giovedì 6 marzo 2008

Per riflettere


Ieri ho dedicato un post ad un articolo apparso sul Corriere della Sera alcuni giorni fa.
Di seguito riporto l'opinione di Giuseppe Michieli. Buona lettura!
Ho letto l'articolo. Non sono d'accordo con il tipo di argomentazioni usate per condannare l'OMS.
L'OMS - per sua natura - E' una organizzazione POLITICA, perchè il suo scopo E' POLITICO, vale a dire utilizzare tutti i mezzi per promuovere la salute umana nel mondo, mezzi economici, scientifici, di pressione sui governi e così via. Come parte dell'ONU, è finanziata dai maggiori 'azionisti' di quest'ultimo, ovvero gli USA, la Gran Bretagna, la Francia, il Giappone, la Cina e la Russia. Ora non ci si può aspettare che tutte le scelte dell'Assemblea Generale dell'OMS siano frutto unicamente di concreti dati scientifici, poichè la salute è centrale negli equilibri strategici mondiali.
Perchè altrimenti la crisi della SARS sarebbe iniziata proprio all'indomani dell'invasione dell'Iraq?
Oggi come ieri molte malattie compaiono e scompaiono, per esempio l'emersione di un tipo di Adenovirus 14 che causa polmoniti fatali nella metà dei colpiti (in USA, alcune caserme sono state colpite causando centiaia di infezioni e molti decessi); oppure la nuova emergenza XDR-TB, per nulla da sottovalutare. Oppure un nuovo ceppo di Ebola che causa una malattia molto diversa da quella dei suoi predecessori.
La pandemia influenzale ci sarà, prima o poi. Così ci dice la storia.
Se sarà l'H5N1 o l'H2N2 (secondo la teoria del riciclo antigenico) non lo sappiamo.
Si sa solo che è necessario un maggiore investimento dei governi mondiali sulla questione delle malattie infettive, della ricerca sugli agenti antivirali e sui metodi di sviluppo e produzione di vaccini con maggiore velocità rispetto ad oggi. Questi argomenti mal si adeguano al consueto leit-motiv del controllo della spesa pubblica e della partnership pubblico-privato.
Di fronte ad un potenziale evento catastrofico le contromisure devono essere adeguate (come insegna l'esperienze della II Guerra Mondiale), e soltanto con uno sforzo comune e specifico si può sperare di ridurre il danno.
Ora anche il prof Robert Webster (che forse è uno dei maggiori virologi specializzati in influenza del mondo, con monumentali ricerche pubblicate) dice che è un po' più tranquillo rispetto a due/tre anni fa circa l'H5N1 e proprio lui fu uno dei primi a suonare l'allarme già nel 1996 quando a Hong Kong apparve per la prima volta in modo massivo questo virus. Webster giunse a predire una pandemia che poteva spazzar via fino a un terzo della popolazione mondiale (vedi a questo scopo il sito del dr Mark Siegel, che ha scritto un libro su questo argomento), e suoi scritti accompagnarono la presentazione delle nuove molecole neuraminidasi inibitori nel 1999 (vedi un numero monografico di Scientific American). Oggi proprio lui dice che è meno preoccupato... Cosa dobbiamo pensare? Che si sbagliava? Mah. Lui ne saprà certo più di noi, vista la caratura dei suoi studi.
Ma il virus H5N1 continua a circolare, e a mutare incessantemente, in Egitto come altrove.
L'Italia - come altri paesi - farebbe bene a non dimenticare le emergenze infettivologiche (ultima esperienza, la chikungunya), lasciando perdere progetti faraonici e investendo in ricerca e potenziamento dei centri ospedalieri.
L'IA non è scomparsa, neppure in Italia, tanto che abbiamo avuto una ventina di epizoosi da H5N2 / H7N3 in pianura padana, ultima a febbraio.

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