L'altro ieri, camminando fra i corridoi di un alimentari della mia città, mi ha colpito l'assenza di alimenti nei solitamente straripanti scaffali. Realizzare che la causa di tale condizione doveva essere imputata allo sciopero dei TIR ha generato lo stesso pensiero che Giuseppe ha messo nero su bianco nel suo commento al post del 12 dicembre:
(Giuseppe Michieli) Il caos nei supermercati e alle pompe di benzina causato dal blocco dei TIR, con conseguenti disagi immediati sul reperimento di alcuni generi alimentari e segnali di speculazione, sono un buon esempio di cosa potrebbe accadere in caso di pandemia influenzale o altro evento catastrofico di massa. L'interruzione delle forniture 'just-in-time' di alimentari, carburanti, pezzi di ricambio per strumenti elettromedicali, farmaci e vaccini e tutto ciò che oggi si è abituati ad avere subito provocherebbe un disastro che si sovrapporrebbe a quello della malattia di per sè. Quindi è urgente per le pubbliche autorità designare dei magazzini o delle scorte di emergenza e i modi e i mezzi per la loro distribuzione. La popolazione inoltre dovrebbe essere sensibilizzata sull'utilità di accumulare una certa quantità di beni da utilizzare in caso di emergenza. Utile a questo scopo una iniziativa australiana che potrebbe essere ben trasferita anche nella nostra esperienza italiana (con gli aggiustamenti del caso, dal momento che i due paesi sono totalmente dissimili in quanto a distribuzione della popolazione, densità, vie di comunicazione ecc.).
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