lunedì 4 maggio 2009

La situazione in USA

WASHINGTON, 4 Maggio - la Nuova Influenza da virus A/H1N1 ha infettato 286 persone negli USA e secondo il parere dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC) è destinata a diffondersi in tutti gli Stati americani. Se nella maggior parte dei casi l'infezione si è dimostrata blanda, per 35 persone è stata necessaria l'ospedalizzazione e un bambino è deceduto.
Besser, Direttore dei CDC, ha comunicato che la diffusione del virus è talmente estesa che i CDC potrebbero decidere di ritirare la raccomandazione di testare i casi probabili, in modo tale che gli operatori di sanità pubblica possano investire il loro tempo e le loro limitate risorse in altre azioni. Questa decisione sarebbe presa alla luce di un'evidenza molto chiara: il 99% dei casi probabili, a seguito di approfondimento diagnostico, è risultato essere effettivamente infettato dal nuovo virus A/H1N1.
I casi probabili attualmente presi in considerazione sono oltre 700 per un totale di 44 Stati coinvolti.
I numeri americani sono destinati a moltiplicarsi con rapidità nei prossimi giorni.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Putroppo mancano ancora informazioni importantissime. Dei 35 ospedalizzati, quanti hanno avuto bisogno di assistenza respiratoria? Che età avevano?

Senza questi semplicissimi dati è impossibile capire la gravità di questa nuova influenza.

RB

Anonimo ha detto...

Scusate se il commento è lunghissimo e OT. È una settimana che mi sto documentando sull'influenza. Non nego che sapere che andiamo incontro ad una pandemia mi angoscia non poco, ma sono fiducioso in questo caso. Quello che mi ha sconvolto è leggere molte pubblicazioni riguardo la situazione attuale di H5N1 (sono uno scienziato del ramo biologico, ho le basi per capirle). Ci si aspetta nei prossimi anni una pandemia di un virus che potrebbe colpire anche il 50% della popolazione con una mortalità che non necessariamente/probabilmente sarà molto più bassa dell'attuale 60% circa. Ho capito che gli antivirali saranno insufficienti e sostanzialmente inutili e che il vaccino arriverà per pochissimi e comunque troppo tardi, quando ormai il disastro sarà avvenuto. Potrebbe non essere una Asiatica, non essere una Spagnola, potrebbe essere come o peggio della Peste Nera. Mi domando com'è possibile che si investano milioni di euro nella lotta, ad esempio, all'HIV, un virus facile da evitare e che ha fatto finora -relativamente- pochissimi morti. Mi dispiace onestamente di aver letto questi dati perché mi chiedo come posso io, ateo 23enne, dormire sonni tranquilli d'ora in poi, o come può un virologo o voi che avete presente lo stato delle cose. Cosa rimarrebbe del mondo che conosciamo? Potessi metterei tutto me stesso in questo problema, mentre non c'è nemmeno un fondo a cui donare dei soldi. Mi sento davvero devastato, privo di fiducia nel mio e nostro futuro. Spero che questa pandemia faccia pochissimi morti, ma basti a far capire al mondo che in un prossimo futuro il vaccino dovrà esser pronto per tutti in un mese, non un anno. Che si deve cercare un vaccino universale, che si devono studiare terapie per le tempeste di citochine, nuovi antivirali ecc. e che tutto questo va fatto subito, anzi, andava fatto prima di ora! Mi consolo pensando che non ho figli da piangere e mai ne avrò, che spariti noi il mondo rimarrà un posto meraviglioso, che se non ci fossero stati gli antibiotici sarei con ogni probabilità già morto, mentre ho fatto una vita, finora, bellissima. Ma è una magra, magra consolazione.

Daniel Fiacchini ha detto...

helix, capisco il tuo stato d'animo. Quello che so per certo è che una pandemia influenzale non sarà mai e poi mai la causa della "fine del mondo"... quindi se da un lato apprezzo e condivido alcuni tuoi ragionamenti dall'altro non condivido l'atteggiamento di chi esagera con i catastrofismi.
Credo che ognuno comunque, specie quando spinto da una lettura degli eventi così preoccupata e preoccupante, possa fare la sua parte per migliorare lo stato delle cose.
Il tuo commento meriterebbe comunque un'analisi più approfondita e se sei d'accordo ti chiedo di contattarmi via e-mail: pandemitalia@gmail.com così ti dico personalmente quello che penso.

Anonimo ha detto...

La possibilità di mitigare la "tempesta di citochine" con farmaci è ancora del tutto aleatoria.

E soprattutto, se la "tempesta di citochine" fosse una realtà, bisogna tenere presente che non necessariamente (come accaduto per altre malattie virali) il vaccino avrebbe un effetto favorevole al paziente.

E, ricordo, una volta vaccinato un paziente non si torna più indietro.

Mah, vediamo. Per ora non si può proprio dire niente, se non che il virus si diffonderà sicuramente in tutto il mondo, ora o tra qualche mese.


RB

Anonimo ha detto...

La presentazione di Fedson è molto interessante, e la prospettiva di curare l'infuenza bloccando la "cascata citochinica" senz'altro intrigante.

Ma, come viene evidenziato nella presentazione, ancora non esiste nessuna evidenza nell'uomo che le terapie che vengono suggerite (sulla base di esperimenti su animali, alcuni condotti con dosi molto alte di farmaci) possano essere di una minima utilità. Definisco aleatoria la possibilità di cure in quanto, come suggerito giustamente, bisognerebbe condurre sperimentazioni cliniche "in tempo reale" al momento dell'inizio dell'epidemia, sperimentazioni che non necessariamente sarebbero approvate in quanto, in passato, è capitato che andando a "giocare" con le citochine possano succedere guai molto grossi (Vedi Tegenera).

Una prospettiva alternativa e molto più interessante(esplorata da diverse biotech, Crucell e Pomona) è quella dell'identificazione e del clonaggio di anticorpi monoclonali umani, che potrebbero essere utilizzati, in caso di pandemia, per una immunizzazione passiva, proteggendo i pazienti senza esporli ai rischi relativi al vaccino. Naturalmente questo approccio sarebbe costoso, e non applicabile nei paesi in via di sviluppo.

RB

Anonimo ha detto...

Qualunque sperimentazione basata su H5N1, oltre ad essere forzatamente limitata a numeri ridicoli, non è in alcun modo estendibile al nuovo virus.

L'immunoterapia passiva praticata con sieri di convalescenti (o comunque con preparazioni di sieri policlonali) è cosa arcaica e - oltre a costituire potenzialmente un rischio maggiore dell'influenza stessa - non ha nulla a che fare con gli approcci che si basano sull'utilizzo di anticorpi monoclonali umani. Basti pensare che anche nel miglior siero la quantità di anticorpi specifici è intorno a 1/100.000 del totale, e che di questi probabilmente quelli neutralizzanti sono la grande minoranza...

Possiamo desiderare tutto quello che vogliamo, ma fino a quando per i ricercatori non è disponibile neanche il virus (parlo per esperienza diretta) sono solo discorsi che servono davvero a poco.

RB

Anonimo ha detto...

PS: sono d'accordo con te sul fatto che siamo in fase 5, e che stiamo sperando solo nella fortuna. E questo non va bene.

Anonimo ha detto...

Scusate ... esprimerò ora un mio commento personale, da non competente, che però sono convinto sia la chiave interpretativa più corretta di questo pasticcio (o presunto tale). Se sbaglio correggetemi, ma non insultatemi ... :-)

1) i cosiddetti vaccini del 1918-1919 sono stati i veri responsabili della "tempesta di citochine" nei giovani. Erano delle autentiche schifezze e sono stati inoculati, a militari e civili, mi auguro in buona fede, a più riprese e con le motivazioni più diverse, causando letteralmente la distruzione del sistema immunitario dei riceventi e favorendo una reazione auto-implodente *errata*. La "tempesta di citochine", appunto;
2) questa "tempesta", quindi, se avverrà sarà unicamente il risultato di vaccinazioni non propriamente "ortodosse" (non dico volutamente non "ortodosse") unite ad una serie di altre concause determinanti (indebolimento fisico già presente, nutrimento errato, ambiente inquinato, fattori nervosi e stati psicologici negativi);
2) una persona in possesso di un sistema immunitario in buone condizioni riuscirà sempre, o quasi sempre, mediante la reazione febbrile (a 38,3° esatti), a debellare praticamente ogni tipo di virus (tranne quello della ... polmonite).

Non ho altro da aggiungere se non che tutto questo gran parlare mi pare più che ben motivato anche se per scopi opposti a quelli detti. Non è forse vero che, solo negli stati uniti, ci sono più di cento laboratori in cui si studiano e si programmano, ormai da diversi decenni, le future guerre batteriologiche? Forse queste guerre avranno successo, ma se non esiste un "cavallo di troia" che apra loro la "porta" sono destinate a fallire miseramente. Il quesito che mi pongo alla fine è questo: questo "cavallo di troia" è forse già presente in alcuni di noi? (non sto parlando di alieni ... sia ben chiaro).
Buona serata a tutti.

Andrea