sabato 25 ottobre 2008

One World, One Health: A Strategic Framework for Reducing Risks of Infectious Diseases at the Animal–Human–Ecosystems Interface


Questo fine settimana si tiene in Egitto un meeting internazionale per fare il punto sulla situazione panzootica, epidemiologica e sulla preparazione pandemica dopo l'emersione del virus dell'influenza aviaria ad alta patogenicità A/H5N1 nel 2003 (leggi qui).
Durante il meeting sarà presentato il documento dal titolo "A Strategic Framework for Reducing Risks of Infectious Diseases at the Animal–Human–Ecosystems Interface" attraverso il quale si tenterà di tracciare la strada a un nuovo approccio interistituzionale per il controllo e la prevenzione dell'influenza aviaria, nel tentativo di unificare gli sforzi che si stanno conducendo nel settore veterinario e medico, perchè sia la salute animale che quella umana sono collegati da un unico filo: le cosiddette malattie emergenti, per la maggior parte di origine animale.
Nei giorni precedenti questo meeting il coordinatore delle Nazioni Unite David Nabarro ha presenziato a una conferenza stampa nella quale ha sottolineato che - sebbene il numero di casi umani e di nuovi focolai epizootici, nei tre continenti nei quali si è diffusa la panzoosi di H5N1, si siano notevolmente ridotti rispetto a un paio di anni fa - nulla fa credere che il rischio di una pandemia globale di influenza sia diminuito (leggi qui). La continua circolazione del virus H5N1, nelle sue innumerevoli varianti, e di altri sottotipi potenzialmente pericolosi (come gli A/H7 e A/H9) non possono fare scendere il livello di sorveglianza. Inoltre nonostante un gran numero di paesi nel mondo abbiano elaborato piani per il controllo di una pandemia influenzale, ben pochi hanno condotto test e simulazioni per verificarne l'operatività durante una situazione di crisi.
Sullo stesso argomento, anche il rapporto dello STEPS; EurekAlert (Nuovo approccio alla Pandemia influenzale); Reuters; International Herald Tribune.

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