sabato 25 aprile 2009

In attesa di nuovi sviluppi

Le principali istituzioni sanitarie stanno affrontando il problema. Un comitato di esperti è in riunione in videoconferenza dalle ore 16 (Ora di Ginevra, sede internazionale dell’OMS) per decidere se stabilire la situazione americana “evento di sanità pubblica di rilevanza internazionale”. Se così fosse il Direttore Generale dell’OMS, Margaret Chan, potrebbe stabilire il passaggio di fase, dall’attuale fase pandemica 3 (presenza di nuovi virus influenzali ma assente o limitata trasmissione interumana) alla fase 4 (presenza di nuovi virus influenzali con evidenza di incremento di trasmissione interumana) o alla fase 5 (presenza di nuovi virus influenzali con evidenza di significativa trasmissione interumana).
Da questa decisione dipendono molte cose. Esiste infatti un regolamento sanitario internazionale che prevede che l’OMS possa stabilire l’adozione di misure di sanità pubblica (come la limitazione dei voli internazionali) finalizzate al contenimento dell’evento che attualmente è epidemico con il coinvolgimento di Messico, dove questa epidemia sembra sia emersa alcune settimane fa e Stati Uniti dove i primi casi sarebbero stati notificati nei giorni scorsi.
Per ora possiamo riassumere la situazione così:
1. Abbiamo un nuovo virus influenzale, mai conosciuto prima. Si tratta di una nuova variante del virus influenzale A/H1N1, per alcune varianti di questo tipo siamo già protetti o per una vaccinazione fatta in passato o perché abbiamo avuto l’influenza.
2. Per questa variante non siamo protetti o forse lo siamo solo parzialmente per le ragioni suddette
3. Non sappiamo nulla riguardo alla capacità che questo virus ha di trasmettersi da uomo a uomo. Evidenza di trasmissione interumana c’è. Ma la situazione messicana non è chiara. In particolare non è affatto chiaro quale tra i molti casi riportati in Messico siano realmente stati causati da questo nuovo virus
4. A rendere più confusa la situazione c’è il differente quadro epidemiologico che caratterizza gli otto casi americani e gli ottocento messicani: in america uno solo degli otto casi è stato ospedalizzato e non si è contato alcun decesso. In Messico si contano diverse decine di decessi.

Apprezzo le parole di Richard Besser, Direttore dei CDC di Atlanta:
"La nostra preoccupazione è cresciuta sin da ieri, sulla base delle notizie che abbiamo appreso. SI tratta di qualcosa di cui siamo preoccupati e che stiamo prendendo veramente sul serio. Ci stiamo muovendo rapidamente e con un approccio aggressivo".

Rimaniamo in attesa di nuovi sviluppi.

1 commento:

Giorgio ha detto...

oggi ho fatto un piccolo test durante una scampagnata con amici.. chi di voi conosce il problema dell'influenza suina?
Beh cosa pensate che abbiano risposto circa 10 pax adulte.. Nulla .. " si ho letto è una roba che succede ai maiali in Mexico" etc..
Io sono dell'idea che è positivo che se ne parli..o diffondere al massimo le informazioni, non sono dello stesso parere dell'amico d prima che dice " meglio lasciar perdere"
Meglio parlare prima e far conoscere in modo sensato e preciso le cose come fate voi qui.
Un grazie anche per l'ultima notizia pubblicato su WHO.. un documento interlocutorio ma utile a mio avviso.
Domai vediamo come evolvono le info, e incrociando le dita speriamo che come dice Giuseppe anche questa lezione ci possa servire..
giorgio