mercoledì 14 novembre 2007

H5N1 in Inghilterra


Epidemia mortale di H5N1 in una fattoria inglese. Ecco le notizie:

12 novembre: viene divulgata la notizia, già abbattuti 5000 volatili, ulteriori test verranno effettuati per accertare la causa (si sospetta H5N1); per approfondire leggere qui.

13 novembre: confermato l'agente eziologico dell'epidemia inglese: H5N1; per approfondire leggere qui.

14 novembre: continua l'abbattimento dei volatili e tutte le misure previste per evitare che l'epidemia si estenda; per approfondire leggere qui.

Ovviamente si teme che la malattia possa diffondersi.
Nei dieci km della zona di sorveglianza, attorno alla fattoria colpita, ci sarebbero 4 milioni di uccelli, fra tacchini, polli ed oche. Mentre nella zona del Suffolk e nel vicino Norfolk sarebbero presenti circa 25 milioni di esemplari, la maggior parte di questi sono mantenuti indoor e dunque non dovrebbe essere possibile il contagio.

Ultimi episodi del genere si erano registrati quest'estate, in Repubblica Ceca e Germania .

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Oggi, sabato 1 dicembre, l'agenzia Reuters ha riportato un nuovo focolaio epizootico causato da virus HPAI H5N1 in Polonia, a Brudzen - vicino alla città di Plock. Coinvolto un allevamento di tacchini. E' la prima volta che la Polonia riporta un focolaio in animali di allevamento; in precedenza aveva avuto casi soltanto in volatili selvatici. Nelle ultime settimane quindi i focolai si sono materializzati in Regno Unito, Romania quindi Polonia. Intanto, in Bangladesh, Arabia Saudita, Yemen (non confermato per il momento) si sono avute moria massicce di pollame d'allevamento.

Anonimo ha detto...

La Cina ha informato l'OMS e alcuni paesi (fra cui le vicine regioni speciali di Macao e Hong Kong, oltre che Taiwan, USA) di un nuovo caso umano fatale di infezione da A/H5N1. Si tratta di un ragazzo di 24 anni della provincia del Jiangsu (capoluogo, Nanchino), che ha manifestato sintomi febbrili e influenzali il 24 novembre, ricoverato il 27 e morto sabato scorso. La sorgente d'infezione non è nota, anche se le notizie sostengono che l'uomo non ha avuto contatto con animali manifestamente malati o pollame in genere, come del resto è avvenuto per la maggior parte dei casi umani di influenza aviaria in Cina. Almeno una settantina di persone è tuttora sottoposta a sorveglianza sanitaria e fino a questo momento non risultano affetti da sindromi febbrili o altro sintomi influenzali.