lunedì 7 gennaio 2008

Meningite in Italia


Non possiamo evitare di prendere in considerazione l'argomento. A beneficio di tutti gli interessati riporto il link al comunicato ufficiale del Ministero della Salute rilasciato in data odierna:


Questi i punti salienti:
  • Continua la presenza di casi sporadici di meningite batterica, in particolare da meningococco di sierogruppo “C”, sia in Veneto che in altre regioni in Italia come in ogni inverno.
  • Il numero totale di casi di meningite è stabile negli ultimi anni.
  • Anche quest’anno il nume ro dei pazienti di cui è pervenuta segnalazione non eccede l’andamento invernale abituale. In particolare nelle meningiti da meningococco C si è osservato, negli ultimi due anni, una diminuzione dei casi.
  • La prevenzione della meningite da gruppo C, è affidata all’uso dello specifico vaccino coniugato, indicato quale misura di contenimento dell’infezione che, si ricorda, è presente nella gola di persone asintomatiche che possono essere definite portatori sani, in oltre il 10% della popolazione generale.
  • La vaccinazione contro il meningococco C di particolari gruppi di popolazione è indicata soltanto in presenza di focolai epidemici quali quello veneto.
  • La vaccinazione di soggetti che si recano in zone italiane colpite da focolai epidemici non è indicata.

Da qualche giorno lavoro come dirigente medico presso un dipartimento di prevenzione delle Marche e mi occupo principalmente di vaccinazioni: il cuore della prevenzione! L'attività vaccinale del Servizio in cui opero è raddoppiata da metà dicembre e la richiesta non sembra arrestarsi. La principale vaccinazione ricercata: anti-meningococco C. Non poteva capitare periodo "peggiore" per cominciare la mia avventura lavorativa nella Sanità Pubblica: la domanda a cui giornalmente devo rispondere è la seguente: conviene vaccinarsi? Rispondere non è semplice; da un lato c'è la mia passione per la prevenzione e il desiderio di dare una "pacca sulla spalla" al genitore che pone la domanda e dirgli: "bravo, hai scelto la strada della prevenzione, ottima decisione", poi però il mio lato più razionale mi frena, penso ai pochi casi di meningite, penso che il rapporto rischio-beneficio non è poi così alto e qualche volta mi capita di pensare: "guarda questo... si preoccupa tanto della meningite e non ha ancora vaccinato suo figlio contro morbillo-parotite e rosolia!". Non faccio in tempo a pensarlo che sento battere il martello sul mio chiodo fisso: "la morte di un ragazzo per meningite da meningococco C è una morte evitabile... al diavolo l'epidemiologia... spero si vaccinino tutti!". Supero il mio personale dualismo ricordando le parole di Barbara De Mei, scritte nel bel documento: Il counselling in ambito vaccinale

"L’obiettivo non è convincere, affermare il proprio punto di vista, prendere decisioni al posto di un’altra persona, “vincere” nella relazione, ma piuttosto mantenere la relazione.
Quindi ascoltare, comprendere senza banalizzare, potenziare le risorse e l’autonomia della
persona per: condividere le informazioni; favorire la consapevolezza dei benefici e dei rischi della vaccinazione; facilitare la scelta."

Dunque non sono io che devo dare risposte: io devo solo facilitare un processo che porti ad una decisione consapevole ed informata.

Non posso evitare di chiudere questo post rifacendomi al comunicato odierno del Ministero della Salute: mi sembra evidente che la prevenzione, anche in questo caso come nel caso della pandemia influenzale, non giochi tutte le sue carte con la vaccinazione. La vaccinazione è l'arma preventiva principale ma non è l'unica arma a nostra disposizione: c'è il lavaggio delle mani; c'è il buon senso delle comuni norme igieniche... e queste misure di sanità pubblica forse saranno meno efficaci... ma non hanno effetti avversi!

8 commenti:

Anonimo ha detto...

E' vero l'imporatante è mantenere la relazione con i genitori, con gli utenti in genere.
Manca in Italia però la cultura della prevenzione non solo dai non addetti ai lavori, ma anche dagli addetti ai lavori. Avere in un servizio vaccinale un medico specializzato in igiene è un lusso. Spesso ci sono medici con tutt'altre specializzazioni ed altre esperienze per cui la vaccinazione non è considerata molto importante, oppure è così importante che si prendono le più improbabili precauzioni prima di vaccinare.
In questo momento si vaccina sull'onda emotiva provocata dai media. Questo vale anche per l'influenza. Quest'anno nei servizi pubblici abbiamo vaccinato pochissimo, in primis pochi vaccinati tra gli operatori sanitari (medici, infermieri,ecc.).

Daniel Fiacchini ha detto...

Io sono "giovane" e forse parlo spinto dall'entusiasmo ma sono convinto che le cose possono migliorare. Forse i servizi vaccinali sono nell'ombra perchè gli operatori dei servizi non hanno avuto la "grinta" per richiamare l'attenzione della popolazione. Ma i Servizi vaccinali non sono parte dei Servizi di Igiene e Sanità Pubblica? E i SISP non devono anche occuparsi di educazione sanitaria, comunicazione del rischio, epidemiologia, promozione della salute...?
Dopo pochi giorni di lavoro quello che posso dire è che possiamo e dobbiamo comunicare di più.
Però quello che dici è vero e serissimo: manca personale; io ho vinto un'avviso per miracolo e sarò "in paradiso" per sei mesi (supplenza) ma tutti i miei colleghi igienisti appena specializzati sono costretti a ripiegare su tutt'altro, perchè non c'è la possibilità di lavorare dove naturalmente dovremmo lavorare. I Dipartimenti di Prevenzione sono ultimi in tutto, a cominciare dalla % di Fondo Sanitario Nazionale su cui possono contare. Buona parte del personale è demotivato e la stessa popolazione, sono convinto, non sa neanche dell'esistenza dei dipartimenti di prevenzione.
Io desidero spendere il mio futuro lavorativo (se mai ci riuscirò) nei dipartimenti di prevenzione, perchè per me tutte queste cose sono sfide e vedo un margine di miglioramento enorme.

Anonimo ha detto...

Bel blog di informazione.

Anonimo ha detto...

volevo chiedere: per l'influenza, leggo su questo blog che più di metà dei medici si vaccina; per la meningite da meningococco c pare siano pochissimi.

non capisco questo comportamento, potrebbe spiegarmene la logica?
è statisticamente più facile morire (o avere danni neurologici permanenti) di influenza o dei suoi effetti, per un adulto sano, piuttosto che di meningite?
o il vaccino dell'influenza (che cmq è diverso ogni anno) è più efficace e sicuro del vaccino (sono due con il tetravalente) per il meningococco c, che comunque dura più anni?

Daniel Fiacchini ha detto...

I dati di cui parla sono relativi al post "Numeri che fanno riflettere" http://pandemitalia.blogspot.com/2007/11/numeri-che-fanno-riflettere.html
Si riferiscono ad un sondaggio attraverso il quale si chiedeva a medici e farmacisti se questa stagione si sarebbero vaccinati.
Io ho mantenuto la promessa e mi sono vaccinato. Purtroppo non credo che il livello di adesione alla vaccinazione possa considerarsi realmente così alto.
Di certo una meningite da meningococco C è infezione più grave di un'influenza. Credo però che i suoi interrogativi trovino una risposta sensata in questi numeri:
Incidenza (nuovi casi di malattia all'anno):
Meningite da meningococco C: 1 ogni 100.000 abitanti
Influenza (Prima settimana di gennaio 2008): 425 ogni 100.000 abitanti.
Mortalità (morti per la malattia all'anno - dati approssimativi che prometto di aggiornare con precisione):
Meningite: 60 all'anno
Influenza: 4000-8000 all'anno

Credo che questi numeri parlino più di mille parole. Dovrebbero ridurre i toni e le ansie rispetto alle meningiti da meningococco e dovrebbero farci riflettere sull'importanza di prevenire l'influenza con la vaccinazione stagionale.

Per correttezza dovrebbero essere fatte altre considerazioni ma per ora mi fermo qui... magari in un prossimo post approfondiremo la questione.

Anonimo ha detto...

Grazie per le risposte, sì i dati parlerebbero da soli, a leggerli, ma sono ufficiali quelli sulle morti da influenza?

Resto con il dubbio, però che riguarda il motivo delle cause di morte da influenza (spesso complicazioni, immagino a carico di altri agenti) e le fasce a rischio (non saranno quasi tutti anziani o malati di cuore o d'altro?).

Insomma, un 31enne come lei o un 36enne come me, rischia di più la vita per una influenza rispetto a una meningite?
è dificile da credere ma se è così perchè non si consiglia il vaccino a tutti?

(al nord italia mi pare che i casi di meningite meningococcica siano più di 1/100.000, credo 1/10.000 per bambini e adolescenti e qualcosa in meno per adulti.)

insomma, è difficile da credere che l'influenza sia più pericolosa per i giovani, e il mio dubbio sui vaccini influenzali è che se inizio ora a farli ne farò uno all'anno finché campo? con quali effetti sul mio sistema immunitario?

Idem per quello della meningite: se valesse una vita, il vaccino, non penso ci sarebbero dubbi sul vaccinarsi o meno, credo... ma mi pare che il tetravalente duri pochi anni, e il coniugato non si sa ancora e immagino abbia più effetti collaterali pericolosi.

Daniel Fiacchini ha detto...

Resto con il dubbio, però che riguarda il motivo delle cause di morte da influenza (spesso complicazioni, immagino a carico di altri agenti) e le fasce a rischio (non saranno quasi tutti anziani o malati di cuore o d'altro?)...
Giustissimo! ed è proprio questo aspetto che intendevo quando ho scritto..."Per correttezza dovrebbero essere fatte altre considerazioni ma per ora mi fermo qui... "

Insomma, un 31enne come lei o un 36enne come me, rischia di più la vita per una influenza rispetto a una meningite?...
No, ma ha una probabilità di beccarsi l'influenza 500 volte maggiore. E il vaccino per l'influenza è raccomandato a particolari categorie, anziani, soggetti con patologie croniche ma anche individui sani che come me vengono a contatto con tanta gente. Il motivo per cui i medici dovrebbero vaccinarsi sta nel gran numero di persone con cui vengono a contatto e il numero di contagi di cui potrebbero essere responsabili mentre la malattia è in incubazione e risulta asintomatica.
Se lei non rientra nelle categorie raccomandate può tranquillamente evitare di fare il vaccino.
Quando i vaccini antimeningococco attualmente in uso vengono somministrati ad adulti non c'è bisogno di ulteriori dosi di rinforzo, questo stando alle schede tecniche dei vaccini.
Le sue preoccupazioni sui vaccini sono legittime ma a mio parere infondate. Dobbiamo ricordare una cosa: i vaccini non sono farmaci. Il loro meccanismo di azione è un meccanismo che vede il nostro sistema immunitario come agente attivo piuttosto che passivo. Il sistema immunitario reagisce ai vaccini, non subisce i vaccini.
Per l'importanza che le vaccinazioni avranno nella preparazione e il controllo di una eventuale pandemia influenzale spero di riuscire a trattare questi argomenti in futuro sperando di poter dare un contributo per facilitare scelte consapevoli e informate (continui a seguire gli sviluppi del blog!)

Anonimo ha detto...

Grazie per le risposte, ora capisco meglio l'istanza etica, diciamo pure nobile, dietro alla sua vaccinazione antiinfluenzale.
Io faccio parte di una categoria particolare, insegnando scienze nei licei milanesi sono a contatto con molte persone "a rischio" meningite: gli adolescenti, che peraltro ogni tanto d'inverno (tipo questo) mi chiedono consigli sul farsi vaccinare o meno; e anche per me non è facile rispondere. Peraltro mi pongo la stessa domanda per me!
La seguirò sul suo blog.