domenica 26 aprile 2009

Ulteriore commento alla situazione descritta al 26.4.2009

In attesa di vedere come i mezzi di comunicazione affronteranno domani l’argomento, vale la pena di aggiungere alcuni brevi commenti sulla situazione così come viene descritta oggi 26.4.2009 dal WHO.
E’ chiaro che gli esperti (con questo termine si intendono i veri esperti) sono molto cauti a causa una serie di interrogativi non ancora risolti, primo fra tutti quello della diffusione del virus. I dati mostrano che il virus è molto diffuso, visto che sono stati riscontrati casi ai punti estremi degli Stati Uniti (contemporaneamente a New York e in California) ma la scarsa gravità della patologia, almeno negli USA, fa pensare a una diffusione molto più ampia. Come sempre, in questi casi, la differenza viene fatta dagli isolamenti virali, ovvero da quanto spesso il virus viene trovato, cosa che, a sua volta, dipende da quanto spesso viene cercato. Questo fa in modo che ci si possa aspettare che nei prossimi giorni il numero di casi cresca rapidamente, se non altro perché da ora in poi il virus verrà ricercato più spesso e anche in casi non gravi. La efficienza del sistema di sorveglianza è determinante: più il sistema funziona e più casi si riscontrano.
Da chiarire sono anche le modalità di trasmissione, ovvero le caratteristiche di esposizione dei soggetti malati. Se non è possibile determinare alcun fattore comune di esposizione nei soggetti malati, questo significa che il virus sta circolando liberamente già da alcune settimane e il fatto di non essere stato identificato prima depone per una forma di malattia non grave, almeno fino ad ora.
Ancora un altro elemento da chiarire è la relazione di questo virus con quelli H1N1 che hanno circolato finora. Il WHO parla decisamente di un “nuovo” virus, tuttavia il livello di vicinanza con quelli della stessa famiglia che circolano da anni è determinante per capire se una precedente esposizione o vaccinazione sia in qualche modo protettiva. Questo può essere stabilito anche con una approfondita inchiesta epidemiologica sui malati. La prima cosa che il WHO dovrà fare a questo proposito è stabilire una prima definizione di caso in modo da fare ad essa riferimento anche per un conteggio approssimativo.
Nelle risposte a queste (e ad altre più complesse) domande sta la decisione di dichiarare o meno la fase 4 ovvero la presenza di una nuova pandemia e conseguentemente di iniziare a fare previsioni sul suo impatto che potrebbe anche essere modesto.

Gualtiero Grilli - Componente del Comitato Pandemico Regionale della Regione Marche, Responsabile per il Servizio Salute PF Sanità Pubblica del settore Vaccinazioni e Malattie Infettive.

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