazioni tempestive sia a eventi “straordinari” (attacchi terroristici, diffusione di nuovi agenti biologici trasmissibili, rilascio accidentale di agenti chimici o infettivi, pandemia influenzale, ecc.), che “ricorrenti” (tossinfezioni alimentari, infezioni correlate all’assistenza ospedaliera, incidenti occorsi durante lo svolgimento della pratica assistenziale, ecc.). "
Chi dirige il CCM adesso? Non ne ho la più pallida idea, perchè di CCM si sente sempre meno parlare.
Cosa sta facendo il CCM per la preparazione alla pandemia influenzale? credo che stia semplicemente tenendo aggiornata questa sezione dedicata del suo sito.
L'Italia può e deve fare di più per questa pandemia imminente. I politici devono lasciare spazio ai tecnici. È tempo di muovere risorse. Non solo risorse per una risposta farmacologica (antivirali e vaccini). Sono giovane, ma già abbastanza stanco di vedere enormi quantità di risorse volatilizzate per l'acquisto di tecnologie con le quali senza risorse umane, senza opportune strategie di comunicazione, senza una leadership forte non si arriverà da nessuna parte.
La pandemia influenzale non ha ancora investito l'Italia con la sua ondata ma lo farà nel giro di qualche settimana. C'è motivo di lamentarsi per molte cose. Ad esempio la gestione attuale del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali. Certe cose bisogna avere il coraggio di dirle.
Le Regioni e le Province Autonome stanno arrancando operativamente. È sul campo delle Regioni che si "gioca" la "partita" pandemia influenzale ma le Regioni, sin dall'inizio dell'emergenza, non sono state coinvolte se non attraverso una video-conferenza nei primi giorni di maggio (ottimo strumento per il confronto ma inspiegabilmente mai riutilizzato) e una riunione tra Ministero, ISS e Regioni e Province Autonome che si è tenuta pochi giorni fa ed è passata "stranamente" sotto silenzio. Eppure è stata una delle riunioni più importanti mai convocate. Senza dubbio un importante confronto con il territorio che però, guarda caso, non appare nella lista delle azioni del Governo.
Cosa accade in USA? Per affrontare la pandemia influenzale i CDC (Centers for Disease Control and Prevention) hanno fatto una campagna acquisti in piena regola; quando penso ai CDC di Atlanta, centro nevralgico della risposta americana alla pandemia influenzale, mi viene in mente il Real Madrid e i suoi stratosferici acquisti. A me sembra che come il Real Madrid anche i CDC abbiano il forte desiderio di vincere la "battaglia" contro la pandemia sul "campo".
Così, nel giro di breve tempo, i CDC hanno "assoldato" Frieden, come Direttore Generale e non solo; anche la nostra Ilaria Capua è stata reclutata e passerà alcuni mesi negli States.
E in Italia chi sta gestendo l'emergenza?
Che fine ha fatto il CCM (Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie del Ministero della Salute) che nel lontano 2004 era stato istituito dall'allora Ministro Sirchia per far fronte (tra le altre cose) alle emergenze di sanità pubblica? Anche a quel tempo al governo c'era Berlusconi e il CCM è stato istituito sotto l'operatività del suo esecutivo. Ai tempi della direzione di Donato Greco il CCM ha fatto grandi cose: ha prodotto il Piano Nazionale di Preparazione e Risposta ad una pandemia influenzale, ha coordinato il Piano Nazionale della Prevenzione, ha lanciato il programma interministeriale Guadagnare Salute, ha mosso fondi per le Regioni affinchè le Regioni garantissero l'interfaccia con il CCM. La direzione di Donato Greco è cominciata con li precedente governo Berlusconi, è rimasta in piedi negli anni di governo della sinistra (cosa più unica che rara) ed è terminata con il ritorno al governo della destra.
Ora leggete cosa si trova scritto nel sito del CCM.
"Coerentemente con il mandato della Legge 138, il Ccm non è solo prevenzione, ma anche uno strumento di coordinamento nelle attività di risposta alle emergenze, intese come predisposizione di reazioni tempestive sia a eventi “straordinari” (attacchi terroristici, diffusione di nuovi agenti biologici trasmissibili, rilascio accidentale di agenti chimici o infettivi, pandemia influenzale, ecc.), che “ricorrenti” (tossinfezioni alimentari, infezioni correlate all’assistenza ospedaliera, incidenti occorsi durante lo svolgimento della pratica assistenziale, ecc.). "
Chi dirige il CCM adesso? Non ne ho la più pallida idea, perchè di CCM si sente sempre meno parlare.
Cosa sta facendo il CCM per la preparazione alla pandemia influenzale? credo che stia semplicemente tenendo aggiornata questa sezione dedicata del suo sito.
L'Italia può e deve fare di più per questa pandemia imminente. I politici devono lasciare spazio ai tecnici. È tempo di muovere risorse. Non solo risorse per una risposta farmacologica (antivirali e vaccini). Sono giovane, ma già abbastanza stanco di vedere enormi quantità di risorse volatilizzate per l'acquisto di tecnologie con le quali senza risorse umane, senza opportune strategie di comunicazione, senza una leadership forte non si arriverà da nessuna parte.
sabato 1 agosto 2009
Chiudere le scuole o non chiudere le scuole?
Ricevo e pubblico la traduzione di un articolo del Guardian nel quale si dibatte sulla eventualità di una chiusura delle scuole a settembre a causa della nuova influenza.
La chiusura delle scuole in autunno per tenere a freno l’influenza suina è improbabile in GB al momento e avrebbe un effetto negativo e dirompente sulla società, ha detto il responsabile della sanità inglese Donaldson. Sir Liam Donaldson ha detto che la possibilità di chiusura delle scuole sarà tenuta in considerazione ma che dalla esperienza del passato - come nel caso delle West Midlands - questa non sembra aver controllato efficacemente la diffusione del virus. “Penso che sia una decisione da non prendere alla leggera, sarebbe molto negativo per la società - e poi quando si dovrebbero riaprire le scuole, visto che l’influenza potrebbe circolare ancora per molti mesi?” ha detto a GMTV. “Se vediamo cosa è stato fatto nel caso delle West Midlands per esempio, dove abbiamo inizialmente chiuso tutte le scuole e trattato tutte le persone a contatto con gli ammalati col Tamiflu, e dove alla fine si è diffusa lo stesso in maniera anche più ampia.” “Penso che ovviamente terremo tutte queste cose sotto osservazione come facciamo sempre quando gli scienziati lo consigliano, ma al momento penso sia improbabile”. Tra le previsioni di una esplosione dei casi quando finiranno le vacanze scolastiche, due esperti di infezioni hanno argomentato che una chiusura delle scuole potrebbe bloccare la catena di trasmissione e fare guadagnare tempo per produrre un vaccino. Il professore Neil Ferguson ed il dottor Simon Cauchemez, dal dipartimento di epidemologia dell’Imperial College di Londra, hanno a loro volta citato studi che dimostrano che al picco di una pandemia influenzale chiudere le scuole potrebbe ridurre i casi fino al 45%.
Sullo stesso argomento il Guardian ha pubblicato anche questo articolo.
In questi giorni, anche per la contestuale pubblicazione di una revisione della letteratura scientifica da parte dell'autorevole Neil Ferguson et al., l'Inghilterra si interroga se valga la pena mantenere chiuse le scuole a settembre. Ritorneremo su questo argomento e sulla review di Ferguson nei prossimi giorni. Per ora mi limito a considerare che in Inghilterra il dibattito è aperto e la discussione si fonda su evidenze di letteratura scientifica, in Italia il dibattito è stato rimandato a data da destinarsi, dopo la pessima prova d'orchestra di dieci giorni fa.
Ringrazio Maria Paola Landini per aver inviato il contributo.
La chiusura delle scuole in autunno per tenere a freno l’influenza suina è improbabile in GB al momento e avrebbe un effetto negativo e dirompente sulla società, ha detto il responsabile della sanità inglese Donaldson. Sir Liam Donaldson ha detto che la possibilità di chiusura delle scuole sarà tenuta in considerazione ma che dalla esperienza del passato - come nel caso delle West Midlands - questa non sembra aver controllato efficacemente la diffusione del virus. “Penso che sia una decisione da non prendere alla leggera, sarebbe molto negativo per la società - e poi quando si dovrebbero riaprire le scuole, visto che l’influenza potrebbe circolare ancora per molti mesi?” ha detto a GMTV. “Se vediamo cosa è stato fatto nel caso delle West Midlands per esempio, dove abbiamo inizialmente chiuso tutte le scuole e trattato tutte le persone a contatto con gli ammalati col Tamiflu, e dove alla fine si è diffusa lo stesso in maniera anche più ampia.” “Penso che ovviamente terremo tutte queste cose sotto osservazione come facciamo sempre quando gli scienziati lo consigliano, ma al momento penso sia improbabile”. Tra le previsioni di una esplosione dei casi quando finiranno le vacanze scolastiche, due esperti di infezioni hanno argomentato che una chiusura delle scuole potrebbe bloccare la catena di trasmissione e fare guadagnare tempo per produrre un vaccino. Il professore Neil Ferguson ed il dottor Simon Cauchemez, dal dipartimento di epidemologia dell’Imperial College di Londra, hanno a loro volta citato studi che dimostrano che al picco di una pandemia influenzale chiudere le scuole potrebbe ridurre i casi fino al 45%.
Sullo stesso argomento il Guardian ha pubblicato anche questo articolo.
In questi giorni, anche per la contestuale pubblicazione di una revisione della letteratura scientifica da parte dell'autorevole Neil Ferguson et al., l'Inghilterra si interroga se valga la pena mantenere chiuse le scuole a settembre. Ritorneremo su questo argomento e sulla review di Ferguson nei prossimi giorni. Per ora mi limito a considerare che in Inghilterra il dibattito è aperto e la discussione si fonda su evidenze di letteratura scientifica, in Italia il dibattito è stato rimandato a data da destinarsi, dopo la pessima prova d'orchestra di dieci giorni fa.
Ringrazio Maria Paola Landini per aver inviato il contributo.
Iscriviti a:
Post (Atom)