sabato 18 ottobre 2008

H5N1 Update - Settimana 42

INFLUENZA AVIARIA NEL POLLAME, THAILANDIA - Una ricerca su Emerging Infectious Diseases analizza i dati di sorveglianza virologica per il virus H5N1 in alcuni mercati di animali vivi in Thailandia durante il periodo 2006/2007. I virus isolati non hanno dimostrato maggiore affinità per le cellule dell'epitelio respiratorio umano e sostanzialmente hanno mantenuto le caratteristiche di virus aviari, sono risultati sensibili all'attività inibitoria dell'Oseltamivir (farmaco di prima scelta per il trattamento dell'influenza).

INFLUENZA AVIARIA NEL POLLAME E NEGLI ANIMALI SELVATICI, RICERCA - Elsevier ha pubblicato uno studio (leggi qui) sulle caratteristiche della proteina di superficie dell'influenza emagglutinina per quanto riguarda i più recenti isolamenti virali appartenenti alla linea evolutiva conosciuta come clade 2.2. I ricercatori hanno creato dei virus ibridi contenenti alcune porzioni dei virus H3N2 e H2N2 (che causarono le passate pandemie del 1968 e 1957 rispettivamente e di origine aviaria/umana) inserite all'interno del virus H5N1. Il risultato è stato che quest'ultimo rapidamente ha acquisito la capacità di legarsi alle cellule dell'epitelio respiratorio umano, rispetto ai virus isolati negli anni precedenti.

INFLUENZA AVIARIA NEI VOLATILI NON SELVATICI, GERMANIA - Rapporto immediato all'OIE, influenza aviaria a bassa patogenicità A/H5N3 a Lispia (Sassonia). Su 354 animali suscettibili in uno zoo cittadino, 110 sono stati distrutti. I casi di malattia sono stati 3: una oca e 2 anatre.

INFLUENZA AVIARIA NEI VOLATILI NON DOMESTICI, HONG KONG - Il dipartimento dell'agricultura della regione amministrativa cinese di Hong Kong ha diramato un comunicato riguardo il rinvenimento della carcassa di un uccello poi risultato positivo al virus A/H5. Ulteriori analisi sono in corso per determinare l'esatta appartenenza subtipica del virus.

INFLUENZA AVIARIA NEL POLLAME, RUSSIA - Rapporto finale all'OIE. Nessun nuovo focolaio epizootico nel pollame domestico negli ultimi mesi.

INFLUENZA AVIARIA NEL POLLAME E NELL'UOMO, RICERCA - Su Eurosurveillance è apparso un articolo redatto da ricercatori nigeriani a proposito delle recenti epizoosi di influenza A/H5N1 in vari stati del paese africano (leggi qui). Sebbene la circolazione virale nel pollame sembri ridotta rispetto a un paio di anni fa, la situazione socio-economica è tale da rendere molto probabile in futuro la ricorrenza di nuovi focolai: la maggior parte del pollame viene venduto vivo e l'allevamento avicolo rappresenta un settore chiave dell'economia nigeriana. L'arrivo del virus H5N1 in Nigeria è probabilmente dovuto al movimento migratorio degli uccelli selvatici, e secondo gli estensori dello studio, una sorveglianza veterinaria nei paesi circostanti e in quelli di partenza degli animali migratori potrebbe essere necessaria per individuare precocemente la re-introduzione del virus in aree apparentemente libere da infezione, come l'Europa o il Nord America. Degli oltre trecento campioni biologici provenienti da esseri umani - contatti dell'unico caso confermato del Paese e di lavoratori del settore avicolo - nessuno ha dimostrato positività ai test di microneutralizzazione del virus H5N1 nonostante la probabile esposizione ad animali infetti. Analoghi risultati erano emersi da uno studio in Cambogia, dove nonostante l'estesa presenza di pollame infetto e la mancanza di igiene, nessun campione fra quelli prelevati dai residenti risultò positivo. Cosa che potrebbe spiegarsi nell'inefficiente trasmissione animale-uomo del virus o dalla particolare natura della risposta immunitaria dell'organismo umano all'infezione da H5N1.

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