“Once a pandemic begins it will be too late to accomplish the many activities required to minimize its impact. Therefore, planning and implementation of preparations must start now”
WHO, 2004
La regione Marche è una regione che nel campo della prevenzione non vanta un sistema virtuoso ma di certo non si attesta neppure tra le regioni peggiori. Le Marche hanno molti problemi nella preparazione pandemica, a cominciare dal piano regionale di preparazione e controllo di una pandemia influenzale. Un’unica frase è indicativa della situazione: “Si attesta inoltre che dalla presente deliberazione non deriva né può derivare alcun impegno di spesa a carico della Regione” (DGR n. 1371 del 26.11.2006). Al momento della deliberazione del piano questa affermazione risultava necessaria e mi rendo conto che se fosse stato previsto un impegno di spesa probabilmente il piano non sarebbe ancora stato deliberato. Il piano pandemico regionale è stato deliberato e al momento, nelle Zone Territoriali delle Marche, si sta cercando di dare attuazione alle indicazioni del piano regionale a costo zero. Non ci sono fondi per il potenziamento della sorveglianza virologica ed epidemiologica, non ci sono fondi per garantire azioni di comunicazione alla popolazione e non ci sono fondi per l’acquisto dei dispositivi di protezione individuale, che peraltro nessuno si azzarderà a comprare, nell’attesa di una attivazione in tal senso della Regione. Nessuno mette in dubbio che nel momento del bisogno i fondi non mancheranno: il governo centrale garantirà gli antivirali e i vaccini (ovviamente non per tutti) e la Regione Marche non farà mancare il suo supporto. Ma c’è un problema: il momento del bisogno è un momento tardivo per prepararsi. In quel periodo ci sarà solo il tempo per dare delle risposte. Se le risposte non saranno preparate in modo adeguato in tempo di pace… in tempo di guerra sarà una totale disfatta.
Considerando che alcune regioni italiane non hanno ancora adempiuto il compito istituzionale della stesura del piano pandemico penso che la situazione nella regione Marche possa essere considerata nella media in Italia e questo è preoccupante:
Italia VS Pandemia Influenzale: 0-1
WHO, 2004
La regione Marche è una regione che nel campo della prevenzione non vanta un sistema virtuoso ma di certo non si attesta neppure tra le regioni peggiori. Le Marche hanno molti problemi nella preparazione pandemica, a cominciare dal piano regionale di preparazione e controllo di una pandemia influenzale. Un’unica frase è indicativa della situazione: “Si attesta inoltre che dalla presente deliberazione non deriva né può derivare alcun impegno di spesa a carico della Regione” (DGR n. 1371 del 26.11.2006). Al momento della deliberazione del piano questa affermazione risultava necessaria e mi rendo conto che se fosse stato previsto un impegno di spesa probabilmente il piano non sarebbe ancora stato deliberato. Il piano pandemico regionale è stato deliberato e al momento, nelle Zone Territoriali delle Marche, si sta cercando di dare attuazione alle indicazioni del piano regionale a costo zero. Non ci sono fondi per il potenziamento della sorveglianza virologica ed epidemiologica, non ci sono fondi per garantire azioni di comunicazione alla popolazione e non ci sono fondi per l’acquisto dei dispositivi di protezione individuale, che peraltro nessuno si azzarderà a comprare, nell’attesa di una attivazione in tal senso della Regione. Nessuno mette in dubbio che nel momento del bisogno i fondi non mancheranno: il governo centrale garantirà gli antivirali e i vaccini (ovviamente non per tutti) e la Regione Marche non farà mancare il suo supporto. Ma c’è un problema: il momento del bisogno è un momento tardivo per prepararsi. In quel periodo ci sarà solo il tempo per dare delle risposte. Se le risposte non saranno preparate in modo adeguato in tempo di pace… in tempo di guerra sarà una totale disfatta.
Considerando che alcune regioni italiane non hanno ancora adempiuto il compito istituzionale della stesura del piano pandemico penso che la situazione nella regione Marche possa essere considerata nella media in Italia e questo è preoccupante:
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