sabato 1 agosto 2009

Chiudere le scuole o non chiudere le scuole?

Ricevo e pubblico la traduzione di un articolo del Guardian nel quale si dibatte sulla eventualità di una chiusura delle scuole a settembre a causa della nuova influenza.

La chiusura delle scuole in autunno per tenere a freno l’influenza suina è improbabile in GB al momento e avrebbe un effetto negativo e dirompente sulla società, ha detto il responsabile della sanità inglese Donaldson. Sir Liam Donaldson ha detto che la possibilità di chiusura delle scuole sarà tenuta in considerazione ma che dalla esperienza del passato - come nel caso delle West Midlands - questa non sembra aver controllato efficacemente la diffusione del virus. “Penso che sia una decisione da non prendere alla leggera, sarebbe molto negativo per la società - e poi quando si dovrebbero riaprire le scuole, visto che l’influenza potrebbe circolare ancora per molti mesi?” ha detto a GMTV. “Se vediamo cosa è stato fatto nel caso delle West Midlands per esempio, dove abbiamo inizialmente chiuso tutte le scuole e trattato tutte le persone a contatto con gli ammalati col Tamiflu, e dove alla fine si è diffusa lo stesso in maniera anche più ampia.” “Penso che ovviamente terremo tutte queste cose sotto osservazione come facciamo sempre quando gli scienziati lo consigliano, ma al momento penso sia improbabile”. Tra le previsioni di una esplosione dei casi quando finiranno le vacanze scolastiche, due esperti di infezioni hanno argomentato che una chiusura delle scuole potrebbe bloccare la catena di trasmissione e fare guadagnare tempo per produrre un vaccino. Il professore Neil Ferguson ed il dottor Simon Cauchemez, dal dipartimento di epidemologia dell’Imperial College di Londra, hanno a loro volta citato studi che dimostrano che al picco di una pandemia influenzale chiudere le scuole potrebbe ridurre i casi fino al 45%.

Sullo stesso argomento il Guardian ha pubblicato anche questo articolo.
In questi giorni, anche per la contestuale pubblicazione di una revisione della letteratura scientifica da parte dell'autorevole Neil Ferguson et al., l'Inghilterra si interroga se valga la pena mantenere chiuse le scuole a settembre. Ritorneremo su questo argomento e sulla review di Ferguson nei prossimi giorni. Per ora mi limito a considerare che in Inghilterra il dibattito è aperto e la discussione si fonda su evidenze di letteratura scientifica, in Italia il dibattito è stato rimandato a data da destinarsi, dopo la pessima prova d'orchestra di dieci giorni fa.

Ringrazio Maria Paola Landini per aver inviato il contributo.

9 commenti:

Carlo ha detto...

Non mi permetto di esprimere un parere, non essendo io un addetto ai lavori, però, da quello che posso capire, i dati inglesi dell'ultima settimana mi sembrano indicare che la chiusura delle scuole non sia poi tanto ininfluente sulla propagazione del virus:

http://www.hpa.org.uk/webw/HPAweb&HPAwebStandard/HPAweb_C/1248940838384?p=1231252394302

Carlo ha detto...

Scusate, forse gli indirizzi è meglio metterli così: Weekly pandemic flu update

Daniel Fiacchini ha detto...

Caro Giuseppe, essendo il responsabile della comunicazione esterna per Fabriano, dove lavoro, ho recentemente voluto comunicare la notizia di tre casi di nuova influenza al ritorno da un viaggio in Grecia. Ho potuto toccare con mano quante inesattezze sono state riportate dalla stampa locale, nonostante io stesso abbia parlato con i giornalisti. La stampa è poco governabile. Sembra quasi che debbano riempire spazi e in questo senso vanno alla ricerca di informazioni che spesso risultano obsolete. A me sembra che Eugenia Tognotti sia la rara eccezione nel contesto di un panorama giornalistico che sta veramente lasciando a desiderare.

Carlo ha detto...

Sì Giuseppe, le problematiche da te esposte sono concrete, ma resta il fatto che un periodo di chiusura delle scuole ha coinciso con un calo dei casi di influenza, in un momento in cui il virus era in crescita quasi verticale. Sarà un caso?

Se il vaccino è davvero questione di settimane, credo che rallentare la propagazione potrebbe avere un suo perché, no?

Daniel Fiacchini ha detto...

Caro Giuseppe provo a fare un po' di luce, perdonami se sono una "torcia un po' scarica" ma anche noi operatori della periferia siamo coinvolti poco-nulla...

Chi produce il vaccino?
Credo l'azienda con cui il governo ha un contratto di prelazione sottoscritto nel 2006, se non sbaglio la Sanofi Pasteur MSD.

Quante dosi?
2 dosi, a distanza di 3-4 settimane l'una dall'altra.

Tipo di vaccino?
Adiuvato

Che dosaggio richiede?
credo 15 microgrammi di antigene, in alternativa 7,5 microgrammi, ci sono studi sui vaccini adiuvati che hanno dimostrato pari efficacia tra 15 e 7,5 con ovvie ripercussioni in termini di risparmio di antigene (raddoppio delle dosi producibili)

Quali canali di distribuzione saranno attivati?
I vaccini saranno somministrati dalle ASL attraverso campagne di vaccinazioni di massa

Esiste una lista di priorità?
Quella che ha ufficializzato il Ministro Sacconi e che trovi su tutti i giornali degli ultimi giorni. Ma non mi stupirebbe se cambiassero idea, del resto gli Stati Uniti hanno deciso di vaccinare secondo criteri di priorità diversi e loro le studiano approfonditamente le cose... da noi si improvvisano!
Alle Regioni non è arrivata nessuna comuncazione ufficiale sulla vaccinazione pandemica.

Chi eseguirà materialmente le vaccinazioni?
Operatori addestrati delle ASL. Nelle Marche abbiamo deciso che siano formati operatori sanitari che andranno a costituire nuclei vaccinali da utilizzare sia per la vaccinazione degli operatori sanitari (che avverrà negli ospedali e nei distretti) sia per la vaccinazione di altre fasce di popolazione che potrebbero avvenire nei palazzetti o in altre sedi idonee.

Daniel Fiacchini ha detto...

Rispetto alla questione scuole. Moltissimi ragazzi saranno autosufficienti e dovranno solo rimanere a casa evitando luoghi di aggregazione. Per quanto riguarda i bambini piccoli: i nonni darebbero la vita per proteggerli, da qualsiasi rischio.
Quindi sì, l'informazione, ridondante, massiva, dovrà accompagnare la chiusura delle scuole. La comunicazione dovrà accompagnare questa misura di sanità pubblica così delicata.
Nelle mani di ciascun cittadino dovrebbero arrivare indicazioni chiare. Certo è che se si tratta l'argomento come è stato trattato dai nostri politici qualche giorno fa... siamo fritti!

Daniel Fiacchini ha detto...

Le aziende produttrici di vaccini sono private, indipendenti, assolutamente libere di svolgere le loro attività produttive senza dover rendere conto a nessuno. Fino all'anno scorso l'80% della produzione del vaccino anti-influenzale proveniva dall'Europa. Anche in Italia ci sono stabilimenti che producono e produrranno vaccino pandemico. Comprarlo in Italia o all'estero non cambia nulla.
Abbiamo cominciato a parlare di scuole e abbiamo terminato con i vaccini: siamo decisamente off topic!

Daniel Fiacchini ha detto...

"se la malattia dovesse dimostrarsi piu' virulenta di quello che è adesso, i paesi produttori decideranno - e alcuni lo hanno già fatto - di tenersi le dosi fabbricate sul loro territorio."

Questo credo che sia inverosimile, fuori da ogni logica, specie commerciale. Le aziende produttrici hanno contratti milionari da rispettare con i vari Paesi ricchi che hanno potuto stipulare contratti di prelazione tra cui l'Italia.

Certo che è off-topic parlare di vaccini quando il post è sulla chiusura delle scuole!
Inviami un tuo contributo sui vaccini che pubblicherò come post e poi discuteremo sui vaccini!
;)

Anonimo ha detto...

Probabilmente la chiusura delle scuole, allo stato attuale delle cose, pur auspicabile, potrebbe essere giudicato eccessivo da buona parte dell'opinione pubblica.

In MHO ritengo che potrebbe essere utile seguire una strategia come quella che si è dimostrata vincente nel caso SARS, uno degli "spauracchi" di alcuni anni fa:

- vaccinazione di massa contro la normale influenza stagionale (questo per facilitare anche la diagnosi da parte del personale medico che deve attendere giorni prima che un caso venga confermato).

- maggiore sensibilizzazione e screening in tutti gli scali aeroportuali e non (porti, frontiere). Non escluderei una sospensione temporanea dei trattati di Shenghen e l'istituzione di controlli alle frontiere con termorilevatori ad infrarossi per indirizzare i potenziali infetti in apposite aree di "quarantena" dove potranno ricevere le opportune cure.

Tutto questo sarebbe decisamente più efficace e meno invasivo rispetto alla più volte paventata chiusura delle scuole.

Nel frattempo il vaccino specifico contro l'influenza A/H1N1 potrebbe essere perfezionato ed inoculato all'occorrenza senza correre rischio alcuno, per mettere definitivamente fine alla pandemia.

Infine un richiamo alle banali norme di igiene (lavarsi le mani, tossire nel fazzoletto, ecc... vedi http://nuovainfluenza.blogspot.com/2009/08/come-lavarsi-le-mani.html).