mercoledì 26 novembre 2008

Innovazione nell'approccio del rischio pandemico - Verona, 21 e 22 Novembre 2008



La Glaxo Smith Kline, per il secondo anno consecutivo, ha riunito a Verona i principali esperti italiani impegnati nella preparazione alla pandemia influenzale, per una due giorni dedicata al confronto e all'approfondimento sul rischio pandemico e sulle strategie di preparazione e controllo di una pandemia influenzale.
Nella prima giornata si è discusso degli aspetti virologici ed epidemiologici dei virus influenzali (in particolare H5N1). L'attenzione è poi stata dedicata ai dati a supporto delle strategie vaccinali con particolare riferimento alla vaccinazione pre-pandemica.
La seconda giornata è stata dedicata alla preparazione alla pandemia, dalla descrizione dei possibili scenari attraverso i modelli matematici alla descrizione delle esperienze di pianificazione di Austria, Francia, Regno Unito e Svizzera. L'evento in assoluto più interessante, a mio modo di vedere, è stato il round table presieduto dal dott. Massimo Valsecchi, Direttore del Dipartimento di Prevenzione di Verona e dal dott. Ruggero Panebianco, Medical Leader Adult Vaccines della GSK. La tavola rotonda è stata dedicata alle esperienze di pianificazione di tre Regioni italiane: Marche, Veneto e Lazio. Il confronto mi è servito per avere un'importante conferma: la preparazione ad una pandemia influenzale in Italia è in atto ma il livello raggiunto è ancora insufficiente; il modello di preparazione previsto dagli ECDC (figura sottostante), mi consente di esprimere alcune opinioni personali, maturate dall'interessante confronto promosso dalla due-giorni veronese.


ECDC Pandemic Preparedness Model (pubblicato online)


Se la preparazione alla pandemia influenzale è un processo multidimensionale, allora le Regioni italiane sono ancora carenti sulle varie dimensioni spaziali: in altezza, perchè molti piani pandemici sono rimasti "nel cassetto" e ovunque c'è il rischio concreto che la pianificazione si arresti con la stesura e l'approvazione dei piani, che, al contrario, dovrebbe essere il primo step di un processo di pianificazione virtualmente infinito; in ampiezza, perchè sono pochissime le Regioni italiane che stanno trasferendo le indicazioni strategiche nazionali sul fronte operativo locale, ma è convinzione comune, e sempre più radicata, che la vera capacità di risposta dovrà essere costruita sul territorio, nelle ASL, dentro i singoli ospedali; infine in profondità, perchè la costruzione di un approccio multi-settoriale è un'oggettiva difficoltà e rappresenta un'attività del tutto inusuale per il settore sanitario.
Gli interventi di Pregliasco, Poelaert, Rizzo, Pompa e gli altri relatori, meriterebbero molti post in questo blog e nelle prossime settimane dedicheremo ulteriore spazio all'evento di Verona.

La speranza personale è che questo evento, alla sua seconda edizione quest'anno, diventi un appuntamento fisso e che già dal 2009, in una possibile terza edizione, sia tangibile il progresso delle Regioni sui vari fronti della preparazione alla pandemia influenzale.

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