martedì 8 aprile 2008

PandemItalia c'è!



Riporto il pensiero di Giuseppe sulle notizie che hanno cominciato a circolare oggi relative ad un caso di possibile trasmissione interumana (leggi qui la notizia). Il pensiero di Giuseppe coincide con il mio. Alcuni autorevoli conoscitori della materia non hanno esitato nel prendere le distanze dall’allarmismo ingiustificato (Perché tanto trambusto circa la trasmissione interumana?); altri lo hanno fatto non parlandone per nulla.

Ecco la notizia analizzata da Giuseppe:
Oggi su tutti i feed è comparsa la notizia di una comunicazione scientifica su Lancet riguardo il probabile caso di trasmissione interumana di H5N1 figlio-padre in Cina, nel dicembre 2007.
Fin qui niente di nuovo. E' già accaduto diverse volte, sin dal 1997 a Hong Kong. Poi sporadicamente sempre a Hong Kong fra il '97 e il 2003. Dal 2005, oltre al Vietnam alla Thailandia, altri paesi hanno riportato probabili focolai familiari di H5N1 (Turchia, Azerbaijan, Egitto, Indonesia, Pakistan da ultimo).
Oggi tutti scoprono questa notizia sulla comunicazione dei medici cinesi, come a riprova di una imminente pandemia. Ma perché? Secondo Le conclusioni degli autori c'è stata una limitata trasmissione figlio-padre (mentre la madre, la fidanzata e un medico che avevano avuto contatti prolungati e a rischio - forse anche con fluidi biologici - sono rimasti sani), senza trasmissione mediante contatti casuali o nella comunità. Il virus in questione non ha dimostrato mutazioni che lo rendessero più adatto di altri alla trasmissione h2h.
Ma si rendono conto che in Cina ci sono 1,5 miliardi di persone? Un virus trasmissibile come l'influenza cosa avrebbe fatto da dicembre a oggi se ci fossero state mutazioni favorevoli alla trasmissione h2h? Si rendono conto della densità di popolazione in certe aree del Paese? Del sovraffollamento dei casamenti, dei luoghi di lavoro, dei mezzi di trasporto? Ma possibile che si distolga lo sguardo dall'evidenza epidemiologica?

Concordo in pieno con Giuseppe e aggiungo quanto segue: quando secondo i criteri epidemiologici è stata supposta la possibile trasmissione interumana la stessa è stata successivamente confermata dalle indagini di laboratorio, con la differenza che queste ultime si sono fatte attendere per 5 mesi, mentre la valutazione epidemiologica è stata istantanea. Ergo: è necessario rinforzare la capacità epidemiologica di ogni singolo paese. Nell’ultimo periodo l’Italia sembra aver dimenticato l’importanza della preparazione della Sanità Pubblica alle Emergenze sanitarie. Finita l’emergenza Influenza Aviaria la preparazione pandemica è finita nel dimenticatoio. La situazione relativa alla stesura dei Piani Pandemici Regionali si è letteralmente cristallizzata e questa è cosa pressoché inaccettabile. La Sanità Pubblica italiana sembra destinata ad improvvisare la risposta alle emergenze per la popolazione (con qualche rara eccezione), ma se una pandemia influenzale dovesse esplodere tra qualche giorno (cosa non certo impossibile) le capacità d’improvvisazione non gioverebbero a nulla, forse peggiorerebbero un quadro già drammatico perché in molti potrebbero dire: sapevamo che sarebbe successo ed è stato fatto poco o nulla per evitarlo.
Però noi siamo qui!
A 5 giorni dal compimento del suo primo anno di vita… PandemItalia, nel suo piccolo, c’è!

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