Come sempre accade nei congressi a cadenza annuale, non sono apparse grosse novità scientifiche.
In relazione alla pandemia, gli argomenti rilevanti raccolti nei vari simposi riguardano fondamentalmente il vaccino prepandemico, la definizione dei gruppi a rischio, la situazione europea dei piani pandemici e una nuova valutazione delle misure “non farmacologiche”.
Cominciamo con le notizie relative al vaccino prepandemico.
In relazione alla pandemia, gli argomenti rilevanti raccolti nei vari simposi riguardano fondamentalmente il vaccino prepandemico, la definizione dei gruppi a rischio, la situazione europea dei piani pandemici e una nuova valutazione delle misure “non farmacologiche”.
Cominciamo con le notizie relative al vaccino prepandemico.
Ormai viene preso universalmente in considerazione come una realtà e non più come un’ipotesi di lavoro, anche perchè tutti concordano che poter utilizzare un vaccino pre-pandemico rappresenta l’unica vera possibilità in tema di vaccinazione. La probabilità che un vaccino pandemico possa essere pronto in tempi tali da contribuire concretamente a limitare la diffusione dell’epidemia, o anche solo a modificare il picco epidemico, è molto bassa; il vaccino prepandemico, al contrario, sulla base dei vari modelli matematici, sembra in grado di influire in modo consistente sugli stessi parametri. Il primo vaccino prepandemico è stato già recentemente registrato dall’EMEA e altri sono in preparazione. Ovviamente, il solo concetto di vaccino prepandemico contiene una buona dose di incognite, prima fra tutte il fatto che l’efficacia del ceppo individuato per il vaccino sul virus pandemico non può che essere teorica. Per questo motivo sono in preparazione vaccini derivati da diversi ceppi virali e sono in corso studi per valutare la possibilità, da parte di un virus vaccinico, di promuovere immunità verso un virus non identico. I dati presentati a questo proposito sono decisamente promettenti, anche se tutti i test riguardano solo gli stipiti del virus H5N1 attualmente circolanti. Un altro fattore di incertezza è che, per il momento, il vaccino è stato testato solo sulla popolazione attiva e non nei bambini, anziani e soggetti con patologie. Questi test sono in corso ma i risultati non sono disponibili. Dal punto di vista pratico, nella situazione attuale, l’acquisto da parte di una nazione di un vaccino prepandemico sembrerebbe difficile, ma non perchè scientificamente non sia giustificabile: ormai lo è, specie se un eventuale accordo di prelazione garantisse una collaborazione a lungo termine con le aziende produttrici per l’eventuale sostituzione degli stipiti virali. La difficoltà sta nel fatto che, specialmente in Italia, la situazione economica determina una forte necessità di definire le priorità e, in tema di vaccinazioni, esistono molti vaccini in fase di introduzione nel calendario, possibilmente in forma gratuita (ad esempio anti-meningite, varicella, HPV). Il vaccino prepandemico non dovrebbe essere in competizione con gli altri vaccini, (le motivazioni per il suo utilizzo sono completamente differenti) ma, obiettivamente, la carenza di risorse può creare problemi.
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