Segnalo l'interessantissimo documento dell'OMS dal titolo "Assessing the severity of an influenza pandemic", pubblicato ieri, 11 maggio 2009.
(Traduco dalla sezione introduttiva...)
Il maggiore determinante della severità di una pandemia influenzale, misurata dal numero dei casi di malattia severa e conseguenti decessi, è il grado di virulenza del virus che la causa.
Tuttavia, molti altri fattori influenzano la complessiva severità dell'impatto di una pandemia.
Anche un virus pandemico che inizialmente sia causa di una leggera sintomatologia, in persone sane può essere pericoloso, soprattutto nelle odierne condizioni di alta mobilità e di società strettamente interdipendenti. Inoltre, lo stesso virus responsabile di forme lievi di malattia in un Paese può risultare responsabile di una più alta morbosità e mortalità in un altro.
Oltre a questo, l'intrinseca virulenza del virus può modificarsi nel tempo al passo della diffusione nazionale e internazionale della pandemia ad ondate successive.
Il documento focalizza l'attenzione sui vari fattori in grado di determinare la severità di una pandemia:
- Le caratteristiche del virus
- La vulnerabilità della popolazione
- La diffusione ad ondate successive
- La capacità di risposta
Il documento termina con la valutazione della situazione attuale. In sintesi è detto che il nuovo virus influenzale A/H1N1 mostra una maggiore contagiosità rispetto ai virus dell'influenza stagionale. Il tasso di attacco secondario dell'influenza stagionale varia dal 5% al 15%. Stime relative al tasso di attacco secondario del nuovo H1N1 variano dal 22% al 33%.
L'H1N1 tende a causare una malattia molto lieve. Con l'esclusione del Messico quasi tutti i casi di malattia e tutti i decessi si sono verificati in individui con concomitanti patologie croniche e la tendenza del virus di causare infezioni più severe in soggetti già malati preoccupa particolarmente.
Glossario - Tasso di attacco secondario: misura di frequenza di malattia tra i contatti che sono stati esposti ai casi primari; in altri termini è la % dei soggetti recettivi che si ammalano (casi secondari) a seguito dell'esposizione ai soggetti inizialmente infetti (casi primari).
(Traduco dalla sezione introduttiva...)
Il maggiore determinante della severità di una pandemia influenzale, misurata dal numero dei casi di malattia severa e conseguenti decessi, è il grado di virulenza del virus che la causa.
Tuttavia, molti altri fattori influenzano la complessiva severità dell'impatto di una pandemia.
Anche un virus pandemico che inizialmente sia causa di una leggera sintomatologia, in persone sane può essere pericoloso, soprattutto nelle odierne condizioni di alta mobilità e di società strettamente interdipendenti. Inoltre, lo stesso virus responsabile di forme lievi di malattia in un Paese può risultare responsabile di una più alta morbosità e mortalità in un altro.
Oltre a questo, l'intrinseca virulenza del virus può modificarsi nel tempo al passo della diffusione nazionale e internazionale della pandemia ad ondate successive.
Il documento focalizza l'attenzione sui vari fattori in grado di determinare la severità di una pandemia:
- Le caratteristiche del virus
- La vulnerabilità della popolazione
- La diffusione ad ondate successive
- La capacità di risposta
Il documento termina con la valutazione della situazione attuale. In sintesi è detto che il nuovo virus influenzale A/H1N1 mostra una maggiore contagiosità rispetto ai virus dell'influenza stagionale. Il tasso di attacco secondario dell'influenza stagionale varia dal 5% al 15%. Stime relative al tasso di attacco secondario del nuovo H1N1 variano dal 22% al 33%.
L'H1N1 tende a causare una malattia molto lieve. Con l'esclusione del Messico quasi tutti i casi di malattia e tutti i decessi si sono verificati in individui con concomitanti patologie croniche e la tendenza del virus di causare infezioni più severe in soggetti già malati preoccupa particolarmente.
Glossario - Tasso di attacco secondario: misura di frequenza di malattia tra i contatti che sono stati esposti ai casi primari; in altri termini è la % dei soggetti recettivi che si ammalano (casi secondari) a seguito dell'esposizione ai soggetti inizialmente infetti (casi primari).
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