mercoledì 2 dicembre 2009

Letteratura scientifica: Salicylates and pandemic influenza mortality, 1918-1919 pharmacology, pathology, and historic evidence

Interessante punto di vista firmato da Karen Starko e pubblicato dalla rivista Clinical Infectious Diseases. Ecco l'abstract tradotto:

L'alto tasso di letalità, soprattutto tra i giovani adulti, registrato durante la pandemia influenzale del 1918-1919, non è completamente chiaro. Sebbene i decessi tardivi furono causati da polmoniti batteriche quelli iniziali furono caratterizzati da polmoniti emorragiche. L'ipotesi qui presentata è che l'aspirina abbia contribuito all'incidenza e alla gravità della patologia virale, delle infezioni batteriche e dei decessi perchè i clinici del tempo ignoravano che i dosaggi in uso (8,0-31,2 grammi al giorno) determinassero livelli sierici associati a iperventilazione e edema polmonare nel 33% e nel 3% dei pazienti, rispettivamente.
Recentemente, l'edema polmonare è stato riscontrato nelle autopsie del 46% di 26 adulti intossicati da salicilati. Da un punto di vista sperimentale i salicilati aumentano l'imbibizione polmonare, i livelli di proteine e compromettono la clearence mucociliare
Nel 1918, la US Surgeon General, la US Navy e il Journal of the American Medical Association raccomandarono l'uso dell'aspirina proprio prima del picco di decessi verificatisi in ottobre. Se queste raccomandazioni furono seguite, e se l'edema polmonare si fosse verificato nel 3% delle persone, una parte significativa dei decessi potrebbero essere attribuiti all'aspirina.

Starko KM. Salicylates and pandemic influenza mortality, 1918-1919 pharmacology, pathology, and historic evidence. Clin Infect Dis. 2009 Nov 1;49(9):1405-10.

8 commenti:

gia ha detto...

Bisognerebbe leggere l'intero articolo. Qualcuno ha accesso alla rivista?

Chiedo poi se si conosce la mortalità in ognuna delle nazioni colpite da quella influenza.

Sarebbe interessante vedere la mortalità in paesi dove l'aspirina non era usata e confrontarla con quella dei paesi dove si poteva usare l'aspirina.

Ulrike ha detto...

Interessante sarebbe anche avere dei calcoli della quantità di aspirina che doveva essere prodotto al mese per provocare un'alta mortalità, come viene suggerito dall'articolo. A me sembra poco plausibile che con centinaia di milioni di persone a quei tempi si poteva distribuire a una gran parte di loro un così alto dosaggio, magari per più di una settimana. Anch'io credo, come Daniel, che solo una minoranza è morta a causa degli effetti negativi di un sovradosaggio.

Marcello Pucciarelli ha detto...

Siate buoni, dateci anche qualche idea su come interpretare uno studio che pochi hanno l'opportunità di leggere. Ciò che pubblicate rende plausibili le speculazioni più selvagge sulle cause della mortalità. Spero non sia questo il motivo che lo rende "interessante".

Se capisco bene (correggetemi), la stima dei decessi dovuti a edema polmonare è del 3%. Anche immaginando che tutti questi decessi siano stati dovuti all'aspirina (al suo dosaggio), io non mi sentirei di concludere che l'aspirina sia stata tra le principali cause di mortalità della pandemia. Senza nulla togliere al fatto che il 3% di morti sono comunque tanti.

Sempre se capisco bene, l'iperventilazione dovrebbe essere associata alla trasmissibilità del virus (di qui il legame con l'accresciuta incidenza) e non una causa diretta di mortalità.

Vi segnalo un articolo del New York Times che riporta qualche commento sulla difficoltà di stimare le vittime dovute al "trattamento".

http://www.nytimes.com/2009/10/13/health/13aspirin.html?_r=2&ref=science

(nella traduzione è saltata una parola, "raccomandarono l'uso dell'aspirina proprio prima del picco di decessi")

Daniel Fiacchini ha detto...

Qualcuno l'avrebbe definito addirittura "olocausto della storia della medicina"... Credo che anche solo la lettura dell'abstract ridimensioni notevolmente questo genere di affermazioni.
Le speculazioni selvagge, caro Marcello, sono quelle di chi legge con il paraocchi e con poco equilibrio questi articoli scientifici.
Prima di tutto ricordo che ogni articolo che si cita dovrebbe essere letto in full text. Può sembrare banale ma talvolta dalla lettura degli abstract si prendono cantonate. Sicuramente non si riesce a comprendere la metodologia di un lavoro. Nella fattispecie si tratta di un lavoro pubblicato come "point of view". Si tratta di un punto di vista, un'ipotesi.
Personalmente la considero interessante ma meritevole di ulteriori approfondimenti e chiarimenti (vedi le considerazioni di Gia e Ulrike).
Ovviamente non c'è alcun legame con la gestione dell'attuale pandemia che debba in qualche modo preocupare. Si tratta di "storia delle pandemie", punto e basta.
Chi cavalca questo tipo di evidenze scientifiche per dare credito alle teorie complottistiche o per fomentare l'odio nei confronti delle istituzioni sanitarie credo che debba ripensare attentamente al proprio operato.

Daniel Fiacchini ha detto...

Grazie Marcello per la segnalazione del "prima" che si era perso nella "strada" tra la mia mente e la tastiera del pc

Criel ha detto...

Guardate: questa tesi sui salicilati ha 90 anni ed è stata sostenuta all'epoca da medici omeopati statunitensi. Periodicamente viene ripresentata come la novità del momento.

1. La struttura genica per l'emoagglutinina del virus responsabile dell'influenza Spagnola è nota (Reid AH et al., 1999). Alcuni tratti si riscontrano anche nelle forme del 1957-1958, 1968-1969 (Matrosovich M, 2000), nell’influenza aviaria H5N1 e in alcune forme attuali a localizzazione polmonare da A(H1N1)v.
2. Tutte queste forme hanno la potenzialità di colonizzare il polmone in profondità. E' un fatto.
3. Conosciamo l'esito dei minuziosi riscontri autoptici dell'epoca (Lecount, Walker). Non sono descritte lesioni gastriche, come invece ci si aspetterebbe da una intossicazione da acido acetilsalicilico a dosi di 8,0-31,2 grammi al giorno in un'epoca priva di farmaci gastroprotettori. In caso di intossicazione, le lesioni gastriche da salicilati in assenza di gastroprotezione compaiono precocemente.
4. I riscontri autoptici dell'epoca descrivono una condizione compatibile con ARDS e deficit multiorgano, come accade nei grandi traumi e nelle gravi malattie infettive. Il sanguinamento è la complicanza della complicanza e in questi casi può accadere. E' un evento clinico noto. Ovviamente accade anche in assenza di salicilati.
5. Non c'è prova di assunzione di aspirina da parte di soggetti sani, non infettati dal virus.
6. In conclusione, l'intossicazione da salicilati può eventualmente essere invocata solo come causa di morte secondaria, così come una superinfezione da pneumococco o la malnutrizione o le scarse condizioni igieniche. La causa di morte principale, purtroppo, è stata l'infezione virale.
Chi sostiene questa tesi ha dimostrato altrove una cortesia davvero squisita. Per quel che mi riguarda, può fare con la nota arroganza tutti i commenti che crede.

Daniel Fiacchini ha detto...

Criel, ho voluto tradurre questo abstract per dimostrare come sia inopportuno e scorretto spacciare ipotesi per verità assolute.
Non mi sorprende, ovviamente.
Una delle più amare sorprese di questa pandemia influenzale è stata l'aver scoperto che gli operatori sanitari non sanno selezionare le fonti d'informazione e basano le proprie opinioni sul sentito dire o peggio.
Anni e anni di medicina basata sulle evidenze non sono serviti a nulla.
Questo articolo ne è un esempio: si tratta di un opinione di esperto. Nella scala della forza delle evidenze scientifiche non c'è nulla di più debole. E alcuni si fanno forza delle opinioni di esperti per rafforzare i propri preconcetti o le proprie convinzioni.
Non c'è niente di peggio di chi dice... tizio dice così, caio dice cosà... con un risultato sconcertante: confondere le persone.
Abbiamo bisogno di chiarezza.
Gli operatori sanitari si mettano una mano sulla coscienza.

Criel ha detto...

Dirò di più: spesso gli operatori sanitari italiani credono alla prima cosa che passa o sono ancorati alle conoscenze dei tempi dell'università. E' facilmente dimostrabile.

Le strumentalizzazioni, poi, riguardano anche i richiami alla medicina basata sulle evidenze. L'assenza di dati assoluti fa spesso dichiarare a gran voce la inappropriatezza di una procedura. Se così fosse, non dovremmo praticare la rianimazione cardiopolmonare ai bambini semplicemente perché non esistono prove di evidenza rispetto ai controlli.

Ovviamente non critico la medicina basata sulle evidenze - tutt'altro! - ma la sua interpretazione distorta e la sua presentazione manipolata. Lo trovo inaccettabile.