martedì 4 dicembre 2007

Chi ha paura dell'aviaria?


L’aviaria fa paura!
E non è solo il settore avicolo italiano a temere l’evenienza di un’epidemia di influenza aviaria sul territorio nazionale.
Certo, i produttori di carne avicola tremano al pensiero di soccombere sotto i colpi della
L’Indonesia ha tremato questa estate, quando si ebbero contagi umani a Bali. Bali è un’importante meta turistica e l’H5N1 non è certo stato il ben venuto.
Anche la Cina trema di fronte all’aviaria. Le Olimpiadi si avvicinano e anche qui l’Aviaria non è bene accetta.
Anzi, la sensazione è che la Cina abbia manovrato molto bene l’informazione e che i mass media siano stati molto collaboranti. Forse un’epidemia in un allevamento può passare sotto silenzio; forse la Cina ha voluto trasmettere l’immagine della nazione che ha il pieno controllo di ogni situazione relativa all’H5N1... ma non si può nascondere un morto! E il morto è arrivato. Si tratta del 26esimo caso e del 17esimo decesso… numeri che fanno paura a chiunque.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Le Olimpiadi in Cina rappresentano un grosso grattacapo per quel paese - non solo perchè dovrà allargare le maglie dell'informazione, ora molto strette, ma anche per i problemi ambientali, della povertà e così via. Ma è anche una grande opportunità per la trasparenza nelle comunicazioni e nel miglioramento del sistema di sorveglianza sanitaria e veterinaria.
La Cina ha comunque spedito campioni di virus A/H5N1 ai centri di riferimento OMS per la caratterizzazione.
Per quanto concerne i casi umani e la loro difficoltà a essere tracciati nella loro origine animale, bene - qui la situazione si complica. La vaccinazione massiva del pollame può aver spinto a modificazioni del virus che può infettare gli animali in modo subclinico, rendendo meno visibile i focolai, o addirittura scomparendo del tutto dai 'radar'. Ma non solo: chi ci dice che le epizoosi non ci siano? Magari in piccoli gruppi di animali allevati in ambito domestico? Oppure, ancora: altri mammiferi - come cani e gatti - potrebbero essere una riserva di infezione, cosiccome i maiali o anche gli uccelli selvatici usati come animali da compagnia o per lavori di piumaggio. Io credo che la Cina non nasconda informazioni molto più di quanto facciano altri paesi - anche occidentali. Tanto più che la Cina registra brevetti su sequenze virali per vaccini e reagenti... Ci sono anche molti altri ceppi virali in Cina, come per esempio l'A/H9N2 il cui comportamento non è meno preoccupanti dell'A/H5N1.

Anonimo ha detto...

Oggi il sistema OIE-WAHID riporta la notifica da parte del Benin di due focolai di influenza aviaria ad alta patogenicità (virus non ancora tipizzato), uno dei quali a Cotonou. Secondo quanto dice il rapporto, i focolai sono da imputarsi all'importazione illegale di pollame dal Ghana (a Cotonou). Il pollame free-range del secondo focolaio erano stati da poco vaccinati per la malattia di Newcastle. E' la prima volta che il Benin sperimenta l'influenza aviaria, al contrario dei suoi vicini, fra cui la Nigeria.

Anonimo ha detto...

Nuovo caso umano in Cina: il padre dell'ultimo caso umano fatale di H5N1 è stato ricoverato lunedì e oggi è stata confermata l'infezione da H5N1 anche per lui. Entrambi vivevano nella provincia orientale del Jangsu (Nanchino). Il padre ha sviluppato una polmonite, mentre il figlio è morto domenica scorsa con esordio dei sintomi il 24 novembre. La sorgente dell'infezione per il giovane non è stata determinata, ma pare che non abbia avuto contatti con animali infetti (cosa che accomuna la quasi totalità dei casi umani cinesi fin dal 1996, quando a Hong Kong apparve il primo focolaio umano con 18 casi e 6 decessi; si pensa che vi sia stata in quell'occasione una limitata trasmissione interumana del virus e che alcuni casi siano da collegare alla visita di mercati di pollame vivo). I contatti di questi ultimi due casi sono ancora sotto sorveglianza sanitaria.