L'evento che indubbiamente ha creato maggiore movimento all'interno del mondo dei new media (blog, forum, siti web di tutto il mondo) che si occupano di influenza aviaria e pandemia è stata la notizia, diffusa dal sito Bloomberg (
leggi qui), dell'ordine di rimpatrio per i familiari dei dipendenti della multinazionale giapponese Panasonic, all'inizio di questa settimana. Inizialmente diffusa dal sito Nikkei e ripresa da Bloomberg come notizia breve, è stata poi aggiornata con l'aggiunta di particolari: la casa giapponese avrebbe ricevuto il plauso del governo e le sue decisioni avrebbero tenuto conto delle osservazioni di agenzie internazionali e dell'OMS. In poche ore diversi siti e forum sono stati presi d'assalto nel tentativo di ottenere maggiori informazioni e dettagli che tuttavia non erano disponibili neppure per i ''flubies'' di lungo corso, come per esempio lo staff del CIDRAP, di A Flu Diary e FluTrackers.
Immediatamente è sorto un dubbio: Cosa sa la Panasonic che noi non sappiamo? Stamattina (13 febbraio,
vedi CIDRAP) un portavoce della compagnia di stanza a New York ha dichiarato che la Panasonic non dispone di informazioni riservate circa particolari sviluppi che indichino un approssimarsi di una pandemia globale di influenza nelle prossime settimane o mesi. Il rimpatrio dei famigliari degli operatori della compagnia ha da completarsi entro settembre e riguarda Paesi asiatici come Cina, ex repubbliche sovietiche, Paesi del Sudamerica e dell'Est Europa che non offrono garanzie di protezione o hanno strutture sanitarie insufficienti.
Secondo esperti OMS la mossa della compagnia giapponese non si basa su dati scientifici documentali. Il dr Masato Tashiro dell'istituto giapponese per le malattie infettive e consulente dell'OMS non ritiene che ad oggi ci siano evidenze di un cambiamento nel comportamento epidemiologico del virus influenzale aviario A/(H5N1) riguardo i recenti casi umani emersi in Cina nelle settimane scorse. Lo stesso governo giapponese ha però intanto aggiornato i suoi piani pandemici che comprendono ora la chiusura dei maggiori aeroporti del paese in caso di dichiarazione di inizio della pandemia, la quarantena dei cittadini infettati, la cremazione veloce delle vittime, la chiusura delle scuole e il rimpatrio tramite voli speciali delle forze armate di tutti i cittadini espatriati.
La Panasonic aveva appena diffuso i dati circa una perdita di esercizio di miliardi di dollari, per la prima volta nella sua storia, e sul licenziamento di alcune decine di migliaia di persone. Il giorno dopo l'annuncio il CIDRAP
ha pubblicato un articolo in cui analizzava attentamente la situazione venutasi a creare con il comunicato della multinazionale. Secondo il portavoce OMS Gregory Hartl - interpellato dal sito diretto dal dr Osterholm - al momento il virus H5N1 si comporta esattamente come in passato: ovvero trasmissione da animale a uomo durante il periodo freddo e limitata trasmissione interumana, non sostenuta e assenza di epidemie nella popolazione generale. Non è presente un evidente incremento del rischio pandemico tale da giustificare la mossa della Panasonic; il livello di allerta pandemica dell'OMS è ancora fermo a 3 (su una scala di 6). Altri esperti interpellati hanno mostrato sorpresa, dato che al momento la modalità di trasmissione del virus (animale-uomo), numero dei casi e comportamento epidemiologico non appaiono dissimili dal passato, per cui la mossa della Panasonic diventa davvero difficile da spiegare e pregna di rischi di ricadute anche non volute sulla economia di molti paesi coinvolti.
Secondo il direttore del CIDRAP, dott. Osterholm, è proprio il rischio di ricadute negative che dovrebbe preoccupare, dato che la diffusione di notizie infondate, o prive di basi scientifiche, è proprio il tipico scenario da evitare soprattutto in caso una epidemia dovesse realmente materializzarsi.