Due nuovi casi umani di infezione da virus influenzale aviario H5N1 sono stati confermati dal Ministero della Sanità cinese. Si tratta del quinto e sesto caso, verificatisi a distanza di due giorni l'uno dall'altro.
Il primo caso è quello di una ragazza, residente nella capitale Urumqi, deceduta dopo due settimane dall'esordio della malattia. La donna, di trentun anni, aveva visitato varie volte un mercato di animali vivi prima di sviluppare i sintomi il 10 gennaio scorso; il decesso è stato registrato ieri (leggi qui e qui).
Il secondo caso riguarda un uomo di 29 anni residente a Guyang nella provincia del Guizhou che risulta ricoverato in condizioni critiche in ospedale, come riferisce il Centro per la Protezione della Salute di Hong Kong (leggi qui) che ha ricevuto notifica dalle autorità centrali di Pechino. L'uomo avrebbe avuto contatti con animali infetti prima dell'esordio dei sintomi, lo scorso 15 gennaio. Un altro caso umano fatale era stato registrato nella stessa provincia, meno di due settimane fa, quando un ragazzo di 16 anni era deceduto per infezione da H5N1.
Il numero dei casi umani dalla fine di dicembre ad oggi sono quindi saliti a sei, piu' di quanti se ne siano contati durante tutto il 2008 (quattro). La situazione è preoccupante poichè i casi emergono durante le migrazioni di massa della popolazione per il capodanno lunare, dove è usanza consumare carne di pollo o donare animali alla famiglia di origine; milioni di persone sono in movimento e con loro animali anche di origine non propriamente sicura. Esiste quindi il rischio di ulteriori casi nei prossimi giorni. E' anche possibile che una nuova variante virale stia circolando fra gli animali, tale da rendere la malattia inapparente - almeno nelle sue prime fasi - privando in tal modo la popolazione di un decisivo metodo empirico di valutazione del rischio. Se infatti in precedenza il pollame moriva in massa quando infettato dal virus H5N1, ora potrebbe non manifestare una simile elevata mortalità - anche grazie alle campagne di vaccinazione veterinarie messe in atto dal governo cinese. Non è noto al momento se il virus in questione abbia subito variazioni tali da renderlo capace di una maggiore efficienza nella trasmissione interumana. I casi finora emersi non hanno mostrato ovvi legami epidemiologici, cosa che rende difficile sostenere una trasmissione interumana più efficiente.