Fonte: Sole24ore Sanità del 11-17 dicembre 2007
Per il ministro della Sanità britannica, Alan Johnson, una pandemia influenzale rappresenterebbe uno dei rischi più gravi che il Paese potrebbe trovarsi a fronteggiare. Fatti i debiti calcoli se la pandemia avesse un impatto severo e il tasso di attacco si aggirasse attorno al 50% della popolazione i decessi potrebbero raggiungere le 750.000 unità nel solo Regno Unito e il tracollo sarebbe inevitabile: l’assenza per malattia del 25% dei lavoratori provocherebbe una riduzione del PIL dai 3 ai 7 miliardi di sterline; le morti premature sarebbero causa di un’ulteriore riduzione, compresa tra 1 e 7 miliardi di sterline. Londra ha così deciso di prepararsi ad un’eventuale pandemia con un piano ambizioso: un accordo di prelazione del valore di oltre 155 milioni di sterline per 4 anni, siglato dal Dipartimento della Salute con due case farmaceutiche per la fornitura all’intera popolazione del vaccino pandemico, dal momento in cui sarà identificato il ceppo virale responsabile.
Non basta!
Il piano britannico prevede ulteriori contromisure:
- acquisto di 350 milioni di mascherine chirurgiche
- acquisto di 34 mila respiratori
- raddoppio dello stock di antivirali (per una copertura complessiva del 50% della popolazione)
- 14,7 milioni di antibiotici per i gruppi a rischio (necessari per il trattamento delle infezioni batteriche secondarie, possibili cause di complicazioni e decessi durante una pandemia influenzale).
Gran Bretagna VS Pandemia Influenzale: 1-0
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