Dal blog Attraverso Questi Giorni:
NB: TUTTI I DATI, I GRAFICI E LE TABELLE NELLA LORO VERSIONE ORIGINALE POSSONO ESSERE VISUALIZZATI PRESSO IL SITO DEL CENTRO INTERUNIVERSITARIO PER LO STUDIO DELL'INFLUENZA (CIRI).
Durante la settimana di sorveglianza fino al 7 ottobre si nota un rapido incremento dell'attività delle sindromi di tipo influenzale fra la popolazione in età compresa fra gli zero e quattro anni, pari al 5,08 per mille assistiti (508 casi per centomila individui per quella fascia di età), mentre nella fascia 5-14 l'incidenza è aumentata all'1,89 per mille. L'incidenza registrata fra la popolazione di età superiore rimane sostanzialmente stabile o in lieve aumento. L'andamento complessivo delle sindromi di tipo influenzale denota un innalzamento progressivo dell'incidenza, a livelli simili a quelli attesi normalmente per il mese di novembre/dicembre. L'incidenza globale è pari 1,05 casi per mille abitanti, vale a dire che a livello nazionale si può ipotizzare un numero di pazienti uguale a 1,05*60 milioni/1.000=63.000 casi ILI durante la settimana in esame. Non tutti i casi ILI sono dovuti a infezioni da virus influenzale (pandemico e non); numerosi casi di malattie respiratorie con febbre sono riconducibili ad altri patogeni (virali o batterici) che nulla hanno a che vedere con l'influenza.
1 commento:
Scusandomi per linguaggio da profani, vorrei porre il seguente quesito:
se ho ben capito, così come accaduto in passato in altre pandemie ben più letali, buona parte dei morti dovuti alla AH1N1v che non evidenziavano patologie pregresse è dovuta ad una abnorme reazione del sistema immunitario del paziente che va sotto il nome di "tempesta di citochine", reazione la cui genesi non è ancora del tutto chiara, che sembra comunque prodursi in una piccola percentuale dei casi, ma che può risultare così intensa da far fuori non solo il virus ma gli stessi organi vitali del paziente.
Se mi passate (sorvolando sul poco rigore scientifico delle espressioni) la precedente premessa, la domanda è la seguente: si è in grado con i dati attuali di dare una stima di che percentuale dei morti ..."sani" sia dovuta a questo tipo di effetto e quanti invece sono quelli che sono deceduti per complicanze da sovrainfezioni o simili, cioè, all'opposto, per una non sufficiente risposta del sistema immunitario?
Grazie,
Nic - Firenze
Posta un commento