venerdì 13 luglio 2007

H5N1: in Italia nessun caso

In Italia non è stato rilevato alcun caso recente di contagio da virus H5N1 negli allevamenti e nella fauna selvatica: tutti i prelievi ordinariamente effettuati hanno dato esito negativo. A confermarlo è stata l'Unità di Crisi del ministero della Salute, in occasione di una riunione tenutasi lo scorso 4 luglio. Credo che si possa tranquillamente affermare: l’Italia, come del resto gli altri paesi europei, è preoccupata. Dopo i casi di Germania e Francia sembra meno improbabile che un nuovo caso di influenza aviaria possa essere riscontrato anche in Italia. Ad oggi non sono noti nuovi casi italiani. Faccio notare, però, che la Francia ha individuato i casi di infezione da H5N1 dopo aver intensificato la sorveglianza (pochi giorni prima l’H5N1 aveva colpito la Germania). I risultati Italiani fanno seguito ad un’attività “ordinaria” di sorveglianza. Che succederebbe se la sorveglianza venisse intensificata anche in Italia? Nell’inverno 2005-2006 l’interessamento mediatico all’influenza aviaria si tradusse in pesanti danni al mercato delle carni avicole: un milione di polli in meno alla settimana sul mercato italiano e il prezzo su base mensile crollò del 27,4% (mentre in Francia è aumentato del 5,2%). Non so bene cosa accadrebbe se la sorveglianza sui volatili venisse intensificata, ma temo che se venisse accertato un nuovo caso in Italia ancora una volta potrebbero esserci problemi di comunicazione da parte degli esperti, problemi di comprensione da parte dei decisori politici, problemi di informazione alla popolazione generale e una generale distorsione della percezione del rischio. Segnalo l’interessantissima opinione del dott. Valsecchi, Direttore del Dipartimento di Prevenzione della ULSS 20 di Verona. Non è un documento recente ma si adatta bene alle riflessioni odierne!

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